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giugno 29, 2007

ECCEZIONALE EVENTO, NELLA RIDENTE (cazzo c’avrà poi da ridere?) CITTADINA DI PONTECANZO TERMALE (prov. di GORGO INFÌDO). SE AMATE LA CULTURA, CI ANDATE (a troncarvelo nel ciocco)?

Il Caffè della Versiliana (e su ma’ puttana – scusino, ma come altri ben sanno, la rima impone, indice et impera) quando non può – siano disagî logistici, sia un coevo evento tipo un bel dibattito sulla secolare discriminazione patita delle donne nel campo dell’algebra dai merovingi in giù, sia l’incendio doloso del palco a seguito d’un focoso diverbio fra intellettuali piccosi & vendicativi – quando non può, dicevo, fare il Caffè della Versiliana in quell’ameno loco che è appunto la Versylia, usuale sede sua veramente bella non fosse che spesso non c’è verso di parcheggiare e soprattutto non fosse che a volte ci va pure BrunoVespa (iiiiiihhhhbrunovespa!), si trasferisce nella esclusivissima quanto chic cittadina di Pontecanzo Termale – amor di precisione c’impon di nominare anche il locum, che è l'inclito Caffè Guardingo III, il bar dove tutti si guardano d’intorno (i primi due andarono a fuoco per negligenza e trascuramenti sicché ora son tutti attenti) – ed ivi trasla et ospita i suoi eventi/incontri/presentazioni librini-sega. RomanoBattaglia, sì quello che scrive la rubrica Banalità Fatiscenti & Scipitissime su "La Nazione – Giornale Coglione", si trasferisce pure, e seco mena fazzoletto da taschino nonché foulard da collo, alfin di sparger gravida et acutissima semenza sulle affamate purché esclusive menti d’entroterra, tipo oggi, che c’è la presentazione – ed è un’anteprima nazionale, ragion per cui si può pur dire: me’ cojoni – del nuovo libro di poesie di SandroBondi (dico: S-a-n-d-r-o-B-o-n-d-i), il quale per l’occasione ci mostra la sua natura poetica, che tanto peggio di quella politica non potrà certo essere, penso. Il libro si intitola “Perdonare Dio”, ed è presentato come “una dimensione segreta da cui il politico ha sempre attinto per guardare il mondo; molte poesie d'amore, parole scavate, immagini, emozioni, nostalgia di infinito: un documento insolito di un personaggio pubblico, una testimonianza sorprendente di una umanità vera”. Oioi. Vinte e suffogate le risa e/o le lagrime, repressi (o sfogati) i rigurgiti & rigetti da schifìo, vi dico anche, care le mie merde, che “l’on. Elisabetta Gardini, nota attrice e conduttrice televisiva, oltreché apprezzata (???) donna politica di Forza Italia, collaborerà alla presentazione e valorizzazione del testo, leggendone alcune liriche”.
Garaglò. Se ciò poi non fosse di per sé abbastanza, ho agio altresì di ricordare che il medesmo onorevol Bondi tiene abitualmente una rubrica di poesia sul settimanale Vanity Fair, e che in occasione dell’ultimo compleanno dell’idol suo, ha dedicato una poesia allo stesso. Titolo, ovviamente, "A Silvio", ancorché il destino – ahimè! – non sia quello dell’omonima versione femmina dalla tomba ignuda & fredda morte mostrate di lontano, colla mano (e tu' pa' sultano - cfr. l'inizio):

A SILVIO

Vita assaporata
Vita preceduta
Vita inseguita
Vita amata
Vita vitale
Vita ritrovata
Vita splendente
Vita disvelata
Vita nova

Ecco: se anche ciò non vi basta, forse siete morti. Vi ci vorrebbe ma un po’ di Borghezio in soggiorno, magari. Lui, di persona, colla canotta verde, che vi sputa tutto lo scrittojo Luigi XVI colle nappine orride e di gusto.

giugno 27, 2007

...tra le tante cose che uno può pensare, uno dirà: perché è come se lo dicessi di me? siamo tutti dei cazzoni imbranati col mondo che ci spara addosso, allora? E perché la conclusione di una persona normale sa sempre tagliare la testa al toro con una naturalezza & semplicità che i cazzoni imbranati col mondo che gli spara addosso non riescono a raggiungere mai? Non credi che sia per tutti lo stesso? Cazzo, era così facile...

Avevi cercato di raccontarle, come meglio potevi, chi eri, cosa si provava a essere te. Avevi descritto quella sensazione di essere fuori posto, di vedersi sempre dal di fuori, di guardarsi vivere nel mondo pur vivendo nel mondo, di non sapere se anche gli altri si sentissero così. Le avevi detto di aver sempre pensato che gli altri avessero le idee più chiare su quello che stavano facendo, che non si preoccupassero tanto del perché lo facevano. Avevi raccontato del tuo primo giorno di scuola. Ti eri messo a piangere aggrappato alla sua gamba. Ricordavi ancora la consistenza dei suoi pantaloni scozzesi, ti pizzicavano le guance. Lei ti aveva detto di salire sull’autobus – qui ti aveva interrotto per dirti che nemmeno lei era molto felice, quel giorno – ma tu ti eri nascosto fra gli alberi fino a quando l’autobus era partito, poi eri tornato a casa e le avevi detto di averlo perso. Allora la mamma ti aveva accompagnato in macchina, ed eri arrivato con un’ora di ritardo. Tutti ti avevano guardato entrare in classe col biglietto di giustificazione, e ti avevano ascoltato spiegare che avevi perso l’autobus. Alla fine, quando ti eri seduto al tuo posto, avevi capito che non saresti mai riuscito a diventare come gli altri.

“Non credi che tutti provino più o meno le stesse sensazioni?”

(J. McInerney, Le mille luci di New York)

giugno 26, 2007

COGLIONI NOSTRANI (scusino la sintassi, i pronomi relativi e - va da sé - i concetti)

a)
Continua il successo del Nuovissimo Sabato Ostras Beach, la location di Marina Merdosa (GE - GEronimo) ha ospitato il secondo party esclusivo "Leave The City" ovvero..."Scappa dalla Città"!! Una cena curata nei minimi dettagli con un ampio menu alla carta e una curata selezione musicale da parte dei dj's Dingo Corazza e Torello Pappone sono stati gli ingredienti principali della serata insieme allo scatenatissimo pubblico presente. E Sabato si replica! A partire dalle ore 22 infatti il Sabato Ostras Beach riparte con la cena esclusiva solo su prenotazione e l'ingresso dopo cena libero ma selezionato. Per informazioni e prenotazioni www.moltochic.com.
Moltochic.com - Immagine, Informazione, Comunicazione. L'importanza di raggiungere il pubblico e di essere considerati dall'opinione pubblica.


b)
just be dandy – aperitivo estetico
domenica dalle ore 19
SantoPalato - The Holy One
“just be dandy”
promotore del bello e del sublime: sir pierluigi scortichini
collaboratori di eleganza: massimo byron figlioli, sir movida soloeventi, marco joyce brescianelli
sentita riconoscenza verso: maurizio e david (havana sol disco-sauna)
rimane nella mente: sir fabio (carta-2000)
prenotazione tavoli aperitivo
privé “fidelio”

suggested drink: assenzio (arthemisia absintium)



Me' cojoni, eh?

giugno 13, 2007

A voi (tristi merde) il
DOTTOR HOUSE™
Anteprima Nuova Serie


Nella nuova serie il Dottor House non è più affetto da zoppìa congenita & perniciosa. In una settimana di ferie, una settimana in cui finalmente ha avuto un po’ di tempo per sé, si è guarito con facilità. Certo, in ospedale tutti i pazienti sono morti, senza le diagnosi e le cure del Dr. House, ma non è che si possa sempre salvare capra e cavoli, quindi inutile farsi prendere dai sensi di colpa. Comunque sia, il Dr. House si è portato a casa la fyda lavagnetta, c’ha scarabocchiato su per venti minuti e poi ha avuto l’illuminazione. Si è levato le scarpe, e in una c’era un pruno. E adesso è finalmente guarito. Questo ciò che racconta nel suo studio a Lecchino, dopo essersi ripassato Troïa, in un amplesso furioso & acrobatico, così per festeggiare la ritrovata mobilità degli arti inferiori. A fine di tutto l’ha anche sodomizzata coll’ormai inutile bastone, a simboleggiare l’inizio della sua nuova vita.
Ma nel frattempo nuovi casi si accumulano, nell’orizzonte della sala d’aspetto. Paco, immigrato messicano clandestino, si è tagliato per errore i baffi, e adesso il cruccio è così grande che non parla da una settimana e appassisce dentro. Fruskel, broker finanziario di oscure origini svedesi, ha uno strano problema di addome gonfio e indurito, con un perdurante senso di spossatezza e malumore. Mescal ha una larga bruciatura sull’orecchio sinistro, e nessuno riesce a capirne l’origine. Di tutti, Mescal è quello che preoccupa di più, anche perché continua sommessamente a ripetere "pronto, pronto, pronto”: al riguardo, il Lecchino pensa a una rara malattia della pelle, una forma di corrosione interna che mangia le cellule fino all’epidermide; Troïa pensa solo che fa schifo, e che non lo toccherebbe neanche cor un bacchio e du’ paja di guanti. House, che ha riportato la lavagnetta al suo posto, comincia quindi a buttar giù segni strani, nella solitudine del suo studio, mentre una musica d’atmosfera lo aiuta ad assumere via via un’espressione di concentratissimo quanto fiero cipiglio e intensità pensante. Improvvisamente, la soluzione si appalesa, e la sua espressione tradisce la soddisfazione dell’infettivologo di grandi capacità diagnostiche che affronta la malattia dei suoi pazienti come una sfida e annovera nel suo curriculum tutti quei casi che nessuno vuole. Convoca quindi lo stato maggiore dell’ospedale, tra cui l’Alieno, il suo ieratico quanto terribile superiore, e dà la stura alle rivelazioni:
“Mescal stava stirando, quando improvvisamente è squillato il telefono. Credendo di rispondere, ha sollevato il ferro da stiro e se lo è portato all’orecchio. Ora, dov’è Mescal?”
Lo sconcerto prende campo in sala: Mescal se n’è appena andato, con l’orecchio fasciato; ha detto che doveva tornare a casa, perché aveva un catino pieno di panni da stirare, che da quando la moglie se n’è andata non è più vita questa.
C’è da raggiungerlo, prima che qualcuno telefoni. L’ospedale si mobilita. Un ulteriore dramma può essere evitato, poiché un altro caso è stato risolto brillantemente - come sempre - dal Dr. House.
Sigla.

Ma… SORPRESA! Finisce la sigla e c’è un secondo finale, una coda, che ora va tanto di moda. Nella calma del suo studio, c’è House che si appunta sulla lavagnetta le parole:
pancia gonfia
dura
colorito malsano
spossatezza
Poi, silenzio. Intenso primo piano. House corre fuori dallo studio. Si sporge in sala d’attesa e urla:
“FRUSKEL! DEVI CAÀ! FIBRE! PRUGNE! MELE COTTE! QUANT'È CHE NON CÀÏ?”

giugno 12, 2007

Quando Hiroshi Shiba si trasformava in Jeeg Robot d’Acciaio, ogni volta buttava una MotoGuzzi giù per una scarpata. Io comunque sia non ho mai guidato nemmeno il , sicché posso anche dire che non mi dispiace più di tanto, per la moto.
Sia perché ho simili pensieri che generalmente - come condizione di base, diciamo - mi sento una persona veramente di merda & meschina, con una vita perfettamente allineata & consequenziaria?
 

No; poi a volte penso anche che se avessi un gatto lo chiamerei Vincent Vega. Son pieno di pensieri notevoli, in effetti. E un tempo collezionavo pure nomi di posti. Roba tipo Pedrengo Grassobbio, o Stuffione di Ravarino, diciamo...

giugno 08, 2007

E PER L'ANGOLO DEL (OK, SÌ MA DITE CHE NON È A RAGIONE) QUALUNQUISMO, QUEST'OGGI: DEL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLA VITA, PEI POVERI CRISTI

Rocco Buttiglione (dico: Rocco Buttiglione) di professione Panda-Gigante-Col-Sygaro (magari, se si estingue anche…), e filosofo a tempo perso nonché integerrimo cattolico (al pari dell’altro gran genio Marcello Pera, già professore di Filosofia della Scienza presso l’Università di Pisa, corso ambitissimo presso tutti gli studenti desiderosi di rimpolpare col bel trenta sicuro e a buon mercato del professore sempliciotto medie scalcinate o comunque penche) chiede rispettosamente ai Questori di Palazzo Madama:

Egregi signori,
ci rivolgiamo a voi con una richiesta di miglioramento della qualità della vita in Senato. La buvette non è provvista di gelati. Noi pensiamo che sarebbe utile che lo fosse e siamo certi di interpretare in questo il desiderio di molti. È possibile provvedere? Si tratterebbe di adeguare i servizi del Senato alle esigenze della normale vita quotidiana delle persone.
In attesa di riscontro, porgiamo cordiali saluti

In ciò è stato seguito & spalleggiato anche dalla senatrice Albertina Soliani, che è del centro-sinistra, tanto per non voler sparare sempre sulla croce rossa, pardon: azzurra.
Ora, per chi non lo sapesse, la buvette (francesismo – d’altra parte ci è d’uopo un francesismo, in uno dei luoghi istituzionali più “alti” dell’italico porcajo: certo meglio di quel che direbbe il vocabolario –“mensa, bar, mescita, soprattutto in istituti, collegi, fabbriche, stabilimenti industriali” – sarà, checcazzo!) è la lussuosa sala di Palazzo Madama dotata di bar e ristorante presso la quale i Senatori soglion degustare piatti a cinque stelle ad un prezzo più che simbolico, suggerendo amabilmente pure il menu (ultima in ordine di tempo è la richiesta delle “settimane gastronomiche regionali”, che ha fatto seguito ad un corso - gratuito, certo - per sommelier). Ma si diceva. Si diceva che purtroppo, alla buvette del Senato è assente il gelato, e il povero Buttiglione, che è previdente oltreché goloso e sa che tra poco in Italia è estate, mette le mani avanti e rispettosamente è a chiedere – memore della lezione di Oliver Twist, “ne vorrei ancora, per piacere” – di adeguare il tutto alle esigenze della normale vita quotidiana delle persone. Eh. Quindi, a chi di dovere: volete negargli il gelatino, povero il nostro (vostro) Panda-Gigante-Col-Sygaro? Com’è possibile che vi sia sfuggita, tale irrimediabile mancanza? Orsù, provvedete tosto, prima che tutti quanti, lì, si dotino di uno speciale funzionario/stagista/portaborse/collaboratore incaricato di raggiungere - vorrete mica che escano loro? Altrimenti entra in gioco la scorta - la gelateria della più vicina piazza romana per conto dell’onorevole, il quale penserebbe indi, per parte sua, a promulgare un qualche disegno di legge per avere rimborsati i soldi in più che si troverebbe a dover pagare rispetto al consueto prezzo di favore in quanto umile servitore dell’italica espressione geografica, tanto per citare anche il Metternich che lui sì c’aveva visto giusto, altro che questa manica di personcine grette e meschine e ridicole, che il gelato io gliene ficcherei volentieri uno giù per gola e uno su per il culo finché non soffocano, vi ci vorrebbe un altro po' di Congresso di Vienna o anche Rivoluzione d'Ottobre, tanto è uguale, tutto ciò che l'uomo fa finisce in merda, è risaputo.

giugno 04, 2007

SECONDA LEZIONE (le facciamo un po' quando cazzo ci pare, o dicci qualcosa)

IL CORSO PRE-MATRIMONIALE ON-LINE DI DON PAPPAPERO, PER VOI GENTE IMPEGNATA CHE NON HA TEMPO DI FREQUENTARLO DAL VIVO. Quest’oggi in forma di dialogo a mo' di opera di platone o anche di galileo (che noi gli si vòl dimolto bene, ad entrambi) per meglio confutar le opinioni de’ miscredenty 

ANEMA CANDYDA: è vero che un musulmano può prendere più mogli contemporaneamente? E come mai le donne sono trattate così, dai musulmani?
DON PAPPAPERO: Sì, è vero, ma limitatamente ad alcuni cittadini. Ad esempio il Sultano. Inoltre, sono trattate male, sottomesse, al contrario della religione cristiana, in cui da sempre nella Bibbia c’è scritto: “e l’uomo e la donna si uniscano e siano una cosa sola”. Tra l'altro, vedete? La Bibbia dice Maschio-Femmina. Non Maschio-Maschio. Non Femmina-Femmina. Per questo la Chiesa non potrà mai dire di sì, a cose simili. Potrà dire: va bene, fai pure, ma non è così. Non può esser così. Non sarà mai così. Comunque sia: certo, in passato gli uomini e il pensiero erano diversi, quindi a volte nella Bibbia c’è qualcosa figlio del tempo. Deve esserci. S.Paolo diceva: “donne, obbedite ai vostri mariti”, perché rifletteva anche una mentalità del tempo. Come – in altro campo – il “fermati, o sole” di Giosuè. Ti pare che mille e più anni fa, la gente potesse capire che la terra girava e il sole era fermo? L’opinione era quella, e la bibbia deve parlare alla gente, quindi… nessuno avrebbe capito il contrario. Anche il Dio. Il Dio dell’Antico Testamento è terribile, forte, vendicativo. D’altra parte, gli uomini di allora ragionavano diversamente - altri valori, altro tipo di vita; e poi c’era un Dio che doveva imporsi sugli altri, quindi doveva mostrarsi – diciamo così – più forte, degli dei adorati allora, e del tutto presunti. Poi, con l’avvento di Cristo, e di tutta una serie di cose nella vita quotidiana… concezioni, usi e costumi, ecc… cambia anche il volto di Dio che finalmente può mostrarsi per quel che è: puro amore, amore disinteressato e diretto alla sua creatura, l’uomo. Che c’è di più amorevole di un Dio che si offre sulla croce? E che si fa uccidere, dall’uomo?
ANEMA CANDYDA: ma i musulmani non hanno dei comandamenti? Non hanno il "non uccidere”?
DON PAPPAPERO: allora, be’, il dio dei musulmani… ora io non ho una grande conoscenza del corano… ma si può dire che il dio dei musulmani sia più feroce e aggressivo del nostro. Hanno anche loro il non uccidere, ma il discorso è diverso. Da dove ha origine la loro religione? Da Maometto, che aveva visto l’esempio dell’ebraismo, vale a dire di una religione a unico Dio, cioè monoteista. Sulla scia di questo, e di altre cose che ora non stiamo qui a entrare in particolari, Maometto cominciò a predicare ai suoi conterranei una nuova religione rivelata, ma fin da subito si basò inevitabilmente sull’aggressività; perché sapete, che anche oggi il disegno dell’islam è quello di conquistarci. Sì, conquistare l’Occidente, e badate bene che questo non è il disegno degli estremisti… non è solo Bin Laden, via, che vuol conquistarci… non solo quelli come lui… NO! Sono tutti, e lo fanno perché si accorgono di essere inferiori. Sì, va bene, hanno avuto un periodo d’oro, in passato… il passato della filosofia… i numeri… Averroè, la medicina, eccetera, ora non entriamo in particolari… però al momento si accorgono della loro inferiorità e cercano di colmare questo vuoto conquistandoci. Per questo vengono qua così in tanti. Non mi fraintendete, non ce l’ho con loro… tra l’altro nella casa-famiglia ho avuto per mesi della loro gente, dei marocchini, tutta gente a modo, onesta; ma insomma… questo è chiaramente il loro disegno: conquistarci. È un messaggio più aggressivo, in origine. E l’ideologia della guerra santa. Della jihad. Ce l’hanno tutti, ancora oggi.
ANEMA CANDYDA: Ma scusi, o allora le crociate?
DON PAPPAPERO: Le crociate? Sì, le crociate, parliamo delle crociate. È vero, la guerra è sempre brutta, e non è giusta. Ma le crociate… le crociate noi le facevamo tantissimi anni fa, e poi… detto per esser chiari, Gerusalemme era cristiana. Fu tolta dall’islam, e uno Stato quando è attaccato ha il dovere di difendersi. Poi, per carità: la guerra non è mai giusta. O bella. Ma quando uno stato è attaccato ha il dovere di difendersi e di difendermi. Di difendere le sue genti, la sua comunità. È innegabile, così come è innegabile l’inferiorità, certo legata anche a mille altri motivi. Anche verso gli ebrei l’odio è lo stesso, e anche lì il motivo può dirsi simile: e anzi ancor di più, visto che agli ebrei piace il denaro, e ne hanno tantissimo, ed è sempre stato così. E i musulmani no. Vi ricordate, anche quando abbiamo letto delle nozze di Cana. Da buoni ebrei loro in pratica dicevano: va bene, noi ti diamo nostra figlia, ma tu cosa ci dai in cambio? Che prezzo paghi? Non per fare battute cattive sugli ebrei, di cui il papa disse che sono i nostri fratelli maggiori, ma il denaro piace agli ebrei. Sono loro difatti che hanno avuto la rivelazione del Cristo. Poi lo hanno rifiutato, ma questo è un altro discorso. Ma sono i nostri fratelli maggiori, anche se hanno rifiutato l’enorme dono che gli veniva offerto. È da lì poi, che tutto è partito.
ANEMA CANDYDA: come mai in passato la Chiesa seppelliva in terra sconsacrata certe persone, tipo ad esempio quelli che si suicidavano? Non dovrebbe essere una decisione che viene da una grazia divina, quella di escludere qualcuno così?
DON PAPPAPERO: La Chiesa, anche la Chiesa, è formata da uomini, quindi è fallibile. Non a caso papa Giovanni Paolo II ha chiesto scusa più volte per tutti i casi passati, che bene o male hanno toccato la Chiesa. Giovanni Paolo II ha chiesto scusa. Ha detto: abbiamo sbagliato. E, badate bene, non sentirete mai un politico dire ho sbagliato. Nel caso in questione, negli anni passati si ragionava così. E comunque, la Chiesa è una comunità. Fin qui ci siamo. E la scomunica altro non è che il dire a una data persona che questa non fa più parte della comunità. Per determinati motivi, per cose grosse, piccole, dipende; ma insomma quando il papa scomunica una persona, in pratica gli dice che non fa più parte della comunità cristiana. Non è che lo condanna o altro. O gli impedisce di ritornare. Ci mancherebbe. Addirittura, vi racconto, quando uno veniva scomunicato, cosa facevano gli altri, della comunità? Avevano il dovere di pregare per lui. Perché ci rientrasse. Chiunque è sempre accettato. Perché il cristianesimo è questo. Puro amore. Inoltre, poi, per i suicidi, diciamo… era anche un monito per la comunità, un deterrente. Non vi suicidate, perché dio non lo vuole. Perché dio è amore. Amore per se stesso. Ed è infinitamente buono. E vi dà la possibilità di scelta. E non vi giudica. C'è qualcosa di più puro? Pensate a quanto vi ho detto. Ci vediamo la prossima volta. Adesso alziamoci, diciamo una preghiera. E pregate sempre appadrepie, che lui ha fatto tanto del bene.


AMEN