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marzo 09, 2011


La festa della donna è una festa che può piacere, non piacere, lasciare indifferenti; inoltre, a conti fatti è più o meno innocua e assai meno perniciosa - nel senso di pompaggi pubblicitari, articoli da regalo confezionati a bella posta, artificiosità sentimentali, etc - di mostruosità nel genere (chessò, san valentino su tutti): chi vuole porta due rametti di mimosa alle donne che ha vicino (siano mogli, compagne, parenti, colleghe di lavoro, etc), chi non vuole non glieli porta; loro - bontà loro - non credo se la prendano; poi, c'è chi dà a questo atto (o alla mancanza di esso) un significato ideologico o sessista, ma insomma niente di troppo invasivo.
Che la festa sia stata istituita per commemorare un tragico evento del 1908, quando un rogo colpì una fabbrica di camicie dove lavoravano numerose donne conta forse anche relativamente, oggi come oggi. Concretamente, intendo: chi se lo ricorda? Quanti a questo giorno danno questo valore, magari ricordando che in altri tempi fu proclamata come simbolo di una richiesta di regolamentazione e miglioramento delle condizioni di lavoro delle donne?
Tant'è, insomma; più che tutto mi chiedevo soltanto perché "Il Giornale", ieri, abbia aperto il solito articolo che tutti gli anni ci viene propinato l'otto marzo (una festa da abolire, da non abolire; non ha senso; è offensiva, e via e via), così:

Una scossa sull'8 marzo: "A sinistra donne elette grazie a favori sessuali" - L’accusa della deputata Pdl Rizzoli: "Non escludo che alcune si siano concesse ai loro capi. È ora di abolire questa festa"

Nessun nome né casi spe­­cifici, ma «le voci ci sono» e ri­schiano di rovinare l’otto mar­zo più manicheo della storia repubblicana. Lo schema che vuole l’altra metà del cielo divi­sa a sua volta in due quarti, uno virtuoso e meritevole (le donne di sinistra) e l’altro corruttibile e amorale (quelle di centrode­stra), non è aderente alla realtà, neppure a quella del Parlamen­to. Perché se ci sono elette (o eletti) per meriti non politici si possono trovare anche a sini­stra. A rompere il ta­bù è stata Melania Rizzoli, medico, par­lamentare del Pdl e membro della Com­missione Affari So­ciali. Rispondendo a una domanda di Klaus Davi non ha escluso che ci possa­n­o essere parlamen­tari della sinistra elette dopo essersi concesse sessual­mente ai capi di par­tito.

Tra l'altro, cosa fa un membro della Commissione Affari Sociali (a parte puppare i soldi dei contribuenti)? Cosa sono gli Affari Sociali? Esistono anche quelli a-Sociali? E Klaus Davi (bel nome, deve ridere tutto il giorno uno con un nome così) che domande del cazzo fa? E soprattutto, cosa diavolo c'entra? Come può un reporter conciliare un articolo di cronaca con le parole "le voci ci sono", pare sembra si dice? (ok, lo so: se si scrive su "Il Giornale" tutto è possibile, ma comunque io me lo chiedo lo stesso).
Meno male che mi ci imbatto di tanto in tanto e per caso, nell'articolato mondo della Stampa/Media di Proprietà. Certo però, ad aver la pazienza e il giusto distacco (entrambi cose che non ho, peraltro), sarebbe divertente; probabilmente mi si slogherebbe la mascella dal ridere, e ci sarebbe abbondantemente di che scrivere, come fare un controcanto: orsù, c'è qualcuno che mi regala l'abbonamento a "Il Giornale" o a "Libero" (o a tutt'e due - giuliano "l'abnorme" ferrara vedo di guardarmelo di mio - prometto)? Busta chiusa, mi raccomando - mi vergognerei col postino...

luglio 17, 2009

TORNA IL GRANDE GIORNALISMO D'INCHIESTA PISTOIESE
Graffiante e incisivo, sempre pronto a puntare l'accusatorio dito sulle iniquità dei nostri giorni, nel contempo sferzando le coscienze di chi legge al fine d'uno sprone al lor ben fare, il giornalismo locale torna ad indicarci la via, arrabbiato e militante, dalle colonne di nobili quotidiani quali IL TIRRENO e/o LA NAZIONE

“Fiume d'acqua da un tubo che perde. Nessuno interviene” (La Nazione, 16.07)

“Parla il pistoiese che mostrò il sedere nudo durante il tg1da L'Aquila” (Il Tirreno, 16.07)

Si attendono nuovi entusiasmanti sviluppi, ricordando che già a suo tempo era "al via la stagione delle trote, ma manca
va il ripopolamento - colpa della burocrazia".

luglio 15, 2009

Uno si poteva chiedere: O Mastella? Come mai non dice nulla? L'hanno anche portato a Strasburgo. È bello averci uno come Mastella, in Italia. È probabilmente il Craxi dei nostri tempi. La qual cosa la dice assai lunga, sui nostri tempi.

(fonte: LaRepubblica)

Per la prima volta a Strasburgo gli stipendi sono uguali per tutti. L'eurodeputato del Pdl: "Questi non sanno quanto si prende a Montecitorio"

"Una miseria questi 290 euro"
Mastella protesta per la diaria


STRASBURGO - "Una diaria di 290 euro! 'Sta miseria. Non ci si sta dentro. Questi non sanno cosa si prende al Parlamento italiano". Clemente Mastella esterna il suo disappunto per le nuove "durezze" a cui sono sottoposti i 736 eurodeputati. "Si prende meno che in Italia". Lo urla in ascensore, sventolando furioso le carte che via via gli porgono i suoi assistenti. Studia i chilometraggi. Chiede a Cristiana Muscardini, storica eurodeputata di An, ora nel Pdl assieme all'ex ministro di Prodi, come funzionino le firme-presenze per essere pagati.
Per albergo e vitto la Ue paga ai deputati 295 euro al giorno. Più una correzione legata alla durata del viaggio e alla distanza fra casa e aeroporto (tre euro al chilometro). Fino a questa legislatura gli euro erano 250: l'aumento è legato alla nuova normativa scattata all'Europarlamento. Da quest'anno tutti i deputati guadagnano uguale: 7.666,31 lordi al mese, indicizzati sull'inflazione. Al netto, sono 5.700 euro. Con pensione dopo cinque anni, finito il mandato. Finora invece gli stipendi erano equiparati a quelli dei parlamentari nazionali: gli italiani erano i Paperoni e adesso prendono meno; ma per lituani, bulgari, e molti altri è una pacchia.
Nel conto, poi, ci sono 4.402 euro al mese per spese generali: vere o no, non si deve dimostrare nulla. Solo essere presenti in aula almeno sette volte all'anno. Altri 17.570 euro mensili, invece, sono per l'indennità di segreteria: stipendi e spese degli assistenti scelti dal deputato. Finora anche questa cifra era intascata senza ricevute, magari per collaboratori condivisi fra deputati.
I biglietti aerei per la prima volta non sono rimborsati a forfait: i rimborsi di business class per biglietti low cost o per viaggi di gruppo in auto erano prassi diffusa. Così ora è obbligatoria la ricevuta. Idem per la benzina: 0,49 euro al km. Infine, 4.148 euro sono destinati a viaggi fuori dai rispettivi Stati e 149 euro al giorno, hotel escluso, per missioni extra-Ue. Finisce così l'escamotage di incassare 1.500 euro in nero a settimana per i viaggi aerei che i deputati compiono per le tre settimane mensili di sedute a Bruxelles o Strasburgo. Alcuni, peraltro, si facevano vedere all'Europarlamento anche la quarta settimana, quella destinata al collegio di casa. Altri 1.500 euro.

novembre 12, 2008

ITALIA: BELLE FACCE, BELLA GENTE. IN ITALIA SI STA BENE.
PER UN PRESIDENTE OPERAJO


"
Basta con questa tv che mi dileggia solo. Anche lì c'è la mano dell'opposizione. La verità è che la sinistra vuole quattro anni e mezzo di campagna elettorale. Polemizzano solo, soffiano sulla protesta. Lo stanno facendo pure con l'Alitalia. Mi insultano infischiandosene degli interessi del Paese". Silvio Berlusconi si sfoga. Punta l'indice contro il centrosinistra. Reo di provocare un clima di ostilità nei suoi confronti . Ma se la prende soprattutto con i giornali e le televisioni. Che, a suo giudizio, si esercitano in un "continuo e insopportabile dileggio". Su tutti i canali, in prima serata, ogni giorno.

Il Cavaliere ha appena incontrato il presidente brasiliano Lula ("Una persona simpaticissima") e per allentare un po' la tensione del vertice ufficiale - dopo già essersi
presentato all'incontro con tutti i giocatori milanisti del Brasile seduti in prima fila. da Kakà a Pato, dalla star Ronaldinho all'ormai dimenticato Dida, da Emerson al direttore tecnico Leonardo ("Ho fatto questa sorpresa a Lula perchè lui sa tutto di calcio", ha detto il premier) - invece di tornare a Via del Plebiscito, fa fermare la macchina a Corso Vittorio. All'angolo con Piazza del Gesù e a pochi passi da Palazzo Grazioli. Si infila in un negozietto di bigiotteria. Spille, anelli, ciondoli, collanine. Colori sgargianti, tutto rigorosamente in plastica. "Sapete - spiega cogliendo i dubbi dell'interlocutore - io ricevo tante scolaresche, tanti bambini e quando li saluto regalo a ciascuno di loro una cosetta. Roba di pochi euro...". La scorta aspetta fuori. Nessun curioso fa capolino. E lui, tra uno scaffale e l'altro, si trasforma in un fiume in piena. Liquida la Bicamerale proposta da Fini e D'Alema. Poi parla della "crisi economica che rischia di peggiorare", dell'"inaccettabile ricatto" dei piloti Alitalia, del "Pallone d'oro" Kakà che presto scenderà in politica, di Obama che dovrà imprimere "subito una svolta come ho fatto io a Napoli, altrimenti il consenso si perde in un momento".

Ma soprattutto, appunto, punta l'indice contro il Pd. E contro quel sistema della comunicazione che "non va". Lo stallo sulla Rai è il suo obiettivo. Da settimane sottolinea con la matita rossa il "disfattismo televisivo". In questa fase, quindi, i nuovi vertici di Viale Mazzini stanno diventando una priorità. Le tv "mi dileggiano" e "la presa per il c... sta diventando un'abitudine insopportabile". La colpa è della sinistra che "soffia sempre e comunque sul fuoco delle polemiche". Niente a che vedere con il socialista Lula: "Lui è una persona simpaticissima. Lo conosco dal 2002, ci siamo visti in tanti vertici internazionali. E' davvero una persona capace, un vero amico".


Obama sarà in grado di affrontare i tanti problemi che stanno vivendo gli Usa?
"E' una persona valida. Qualcuno sostiene che è solo il prodotto di una campagna pubblicitaria. Non è assolutamente vero. Farà grandissime cose. Certo, gli è caduta addosso una fase difficilissima. Anzi, la crisi lì sta anche peggiorando. Deve imprimere subito una svolta come ho fatto io a Napoli e quasi sull'Alitalia. Altrimenti il consenso si perde in un momento. Ma là la situazione è diversa".

In che senso?

"Avete visto il discorso di McCain? Da noi invece la sinistra vuole quattro anni e mezzo di campagna elettorale. Polemizzano solo, soffiano sulla protesta e se ne infischiano degli interessi del Paese. Attaccano sempre il presidente del consiglio senza tenere conto dell'Italia".

Eppure c'è chi, come Fini e D'Alema, propone la Bicamerale per le riforme insistendo sul dialogo.

"Non c'entro nulla, è una cosa loro. Io mi occupo delle relazioni internazionali e della crisi economica. Di cose importanti". Si passa tra una mano e l'altra un piccolo monile e poi riattacca: "Chi pensate, ad esempio, che stia soffiando su Alitalia? Sempre loro, la sinistra".

La Cgil, però, ha firmato l'accordo.

"Lo fanno nonostante la firma della Cgil".

Ma come pensate di risolvere questa vertenza?

"Quello di questi giorni è un atteggiamento irresponsabile, inaccettabile. Noi di certo non ci piegheremo ai ricatti. Alla fine, la Cai dovrà andare avanti facendo le assunzioni individuali. A sinistra, insomma, stanno sbagliando tutto".

Ammetterà che in Trentino hanno vinto?
"Era prevedibile. Ma se vedete i dati assoluti hanno perso voti. Io poi non mi sono impegnato, ho dato una sola intervista. In Abruzzo invece ci andrò, almeno 3-4 volte e vedrete che la musica sarà diversa. Ma c'è un'altra cosa che davvero non riesco a digerire".

Ossia?

"Quello che non sopporto più è il continuo dileggio sulle televisioni e sui giornali".

A cosa si riferisce in particolare?

"In tv, ogni giorno, su tutti i canali, in prima serata mi prendono per il c.... Questa abitudine sta diventando insopportabile. Deve finire". Ricomincia a scegliere le collanine e saluta. Poi torna indietro. Giusto il tempo di raccontare cosa è successo tra Lula e i calciatori brasiliani del Milan: "E' stato contentissimo di incontrarli. Vorrebbe portare in politica Leonardo. Che è davvero una persona intelligente e che ha a cuore la sorte dei bambini. Ma Lula mi ha detto che in futuro anche Kakà potrà essere interessato alla politica".

agosto 07, 2008

APPROSSIMANDOSI ALLA FATIDICA DATA (L'ANNIVERSARIO DI QUANTI ANNI AVEVA GARIBALDI, NEL 1896), NOI DEL QUOTIDIANO “LA MAGIONE”, CRONACA DI TRIPIPPICO PAGINA DEI MOTORI, ABBIAMO INTERVISTATO IL FAMOSO OSTETRICO PREGONI (OSTETRICO E' IL NOME), IL QUALE HA PENSATO BENE DI SCRIVERE UN LIBRO SULLA VITA RIPRODUTTIVA E GENERICAMENTE AMOROSA DEL BUCERO., A TYTOLO PINOCCHIO? PINOCCHIO UN PO' PAURA LA FA. POICHÉ BEN È NOTA LA PASSIONE DELL'EROE DEI DUE MONDI PEL BUCERO, SPECIE FATTO ALLA BRACE, SIAMO ANDATI A INTERVISTARLO (LUI, NO L'EROE DEI DUE MONDI CHE E' INVECE, COME BEN SI SAPRÀ SE INVECE DI SPUTARE LE PALLINE DI CARTA CIUCCIATE CON LA BIC SVUOTATA SI STAVA UN PO' ATTENTI ALLA LEZIONE DI RISORGIMENTO ED ESPRESSIONI GEOGRAFICHE, A SCUOLA)

Sì, sì: è veramente interessante & fortunato (?) incontrare questo nuovo autore, nuovo possibile re della scena locale (o anche del cazzo e della merda, a chi ni piace SamRaimi), che per far scena si presenta fintamente ubriaco, barcollando a bella posta e farfugliando cose senza senso, tipo formule matematiche, arcane maledizioni sumere e vai così. In realtà, l'autore è totalmente astemio, e poiché noi del quotidiano “La Frizione” ci dimostriam – qual da sempre siamo – alquanto tetragoni a' vezzi bambineschi, et a' giochi di cane (che come recita un detto abruzzese, finiscono "a cazzi in culo") egli si ricompone tosto, ed inizia a snocciolare la formazione del Campobasso del 1984, quella con Waler Ciappi in porta.
Da lì cominciamo un'interessante escursione nella memoria, gravida di dati ricordi e piccoli sussulti del cuore (garaglò), il tutto finché l'autore non decide che è ora di andare a sgrondare il merlo, come diceva sempre il nonno di un suo amico buonanima.
Una volta tornato con noi, chiediamo il perché di questo libro, al che lui risponde che il libro s'è scritto assolutamente da solo ed è l'unico e solo soggetto di sé stesso, ragion per cui dovremmo certo chiedere al libro, casomai, il perché di questo autore. Ci mette sotto gli occhi il testo, e finché non facciamo questa domanda lui non si muove, eccezion fatta per quando comincia a broccolare peso la barista, intortandola in grazia di ottime freddure sui cani e sui segni zodiacali, su quanto ce l'aveva lungo un suo amico e sul fatto che lui (lui, no il suo amico) una volta ha visto un dirigibile.
Costretti dunque, proviamo a interrogare il libro e, di fronte alla di esso indisponenza nonché zittume, lo apriamo a caso, finendo sul capitolo XIV quello in cui i monatti, sferragliando da' piedi com'è costume, inseguono un lupo anziano perché possibile apportatore di peste nella cittadina di Sgalambro à Fatica (provincia di DonSturzo). Ammirando i costrutti e la capacità di sintesi di chi vergò tali righe, ci dimentichiamo del tutto l'autore, il quale ci richiama all'ordine raccontandoci come nacque in lui la passione di scrivere.
Confortati (non confòrtati, tipo "confòrtati, nedo!", no: confortàti, noi), prendiamo taccuino e lapis (si scrive sempre a lapis, la verità ha da esser manipolata ad agio) e ascoltiamo interessati la storia di Batacchio, che era un personaggio che andava sempre vestito coi pantaloni di pelle e qualsiasi cosa dicesse parafrasava i film di Lino Banfi e Nadia Cassini. Di solito, oltre ai (fini) pantaloni di pelle, il tipo portava un bel pajo d'occhiali a moscone, e una vezzosa borsetta a tracolla, una specie di BORSELLO® pre-gucci ante-litteram che, se oggi che va tanto di moda è chiaro e inequivocabile segno di manfruitismo, oltreché di sbarazzina stupidità, ci s'immagini a' tempi. Batacchio andava nojando vergognoso le ragazze, non importa come fossero, purché c'avessero le poppe; di una in particolare s'era segretamente infatuato, a tal punto che scavalcava ascosamente le mura del giardino di casa sua per portarle segretissimi omaggi, del tipo una cassetta col meglio di SandroGiacobbe registrata da lui, una copia d'un film raro con Luc Merenda, una lucertola tramortita, un topo.
Ella, la scipita trota, figlia d'una nota poetessa di Renigata Dentello (provincia di PICCI) dalle orecchie larghe ma dalle poppe paritetiche, dopo un po' penso bene di chiamar la forza pubblica.
E Batacchio fu tradotto in carcere. E lì morì, di stenti e d'inculate.
Chiediamo a questo punto: sì, ma perché Batacchio?
“ma caro il mio barbogio, questo dovrei dirglielo un'altra volta. Ma siccome conto di non rivederla mai più, né Lei né il bvd.llo di sua Madre (con rispetto parlando) aggiungerò tosto: una volta passò con una. Erano lei, lui e il suo BORSELLO®. Era più timidon del solito, pareva. E io li incontrai e dissi: «ho capito perché c'hai sempre quel borsello... è per coprirti il batacchio! Vedi, t'arriva proprio all'altezza giusta! Ecco, ecco!».
Inoltre s'immagini: non so più se è esistito o no, Batacchio. Per quanto ne so, potrei anche essermi inventato tutto quanto. E allora, questo risponde un po' alla sua domanda, caro il mio Topinàmbur?”
Sì, un po' sì, risponde. Ci pensiamo, poi vedrai si capisce. E poi litighiamo per la foto. Alla fine tira fuori una figurina di Edi Bivi, quando giocava nel Bari e ci dice: “toh, pubblicate questa!”.


Nella foto (Sdingo-Renitenza) l'autore, colto in agnizion dolorosa immediatamente prima di mietere il grano, sarchiare il terreno, lasciarlo a maggese e portando sei. Si noti (oltre al mystico syfone utile alla bisogna testé ricolta - ricolta?) l'espressione acvta, foriera di chissà quali perle aleggianti in quella testina-a-catapulta, come gli dice sempre la coNpagna, Mer-Men di He-Man.


Beast-Man e Syfone

agosto 06, 2008

IN AVVICINAMENTO ALLA DATA (IN REALTÀ NO, SI SA UN CAZZO) DI USCITA DEL VENDUTISSIMO (VENDUTISSIMO?) ROMAN HISTORIQUE (ROMAN HISTORIQUE?), A TYTOLO: PIGIAMI IL CAPINO, CARMELITANA, IL QUOTIDIANO “LA CAGIONE”, CRONACA DI TUBINGA PAGINA DEI FILMS, HA INTERVISTATO L'AUTORE, DEVIS CHIOGGIA, DURANTE UNA CENA-CULTURALE SUL MODELLO DELLA TRADIZIONE LETTERARIA (QUALE TRADIZIONE LETTERARIA?), DEL TIPO QUANDO INTERVISTAVANO VITTORIO GASSMAN AL RISTORANTE E LUI SNOCCIOLAVA ANEDDOTI SU ANEDDOTI, DILUVIANDO UN FRITTO-MARE E/O UNA COTOLETTA ALLA RAPPRESAGLIA & CECI.

Ebbene sì: essendo qui col certamente-prossimo-alla-fama dott. Devis Chioggia, ci siam chiesti: “ci capiterà più?”, e alla nostra (silente) risposta negativa, abbiam deciso d'approfittarne. Tantopiù che paga lui, l'autore, tipo gagarone & fiero che è signore e lo si sappia in giro, tipo quando ha tirato fuori il portafoglio e ha urlato, un po' rivolto al Vs. intervistatore, un po' all'altro unico cliente del locale: “PAGO IO, QUI, SA'! QUANT'È, PEZZENTI? TOH, BEVITICI UN SUCCO AL TROGOLO ANCHE TE, PIPI!”
Ma prima, dicevo, siamo andati a incominciare. Ecco come, mentre le focaccine al lapis (e l'argenteria) sparivan. Du-da-dudadudà, du-daddudaddudà:
Devis, come ha deciso di fare lo scrittore?
Vede, coso... c'era un mio amico una volta. Oh, magari è ancora vivo, sa; dico una volta perché non so più che fine abbia fatto oggi; d'altra parte, nemmeno posso escludere sia morto, o magari diventato frustone, chissà... insomma, questo mio amico – andavamo ancora a scuola, ai tempi, e lui mi stava riportando a casa una sera, in macchina. Guidava una Ford Drummond-2 blé, modello assai diffuso all'epoca. Gli avevano rubato uno specchietto, cosa assai facile per quel tipo di macchina, dato che bastava tirarlo al contrario, far fare un piccolo scatto al meccanismo e poi scappare ridendo. In fondo alla strada dove abitavo, stava anche un tipo che conoscevamo entrambi, non ricordo nemmeno per quale ragione. Ricordo solo che veniva chiamato CHIODINO, perché era secco e c'aveva la testa grossa. E ricordo anche che si sputava nelle mani, per darsi il gel nei capelli. Un tipo a posto, insomma. Ecco, insomma: insomma, Chiodo gabellava a tutti che suo padre era un famoso chirurgo, e se ne vantava. Peccato che il padre fosse in realtà un infermiere. O forse uno che faceva le pulizie? Comunque sia, più che altro il padre guidava anche lui una Ford Drummond-2 blé. Quella sera, mentre il mio amico mi riportava a casa, guardai dal finestrino sul mio lato e gli dissi: “quanto costa rimetterci lo specchietto, qui?”. Lui disse che non lo sapeva. Gli feci quindi presente la cosa, e lui parcheggiò davanti casa di Chiodino. Scendemmo. Nella notte si sentì un click e poi due che correvano, ridendo. La Ford Drummond-2 blé del mio amico aveva di nuovo due orecchi in fuori, pareva un topo deforme, come appena uscita di fabbrica. Quando mi lasciò a casa, mi dissi: cazzo, dovrei fare lo scrittore.
Come vede, son qui.
E poi addenta la terza focaccina di fagioli, inzuppandola prima nell'omonimo brodo. Sicuro di star procedendo nello scoop del secolo, continuiamo ad incalzare, mentre figliuole adoranti s'alzano dai tavoli accanto, salutano (lui) e se ne vanno:
E cosa la contraddistingue, come scrittore? Quali sono i suoi tratti distintivi?

Quello d'averci due nipoti. Inoltre, fino a pochi mesi fa pensavo che nuziale si scrivesse nunziale, e che – ma quello prima, diciamo finché non sono andato a fare la stagione come cameriere-rifornitore d'acqua a' tavoli de' matrimonî d'estate – incinta si scrivesse in cinta. Poi capii.
Devis, come mai si chiama Devis, e in cosa è dottore?
Domanda del cazzo. Comunque son dottore in cani. Piuttosto, mi chieda se le anticipo la vicenda che narrerò nel mio prossimo libro, eh?

Ci può anticipare la vicenda che narrerà nel suo prossimo libro?
Avrei voluto scrivere una bella vicenda tumida e lagrimevole di un tipo che si chiama Timoteo, personaggio psicologicamente complesso ancorché tremendamente afflitto dai peggio disagi, tipo la malattia del sonno e una ragazza che la dà a tutti men che a lui, ma poi non m'è riuscito, e sicché mi son dedicato su una ben più interessante serie di avventure di me e il mi' cugino ingegner del ferro e de' batraci che si guida rispettivamente una R-4 e una R-5, arrivando a girare a folle velocità intorno alla torre Eiffel in competizione coi cami della merda, gridando dal finestrino: “va' che roba, va' che roba!”, finché la géndarmerie non ci traduce nel più vicino Commissariat. Felicità è guidare un'R-4, caro il mio Remigio.
Eh, già, cari tutti voi che ci leggete: felicità è guidare un'R-4, verrebbe da dire, per chiudere l'intervista; non fosse che l'ha già detto lui, lasciandoci lì, a implorare una foto, ben conoscendo la sua (dell'autore) avversione a cose che lo ritraggono in posa e non, specie dopo mangiato. Ma alla fine la spuntiamo.
Segue scena descritta all'inizio.
“Comprate il mio libro, semmai uscirà, merde” aggiunge lui, uscendo dal locale.


Di seguito, nello scatto Lopizzo-Ostia l'autore, ritratto a fine intervista, in piena digestione, disquisendo amabilmente di Hegel col muro antistante la Curia. Il muro non si vede.

tapiro


agosto 05, 2008


IN VISTA DELL'USCITA DELL'ATTESISSIMO (DA CHI?) ROMANZO (ROMANZO?) SULLA VITA DI MICHELE (QUELLO CHE ASSAGGIAVA IL GLENN GRANT), A TYTOLO PERCHÉ IL MONDO PUÒ FARE A MENO DI SUPERMAN (E ANCHE - INVERO - DI GIANFRANCO D'ANGELO) L'AUTORE PAPERO-GONFIO-CADUTO-NELLE-ORTICHE È STATO INTERVISTATO DAL QUOTIDIANO “LA NAZIONE”, CRONACA DI TOPEKA PAGINA DELLA CULTURA, MENTRE MANGIAVA (LUI, NO IL QUOTIDIANO) UNA PIZZA VERAMENTE ANZIANA AL CAFFÈ “GUARDINGO”, STANDO COMUNQUE BENE ATTENDO A CIÒ CHE ACCADEVA DIETRO DI LUI. A FINE INTERVISTA, FOTO DI RITO E SCAMBIO DI DONI. BACIO ALL'ANELLO VESCOVILE ET OMAGGIO DIVOTISSIMO MA SCHIVO AL POTERE DELLA CARTA STAMPATA, CON SALAMELECCHI E SALTO DELLA QUAGLIA DI CECCOBEPPIANA MEMORIA. TOH, SI LEGGA: 

Oh! Fa piacere incontrare qualcuno che fermenta al di fuori delle solite compagnie di giro, specie se nell'incontro in person si svapora il cliché dell'indispettito-dal-mondo propagato nelle pagine dei suoi racconti ed emerge invece l'indole curiosa di chi non vuol collocarsi né nella nicchia né nel mainstream. Diciamo che Lorenzo Berti, nella foto, (Pistoia, 1975), s'è fatto da solo. Lo scrittore, almeno: quello che ha pubblicato da poco il saporito debutto (arditamente) titolato No, non so un cazzo di marketing research – e quanto ne so è già più di quel che me ne frega (pp. 274, 13 euro, un papero in copertina a ricordare che la realtà seriosa di certi maestri di vita è ben più puerile di quanto vorrebbero suggerirci), osservatorio feroce e burlesco sulle inconcludenze e sul ridicolo involontario del (precario) mondo del lavoro, che può contenere tracce di Stefano Benni, pensieri e parole da blog (e infatti le idee si prolungano su http:www.//paperogonfio.splinder.com), derive e invenzioni assimilabili al “divin Federico Maria Sardelli” sulle colonne del Vernacoliere, sfuriate à la Céline in ordine sparso, sapori della farsa sublime dei fratelli Coen, minutaglie di Carver, mozziconi di Vonnegut. Dopo le peripezie consuete, il libro approda dal piccolo editore bolognese Giraldi: “con un titolo così mica potevo sottoporlo a Laterza”, osserva lui, scopertosi lettore all'università (lettere a Firenze con una tesi sull'Alfieri, dopo un diploma all'Alberghiero) e scrittore dopo la laurea. “Sono partito da zero – spiega Lorenzo – e forse è stata una fortuna, visto che non ero inquinato da chi alle superiori raccontava la natura matrigna di Leopardi o la Provvidenza di Manzoni, in modo da non farti toccare più un libro in vita tua”. Dunque la scrittura gli vien naturale, tanto che a partire dal 2001 comincia a raccogliere un nutrito corpus di racconti, oggi confluiti nel libro del papero di cui sopra e in una seconda raccolta, di imminente pubblicazione sempre per Giraldi, intitolata Che cosa esattamente rende la vita moderna così diversa, così attraente? Davvero, non penserete mica che lo sia?. Con onestà di autocritica: “c'è un po' di farraginoso, nella scrittura tutta. Ma insomma, se scrivono Baricco, Faletti, la Mazzantini, eccetera...”. Epperò alla domanda “per chi è questo libro?”, in definitiva, Lorenzo non risponde. Ci proviamo noialtri: non è per chi lavora da imprenditore nel ramo dell'outsorcing per il customer care; di sicuro garberà a chi non ha la più pallida idea di cosa sia (o a cosa serva) l'outsorcing per il customer care. Il lettore ha sempre ragione, e a questo autore abbiamo subito voluto bene; forse perché ha sollevato un interrogativo fondamentale (“Si può dire cazzo in un'intervista? Se non si può, l'intervista è da considerarsi nulla”) e rimarcato la diffusione capillare del volume negli esercizi commerciali d'Italia: “Ci sta che ce l'abbiano anche i norcini, i rivenditori di pongo e il mi' cugino ingegner del ferro e della biada. Dice lo venda a metà prezzo, péi dettagli fate voi”.


a seguire: foto di rito. L'autore (bellaphya),vestito d'una fusciacca assai più larga e di dubbissimo gusto quanto a colore e giustacuore, colto con arguzia & beffarditudine dopo aver manomesso i contatori del gas dei signori Ircani Marmugi e Battilio, a seguito scoperta relativo portello gas aperto (foto PUGI-ANSIA)


autore


luglio 24, 2008

IUPPI GENTE! ESULTATE!!!
IL NANO PIÙ ALTO DEL MONDO (SECONDO ALESSANDRO NANNINI, IGNORATO COME DI CONSUETO DAL COMA CRISSANTE DI POLTRONIERI, ERA PROST, MA SI SBAGLIAVA: È LUI) CONTINUA A PRENDERVI PER IL CULO, E PORTA PURE SEI.
GAUDIO, GIUBILO, E NOTIZIE DI BELLE FICHE AL MARE! IUPPIIIIIIIII!


“Il gradimento verso il Governo è al 59,9%", e quello verso il Presidente del Consiglio in particolare "è a 62,5%", il "maggior gradimento nella storia". Anche più di quello per Ottaviano Augusto, Tarquinio Prisco e Mototopo. Sondaggi, sondaggi, sondaggi. Numeri in libertà. Io secondo un recente sondaggio (mio) sono il maschio più appetito d'Italia. Toh.
MA CI SI RENDE CONTO???
Soprattutto, ora che il Lodo Alfano e il pacchetto sicurezza sono una (scandalosa) realtà, aggiunge: "ora il sabato potrò lavorare tranquillamente per il paese, e non stare con i miei avvocati..."
MA CI SI RENDE CONTO???
Ha anche aggiunto, rivolto ai senatori, ringraziandoli personalmente per il gran lavoro svolto (per lui) in questi giorni:
"non vorrei parlare dei magistrati ma mi avete liberato... Ora non verrò più perseguitato, da quando sono sceso in politica ho dovuto far fronte a 2.502 udienze. Il lodo Alfano è un provvedimento assolutamente giusto"
MA CI SI RENDE CONTO???
Massima stima e sintonia anche per Umberto Bossi, dopo i suoi insulti all'Inno di Mameli e agli insegnanti che vengono dal sud. Il premier lo descrive come uomo di “grande raziocinio e straordinaria lealtà. In ogni caso” ha aggiunto, “non dobbiamo preoccuparci: nella coalizione siamo noi, essendo il partito maggiore, a dover mostrare più responsabilità”
MA CI SI RENDE CONTO???
Infine, tra la promesse elettorali fatte a suo tempo, il guascone ha ricordato il bonus bebè e la riduzione delle tasse:
“Il bonus bebè si farà, perchè è una promessa”, ha detto, raccontando (oltre a un par di sapide barzellette) che molto spesso, di fronte a gente che per strada chiede conto dei mille euro per la nascita di ciascun bebè italiano, per non sentirsi in colpa lui tira fuori di tasca propria il denaro. “Ma si può fare sempre”
MA CI SI RENDE CONTO???
La priorità, infine, è quella di "ridurre le spese" dello Stato (per far questo, tanto per fare il tutto all'italiana, ha anche ripetuto la sua intenzione di affidare a delle "agenzie esterne" la razionalizzazione delle spese di ogni Ministero), poi il Governo "taglierà le tasse".
“Per adesso una due diligence per abbattere l'inefficienza della pubblica amministrazione". Subito dopo, ci occuperemo di come ridurre le tasse”.
Del resto, nei gazebo, nelle piazze, sarà distribuito un manifesto “con le cose fatte e quelle ancora da fare”.
MA CI SI RENDE CONTO???

luglio 11, 2008

NOTIZIE DAL SULTANATO E DALL'ALCOVA: IL POVERO SANDRO BONDI SHOCKATO!!!

Sì, signori! Mentre alla Camera viene emendata la norma blocca-processi, che scompare di fatto dal già di per sé ridicolo e scandaloso Decreto Sicurezza, facendo pure passare la cosa come segno di grande propensione al dialogo (in realtà le critiche vengono accolte soltanto dopo che il lodo-Alfano è passato e il nostro amato leader è ormai al riparo da tutto, una specie di conferma al fatto che la blocca-processi era una chiara ed evidente norma ad personam, e tutto questo un simpaticissimo ricatto),
Il Giornale (ahahahah, Il Giornale...) se ne va ad intervista il buon Sandro Bondi, il quale si dice “sconvolto da Eco”, che “è un uomo carico d'odio”.
En passant, è anche divertente notare come tutti coloro che non la pensano come loro, o osano muover critiche o riserve, siano sistematicamente “carichi d'odio”, “vuoti”, “aridi culturalmente”, ecc.
Una dittaturina di stampo paternalistico – si sa – deve sempre far leva sui sentimenti, sullo stomaco, sulle emozioni. Mai sulla testa; mai sul ragionamento, mai sul senso critico...


ma comunque, si era ad una delle serate della Milanesiana, rassegna di letteratura musica e poesia (!) diretta da Elisabetta Sgarbi (toh! Aria nuova in cucina: Elisabetta Sgarbi, sorella del più famoso quanto imbecille Vittorio, a capo – lei – dell'impero Bompiani,legatissima a personaggi di grande spicco della nostra cultura e non, tipo Alain Elkann Paulo Coelho e via e via) : all'evento è presente pure il Ministro ai Beni Culturali, l'intellettuale-onorevole Sandro Bondi.
L'Italia – il paese di Dante, Leopardi, Calvino, ecc – ha come ministro ai beni culturali un povero diavolo dalla testa molto tonda e dall'espressione vieppiù tarda, che scrive poesiole d'occasione e non, tipo:

Fra le tue braccia magico silenzio
Fra le tue braccia intenerito ardore
Fra le tue braccia campo di girasoli
Fra le tue braccia soledell’allegria
(per il matrimonio di Elio Vito)

Mani dello spirito
Anima trasfusa.
Abbraccio d’amore
Madre di Dio
(per la defunta madre del nostro amatissimo Leader)

E le pubblica su una rubrica di Vanity Fair (e ho detto Nuovi Argomenti). Non solo: a ottima immagine di quella che deve esser la cultura secondo lui, ha pure la foto del nostro amato leader sul comodino. Sempre seguire, riverire & lusingare il proprio mecenate. L'hanno fatto il Tasso, l'Ariosto, il Monti e il Parini (ahahahahah, il Parini) eccetera, eccetera, eccetera. Tantovaleva far Romano Battaglia, ministro dei beni culturali. Quantomeno, non dedica poesie (a quanto ne so io, almeno).
Ma tralasciamo; giacché qui conta il resoconto fatto dal nostro caro Ministrone Culturale, una volta che - tapino - è riuscito a riaversi dallo forte sconvolgimento emotivo:
“Il professor Eco non si è neppure alzato e, restando seduto, ha faticato a darmi la mano, ritraendola immediatamente, forse per paura che lo infettassi. Un gesto senza senso della misura”.
Orrore. Raccapriccio. Sdegno. Si sono anche levati dei fischi, al momento della sua presentazione e - anche in questo caso facendosi forza - così l'ottimo ministro ha continuato, il suo racconto:
“ero andato per rendere omaggio a una manifestazione culturale, mi sono trovato tra scalmanati, gente che non ha nulla a che fare con la cultura. Forse sono ancora troppo ingenuo e ho una sensibilità che non è fatta per la politica [ahahahahahaahah scusate, son d'animo nobile, io] ma rimango choccato da questi gesti e da un certo modo di vedere il mondo. Da parte di alcuni cosiddetti intellettuali di sinistra c’è un odio quasi antropologico. Sandro Bondi non è Sandro Bondi ma il simbolo del male sulla terra. Hanno l’idea di rappresentare i migliori e non mostrano alcun rispetto per l’uomo, per la persona. [...]
Riguardo ai fischi [e Il Giornale chiede qui maliziosamente: sarà stata mica una claque organizzata? Son fantastici, questi qui... rovesciano sempre qualsiasi cosa. Uno muove un qualche tipo di accusa/osservazione, e subito si ritrova a essere il colpevole/destinatario di quella stessa accusa: Berlusconi sta di fatto imponendo un modello pseudo-fascista, con le sue leggi ad personam? È la sinistra vuole il ritorno al fascismo! Ha corrotto giudici e autorità, eccetera? La sinistra è corrotta, proprio coi suoi giudici e autorità! Ha dato tangenti e fatto sparire soldi all'estero? La sinistra, coi suoi politici e le sue toghe rosse lo fa!In occasione di un intervento a Confindustria Berlusconi si porta dietro uno stuolo di bei ragazzotti/e per applaudire e inneggiare entusiasti a comando? La sinistra se li porta dietro! Berlusconi ha dato ministeri a belle figliuole che l'hanno compiaciuto sessualmente, tipo succhiandogli l'uccello o dandogli la fica? La sinistra è quantomai volgare a dire queste cose!] non voglio impedire nulla e per fortuna non era tutto il pubblico, e c’è anche chi mi ha applaudito. Ma sono episodi che amareggiano perché danno la misura del vuoto culturale di una certa sinistra. Sono i fan di Umberto Eco, gli stessi presenti ai girotondi. A me non salterebbe mai in mente di fischiare chi non la pensa come me. È gente che presume di essere di cultura, ma i primi segni della cultura sono l’apertura al dialogo, la curiosità, il cercare di comprendere ciò che è diverso. Purtroppo questo tipo di cultura, di assenza di cultura, appartiene ancora alla maggioranza della sinistra, che non ha mai fatto i conti con la propria storia".

Tutto ciò, mentre aspettiamo che da Napoli sparisca la spazzatura (dovrebbe mancar una decina di giorni ormai: tre giorni fa il nostro leader disse che in quindici giorni avrebbe sistemato tutto), che le tasse e il costo del lavoro calino, che la situazione Alitalia sia definita, che il prezzo della benzina smetta di salire ogni giorno (già, ma per quello Tremonti ha già denunciato gli speculatori,  anche in sede europea - vedrai la soluzione è vicina).
Per il momento comunque sappiamo che Tokyo è una metropoli ordinatissima, e che i suoi centri commerciali sono favolosi e perfettamente funzionanti. Specie il mega-store di Armani, da dove si gode una vista indimenticabile.
Ah, e sappiamo infine che la sinistra è carica d'odio e volgarità, specie quando urla in piazza(1)



_______
(1) ma: e se quel che urla, fosse vero? ci sarebbe da scandalizzarsi più per la volgarità di chi urla o per il fatto effettivamente commesso? Qualcuno ci pensa mai?

luglio 04, 2008

ITALIANI, LASCIATEVI INFORMARE!!!

ECCEZIONALE INIZIATIVA! PER COMUNICARE & DIVULGARE LE NUMEROSISSIME COSE/IMPRESE COMPIUTE DAL GOVERNO, DA QUESTO FINE SETTIMANA E PER TUTTI I WEEK-END SARANNO ATTIVI IN TUTTE LE PIAZZE D'ITALIA GAZEBO INFORMATIVI DI FORZA ITALIA


IL NOSTRO LEADER È FORTE. IL NOSTRO LEADER È GRANDE
LA GUERRA È PACE; LA LIBERTÀ È SCHIAVITÙ; L'IGNORANZA È FORZA

ABBIAMO GI
À MANTENUTO MOLTI IMPEGNI

Sì, Italiani! Poiché il rischio della disinformazione, o comunque dell'informazione distorta e faziosa, è grande e assai pericoloso; perché l'odio che alberga in molti ingrati cuori è tutt'ora imperante et assai nocivo; perché troppo male sarebbe lasciar il nostro amatissimo paese in mano a corrotti e malvagi magistrati militarizzati: per tutto ciò, oltre che in grazia della sua infinita bontà ed ingegno, il nostro amatissimo Leader ha messo a punto questo sistema capillare e puntualissimo: per arrivare direttamente e senza distorsioni a ciascuno di voi, per renderlo consapevole degli sforzi, degli ingegni e dell'efficacia della sua ottima azione di governo.
Troppi sono i meriti misconosciuti di questo tenacissimo governo del fare; troppi i tentativi di modificare il panorama delle nostre azioni!
Scandaloso e deleterio, inoltre, è che l'attenzione si concentri continuamente su fatti che nulla hanno a che vedere con il programma di governo, portando in primo piano l'attacco continuo di certa magistratura a chi deve governare scelto dal Paese, al bieco fine di sovvertire il voto popolare!
Proprio per imporre in maniera definitiva un taglio a tali perniciose quanto infondatissime voci, il nostro Leader ha speso parole importanti quest'oggi, parole che come sempre illuminano e fanno riflettere, poggiandosi, oltre che sul consueto buonsenso e acume, anche sui dati certi e incontrovertibili dei numeri, giacché “i sondaggi indicano nell'ultima settimana un aumento di consenso dello 0,3%, e dimostrano che la fiducia del popolo nel governo e nella sua attività non è stata minimamente scalfita”:
“gli attacchi dei giudici non ci impressionano; è soltanto fango su me e i ministri, pettegolezzi senza fondamento. Agli italiani non interessano. Anche per questo, distruggeremo subito le conversazioni irrilevanti”.
“Il lodo Alfano non è una legge ad personam. I nostri avversari stanno cercando di farla passare per tale, invece è una norma salvatutti”.
Sì, nostro Grande Leader! Sì! Basta con questo clima fastidioso e puerile. Basta con simili bassezze. Basta. Troppo più grandi sono i tuoi meriti, e piccoli e meschini i tuoi denigratori!
Ma, amici, non angustiamoci troppo: tutto ciò, come certo anche voi ben sapete, non intacca più di tanto la Sua grande magnanimità. No. Ciò perché il nostro Leader è al di sopra di questi inutili veleni scandalistici, ed ha – per citare rispettosamente (e nuovamente) le sue parole “un'autorevolezza che va oltre i magistrati militarizzati e militanti. Il premier non ha bisogno di essere salvato; si salva da solo”.
A margine di tutto ciò, a ulteriore dimostrazione di quanto infinitamente più importante sia il bene comune agli occhi di chi sapientemente ci governa e guida, è giunta la meravigliosa notizia:
“nei prossimi 15 giorni saranno rimossi i rifiuti da tutte le strade di Napoli e della Campania. Ipotizziamo che alla data del 20 di luglio non ci saranno più cumuli in strada”

E allora:
W il nostro leader! Noi tutti ti amiamo, nostro grande Leader!
Gloria al nostro Leader, Zorro! no cioè... volevo dire... ZUPERMEN!
No, nemmeno...
Primin Zurbriggen?
Papà Barzetti?
Macché...
Oggiù, coso, lì...
il nostro Grande Leader...
Francisco Franco? Georgydaibiondicapellidorati? Aldo Maldera (II)?
Neanche.
Cazzo, mi son scordato il nome...

vabe', tanto finché non è rimessa in piedi l'OVRA, o la psicopolizia...


ITALIANI, LASCIATEVI INFORMARE!!!

maggio 29, 2008

Un po' di simpatiche cazzate & solita aria fritta, da parte di papa Razzo16, che prima s'aggiusta il copricapo nuovo, di Prada, le nappine dorate tempestate di strass, e poi parte vezzoso:

“Avvertiamo con particolare gioia [si parte già male] i segnali di un clima nuovo, più fiducioso e più costruttivo. Esso è legato al profilarsi di rapporti più sereni tra le forze politiche e le istituzioni, in virtù di una percezione più viva delle responsabilità comuni per il futuro della Nazione” [ovvia... invitiamo le nostre pecorelle a votare per un partito che sia Democratico e Cristiano. I comunisti mangiano i bambini. E non li ricacano neanche]

L'impegno della Chiesa per la tutela della vita deve esserci “in ogni momento e condizione, dal concepimento e dalla fase embrionale alle situazioni di malattia e di sofferenza e fino alla morte naturale” [certo! sanno una sega i dottori, la medicina e le scienze in genere. La preghiera innanzitutto]

Per la famiglia “deve affermarsi una cultura favorevole, e non ostile, alla famiglia e alla vita” [oioi, du' coglioni, bada: loro, la famiglia e la vita...]; mentre davanti alla povertà, “non possiamo chiudere gli occhi e trattenere la voce” [trattenere tutti quei tesori invece sì, quello è legittimo e giusto. Portiamoli Dio, prima di tutto]

“La disponibilità a muoversi in aiuto degli stranieri deve manifestarsi nel rispetto delle leggi, che provvedono ad assicurare l'ordinato svolgersi della vita sociale sia all'interno di uno Stato che nei confronti di chi vi giunge dall'estero” [aggiungiamo anche che i mafiosi con cattivi, e andranno tutti quanti all'inferno, insieme magari a Alessandro Cecchi Paone e i Sigue Sigue Sputnik]

“La fede può offrire un importante contributo alla soluzione di grandi problemi [tipo che la terra è piatta, e che il sesso è peccato]. Per questo non può rimanere chiusa nel privato [trad.: in base a questo incontestabile quanto oggettivo e certissimo principio, noi siamo autorizzati e anzi richiesti di metter becco nelle più disparatissime faccende, dalla politica alla famiglia passando per le più micragnose questioni morali, con nessun'altra pretesa se non quella di offrire l'unica verità e salvezza, come il signore dio nostro, unico e solo, ci ha da sempre insegnato]

“In uno Stato democratico non sembra giustificarsi l'esclusione di un adeguato sostegno all'impegno delle istituzioni ecclesiastiche nel campo scolastico. Un tale supporto gioverebbe alla qualità dell'insegnamento” [questa è veramente forte, mi astengo da ogni commento, anzi no: libera chiesa in libero Stato. Stato Laico. Libertà di pensiero. Libertà di culto. Nessuna religione di stato. W Porta Pia. Ecc, ecc, ecc.]

“legittimo è domandarsi se non gioverebbe alla qualità dell'insegnamento lo stimolante confronto tra centri formativi diversi [purché cattolici?] suscitati, nel rispetto dei programmi ministeriali validi per tutti, da forze popolari multiple [purché cattoliche?], preoccupate di interpretare le scelte educative delle singole famiglie[purché cattoliche?]. Tutto lascia pensare che un simile confronto non mancherebbe di produrre effetti benefici”

A breve l'incontro col nostro vanto e orgoglio, Presidente del Consiglio (!) Silvio Berlusconi. Cosa diavolo ne potrà mai venir fuori?

maggio 21, 2008

maggio 16, 2008

MA COSA CAZZO SCRIVONO I QUOTIDIANI?
Ve lo siete mai chiesto?
Chi è il coglione che fa i titoli?
Le civette, le nove colonne, l'inutilissima CronacaNera™, magari con inclusi i nomignoli affettuosi con cui venivan vezzeggiate le vittime (giacché siam tutti pezz'e core, pelosissimi et lagrimosissimi, nel dolore altrui)?
Che razza di decerebrati compilano queste cose?
E in nome di cosa?
Chi attirano, a chi interessano?
Ad esser vieppiù stupidi, si attira più pubblico?


Sì, ahimè. Vero. Ma se il tuo vicino di casa è aduso a lavarsi i denti con la merda, devi forse fare altrettanto tu?
Vabe', pace, cazzi vostri.
Nui (sì, nui - come fossi il Manzoni, quella merda), quest'oggi, ci limitiamo a due esempi, giusto per iniziare.

il sempiterno, ormai un must:

ATTRAVERSA LA STRADA SOVRAPPENSIERO. NON È GRAVE

???

e la new-entry, presa a caso fra le tante:


MOLESTAVA LA FIDANZATA: GIOVANE CONDANNATO A STARE IN CASA PER 16 WEEK-END

ahahahaahahahahaah

...quando ne capita di par valore (ogni giorno, più o meno), saranno aggiunti.

Italia
- cosa faremmo senza?

giugno 08, 2007

E PER L'ANGOLO DEL (OK, SÌ MA DITE CHE NON È A RAGIONE) QUALUNQUISMO, QUEST'OGGI: DEL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLA VITA, PEI POVERI CRISTI

Rocco Buttiglione (dico: Rocco Buttiglione) di professione Panda-Gigante-Col-Sygaro (magari, se si estingue anche…), e filosofo a tempo perso nonché integerrimo cattolico (al pari dell’altro gran genio Marcello Pera, già professore di Filosofia della Scienza presso l’Università di Pisa, corso ambitissimo presso tutti gli studenti desiderosi di rimpolpare col bel trenta sicuro e a buon mercato del professore sempliciotto medie scalcinate o comunque penche) chiede rispettosamente ai Questori di Palazzo Madama:

Egregi signori,
ci rivolgiamo a voi con una richiesta di miglioramento della qualità della vita in Senato. La buvette non è provvista di gelati. Noi pensiamo che sarebbe utile che lo fosse e siamo certi di interpretare in questo il desiderio di molti. È possibile provvedere? Si tratterebbe di adeguare i servizi del Senato alle esigenze della normale vita quotidiana delle persone.
In attesa di riscontro, porgiamo cordiali saluti

In ciò è stato seguito & spalleggiato anche dalla senatrice Albertina Soliani, che è del centro-sinistra, tanto per non voler sparare sempre sulla croce rossa, pardon: azzurra.
Ora, per chi non lo sapesse, la buvette (francesismo – d’altra parte ci è d’uopo un francesismo, in uno dei luoghi istituzionali più “alti” dell’italico porcajo: certo meglio di quel che direbbe il vocabolario –“mensa, bar, mescita, soprattutto in istituti, collegi, fabbriche, stabilimenti industriali” – sarà, checcazzo!) è la lussuosa sala di Palazzo Madama dotata di bar e ristorante presso la quale i Senatori soglion degustare piatti a cinque stelle ad un prezzo più che simbolico, suggerendo amabilmente pure il menu (ultima in ordine di tempo è la richiesta delle “settimane gastronomiche regionali”, che ha fatto seguito ad un corso - gratuito, certo - per sommelier). Ma si diceva. Si diceva che purtroppo, alla buvette del Senato è assente il gelato, e il povero Buttiglione, che è previdente oltreché goloso e sa che tra poco in Italia è estate, mette le mani avanti e rispettosamente è a chiedere – memore della lezione di Oliver Twist, “ne vorrei ancora, per piacere” – di adeguare il tutto alle esigenze della normale vita quotidiana delle persone. Eh. Quindi, a chi di dovere: volete negargli il gelatino, povero il nostro (vostro) Panda-Gigante-Col-Sygaro? Com’è possibile che vi sia sfuggita, tale irrimediabile mancanza? Orsù, provvedete tosto, prima che tutti quanti, lì, si dotino di uno speciale funzionario/stagista/portaborse/collaboratore incaricato di raggiungere - vorrete mica che escano loro? Altrimenti entra in gioco la scorta - la gelateria della più vicina piazza romana per conto dell’onorevole, il quale penserebbe indi, per parte sua, a promulgare un qualche disegno di legge per avere rimborsati i soldi in più che si troverebbe a dover pagare rispetto al consueto prezzo di favore in quanto umile servitore dell’italica espressione geografica, tanto per citare anche il Metternich che lui sì c’aveva visto giusto, altro che questa manica di personcine grette e meschine e ridicole, che il gelato io gliene ficcherei volentieri uno giù per gola e uno su per il culo finché non soffocano, vi ci vorrebbe un altro po' di Congresso di Vienna o anche Rivoluzione d'Ottobre, tanto è uguale, tutto ciò che l'uomo fa finisce in merda, è risaputo.

marzo 23, 2007

Già: in Italia, oltre a Lapo Elkann e Berlusconi, c'abbiamo pure Briatore...

LONDRA - Quando due anni fa Flavio Briatore decise di aprire il suo "Atelier Billionaire Italian Couture" nel cuore di Londra, nello sciccosissimo quartiere di Fulham, sapeva bene che qualcuno avrebbe magari arricciato l’aristocratico naso per quelle sue creazioni di moda maschile dal gusto vagamente retrò e dai prezzi esorbitanti, e per quella sua boutique tutta specchi e boiserie, con le due enormi vetrate occupate dalla sua gigantografia e da quella del suo socio, il creativo designer Angelo Galasso. Troppo di tutto, per la compassata Londra, dove l’ostentazione fa subito volgare. Ma a Briatore è importato poco. Anzi, nulla. Da sempre abituato a fregarsene con classe dell’invidia altrui e a perseguire con tenacia gli obiettivi fissati, il manager ha prima addirittura raddoppiato, aprendo un angolo super esclusivo nel mitico Harrod’s, e poi si è lanciato alla conquista del mondo.
Il progetto è quello di aprire 25 negozi monomarca "Billionaire Italian Couture" nei prossimi due anni: ovviamente, in quella parte di globo dove ci sono i soldi, come il Giappone e la Russia (già aperte due boutique a Tokyo e a Mosca), mentre Los Angeles, Shangai e Dubai seguiranno fra poco. Già, perché tutti i pezzi della collezione sono roba per conti correnti multimilionari: chi, altrimenti, potrebbe acquistare le giacche in coccodrillo da 35 mila euro o quelle cinture che di euro ne costano quasi 800, per non parlare dei cappotti in visone da 38 mila euro? Del resto, per le loro creazioni Briatore e Galasso hanno voluto solo il meglio che, tradotto secondo i canoni dell’eleganza maschile come loro la concepiscono, significa abiti dal taglio sartoriale napoletano, scarpe realizzate a mano e in numero limitato, cinture dalle fibbie in argento e oro massiccio o le ormai stravendute (e imitatissime) babbucce in velluto con il logo della casa.
"Questo è il mercato che io conosco – ha spiegato Briatore in una recente intervista – e queste sono le persone che io conosco. Perché io sono ricco, semplicemente questo. E io so quello che vuole la gente".

Non a caso, lo chiamano Re Mida. 

E voi, come chiamereste Briatore et similia? 

marzo 20, 2007

SCHIVE MA OBIETTIVE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE-CAVALIERE-UNTO-DA-SE-STESSO: “MAGGIORI ENTRATE? MERITO NOSTRO. RIPRESA ECONOMICA? IDEM. LA NAZIONALE DI RUGBY NON SFIGURA NEL SEI NAZIONI? MERITO MIO, CHE HO INSEGNATO DUE TRUCCHETTI AI GIOCATORI. AMELIA NON RIESCE MAI A RUBARE LA NUMERO-UNO A PAPERONE? INDOVINATE UN PO’ PERCHÉ?”

Sì, signori. Vi dicevano che c’era una ripresa, che il deficit e il debito pubblico stavano lentamente calando, che il PIL era lievemente aumentato. Ma non vi dicevano tutto. No. Perché in Italia c’è una vera e propria stampa di regime, un apparato fazioso e tenacemente accanito verso chi non è allineato, verso chi ha la sola colpa (colpa?) di riuscire meglio di chi quell’apparato dirige, comanda e indirizza. Un apparato messo in piedi a più livelli, coi compiti di colpire sistematicamente – spargendo odio e falsità – il nemico pubblico Numero Uno, alias il cav. Silvio Berlusconi. Sì, perché il merito di tutto ciò era solo ed esclusivamente suo, suo e del suo manipolo di valorosi.
“Maggiori entrate? Merito nostro. Noi abbiamo trovato un buco di 38.000 miliardi di debito, a loro abbiamo lasciato 37 miliardi di euro di maggiori entrate. E anche se la ripresa dell’economia esiste, è retta solo dall’export, che è notoriamente il mio maggior merito, da sempre. Ah, già che ci siamo, sappiate che è merito nostro anche l’abolizione dei costi fissi di ricarica sui telefoni cellulari, e la liberazione del giornalista comunista, lì in Talebània, anche se se c’era andato era giusto che ci rimanesse, io per me sto dimolto a casa mia. E volete sapere una cosa, in verità? Capitan America stava per chiudere i battenti, ed è merito mio se invece la serie continua. Ho parlato con l’autore, una brava persona che non è affetta, come i nostri artisti, da quella insopportabile sinistrofilia che avvelena il paese che, malgrado tutto, io amo. Perciò è stato ragionevole; perciò abbiamo potuto instaurare un dialogo”.
Poi, intervenuto al Workshop Massafiscaglia di Tresigallo, il Cavalier-Merda si è anche (giustamente) riconosciuto i meriti di questa primavera anticipata, aggiungendo che qualora dovesse passare quel “sopruso inaccettabile” che è il DDL Gentiloni, il Gruppo Mediaset dovrebbe rinunciare da un giorno all’altro a un terzo del fatturato – quel fatturato che era stata bravissima ad incrementare con progressione geometrica nei cinque annetti di governo, altro che riforma elettorale, ritardo del mezzogiorno o altri pseudo-problemi del paese – cosa che farebbe quindi dell’Italia “una sorta di non democrazia, perché costringerebbe i fondi di investimento americani a ritirare gli investimenti da tutto il Paese”. Non si sa bene perché (e il fatto che gli americani sono azionisti di Mediaset tipo al 65 per cento è una curiosa coincidenza) ma se l’ha detto vedrai c’ha ragione lui.
Ricordando di aver scoperto otto nuove specie di celenterati, durante il suo ultimo viaggio di lavoro in un atollo della Guinea Francese, il Presidente-Operajo ha aggiunto che “l’esecutivo è già morto, ma fa ancora molti danni. Fra poco ci sarà il funerale, sotto forma di elezioni”, trovando quindi il modo di parlare anche di legge elettorale, che si può “cambiare in pochi giorni, mettendo uno sbarramento al 5% per eliminare lo sconcio della presenza di 22 partiti in Parlamento. Siamo ridicoli agli occhi internazionali”. Sul fatto che comunque ha avuto cinque anni per cambiarla, o che comunque gli occhi internazionali ci giudicano sulla base di una legge che ha fatto lui, con l’ausilio del suo amico Bonzo Celtico, non ha commentato, preferendo passare alla consueta spassosissima barzelletta, per meglio illustrare un concetto. (Divertirsi imparando – lo diceva anche il Tasso, prima d’impazzire ed esser rinchiuso a S.Anna. Estensi del cazzo):
“c’è uno che chiede all’amico «come va?». E l’altro: «bene, ho una cameriera cubana che alla mattina si presenta in baby-doll, mi fa uno zabaione e io lo mangio e me la faccio. A pranzo mi prepara il pesce con la verdura e io lo mangio e me la faccio. A cena, mi prepara la macedonia, io la mangio e me la faccio». E l’altro: «ma da quando hai iniziato questa vita?». «Da domani»”.
Qual era il concetto? Le donne vanno trombate, ma solo dopo che hanno cucinato e pulito? Il comunismo si risolve a suon di natta, specie con queste morte di fame di Cuba, a mostrar loro la superiorità dell’uomo bianco e capitalista? Sì, cioè no; la morale era: “anche noi aspettiamo le elezioni, cosicché da domani si possa stare meglio”.


Perché la ricetta per l'Italia è molto semplice: "fare il contrario di ciò che sta facendo questo governo". EFFORZAITALIA A TUTTI!

febbraio 07, 2007

Nuova simpaticissima gaffe dell’ex PdC Silvio Mazzaferrata Berlusconi il quale, intervenendo alla campagna elettorale del candidato sindaco di centrodestra a Monza, Marco Maria Mariani, ha dato una motivazione squisitamente politico-tecnica della sua preferenza al suo candidato: “A me Marco Mariani piace anche perché ha come secondo nome Maria, il che dimostra che ha un intuito simile a quello delle signore. È positivo perché le donne capiscono cose che noi uomini non capiamo. Gli uomini arrivano sempre dopo. Le donne hanno più intuito, quell’intuito tipicamente femminile che non hanno gli uomini e nemmeno i gay. E poi i gay sono tutti dall’altra parte…”
VAI, RIPÉSTALA!
Ha poi aggiunto scherzosone, abbracciando il candidato sindaco: “come vedete, siamo due vecchietti. Se fossimo delle donne per noi andrebbe meglio, visto che esistono le creme, la chirurgia estetica, ecc. Ma certe cose non posso più dirle; non parliamone, non ne posso più parlare”.
AH, LE MATTE RISATE!
Ai giovani presenti, ha ricordato inoltre che ai suoi tempi “era già un centravanti di sfondamento, ed oggi mi sento più giovane di molti di voi che siete qui in sala”.
AH, IL (CONSUETO) BUON GUSTO!
Gran finale con le tasse e il solito riconteggio delle schede, seguito dai soliti sondaggi: “Se non ci interessiamo della politica, sarà la politica ad interessarsi a noi; e lo avete visto dalla busta paga di gennaio, e lo vedrete ancora di più quando questo governo aumenterà le tasse, […] facendo nascere in noi una giustificazione morale e eluderle”; “quella sera il ministro Pisanu venne da me e disse che avevamo vinto per centomila voti alla Camera e per duecentomila al Senato. Invece deve essere successo qualcosa di strano, tanto più che sono scomparse rispetto alle elezioni precedenti un sacco di schede bianche. E anche sul voto degli italiani all’estero le cose non sono chiare”, lo dimostra anche il fatto che oggi stesso “il centrodestra tutto insieme è al 56,7% mentre la sinistra è al 42,3%. Io sono al 59,4% nel gradimento degli italiani mentre Prodi è al 29,4%. […] I nostri Circoli della Libertà dovranno organizzare tante iniziative per sconfiggere la cultura tinta di rosso, e molti [fra i loro componenti] potranno andare ai seggi per contrastare la professionalità nei brogli da parte della sinistra”.
Comunque sia, “questa parentesi si chiuderà e torneremo noi, con il nostro spirito imprenditoriale, a governare”.

febbraio 02, 2007

Non è per la vicenda in sé, gossip (parola del cazzo), speculazioni o quant’altro. È solo per - magari - ricordavi: la prossima volta, nelle urne, pensateci meglio! Certo, questa è solo una piccola cosa, però è un'altra, e altre mille le avete già viste. Inoltre, per mostrare ancora una volta di più com’è certa gente e la sua corte. C’è qualcuno meritevole di razzismo? C’è, c’è…

ROMA - "Chiamala tu, perché se rispondo io alla sua telefonata...". Ore 8,30. Via del Plebiscito 62, primo piano. Mai come questa volta si sente senza protezione. Nessuno lo aveva avvertito di quella lettera. Nessuno, nel suo entourage, sapeva di quella richiesta di pubbliche scuse reclamata da Veronica, la moglie, dalle colonne di Repubblica. Il "mattinale" che tutte le mattine arriva sulla scrivania del Cavaliere stavolta sembra composto di un solo foglio. Per un po' se lo rigira tra le mani, sfoglia i giornali. Legge solo quella pagina. Poi chiama uno alla volta gli "amici di sempre". Per primo Gianni Letta, poi Fedele Confalonieri. E quindi Niccolò Ghedini.
L'avvocato-deputato che segue come un'ombra tutti i suoi casi personal-giuridici. "Chiamala tu, perché se rispondo io alla sua telefonata...: è un colpo basso, non me lo doveva fare. Ma gliela farò pagare" (il bossettino che ha visto troppi film)
Inizia così la convulsa giornata dell'ex premier. Ma a far tremare i muri questa volta non è la politica, è la famiglia. Lo scandalo ormai è esploso e alla fine, per tentare di sedarlo, Berlusconi accetta l'ultimatum della moglie: "Cara Veronica, eccoti le mie scuse".
Eppure per tutta la mattina si tentano altre strade. Viene commissionato un sondaggio (!) per capire la reazione della gente e per calibrare l'eventuale risposta. Nel frattempo il filo del telefono della Villa di Macherio diventa incandescente. Berlusconi non vuole parlare con Veronica. Gli strascichi del litigio avuto appena domenica scorsa non si dissolvono. "Spiegate a vostra madre - aveva detto ai tre figli minori - che non può tirare troppo la corda. Io sono fatto così". Il telefono, allora, lo alza Ghedini. "Lei, signora, ha fatto una cosa gravissima. Ma come le è venuto in mente. Questi sono affari privati, non si mettono sui giornali. Eppoi abbiamo sempre trovato una soluzione, mi pare. Ne stavamo parlando, stavamo trattando ma ora rischia di rovinare tutto. Io lo dico anche nel suo interesse". "Non c'è niente da trattare", taglia corto la signora Berlusconi-Lario.
Questa volta a far da filtro fra la rabbia del "capo" e l'inflessibilità della consorte non c'è nemmeno il solito Gianni Letta. È stato sempre lui, in passato, a misurare (???) le uscite pubbliche di Veronica. Era lui, e non Silvio, a ricevere, magari in serata, la telefonata da Macherio che avvertiva di un'intervista o di una lettera, o di una partecipazione a qualche iniziativa (che bello!).
Stavolta no. Lei non l'ha chiamato e lui non la richiama. Però, davanti al ristrettissimo vertice convocato a Palazzo Grazioli e composto dal Cavaliere, Paolo Bonaiuti e Valentino Valentini, l'ex sottosegretario non riesce a trattenere un giudizio sorpreso: "La lettera è scritta molto bene". Poche parole per far instillare il dubbio in tutti (da sé no? Non ci arriva? O non era una donna coltissima, attrice di teatro (?), ecc ecc). Che ogni verso di quella missiva fosse stata visionata da un avvocato. Che fosse, insomma, il primo passo per una rottura definitiva. Per la separazione e il divorzio. Tutti invitano alla prudenza: "bisogna calcolare ogni mossa".
Il nervosismo cresce. La sensazione che il nucleo berlusconiano sia stato per la prima volta messo in scacco fa aumentare la tensione. Scatta, come prevedibile, la prima parola d'ordine: silenzio. Stiano zitti tutti, a cominciare dalle altre donne coinvolte, come l'onorevole Mara Carfagna e anche le tv del gruppo.
Poi si valutano le varie possibilità: il silenzio, la risposta "privata", l'intervista televisiva, tornare a Milano e parlarle a quattr'occhi. Tutte soluzioni scartate. "Rischiamo di far crescere il caso - allarga le braccia il Cavaliere - dobbiamo intervenire. Ma come? Nel pomeriggio alla Camera si votano pure le mozioni sui Pacs...". Per un momento - racconta chi ha potuto assistere in presa diretta alla turbolenta giornata di Via del Plebiscito - il leader forzista si fa prendere dallo sconforto: "Non c'è via d'uscita".
Allora ci prova Bonaiuti. Prende il telefonino (cazzo, è SUA moglie!) e contatta la signora Veronica: "E ora? Ora che facciamo? Ce lo dica lei perché qui...". "Dovevate pensarci prima", replica irremovibile. Le "scuse pubbliche" diventano l'unica via d'uscita. Una lettera d'amore da diffondere anche alle agenzie. La scrive Berlusconi e poi viene ritoccata dai presenti (ahahah!). L'ultima versione, però, è affidata ancora a Ghedini. Prima di divulgarla c'è il parere tecnico-giuridico. "Ero recalcitrante in privato perché sono giocoso ma anche orgoglioso - scrive "Silvio" - Sfidato in pubblico, la tentazione di cederti è forte. E non le resisto. Siamo insieme da una vita". Ammette il momento di "affanno", ma "finirà nella dolcezza come tutte le storie vere". Però, "la tua dignità non c'entra, la custodisco come un bene prezioso nel mio cuore".
[...] Davanti ai giornalisti, invece, neanche una smorfia. In macchina senza un saluto. Di nuovo a Palazzo Grazioli. Giusto il tempo di trasmettere la lettera alle agenzie e poi via da Roma. A Milano. Per non correre altri rischi. "Vado a cenare con mia moglie e miei figli", dice salutando.


(fonte: Repubblica)

gennaio 23, 2007

Dopo il trattato di Yalta, il crollo del muro di Berlino, il Watergate, ecc., la storia mondiale si arricchisce di una nuova data fondamentale per le sorti dell’uomo. Il 22 gennaio 2007, in Italia, paese di santi, navigatori, veline e idiozia, è nato un nuovo e importante movimento politico, che rinnoverà e promuoverà nuovi valori, fino a salvare prima l’Italia, appunto, (come siamo fortunati), poi il mondo, dal tracollo e dall’abisso.
Il neo-movimento ha avuto i suoi natali a Roma, nell’ambito del Consiglio Permanente della CEI, e si è definito con precisione, quanto a obiettivi e motivazioni politico-sociali di fondo, con la prolusione di chi quel consiglio presiedeva. Difficile rendere in parole l’entusiasmo degli astanti, la condizione dei quali è stata forse fotografata al meglio da uno slogan coniato proprio da uno di loro, rimasto anonimo. Uno slogan che tutti hanno subito fatto proprio, a seduta sciolta, scandendolo con entusiasmo.
“Contro i mali? Cardinali, Cardinali!”. Signori, è nato…

FORZA RUINI – Il Partito Cardinalizio

Cos’è FORZA RUINI? In tempi bui, tempi di pacs e eutanasia, attacchi alla famiglia e immigrazione, aborto e calo di matrimoni, una nuova forza riesce comunque a nascere dentro di noi, dentro di chi è nel giusto e nel vero, di chi ogni giorno combatte contro le ingiustizie del viver quotidiano, sempre in trincea, anche e soprattutto su argomenti che non gli competono.
Questi i primi, fondamentali punti del movimento:
- Attacco alle coppie di fatto I diritti dei conviventi e dei loro figli sono già assicurati dal diritto comune, e non c’è motivo di creare un modello legislativamente precostituito che inevitabilmente configurerebbe qualcosa di simile a un matrimonio, dove ai diritti non corrisponderebbero uguali doveri (?). Quindi, NO ai pacs, perché non è giusto che se uno crede nella famiglia tradizionale – quella col matrimonio e tutto quanto – non è giusto, dicevo, che ci sia chi crede, per conto suo, a una famiglia non tradizionale. E soprattutto non è giusto che abbia nessun diritto e vantaggio, né in competizione alla tradizione, né separatamente.
- Quelle gay non sono famiglie Alcune coppie gay spingono per i pacs, sostiene il prelato, perché con questi intenderebbero aprire, se possibile, anche la strada per il matrimonio omosessuale. Ma l’omosessualità è una brutta cosa, e si dovrebbe sempre tener conto della distinzione, messa a punto dall’ottimo nostro mons. Scatizzy, pistoriensibus, fra omosessuali "per motivi di DNA" e omosessuali "indotti". I primi, ma sono pochissimi, vanno (forse) tollerati (purtroppo); i secondi sono il frutto, indotto e rimediabilissimo, delle brutture della nostra cultura e didattica, da troppo tempo molle ed effeminata. NO ai gay, comunque.
- Chiusura totale sull’eutanasia e sull’aborto Anche la rinuncia all’accanimento terapeutico non può giungere però al punto di legittimare forme più o meno mascherate di eutanasia e quell’abbandono terapeutico che priva il paziente del necessario sostegno vitale (eh?). Quindi, NO assoluto all’eutanasia, perché se il Signore ha stabilito che, tipo da un certo punto in poi, devi vivere la tua vita come un pezzo di legno, tu DEVI vivere come un pezzo di legno, e accettare serenamente il fatto. Te e i tuoi familiari. Il Signore decide, perché il Signore SA. Poi magari ce lo dirà anche a noi, ma a tempo debito.
- Politica per le famiglie Benché la famiglia in Italia svolga un notevole ruolo, siamo da molti anni alle prese con una gravissima crisi della natalità, che minaccia il futuro del nostro paese. Si invita così a sostenere la famiglia legittima fondata sul matrimonio, rimuovendo anche tutti gli ostacoli di ordine pratico o giuridico che dissuadono i giovani dal matrimonio. Tipo gli indecenti prezzi degli immobili, le condizioni di lavoro disumanizzanti, la pressione fiscale sulle classi meno alte, la corsa dei prezzi per i beni di primaria necessità? No, certo che no. I pacs.
- Basta sfruttar gli immigrati, e le donne L’uguaglianza tra le persone richiede di por fine allo sfruttamento delle donne e alle tante mancanze di rispetto per la loro dignità, superando le visioni antropologiche persistenti in alcune culture, che riservano alla donna una collocazione ancora fortemente sottomessa all’arbitrio dell’uomo. Soprattutto i musulmani, lì, che la tengono parecchio sottomessa. Noi no, noi non s’è mai pensato che fosse il demonio, una strega, o l’incarnazione del peccato, tant’è che si promuove la femminilità in tutte le sue forme, con argomentazioni aperte e illuminanti, anche a livello sessuale e paritario.
- Ok alla Finanziaria, ma con riserva Anche di questo non ce ne dovrebbe fregare un cazzo, né ci dovrebbe in alcun modo competere un parere, anche perché di fatto siamo uno stato straniero; però la nostra la diciamo lo stesso: del resto, non parliamo di continuo di famiglia e sessualità, e di cosa è giusto e cosa è sbagliato in merito, proprio noi che in base ai nostri – tutti nostri, costruiti da noi, ma sempre nel nome del Signore – precetti religiosi non possiamo avere né famiglia né sessualità, come se queste cose non fossero connaturate all’uomo e non fossimo anche noi stessi uomini, che però nel nome del Signore si sublima (o si dice di farlo) a un piano più alto, e da qui la nostra aria di superiorità e sicurezza? Comunque sia, la finanziaria ci va bene, anche perché non ci lede per nulla, né ci obbliga a nuotare un po’ meno nello sfarzo e nell’opulenza, vendendo magari alcuni dei beni del Vaticano o rinunciando a privilegi in nome, magari, della fame nel mondo. Il problema comunque è che i rapporti tra le forze politiche rimangono altamente conflittuali, sia tra maggioranza e opposizione sia all’interno dei due schieramenti, come ha ripetutamente segnalato il capo dello Stato. È anche per questo che vi diciamo, quindi, di VOTARE PER NOI. 
Sì! Abbracciate i nostri argomenti e (sacrosante) verità! Basta coi conflitti dei partiti tradizionali! Favorite il ritorno della teocrazia! Si stava così bene, secoli addietro! Anzi, magari, unitevi a noi! Basta diventar porporati™! Grandi vantaggi!


FORZA RUINI - Il Partito Cardinalizio.


Contro i mali? Cardinali, Cardinali!

gennaio 19, 2007

Ha raggiunto la terza edizione la meravigliosa manifestazione nazionale di Forza Italia, NEVEAZZURRA, che come sottotitolo recava: “per fare, per crescere, per essere liberi”. La manifestazione ha ripercorso nella splendida cornice di Roccaraso, negli Abruzzi, l’assoluta novità introdotta lo scorso anno nello scenario politico nazionale, con l’alternanza di incontri ed approfondimenti pomeridiani sui temi programmatici di Forza Italia, alle mattine dedicate al tempo libero ed agli sci.
Ed è tutto vero, gente.
Dibattiti politici? Sì, prima però si scia e si fa shopping, mica siamo quei barbosi delle sinistre, noi! Poi, nel pomeriggio, quando non c’è più luce e magari davanti a una bella tazza di cioccolata calda, tra noi, ci ritroviamo in un bel loft davanti al fuoco, e allora se ne può anche parlare. Questa è politica! Altro che le tasse del mortadella! Noi sì!

L’evento, a celebrare la nobiltà ed il primato della politica (anche attraverso eventi conviviali e sportivi), è stato il frutto della felice sinergia tra il Circolo Giovani, il Coordinamento Nazionale di Forza Italia e l’associazione culturale Forza Abruzzo (ahahahah – non so a voi ma a me fa sempre ridere), ed ha visto la partecipazione dei massimi esponenti di partito ed istituzionali di Forza Italia e del Centrodestra. Mancava la Lega, che non riconosce l'Abruzzo come posto fisico-geografico, e che quindi non è stata in grado di raggiungerlo. Questi alcuni incontri della Kermesse NEVEAZZURRA:
giovedì 11
15.30: “La politica è donna”, con Alessandra Mussolini che mostrerà gli inediti delle sue foto nuda, di quando era più giovane. Accorrete numerosi.
18.00: “Giovani, politica e cultura”, con Marcello Dell’Utri che parlerà di tutt’altro, non avendo egli né gioventù, né cultura. Possibile resoconto e confronto dei relativi tempi della mattinata sciistica.
19.00: Chiusura lavori della giornata e happy-hour.
venerdì 12
16.00: Renato Brunetta, europarlamentare ed esperto economico di FI, ad affrontare il tema dal titolo: “Le tasche degli italiani”. Lo stesso Brunetta al termine dell’intervento distribuirà copie dei manuali di Conversazione Politica editi da "Libero", autografati.
17.30: Dibattito dal tema “L’opposizione a confronto”, con Cicchitto (FI), Alemanno (AN) e Cesa (UDC) nei panni dell’opposizione, a commentare e porre alternative alle prese di posizione emerse nel corso dell’incontro delle merde rosse a Caserta. Chiaramente senza contraddittorio, mi pare anche il minimo. Frizzi e Lazzi si sprecheranno, col condimento di simpaticissime boutades e l’estrazione finale del vincitore per lo slogan più originale urlato in sala.
19.00: Chiusura lavori della seconda giornata e festa a tema Azteco. Gradita l’eleganza o il costume.
Sabato 13
16.30: “Globalizzazione e politica. Politica e globalizzazione”, seminario acutissimo e originale come il suo tytolo, condotto da Giulio Tremonti, reduce da un bello slalom in pista verde.
18.00: “Le nuove forme della politica”, di e con G. Fini e P. Di Canio. Buoni propositi e, dalla platea abbronzata e griffata, cameratismo a go-go.  
19.00: Chiusura lavori della terza giornata, Happy-Hour estetico e grigliata davanti al fuoco
Domenica 14
10.30: “Le battaglie per la libertà”, col coordinatore di FI, Sandro Bondi, e il Presidente Silvio Berlusconi (in simpatica videoconferenza). Previsti applausi di dieci minuti ciascuno, masturbazione davanti al video del suddetto Bondi, e illuminazione, con relativo raggiungimento del Nirvana, di dieci fra gli astanti.
13.00: Chiusura del meeting nell’amore generale, con cori da stadio, gadget e magliette (“Silvio ci manchi”; “Silvio ti amo”; “Il Leone della libertà”), oltre al Cocktail Azzurro – messo a punto dal Presidente stesso questa estate – di congedo e buon augurio. Prevista anche l’eruzione del vulcano personale del Presidente, trasmessa su maxi-schermo direttamente da Villa Certosa.