Un'operetta vana & inconcludente - Odio il 90% delle persone che conosco. E anche di quelle che non conosco, senz'altro.
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dicembre 31, 2004
dicembre 27, 2004
...anche quest’anno il SS. Natale è alfin giunto, e giù al misericordioso orfanotrofio delle suore Lupine (scalze, ma con portafoglio) “San Lupone III d’Antiochia”, lo abbiamo passato nella gozzoviglia più sfrenata. Noi bambini, trepidi & giocosi come sempre, tutti gli anni, lo aspettavamo a gran gloria. E la festa non ha tradito le attese, alla faccia di quel mantrugione gobbo del Leopardi. Tiè.
Purtroppo, della mia classe, io sono il solo che possa raccontare come si è svolta la nostra giornata, poiché i miei compagni o sono ciechi da entrambi gli occhi, o hanno gravi malformazioni agli arti (piede porcino, focomelia spinta, ditini cioncati, etc.) che precludono loro ogni nobile attività scrittoria; tuttavia il fatto, lungi dall’infiacchire il mio animo operoso et umïle, m’inorgoglisce ancor di più, e mi spinge a vergar queste vetuste carte col mio pennino dorato, testé sottratto con l’inganno a Suor Lupèsia Superiora, tanto più che ella (la tapina) non sa scrivere, e anzi bolla come pura manifestazione del lubrico demonio ogni forma di comunicazione non orale (indi, includendo anche l’alfabeto muto, il che spiega quindi anche la malcelata ostilità di questa verso il Lupotrani, il Lupesci e il Lupazzy, i tre poveri mutini della classe). Ah già, ci sarebbe anche l'ottimo Lupeschi Attilio, che sa scrivere; ma, ahimè, è tragicamente caduto durante i giojosi festeggiamenti natalizi, quindi son proprio rimasto solo, e proprio innalzando una prece per quest’ultimo, vado ad incominciare il racconto di questa magica giornata, giornata in cui Nostro Signore Domeneddio ha inviato sulla terra il Suo unico Figlio, acciocché Egli sconfiggesse il serpeggiante demonio che s’annida dentro ognun di noi. Amen.
Alle ore 7.30 ci è suonata la sveglia, come sempre con il sacro inno pucciniano “O sole, che sorgi”, intonato eccezionalmente a quattro voci da (in ordine di registro vocale) suor Lùpo, suor Lùpola e suor Lupanària. Avevo detto quattro, ma Suor Gervaso, graditissima ospite dal monastero di Muscolo (“San Bastione Ambrogy” – tra l’altro, protettore dei PR vestiti bene e dei buttafuori), non s’è svegliata, o è deceduta nella notte non ho capito bene abbiate pazienza.
Dopo la consueta colazione a base di brodino di Lupo Cotto, con noi bambini che cantavamo allegri allegri carole natalizie quali “ben arrivato, bambin Gesù”, “che m’hai portato, bambin Gesù”, e “scappa finché sei in tempo, bambin Gesù”, le pie suorine ci hanno messo in mano ramazza e palettina, e ci hanno mandati a grattar via le gomme da masticare spiaccicate dai gradini d’ingresso dell’orfanotrofio, in vista dell’imminente arrivo (ci ha detto Suor Lupòta) di un ospite a sorpresa.
Alle 9.30 circa, con noi bambini che le correvamo intorno facendole amabile e vivace corona, Suor Lupèsia Superiora in persona è andata ad aprire la porta, distribuendo sapide calcagnate nelle gengive ai più bassi e più infelici di noi, che non desistevano dal proposito di rubarle le chiavi della dispensa, dove Ella nasconde (lo sappiamo tutti ormai – almeno a questo è valso il sacrificio del nobile Luprocrìsio, rimasto incastrato nei condotti per l’aria, di ritorno dalla missione esplorativa del mese scorso) cibarie & masserizie varie, delle più prelibate e rare (timballo di Lupo crudo, Lupone a tranci, Lupo Anziano sotto ranno e via così). Con nostro sommo gaudio, di là dallo stipite, un sacco gonfio fino a scoppiare sulla spalla destra, un’ombreggiatura di barba vera sotto quella finta e chili e chili di fard per nasconderla, c’era il nostro dispensatore di doni & felicità: Babbo Rachele! Così ha detto di chiamarsi, sculettando alacremente mentre entrava, la voce impastata di sigarette e di toni da far invidia a un corno di bassetto di verdiana memoria. Era un manfruito della vicina stazione tramviaria, che le dolci nostre suorine lupesche avevano assoldato acciocché ci rendesse men amaro il giorno della SS. Natività. E babbo Rachele, prendendoci ognun sulle robuste sue ginocchia, col suo bel vestitino rosso scollato e corto (si vedevano fior di rotondità d’indubbia origine ormonica fuoriuscire e prorompere) ha alleviato le nostre pene. Ai ciechini (ma storpi) Lupazziery e Lupocotto ha donato un paio d’occhiali da sole mod. RayBan da tamarri, “per fare i gagaroni al mare” (così ha detto); al Lupeschi un ciotolo ripieno di chicche (che ahimè si son rivelate indigeribili al suddetto, che è così, come avevo poco sopra ricordato, spirato poco dopo, in preda a forti dolori addominali); al Lupugi (focomelico) un rametto di pesco (con resina) da rabdomante, e via e via. Il tutto finché è arrivato al fondo del sacco, e non c’era più nulla. Bambini, ce n’erano ancor parecchi. Invano, allora, Babbo Rachele ha cercato di svignarsela, cominciando a parlar piano, (“tanto questi son tutti ciechi, magari pensano che mi stia allontanando”, avrà pensato) e a simular romor di passi, come ad allontanarsi. Invano: perché io (vigile come non mai), il Lupìnzy e il Lupafràtta l’abbiam denunziato alle nostre fidate suorine, che han provveduto a chiudere le porte, e a fornire noi bambini di trinciapollo e lanciafiamme, in grazia dei quali abbiamo tumulato la salma dopo averla frollata ben bene a testate (mirabile l’accanimento di Lupèci, che da povero monchino senza entrambi gli arti superiori qual è, menava testate a caso, spingendosi sui piedini – storpi anch’essi – che pareva caricato a molla).
A questo punto, ed era già mezzogiorno, è entrata Suor Pilota, la quale ha urlato: “Orsù bambini, andiamo a far razzia di Lupini alla fiera!”, e tutti siam partiti ilari e scoppiettanti – chi gridava “iuppiiiiiiiiiii”, chi “aléééééééééééééééééé”, chi “morte ai paesaniiiiiiiiii” – alla volta del suo pulmino “Lupo 1.100/Abarth”, novellamente truccato e corazzato per l’occasione. Ma sulla porta, Suor Lupèsia Superiora ci ha repente bloccati, e così ci ha rampognato:
“prima che partiate per il disordine più sfrenato, la razzia violenta, il furto con scasso, razza di manigoldi disgraziati, rivolgete un pio pensiero al misero figuro che qui, oggi, abbiamo immolato. Anche lui, come voi, è un povero infelice, e anche lui ha passato qui la sua puerizia. Tenete quindi a mente che anche il vostro destino è segnato, e che quando uscirete da qui, niente più che tutto questo vi sarà riservato, com’è anche giusto. Gli storpi si accartocceranno, i ciechini picchieranno nei pali della luce, e i mutini speriamo spiantino tutti, figli del sadico demonio che ognun v'assedia. Quanto agli altri, solo un’onesta opera di finocchierìa e manfruitaggio vario potrà offrir loro una qualche ragione di esistere, ma speriamo sinceramente che moriate tutti prima. Amen”
Abbiamo abbassato un attimo il capino, in segno di rispetto per le alte e sentite parole della Superiora, e poi siam corsi all’armeria, ove Suor Lupofréddo e Suora Mobile (ma Suora Mobile è solo il soprannome, dopo la paresi alla totalità delle di lei gambette, prima si chiama Suor Lupomagistro) ci hanno riforniti dei consueti Uzi, Shotgun, Mp-104, oltre a una cospicua manata di bombe a mano (“è pur sempre natale!” ci han detto, strizzandoci l’occhio), in vista della nostra consueta incursione natalizia.
Siamo saliti sul pulmino. Suor Pilota ha messo in moto, e noi subito abbiamo intontato il classico intramontabile “Proteggici San Lupo, sennò m’incazzo", mentre io pensavo: "maledetto viscido demonio, perché m'assedî, surrettizio?"
dicembre 21, 2004
ISCRIZIONE MISTERIOSA
dicembre 09, 2004
Poi, d’improvviso, l’illuminazione. Se mi sparo, pensai, non dovrò pulire questo schifo, e andrò in culo a tutto e tutti, magari pure portando sei di resto. Già, era esattamente così, maledizione. A volte avevo delle pensate grandiosamente lucide. Sì, Cristo Santo; era così che avrei fatto! Rivolsi la canna della pistola verso di me. Alzai il cane, e lo mollai di scatto. Ne valeva la pena. C’era stato solo un rumore, forte ma breve. E nulla più.
Non fosse che ero morto, la prossima volta che vedevo Jano, gli avrei detto il fatto suo, a lui e al suo olio di maledettissima merda.
dicembre 06, 2004
dicembre 01, 2004
Basta col vecchiume!
Quest’anno, a dicembre, fai qualcosa di nuovo…
VAI A FARE IN CULO
(stupido)
E l’albero di natale, una buona volta, fallo in
cartongesso & compensato!!!
Sì, èvverissimo!!! Basta una telefonata, assolutamente non a carico vostro (15 eurini al mEnuto, con scatto alla risposta di 20 – queste son cose che i maligni sostengono, non ci faccia assolutamente caso) alla ditta Testo Sterone Digiuno snc, e otterrete SEDUTA STANTE la possibilità di adornare il vostro salotto (di merda, sicuramente, con divano arancione e rosso, anni ’70, e tanta carta da parati marrone) con un bellissimo albero di natale CC (Cartongesso e Compensato). Funziona così: VOI telefonate, NOI veniamo a casa vostra, e dietro l’esborso di provi un po’ a dire lei? Eh? Provi un po’? no, no dica, via… voglio vedere se indovina… eh? Allora? Dice o no, imbecille? Ok dico io tanto Lei non sa nemmeno levarsi un dito dal culo, d’altronde ecco spiegate quelle mani tutte merdose: 110 euriny luridi e secchi (più il pranzo & la cena, mi pare anche ovvio, che vuol lasciare i nostri operai DIGIUNI?)! Si rende conto, caro il mio parassita della società Testo Sterone Appetibile snc? Eh? Sì, proprio così: i due nostri operaj Culo Sudato e Affare Turgido le busseranno alla porta (se non risponde alla seconda bussata la buttano giù, l’avvisiamo) e le monteranno l’ARNESE! Dove? Ma dove vuole lei, mi sembra chiaro! Saranno per questo provvisti di: a) mandato di perquisizione del KGB sez. Belgrado, non servirà a nulla ma non si sa mai, lascia fare; b) scaleo alto 3 mt. e mezzo per sistemare la punta (ah già, non le avevo detto niente sulla stella dell’albero? Che bambaccione che sono: realizzata in merda purissima di Val di Cairo, essa è oggetto pesantissimo e fine: pensi che è appartenuta nientemeno che a ora non mi ricordo bene chi, ma vedrai qualcuno di importante, che di sicuro ci faceva un uso migliore di quello che potrà farne lei, re degli imbecilli, una volta finite le piacevoli festività!); c) trapano “Marzapane Attilio” (è il nome del trapano, devo dirlo sennò s’offende e non funziona, è permalosissimo) provvisto di tutte le punte possibili (a ferro, a legno, a caldo, a cappuccino) per fare buchi un po’ qua e un po’ là, giocosamente a caso; d) orso bianco al guinzaglio, che fa tanto natale. Il tutto, ovviamente, oltre al materiale all’uopo servente per adornar la sua avita magione di una gemma di festosa belluria. Vale a dire: nr. 1 (uno, ma a seconda: se si viene col 450 fiat, anche due) ribaltabile di tavole 80x80 in cartongesso, da segare e molare; nr 1 (appunto) mola da industria, con seghetto incorporato (che userà lei, senza occhiali di protezione mi sembra giusto, sennò dov’è quel brivido che rende più frizzante la vita? Nel frattempo gli operaj usufruiranno del bagno, magari insieme a quel budello risaputo di sua figlia, trombandola ovviamente ALL'ACQUAJO) per modellare il cartongesso; nr. 43 tavole di compensato di infima qualità (le pare di meritarsi di più, a lei???) per inframezzare e incastrare il cartongesso; nr. 1 stella (o punta) per l’albero, in Merda Nera e stecchi portanti. Postisi all’opra, dopo l’atto matriale di cui sopra (il summenzionato budello), i due operai sistemeranno tutto, nel giro di una settimana o due. Mi sembra chiaro che in quelle tre (ho detto due, prima? Mi perdoni erano quattro!) settimanine, i due poverelli dovranno esser vestiti e nutriti. No, lo dico giusto per dovere; lo so che aveva capito, non mi permetterei mai, cara la mia testa-di-merda.
Se alla fin dell’opra, il risultato non fosse di suo gradimento, non disperi, caro amico (di chi? Mio no di certo; le par che me ne giovi?). Tanto gli operaj avran finito per befana o giù di lì, quindi le festività saranno finite, e così che cazzo gliene fregherà a lei? Eh? No dica un po’? Vuol grane? Ah, ecco... comunque, visto che lei è un tipo rognoso, ho bell’evvisto, basta che dica “no, non mi garba” che Culo Sudato e Affare Turgido la riempiranno di cazzotti, lasciandola poi fuori della porta, ché la sua casa dopo resta a noi della Testo Sterone Satollo snc, mi pare anche il giusto compenso per tanto disturbo.
Su, telefoni veloce (imbecille). Il numero è 347-4655034. Risponderà Grongo, il nostro Negro™ afghano da centralino.
Ah, dimenticavo: buon natale, con la Testo Sterone Digerente snc! E anche un po' buona pasqua!
Saluti, alla su' mamma in particolare.