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novembre 30, 2003

...ma lo sapete che le due pubblicità, quella delle FS, e quella del Nescafé (in cui, MISTERIOSAMENTE, tre coglioni vogliono aprire una videoteca, poiché sono studenti universitari...), sono di Gabriele "Cancro" Muccino? Belle, eh? Iuppiiiiii...

novembre 28, 2003

SIAMO TORNATI! SUGLI APPASSIONANTI SCHERMI DI TELEMERITI (DIO SA QUANTE)™... LA SECONDA PUNTATA DI “SÌ, DAI COSÌ, RIVOGA!” Proprio così, cari coglioni (cioè, volevo dire telespettatori, abbiate pazienza): nonostante la Nas, la Buoncostume, il garante della Privacy e tutta quella ignobile cricca di maneggioni, riusciamo a trasmettere di nuovo (non è assolutamente vero che la produzione abbia mandato uno stuolo di giovani bionde ragazze dell’est di cui un paio anche minorenni alle dimore private dei suddetti rappresentanti & tutori dell’ordine – solita voce messa in giro da quei livorosi della Spurghi Giuliano Fast Service srl, ma tanto si sa, ormai loro non fanno nemmeno più notizia), e la seconda puntata si intitolerà “Cannello Insaziabile contro Analmente Pronta”. No, cazzo, ho sbagliato, quella era la prima, aspettate che guardo questi fogli qui… allora… cioè… si intitolerà… eeeh, si intitolerà… “Cannello Insaziabile distrugge la Vedova Cioli”. Ecco sì, già, la Vedova Cioli, giusto, che per l’occasione (ah, i buoni uffici del ns. grande Claudiomiro Vincenzo Aristide!) sarà interpretata da Irene Pivetti. Ora, ovviamente non voglio fare l’errore dell’altra volta, quando per ISBAGLIO vi dissi tutta la trama, fintantoché la produzione non mi richiamò e mi fece una discreta lavata di capo (e non è vero che mi hanno tenuto nonostante tutto, solo perché sono il nEpote del fratello del capo, qui – la Spurghi Giuliano Fast Service ne mette di voci, in giro!), però, tuttavia, non posso non anticiparvi che la vedova Cioli (ah, nei titoli Irene Pivetti compare come Imene Pivetti in Brambylla – idea mia, modestamente!), incartapecorita vecchia piena d’alterigia e dei peggio vizî, oltreché padrona di un adorabile coniglietto da giardino rispondente al nome di Flagello Rotuleo, su una chat-line erotica incontrerà un misterioso personaggio, il cui nick sarà l’invitante e stuzzicante GALACTUS69, il quale a sua volta, dopo 3 nanosecondi, le mostrerà il suo nodoso randello. La vedova Cioli, con una sottile circonlocuzione (“oooh, ho il tetto bagnato come delle melanzane sottaceto! Vieni qui… ho bisogno di te!”), lo inviterà a casa sua, per il giorno dopo. Cannello Insaziabile-Galactus69 (ah, ve l’ho detto che sotto il nick Galatcus69 si nasconde il nostro Insaziabile Cannello? Geniale, no? Geniale e imprevisto!), ci andrà, ma si scorderà il suo nodoso randello. Incollerita, la vedova Cioli, lo prende a male parole (“e ora come faccio a sostituire il mio trave portante del soffitto??? Badalì questo come è marcio!”), e comincia a molestarlo tirandogli i peli in esubero del suo maglione di lana. Indietreggiando, Cannello Insaziabile pesta Flagello Rotuleo, che s’incazza paurosamente e comincia a correre inferocito per tutte le stanze, seminando merda dappertutto. Nella confusione che si crea, alla vedova Cioli appare, in estatica visione, Lino Banfi (nella parte di se stesso, o di un orso bruno col saio, ora non ricordo bene il testo originario) che fa per darle un altro nodoso randello (questo, di pino), ma Cannello Insaziabile pensa di far svanire tosto la sublime visione (comprensiva di nodoso randello) riempiendo la cavità della vedova Cioli, la quale eslamerà: “sì, dai… così, RIVOGA!”. Nel frattempo Flagello Rotuleo ha preso la porta, ed è fuggito di casa. La vedova Cioli, tra l’altro, dopo il suo riempimento, farà paragoni irriguardosi con Sonda Anale, un nuovo losco figuro che si staglia all’orizzonte. La faccia di Cannello Insaziabile al riguardo, sarà tutto un programma. Il tutto, sullo sfondo della guerra di secessione polacca, che appena mi viene in mente come cazzo collocare vi dirò. E il tutto ovviamente, sempre su TELEMERITI (E SPERIAMO FACCIAN MALE)™!!!


Per voi! Ma adesso devo andare, la produzione mi reclama di nuovo. Bello, esser desiderati...


 

novembre 26, 2003

Toh vai, beccatevi un altro po’ di DOTTOR MERDA…
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Herzog, Saul Bellow, ed. Carogna Fradicia, pag. 406, Eurini 17,50.

Con questo sorprendente romanzo epistolare & non (?), la casa editrice Carogna Fradicia di Concordia sulla Mazza (GTD), fa il suo esordio nello stronzissimo mondo delle lettere e dell’editoria. Stanco di essere solo un personaggio di carta, che scrive su commissione e per volere di un modesto scribacchino rispondente al nome di Saul Bellow, il dottor Moses Herzog prende la penna di sua spontanea volontà e scrive. Questo l’antefatto in quarta di copertina. Ma – ahimè! – Moses Herzog (che condivide con me il nome, pensate un po’: dottor Moses Merda, grazie!) è effettivamente un personaggio di carta, e anche mettendo accanto al libro omonimo una penna e una bella risma di a4 pulita, non succederà nulla. Tuttavia, ciò non ha fermato la dott.ssa Fradicia (titolare della casa editrice in questione, naturalmente), la quale ha messo in vendita 406 pagine bianche, perché questo – è evidente – era il volere di Moses Herzog che, chiaramente potendo, ha scelto di non scrivere nulla, per farsi beffe dei suoi contemporanei e posteri, oltreché del suo ex-creatore Saul Bellow. Così almeno ha spiegato lei in tribunale, dopodiché è sparita misteriosamente sotto la scrivania del giudice.  

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Maurizio Seymandi, La mia vita con Heidegger, prefaz. di Mauro Di Francesco, ed. Laterza – collana di filosofila, eury 13,30.

Il noto studioso ripercorre la propria carriera accademica, tra convegni, esami e seminari. Tra i suoi allievi, racconta, brilla un “ometto piccolo di statura, ma con due occhietti vispi e attenti, che si sgranavano come due fari allorquando viveva in sé l’esperienza del click spitzeriano”. Si parla chiaramente di Maurino Di Francesco, che contraccambia la stima con una prefazione d’autore (“Maurizio Seymandi ha tutti i capelli gialli gialli. Non biondi, badate... GIALLI!”; o anche “…gran chiavatore, peccato sia quasi albino”). Pare però che il DJ “SUPER-SUPERSMASHHH!!!”, di superclassifica show, ci sia rimasto alquanto male nel non vedersi né citare, né affidare almeno una postfazione. Così adesso non gli parla più. Ricuciremo lo strappo? Per il resto il libro fa veramente cacare, e a niente vale il farselo scrivere per certi tratti dalla sorella, tirando in ballo per questo la storia Friedrich – Elizabeth Forster-Nietszche (già di per sé ridicola e esempio di fraintendimenti ficali di prim'ordine). Maurizio Seymandi resta un’osceno fauno di mezz’età, buono solo a pettinarsi i capelli gialli allo specchio. E la sorella, uguale. 


Leonardo Pieraccioni, A un passo dal cuore, ed. Maurizio Nichetti associati (sì, ma a sto cazzo), pag.177 ril., Eurucci 11,90 (ma perché cazzo ci dev’essere sempre la virgola?)

Ecco, voi penserete che stia scherzando, e invece no; e non è nemmeno il primo. E la casa editrice gli ha fatto pure un sito, chiamato “Scrittori in corso – una finestra sul mondo degli scrittori Italiani e delle loro opere”. E così ne dice:
I racconti di A un passo dal cuore sono le storie tenere e surreali di gente normale normale, che fa l'amore col sottofondo di Frizzi e passa le serate "tra una cortina di fumo e l'altra, in 'sti bar all'americana anche se sono a Scandicci". Bozzetti di vite un po' commoventi e un po' ridicole che Pieraccioni sa rendere con quella stessa leggerezza e poesia della voce fuoricampo dei suoi film.”


Alé. Ovvai. Giornata rovinata. Ma andate in culo... 

novembre 24, 2003

Idea per un romanzo di formazione:


“…ma uno dei primi ricordi che ho della mia infanzia è questo: sono in prima elementare, seduto al mio posto. Nel banco accanto al mio, a destra, c’è una bambina. Si chiama Graziella, e ha gli occhiali e una lunga treccia castana, giù lungo la schiena. La maestra ci sta spiegando come fa a piovere. Ma lei ad un certo punto mi chiama e fa:
«ehi, ma te lo immagini se un giorno sballano le previsioni del tempo?», e ride, di un sorrisino furbo e beffardo.
Io rispondo:
«guarda che lo fanno…»
«cosa? »
«le previsioni del tempo, sbagliano sempre! »
«DAVVERO? »
«…»
Da quel giorno capii che sarebbe stata dura, la vita…”

novembre 21, 2003

Ah, e per la cronaca anche Bruno Vespa si è presentato il nuovo libro al TG1. Un altro bel servizietto, lanciato da un collega. Adesso anche il suo è in libreria. E ci sono pure gli schemi della finale di Coppa dei Campioni, pensate un po'. Adesso aspettiamo i libri di Tiziana Ferrario (magari sulla sua difficile esperienza di donna bionda in mezzo a tante colleghe more o rosse), Lamberto Sposini (sul fatto che avesse il pizzetto e ora invece non ce l'ha più), e magari anche di Mentana (forse, pare, si dice... scritto in collaborazione con Guido Meda, un libro sugli ultimi venti anni di storia politica italiana, concluso però da un bel servizio fotografico di lui che chiava allegramente sua moglie, ovviamente una ex-miss italia di venti anni più giovane di lui).


Noblesse permit (e due). Ma io sono astioso...

novembre 20, 2003

Le curiose recensioni del DOTTOR MERDA

Carmelo Carmelo, “Nel fango i vili / intanto al suol conficco”, vita e opere di Maurizio Nichetti, ed. Del cazzo e Della merda, pag. 673, Euretti 27.

L’intento dello studioso sarebbe quello di raccogliere in un’unica e monumentale (pare che il libro sia il frutto di tre anni di intensi ma fervidi studi, e che sia pure costato parecchio in termini di salute, all’autore, diventato nel frattempo zoppo e sordo da un occhio, quello destro), silloge i testi sacri e profani del presunto poeta del Trecento, di origine vicentina. Peccato che poi alla terza pagina il Carmelo si renda conto che Maurizio Nichetti non è un poeta del Trecento, bensì un risibile presentatore di spettacolini televisivi, peraltro nemmeno attuali, e quindi le restanti 670 pagine sono piene di imprecazioni, sagrati e maledizioni di ogni genere, ché tanto ormai il contratto con l’editore era stato fatto, e il libro aveva da andare in stampa comunque.


Giorgione Cicciomessere, Cannello Insaziabile, ed. Menedaiunpezzetto, pag. 377, europodi 17.

Cannello Insaziabile è il nuovo, turgido, eroe del picaresco, “un eroe tutto di un pezzo / che s’infila dappertutto / ma su tutto in culo a te”. Così si presenta ai lettori il protagonista di questo romanzo, che l’autore Giorgione Cicciomessere, (all’anagrafe Claudiomiro Vincenzo Aristide) è pure riuscito a piazzare, sottoforma di fiction televisiva, alla nota emittente TELEDANNO (tutte nei denti a mazzetti)™, spacciandosi per regista. Purtroppo alcune cose vanno perse, nel passaggio sullo schermo: primo fra tutte, l’appassionante eloquio in ottonari (come si può notare dalla cit. poco sopra – resta inteso che se non l’avete notato da soli siete degli emeriti stronzi) di Cannello Insaziabile, al quale peraltro, gli altri personaggi rispondono ciascuno a suo modo: Analmente pronta, in endecasillabi sciolti; Sonda Anale in novenari composti da tre trisillabi iterati; Squeeze in esametri, parlando ovviamente in latino, e via e via. L’opera è una cazzata colossale ma epica; resta da vederne l’uso che ne farà la TV. Si attendono sviluppi. Il regista ha inoltre lo sconveniente vizio di cacarsi addosso durante le riprese, ma non vuole che si dica.


Il Maestro Mazza, Tamburi bucati, ed. Raudo Pinolo, pag. 19, Euroidi 14.

Dopo squilli di tromba, fanfare e annunci, giunge finalmente in libreria l’attesissima autobiografia del Maestro Mazza, la quale però fa mostra fin da subito di noiosi e antipatici inconvenienti: scritta con un carattere corpo 3, spaziatura 0,5, si rivela di difficilissima lettura per chi non sia dotato di telescopio satellitare KLONDIKE 500/X9 (tra l’altro, venduto a parte in libreria – 350 euri secchi – e misteriosamente sponsor principale del libro, tanto da comparire nella copertina, al posto della faccia dell’autore, che però si rifà mostrandoci il culo il quarta di copertina), o quantomeno di un falco col dono della parola, o – come nel mio caso – di uno schiavo Apache che sappia leggere il dialetto ravennate (tali sono le origini dell’autore). La caratterizzazione tipografica in questione pare sia stata espressamente voluta dal Maestro Mazza in persona, che per la sua naturale ed innata cattiveria cerca in ogni modo di vessare pesantemente il prossimo suo come e più di se stesso. La cosa, tra l’altro, si accorderebbe a meraviglia con i numerosi e interessantissimi aneddoti profusi a pioggia nel libro, tra i quali ci piace ricordare quello di un Mazza scolaretto che molesta con uno stecco tre orsi in gabbia nello zoo di Roma, incalzandoli finché quelli non si danno al panico più completo e si sbranano l’un l’altro, traumatizzando gli astanti; e quello soprattutto di un Mazza ormai vecchio, ma non certo stanco, che costringe i suoi allievi di pianoforte a mettere la lingua sui tasti, per poi schiacciargliela improvvisamente col coperchio dello strumento, mentre ride di gusto e scorreggia tutta la melodia di “Io ti saluto, vado in Abissinia”. Da leggere.

novembre 19, 2003

Le curiose recensioni del DOTTOR MERDA

Nico Demo, Johnny Merda e il budello di so’ ma’ – con rispetto parlando, ed. Nodoso Randello, pag. 373, Eurini 16,50.

Scritto in terza persona, con una prosa possente e fluida al tempo stesso, tanto che il Demo si è meritamente guadagnato gli speculari epiteti di “John Irving del Padano” (la su’ mamma) e quello di “cazzone vanaglorioso e tronfio che non sa nemmeno coniugare il congiuntivo del verbo cuocere” (Oreste Miceli – ex gloria dell’Ambrosiana Inter), il romanzo narra l’appassionante vicenda di Johnny T. Merda, emigrato dagli USA nel 1907, per cercare fortuna in Italia, con – a dire il vero – scarso tempismo e buon senso, ma con tanta, tanta originalità.
Il romanziere Salentino (o non era padano?) pone l’accento fin da subito sulle problematiche di inserimento: a quelle più materiali (Johnny Merda che il primo giorno viene pestato a sangue con un trinciapollo da un facoltoso uomo d’affari di Barletta, poiché non aveva osato rubargli il portafoglio) si accompagneranno subito quelle della lingua (celebre per sottigliezza psicologica la scena del “eh?”, “Puppa! Americani frittelle bandiera patatoni” – cap IX), e del lavoro. Proprio quest’ultima consente lo scioglimento della vicenda: trovato un impiego come tecnico di primo livello nella nuovissima fabbrica IBM di Cerfusto sul Trespolo, Johnny Merda si fa ben presto licenziare per la sua insistita & irritante abitudine di portarsi dietro la madre (“quel budello”, come dicono a più riprese i personaggi del romanzo) ogni mattina. La cosa è vieppiù complicata dall’essere, la fabbrica IBM, una cosa del tutto incongrua e gratuita rispetto alle unità di tempo, luogo e spazio del romanzo, ma – si sa – l’infrangere i cliché è proprio dei Grandi Autori. E Nico Demo Grandi Autori lo è, se permettete. E gli è quasi naturale il dimostrarcelo: di nuovo in mezzo a una strada, Johnny Merda pensa bene di affogare la madre nel fiume Hudson di Cerfusto sul Trespolo (in realtà è l’infido torrente Morchia, ma J.M. che può saperne, nella sua biblica rabbia?) così, per ripicca e per scaricare la tensione, ma proprio in quell’istante – agnizione improvvisa: glielo dice un passante, in realtà malcelata rappresentazione dell'autore stesso – scopre essere il figlio del padrone della IBM, e che quella lì è semplicemente una zia che era venuta a trovare il fratello (il padrone dell’IBM, appunto) dagli Stati Uniti, dov’era emigrata circa dieci anni fa, in compagnia del figlio Johnny Merda, che sbarcato in Italia ha subito subito (non è che ho scritto subito due volte: uno è l’avverbio di tempo, l’altro il participio passato…) una violenza non bene identificata (appunto, il facoltoso uomo d’affari di Barletta), tale da costringerlo a una settimanina o due di degenza presso il nosocomio di Nosocomio, prov. di Ortopedìa Dura. Allora e solo allora il figlio del padrone dell’IBM, Michele Merda, per il gran dolore provato aveva assunto l’identità del cugino Johnny, ed aveva – secondo il suo modo “di vedere, immaginare e sognare” – iniziato a lavorare nella fabbrica dello zio-padre, dove però non sapeva spiegarsi la presenza pressoché costante e indigesta di quella vecchia bagascia truccata. Peccato che la scoperta arrivi troppo in ritardo e il budello ormai sia fottuto (con rispetto parlando), con circa cento coccodrilli che le mordono “ogni lembo del suo sfattissimo corpo di bottàna”.
Nel finale tutto arriva a dissoluzione: Johnny Merda è il cugino Michele, il fiume Hudson è il torrente Morchia, i coccodrilli dell’Hudson sono i feroci piranha del Morchia, il budello di so’ ma’ è il budello di so’ ma’, e la fabbrica IBM “non è proprio un cazzo”. Così, tanto per gradire. Alla faccia vostra.

novembre 17, 2003

“…ad approfondire e cementare il nostro feeling artistico-intellettuale, stamane, verso mezzogiorno, ho fatto visita a K. T. Lui mi ha mostrato i suoi lavori, tra cui la magnifica Femme au cul soufflée, incredibile installazione a tecnica mista, realizzata in marzapane, corde, e pelo acrilico su struttura in legno. Rappresenta ovviamente una donna – paradigma del consumismo gonfiato, gonfiato come il suo derrière – sperduta in un sinistro bosco peloso, chiaramente il bosco della sua coscienza. In sottofondo si sente il rumore di pioggia battente, evidente simbolo di un inquinamento irreversibile, fuori e dentro di lei, ovvio.
Io, per calcare ancor di più la mano sulla semantica dei suoi contenuti, gli ho suggerito di farle indossare una maglietta (che, dopo alcuni minuti di ferventi disquisizioni tecniche, abbiamo stabilito da realizzarsi in tessuto di poliammide, così anche per citare Christo) con su scritto: «I bambini Statunitensi sono i più grassi d’Europa», per aggiungere alla frenesia del consumismo anche la più bieca stupidità che sempre lo accompagna.
Lui, per parte sua, ha voluto a tutti costi dare un’occhiata ai miei versi, e si è detto estasiato in particolare dal mio componimento n. 21, n. 21, e dal terzo, freghi su pagina bianca, realizzati l’uno esclusivamente con virgole e punteggiatura in genere; l’altro composto di freghi di (apparente) mano di bambino più lettere qua è là. Io all’inizio non volevo che li vedesse, ma ho ceduto di fronte alla sua insistenza. Li ha trovati geniali, anche se alla fin fine non ci siamo capiti appieno sui contenuti che io volevo esprimere attraverso le mie opere: io calcavo la mano più sul loro essere relitti che questa barbara civiltà moderna lascia, nel suo travolgere tutto e tutti, e sulla misera condizione delle persone che in essa vivono; lui ci ha visto maggiormente la protesta e la libera rivendicazione di un approccio non ragionato e razionale, ma inconscio e libero alla conoscenza. Beh, tutto sommato può andare anche così.
Purtroppo però, siamo fuori dal giro, e nessuno ci capisce. La provincia, si sa, è terra morta per le innovazioni. E spesso anche la metropoli. Non sono pronti a comprenderci, ci siamo detti, bevendo e fumandoci un sigaro. Poi, lui si è bruciato la camicia. Io, potevo non fare altrettanto? Poi abbiamo scopato.” 

novembre 14, 2003

Ah, e a proposito... Lilly Gruber s'è bellamente pubblicizzata il suo nuovo libro, un libro-reportage nato all'indomani della sua esperienza come inviata a Baghdad, nientepopodimenoché al TG1. Ci hanno fatto sopra un bel servizio. Così, tanto per farcelo sapere. Ora è in libreria, sapete? Compratelo.


Noblesse permit.

novembre 13, 2003

La figlia di Francis Ford Coppola, Sofia, fa i film.
Il figlio di Vittorio Gassman, Alessandro Gassman, recita.
Così come Ricky Tognazzi, suo fratello minore, e via e via.
Il figlio di De Andrè, canta.
La figlia di Mara Venier, come cazzo si chiama, fa televisione.
…Già, anche quella di Mastroianni.
Il cugino di Venditti, il nipote di Maurizio Costanzo, un parente alla lontana di
Gerry Scotti, presumibilmente, saranno anche loro nello show-biz, o come cameramen, o direttori di produzione, o come comparse, o in qualche altro modo, insomma.
I Douglas e Cusak sono una famiglia di attori, e/o registi, e/o cantanti.
Le ex-mogli di Alberto Moravia scrivono, tutte.
È un elenco che potrebbe continuare. Quanti ne dimentico?
La figlia di Paul McCartney è una stilista. Quello di John Lennon, Sean mi pare, è un cantante anche lui.
E quanti giornalisti famosi ci saranno che avevano qualcuno della famiglia prima di loro, dalle stesse parti?
E calciatori?
Asia Argento fa l’attrice...

Comunque sia, interrogati al riguardo, loro ti dicono che così è anche più difficile, perché hanno sempre da fare i conti con l’ombra di un genitore famoso, con i sospetti della gente, sempre a pensare che loro siano lì per nepotismi e conoscenze, e con questo e quest’altro problema.
La loro è una passione che gli ha trasmesso il padre, la madre; una vena artistica nella famiglia che non poteva non saltar fuori, prima o poi.
E salta sempre fuori.
E soprattutto, ti ripetono, è tremendamente dura: non perché sono figli o parenti di questo o quest’altro, è tutto rose e fiori, sapete…
Nessuno di loro è mai un impiegato, un operaio, un elettricista.
È tutto così bello, in fin dei conti…
la mamma VIP è sempre incinta.

novembre 12, 2003

TEMA: COSA HO FATTO NEI GIORNI SCORSI. E COSA FARÒ NEI FUTURI.

Svolgimento

"Questa sera, a rinverdire i fasti di ogni fantozziana memoria... partitella aziendale! Ebbene si, amici di italia 1 (una bella sega… ma l’avete visto come si fanno pubblicità a quel settimanale per lobotomizzati che è Controcampo? E qui sta il bello: non possono, non possono affatto! Ma lo fanno lo stesso, e allo stesso modo mettono una pagina sportiva il più ampia possibile nel loro TG, con tanto di finestra sui campionati esteri, il tutto con un taglio accattivante e appetibile per giovanissimi, così tanto per attirare e tirare dalla loro parte QUEL target di mercato, che così poi già che c’è, ben disposto in termini di simpatia nei loro confronti, comincerà a sorbirsi il TG precedente – si sintonizzerà sul canale poco prima, così da non perdersi l’inizio della sua amata pagina sportiva – il loro TG, in cui dicono le peggio stronzate, e da lì in poi il passo sarà breve, e presto sarà un altro elettore messo in saccoccia, pronto a votare e a far crociate contro chi attacca il capo, pieno di devozione. La strategia è la stessa che fu, tra l’altro, se ricordate gli Sgarbi Quotidiani, a bella posta messi prima di Beautiful: target, casalinga di mezza età, solitamente dalla cultura non proprio vastissima, affascinabile & influenzabile qualora il tipo che parla abbia un suo carisma pseudo-intellettuale. Facilmente entusiasmabile, addirittura, se il tipo in questione intinge spesso il suo carisma pseudo-intellettuale nel becero più vieto & trito), il sottoscritto, detto altresì PERSONAGGIO GOTTOSO fittizio (PGf per gli amici) dicevo, è stato convocato dal mega-direttore-generale-ingegnere-carpentiere-dottore-muratore-gr.figl.d.putt.-belluomo (a dire il vero nemmeno dal mega-direttore-ecc ecc bensì da un suo sottoposto, al pari mio, com'è anche giusto - le parole scendono dall'alto, che volete farci), per un amichevole convegno sportivo. Animosa pugna per animi amanti del movimento ludico-motorio, la tenzone avrà luogo immediatamente dopo l'orario lavorativo, e vedrà l'imponente figura del CAPO schierata nella compagine avversa.
Così andò l'ultima (e unica, fortunatamente) volta, nei giorni passati, passati molto molto tempo fa:
al 5’ del primo tempo, l’attaccante avversario, tale PERSONAGGIO GRETTAMENTE fittizio, lanciato dal suo collega d'ufficio, U.X. (Ulrico Xenofobo, Xenofobo è il cognome, no un soprannome come i più posson pensare – merda, mi aveva detto voleva restare anonimo, e ora che gli racconto?), si presenta solo davanti al portiere, tale rubicondo omino coi baffi che gioca nella squadra del capo e... PEM! SABONGIA ASSASSINA! Lo centra in mezzo agli occhi, facendolo rotolare lungo disteso. "Scusi, scusi..." e imbarazzo che invade ogni sua cavità (del PGf, ovviamente). Ma la palla è fuori, e si riprende a giocare. L'omino coi baffi si rialza e si rianima e riprende.
Passano circa altri 10 minuti e poi MISCHIONE in area. La riottosa sfera giunge (o giugne) fra le estremità affaticate (ma nemmeno tanto) del solito PERSONAGGIO GAIAMENTE fittizio, il quale... PUM! BAMBOGIA POSSENTE! Stavolta prende nello stomaco un vecchio lungagnone, sempre della squadra del capo. Il vecchio lungagnone si ripiega in due. E più o meno è alto come il PGf, in tal posizione. “Riscusi, riscusi...” e l’imbarazzo torna greve ad abitare ogni suo anfratto (sempre del PGf, è chiaro). Il lungagnone anZiano si mostra incazzato, e dice qualcosa del tipo: "ma vaffanculo, tira più piano ecc.”. E torvo guata.
Ce ne freghiamo, e procediamo INNANZI. Manca poco alla fine, stavolta in porta c'è nientepopodimenoché il capo in persona. Sempre egli, in tai frangenti, usa adornare la sua nuda cervice con un berrettino. Blu, marcato qualcosa. Il PERSONAGGIO GIOVANILMENTE fittizio stavolta conquista un pallone alla metà del campo e si invola repente verso la rete difesa con alterigia dal figuro in questione. Si invola e scappa e... CHIO! FANDOGIA URTICANTE! Lo striscia, e gli sfila il cappellino, che assaggia, quello, (momentaneamente) il sintetico, in luogo del cranio capesco. Palla in angolo e capo a raccoglier tosto il degno copri-capo (ahahah).
La partita, per gli amanti delle statistiche e della noja, finì 4-2 per la squadra del PERSONAGGIO GIUMBOLESCAMENTE fittizio, con sua doppietta (nel senso che sparò a uno stormo di storni che silente stornava lì vicino ahahahaha, come son spiritoso ed allitterante!)
Tutto ok, ma la gente che non c’era a quella partita! La squadra del capo annoverava (e lui ci rifulgeva, al proposito) i peggio tacchini boriosi che la valdischerno possa annoverare: tale non-mi-ricordo-il-nome, proprietario di una catena di pasticcerie e uomo d’affari in genere, che giunse col GIPPONE NERO d’ordinanza, scendendo a uomo-d’affari-d’una-certa-età-ma-ganzo-e-col-gippone-e-con-le-troje-che-ancora-gli-muoiono-dietro e menando seco il figlio, ragazzotto di 20 anni circa LIEVEMENTE montato, a partire dalle movenze per finire col carattere e l’abbigliamento e l'acconciatura. Uno insomma con cui condividere momenti felici, tipo una bella gita al mattatoio, se nel caso lui è legato e fa la parte del bue. Poi c’era il lungagnone di cui ho detto, individuo simpatico sì ma quando dorme o muore, e che s’impegnava oltremisura sempre assai forzando i malleoli altrui, sui contrasti e altro. Il rubicondo omino coi baffi, no quello non faceva parte della combriccola, ed era IMPRESTATO.
E stasera si bissa, amici di Italia 1 (una bella sega ancora, io vi manderei tutti quanti a lavorare. Ultim’ora: chi guarda e/o legge Controcampo è un catatonico). Ultime notizie non danno - ahimè! - il capo in formazione. Sarà a troja, anche lui. Ciò toglierà certo fascino all’annoso ma ludico cimento. Io per me, m'importa una sega".


Voto: Zero spaccato. Fuori tema, e ci risiamo con le parolacce. La preside non t'ha fatto stare abbastanza in ginocchio sui ceci l'altra volta? Il lavoro è una cosa seria, sai? Non si scherza su queste cose! E poi, sul nostro amato Presidente del Consiglio??? Tutte quelle cose false e tendenziose? E' un bell'uomo, non si merita che tu lo tratti così. Lui soffre per il suo paese. E lavora anche per te. La prossima settimana verrai a scuola accompagnato dai genitori.

Ma signora maestra, così sono lo studente con la media più bassa di tutto l'emisfero boreale... che cazzo... e i genitori non ce li ho, sono nato in provetta!

Non m'interessa, ci avevi a pensare prima. E poi, 4 meno anche a geografia. Non lo sai che l'emisfero boreale non esiste? La terra ha solo una facciata. Il resto, dopo le colonne d'ercole, è l'ADE. Non te lo ricordi? Che fai, vai indietro come i gamberi?

novembre 11, 2003

Non tocchiamo niente. E' già bello così...

(avviso tra parentesi, gratuito peraltro: buona parte della gente che potrebbe leggere questo, non troverà nemmeno comico il tutto... anzi, magari, sapendo dov'è il locale, potrebbe pure mostrarsi interessata. E accorrere).   

"W.O.W. – FASHION LIGHT BRUNCH 

1) IL PROGETTO
Il “Light Brunch” domenicale nasce dalla volontà di creare qualcosa di simile a quanto è già stato realizzato all’estero, nel settore della ristorazione di bar, ristoranti o club.
Attraverso questo appuntamento domenicale le persone sanno di potersi ritrovare, dopo un sabato passato in discoteca o a casa di amici, non ad un pranzo qualsiasi ma ad un vero e proprio evento particolare, il “FASHION LIGHT BRUNCH”
Il “FASHION LIGHT BRUNCH” diviene un modulo che ogni domenica si ripete, sensoriale e bello che, attraverso il cibo, gli amici e le immagini, intercetta il gusto di colui che si risveglia la domenica mattina offrendogli un mix di sapori, odori e percezioni visive

2) IL LOCALE
Il punto di incontro con gli amici o il luogo dove poter fare nuove conoscenze, il locale diventa elemento fondamentale per realizzare un’armonica aggregazione di percezioni visive e sensoriali. Ecco allora che “La finestra sul mondo” offre ad un osservatore anche un po’ assonnato la chiave di lettura di un inizio di giornata evocativo e diverso dal solito, che inizia con la tarda ora della mattina fino ad intrecciare le prime ore del pomeriggio.
L’utilizzo degli schermi al plasma presenti nel locale scandirà le due fasi principali:
- Il risveglio sarà caratterizzato da immagini di animali, mare e natura in genere;
- Il brunch da immagini tratte da capolavori cinematografici come “Vattel”, “La grande abbuffata” ecc…

3) L’EVENTO
L’evento inizia con l’arrivo delle persone, l’atmosfera è già riscaldata da brioches e cappuccini caldi, riviste di ogni genere una chiacchiera e un saluto fino a che lo chef non comincia a far delicatamente scivolare l’odore dei caffè nel dolce salato di espressioni culinarie che meglio si sposano con la tradizione italiana delle tredici e trenta.
Le ragazze sfileranno tra le persone indossando i capi dei punti vendita (che decideranno di aderire alle iniziative domenicali) quasi a far diventare i malcapitati passaggi tra i tavoli degli eleganti e arditi corridoi si showroom.
La loro presenza sarà discreta quasi anonima, la loro espressività si deve armonizzare alla situazione senza troppo attirare l’attenzione, ma abbellire ed enfatizzare il convivio. La musica, elemento irrinunciabile, scandirà i tempi.
 .
4) LA MUSICA
La musica dovrà essere il collante di tutti gli elementi in gioco, il cibo, le modelle, la sfilata, la convivialità, gli amici. Il dj dovrà interpretare con la musica di sottofondo i diversi momenti dell’evento con un obiettivo preciso, quello di realizzare nel futuro una colonna sonora del “FASHION LIGHT BRUNCH AL WOW”. 

5) LA COMUNICAZIONE
Il braccio operativo più importante sarà rappresentato da un ufficio stampa dinamico e aggressivo che servirà a dare una copertura informativa attraverso la stampa locale e a selezionare gli inviti soprattutto nella fase iniziale di lancio dell’iniziativa.
Gli inviti dovranno informare l’interlocutore di cosa si dovrà aspettare partecipando al Light Brunch e soprattutto si dovrà arrivare ad avere “la fila fuori” di negozi o modelle che vorranno partecipare all’evento.

6) LA PROPOSTA
La proposta verte sulla stipula di un accordo che preveda l’utilizzo del marchio “FASHION LIGHT BRUNCH” sia come etichetta per l’evento che come marchio di merchandising per la realizzazione di T-shirt FASHION LIGHT BRUNCH che delle compilation musicali WOW.

La proposta economica dovrà essere formulata in relazione agli impieghi di risorse e all’obiettivo che i proprietari intendono perseguire. Implicazione determinante sarà l’impiego di uno sponsor fisso o ad hoc per ogni evento realizzato." .

novembre 10, 2003

"NOTIZIA BOMBA. LA TAMARO CI RIÈ. Alé Alé Alé - La nota scrittrice di cazzate banali e insipide (no cioè, volevo dire best-seller, abbiate pazienza), il cui universale valore non è riconosciuto solo perché in Italia imperano i COMUNISTI (maledetti loro, atei senza dio né anima e creanza) e perché è una donna (oltreché, sia detto fra parentesi, una gran bella fica), decide di tentare la carta della regia, giacché ELLA è artista poliedrica e proteiforme. Dopo la letteratura il cinema, quindi; ma qui sta la sorpresa: l’autrice di Va’ dove ti porta il cuore (in culo?) nasce proprio come regista, e le attenzioni che i media le hanno recentemente e giustamente tributato ce lo rivela. Si senta qua: “prima di scrivere volevo fare la regista, ho fatto il Centro Sperimentale, ho lavorato su qualche set come assistente. Ho anche scritto una storia di vampiri e l’ho venduta”. Già, e tutto questo perché “in realtà la mia passione per il cinema è cominciata dopo le superiori, vedendo Rubliov di Tarkovskij, il mio immaginario è questo. Tarkovskij, Paradzanov, gli autori dell’Est [Cazzo!]. Ma amo anche i generi, mi piacciono i film di arti marziali e i vampiri; sono nata a Trieste, la Transilvania non è lontana”. Nota scrittrice di cazzate banali e insipide (no cioè, volevo dire best-seller, abbiate pazienza), il cui universale valore non è riconosciuto solo perché in Italia imperano i COMUNISTI (maledetti loro, atei senza dio né anima e creanza), e perché è una donna (oltreché, sia detto fra parentesi, una gran bella fica), decide di tentare la carta della regia, giacché ELLA è artista poliedrica e proteiforme. Dopo la letteratura il cinema, quindi; ma qui sta la sorpresa: l’autrice di (in culo?) nasce proprio come regista, e le attenzioni che i media le hanno recentemente e giustamente tributato ce lo rivela. Si senta qua: “prima di scrivere volevo fare la regista, ho fatto il Centro Sperimentale, ho lavorato su qualche set come assistente. Ho anche scritto una storia di vampiri e l’ho venduta”. Già, e tutto questo perché “in realtà la mia passione per il cinema è cominciata dopo le superiori, vedendo di Tarkovskij, il mio immaginario è questo. Tarkovskij, Paradzanov, gli autori dell’Est [Cazzo!]. Ma amo anche i generi, mi piacciono i film di arti marziali e i vampiri; sono nata a Trieste, la Transilvania non è lontana”.

Il film si intitolerà Nel mio amore, e si annuncia come la solita storia del cazzo piena di sentimenti avariati, buonismo inflazionato, banalità pseudo-spirituale, e infine lagrime, tante tante lagrime. La novità, però, è che il tutto non è più solo ed esclusivamente farina del suo sacco: nossignore, dal momento che il film è il frutto del libero adattamento di un racconto di tale Roberta Mazzoni, che per certo sarà un altro Cranio (e magari pure un’altra bella fica).
Nel mio amore racconta la storia di Stella, sposata a Fausto, un ricco aristocratico che l’aveva affascinata con la sua superiorità intellettuale (ecco, e non poteva discuterci, dibatterci, conversarci amabilmente imparando, magari, E BASTA, invece di reagire a quella sua – presunta – superiorità intellettuale dandogli LA FICA? Eh? EH? Ma perché cazzo il cervello femminile deve spesso funzionare così? Ti sembra una persona intelligente, qualcuno che si sta ad ascoltare a bocca aperta per le cose interessantissime che dice? E ALLORA STALLO AD ASCOLTARE, PERDIO! COSA CAZZO C’ENTRA CHE AUTOMATICAMENTE TE LO SPOSI??? – “ah, maestro l’ammiro tanto”, disse l’allieva pittrice al suo istruttore, “via, le do la fica!”), per poi diventare un marito prepotente e arrogante e un padre duro e brutale (e che non l’affascina più con la sua superiorità intellettuale, presumo). Quando Fausto muore (e quindi starà un po’ zitto, invece di affascinare la gente con la sua superiorità intellettuale), Stella ritorna nella vecchia casa di montagna dov’è nata, a confrontarsi con il passato (e con la superiorità intellettuale di lui, non si scordi), a ripercorrere i momenti tragici della sua vita, il più tragico la perdita del figlio Michele, investito accidentalmente (“una sega. E la prossima sei te, brutta zoccola!”) dall’auto del padre, dopo una lite con lui. Fausto non aveva mai accettato il ragazzo, perché pensava che non fosse suo figlio (“ah, la maiala… io la affascino con la mia superiorità intellettuale e poi quella mi scodella figli altrui!”) perché detestava il percorso spirituale che ha portato Michele ad avvicinarsi alla religione (“piuttosto che un Ciellino, morte cerebrale, gli do io quella fisica! Questo giacché sono un ricco essere aristocratico che va a giro ad affascinare le PHYAE con la mia superiorità intellettuale”).
Insomma, un bel filmone di riflessione e sofferenza (alla faccia di Tarkovskij, Paradzanov, e gli cazzutissimi autori dell’Est, che si citano sempre per far fine, ma che in realtà nessuno guarda mai perché fanno due coglioni come cocomeri), di scavo interiore e tutta una serie di problematiche, prima fra tutti il non lasciarsi andare alla depressione più cupa mentre l’occhio ci casca sulla foto che questa intervista accompagna, della futura regista dietro a una macchina da presa, con cappellino da bambina scema, pampani al vento e sciarpa dei boy-scout!

“Ho scritto 14 libri in 10 anni, ero stufa della solitudine dello scrittore, avevo voglia di confrontarmi con gli altri, di lavorare in gruppo”

Ecco, appunto, mica c’è bisogno di fare la regista. Si può anche lavorare..."


Voto: Due meno meno meno. Non si insulta così il prossimo! Sono persone come me e te, e la tua mamma e il tuo babbo. E poi non si deve essere così sboccati. La prossima volta ti porto dalla preside, presuntuoso!

Ma signora maestra, che era un compito, anche questo?

Si, caro, compito a sorpresa di giornalismo!

Eccheccazzo! Ma non vale così!

Allora??? te l'avevo detto che non si usano le parolacce! Forza, via! Dalla Preside!

Ommerda... ma signora maestra, via...

No, niente "signora maestra"! Vatti a schiarire un po' le idee nel suo ufficio, va'! E niente parolacce!

(stronza). Ok, vado... però prima finisco il compito di giornalismo:

"...e con te, gli altri quattro (ne dico solo quattro, giusto perché questo tegame, qui, m'ha mandato dal preside, e sono di fretta ora) cancri culturali italiani: Gabriele Muccino, Dacia Maraini, Alessandro Baricco e Andrea De Carlo. TIÈ! In culo a tutti voi!" 

novembre 09, 2003

CHE NOIA ESSERE BECKHAM! - Al di là dei miliardi (tanti) delle donne (una sola, ufficialmente), delle belle case (una che vale per dieci) e delle macchine costose (una scuderia), sembra proprio che i coniugi più chiacchierati dello show-biz, siano in realtà una croce per chi gli sta intorno. Perfino Joanne, la sorella minore di David, anche lei ormai una certezza della mondanità londinese, ha pensato bene di chiarire quanto il suo celebre fratello possa essere barboso. La parrucchiera, infatti, è stata pizzicata durante una folle notte, tanto per rimanere in tema, al super posh Funky Buddha nightclub di Londra con indosso una originalissima t-shirt con un altrettanto singolare messaggio in spagnolo: "Aburrido de los Beckhams". Guarda caso, proprio lo scorso fine settimana, Joanne ha trascorso un paio di giorni in compagnia di David e Victoria a Madrid e il risultato di tale convivio, se non proprio scritto in fronte, le è sicuramente rimasto stampato un po' più in basso.

novembre 08, 2003

"JOE T. VANNELLI Domenica7 l’Evento *34/a Club* Fontepapini FromSupalova Percussioni SilvanoDelGado Voice McCody RegularGuestDj FedericoScavo non mancare;Max"

E io non c'ho capito un cazzo, ancora.
...ma quanto sarà bello il mondo.

novembre 07, 2003

Siete amanti delle peggio disgrazie (altrui) e delle grane in genere? Per qualche strano caso della vita vi interessate ai casi disperati, tipo uno che si è segato l’osso sacro mentre stava preparando la minestrina di sciacallo al figlioccio dell’ex-coniuge poi fuggito con un capitano di marina, o un altro al quale si sono tragicamente ed improvvisamente occluse tutte le arterie a seguito di una indigestione di vere prugne della California? Amate vedere tutta la frenesia che segue l’ingresso al pronto soccorso del malcapitato di turno (e magari pure la successiva scena straziante, col cordoglio e pianto e rimpianto dei parenti di questo, defunto o neo-infelice che sia), con tanto di dottori, dottoresse, e infermiere e infermieri che si affannano attorno al lettino dicendo cose incomprensibili ai più ma che fa tanto chic ascoltare? Volete anche vedere cosa fanno questi personaggi col camice nei momenti di stanca del loro lavoro; volete vederli broccolare fitto tutte le pazienti femmina che gli capitano a tiro; volete vedere quanto sono simpatici; volete financo vederli ACCOPPIARSI tra loro? Ebbene, allora non potete farvi certo scappare il bellissimo serial E.R. – Medici in prima linea!!!



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Avviso: a ogni puntata ci scappa una qualche battutina sullo sperma. Oh, è più forte di loro, non c’è niente da fare…

novembre 05, 2003

PANAREA – Un inconveniente che può capitare. La popolare showgirl Alba Parietti era in vacanza alle Eolie, impegnata in un giro dell’arcipelago in gozzo in compagnia del figlio e di alcuni amici. A causa del mare mosso, però, si è sentita male, e una volta sbarcata sul molo di Panarea ha rimesso.


In un grande gesto di buona educazione, appena si è sentita meglio, Alba ha chiesto un secchiello e una paletta per rimediare al danno e pulire il molo.

novembre 03, 2003

Ok, poiché oggi sarebbe anche il mio genetliaco, diciamo che mi faccio un presente. Qui, di seguito. Baci...

ragazze pulite e tranquille in abiti di percalle...

Io ho conosciuto soltanto puttane, ex battone,
pazze. vedo uomini con donne tranquille,
gentili – li vedo nei supermercati,
camminare insieme per strada,
nelle loro case: gente in pace,
che vive insieme. so che la loro pace
è soltanto relativa, ma è pace,
spesso ore e giorni di pace.

io ho conosciuto soltanto impasticcate, alcoliste,
puttane, ex battone, pazze.

quando una se ne va
un’altra arriva
peggiore della precedente.

vedo tanti uomini con ragazze pulite e tranquille
in abiti di percalle
ragazze con volti che non sono di furetto
né rapaci.

“non portare mai più una puttana” dico
ai miei pochi amici, “me ne innamorerei.”
“non reggeresti una perbene, Bukowski.”

ne ho bisogno. ho bisogno di una donna perbene
più di quanto abbia bisogno della macchina per scrivere,
più di quanto abbia bisogno della mia automobile,
più di quanto abbia bisogno di Mozart; ho bisogno di
una donna perbene tanto da sentirne l’odore nell’aria,
la sento sotto i polpastrelli, vedo marciapiedi
costruiti perché i suoi piedi vi camminino,
vedo cuscini per la sua testa,
sento la mia risata in agguato,
la vedo accarezzare un gatto,
la vedo dormire,
vedo le sue pantofole sul pavimento.

so che esiste

ma in quale angolo della terra
se le puttane continuano a trovarmi?

novembre 01, 2003

ROMA, DEBORAH CAPRIOGLIO DI NUOVO SINGLE - Fine di un sodalizio artistico, nonché della storia d’amore tra Deborah Caprioglio e l’attore napoletano Geppy Gleijeses. A siglarlo è stato un comunicato affidato all’ANSA proprio dalla Caprioglio, nel quale l’attrice ha accusato Geppy di essere un arrivista e di averla sfruttata per raggiungere il successo e la popolarità. I due infatti avevano di recente ottenuto un grande successo in teatro con la commedia “Un marito ideale” e secondo l'attrice è grazie a lei se Geppy è divenuto direttore del teatro stabile di Calabria.