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dicembre 24, 2003

Sintetico: BUON NATALE. Che il babbo omonimo non vi porti un cazzo, così cià più roba da portare a me. E inoltre (ok, lo pensava già detto linus, no il dj mi pare anche ovvio, non avvelenatemi anche il natale ora, via…) che accidenti c’entra babbonatale col natale? Boh, a me basta che mi ricopra di regali…


Voto: hai colto appieno lo spirito del natale. 8 meno (il meno per la parolaccia). Buon Natale, zozzone.

dicembre 17, 2003

COMPITO IN CLASSE. LETTERATURA MILITANTE & APPLICATA (a che? A questo paio di coglioni?) – CONOSCIAMO I GRANDI SCRITTORI DELLA NOSTRA ITALIA PRESENTE: PARLATE DI ALAIN ELKANN.

Svolgimento:

Alain Elkann è fotogenico. Ci tiene che lo si sappia in giro, a giudicare dalla miriade di foto in cui è ritratto, sempre inappuntabile, sempre in posa, sempre elegantissimo. Immancabile, in questo senso, è la mano appoggiata al mento, con fare meditativo, o il primo piano con sguardo intenso e acuto. Troppo presto la frenologia è stata accantonata come scienza inesatta, o come non-scienza: questo sarebbe stato un caso su misura per essa. E ne sarebbe venuto fuori inequivocabilmente che Alain Elkann, inespressivo, con quella faccia da fesso, è un grosso coglione. Certo, se si fosse aiutata anche con quello che il Nostro solitamente scrive, avrebbe avuto pure vita più facile, ma adesso non precorriamo i tempi: di sicuro, gli esordi di Alain Elkann sono quelli di bravo bambino, diligente e attento, precisino, che senza dubbio avrà amato passar le serate (dopo le ore o ore di studio), sistemando la sua monumentale collezione di francobolli. Già ce lo vedo, lì, con la lente in mano e le pinzette, a catalogare il Gronchi rosa del ’53 che il padre gli aveva regalato in occasione del suo onomastico (S. Alain, protettore dei piloti di formula 1 e dei bancari in disarmo), o chissà quale altro prezioso & utile & avvincente reperto dell’italica filatelia. Poi, me lo vedo anche dopo: brillante studente col capello impomatato e la postura perfettamente eretta sulla sedia, in grado di rispondere a tutte le domande della maestra prima e della professoressa poi, attirandosi così (ahimè! Duro peso della cultura!) le ire dei compagni di classe, che per tutta risposta gli bersagliavano il maglioncino di cachemire o la camicia di seta (con tanto di gemelli d’oro) con sputi e inchiostro del calamajo. Ai temi prendeva sempre 8, e la professoressa (magari pure amica di famiglia), una vecchia zitella fissata con le declinazioni latine, il concetto di “Natura Matrigna” nel Leopardi, e/o con quello di “Provvidenza” nel Manzoni, gli consigliò di scrivere. L’avrebbe presentato ad alcuni suoi amici, coi quali si riuniva in mercoledì sera per compiangere e deplorare fervidamente la caduta della monarchia – e dei tempi, ovvio! – in Italia. E da lì, iniziò la formidabile ascesa di Alain Elkann, un tipo che di sicuro non caca quasi mai, e che quando lo fa, lo fa sembrare un atto lindo & pinto, un tipo i cui capelli non hanno mai conosciuto un qualsivoglia fuori-posto. Un tipo che scrive “in punta di forchetta”. Presumibilmente, SOLO con la stilografica, d’oro, che sua moglie gli avrà magari donato per Natale. Avrà, egli, avuto mai la barba di più di un giorno? Si sarà mai scordato di mettersi la cravatta? Avrà, questo sosia di Rutelli (ma con meno idee) uno studio pieno di libri e una scrivania in radica di noce, lucidissima e antica su cui poggiare gli stanchi ma creativi avambracci (reduce dal ricevimento in qualche romano salotto-bene, in cui si discorre amabilmente di cultura & attualità, degustando uno Chateau la Tour del ’67, con un sobrio timballo di esotiche verdure, ché gli intellettuali chic son vegetariani), solenni portatori dalla di lui cervice al foglio bianco di profondi pensieri & meditazioni salacï?
Certo, Alain Elkann non poteva che finire col diventare amico di Vittorio Sgarbi (altro esponente di spicco della nostra intellighenzia), e soprattutto della di lui sorella, l’idiotissima ma pretenziosa Betta Sgarbi, con la quale presto si sarebbe dato da fare per affossare e trascinare nel ridicolo una stimata casa editrice, che nel suo catalogo pubblica anche (!) Ennio Flaiano (che dalla tomba starà facendo tali giri da sembrare l’Upside-down, giochino scemo di cui ogni buon luna park dovrebbe esser provvisto). Già, perché come direbbe Leibniz, nel peggio si va all’infinito, e per questo vogliamo chiudere come meglio non si potrebbe: no, non citando i suoi banali e vuoti interventi su La 7, né con l’intervista in cui raccontava della sua crociera in Grecia, “fra quelle antiche e nobili rovine”, in compagnia della moglie (viaggio che ogni scrittore dovrebbe fare, d’altra parte, per trarre linfa per la propria Arte), ma con la trama di uno dei suoi bellissimi romanzi. A confronto, la Tamaro è Svevo: 

"Leopoldo, critico d'arte e giornalista nomade, incontra a Roma in Piazza del Popolo Nina, una modella italo-irlandese che conosce da tempo ma di cui sa pochissimo. È l'inizio di una passione dapprima sotterranea, poi sempre più intensa. Su un'isola greca, il loro idillio viene interrotto dal ritorno di Taddeo, l'ex fidanzato di Nina. Dopo una lunga separazione, Leopoldo e Nina si incontrano a Tangeri, dove lei gli confessa di essere incinta, ma di non sapere se di lui o di Taddeo. Incerta sui propri sentimenti, la donna finirà per trasferirsi a Venezia con Gerard, fotografo gay". 

Cazzo, non so voi ma secondo me ce n’è di che urlare. E quindi: 
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaarrrrrrrrrrrrgghhhhhhhhhhhhhhh! 


Voto:  DUE MENO. Basta con questa cattiveria! È quasi Natale, e a Natale è DOVEROSO essere tutti più buoni! Guarda il tuo compagno di banco, Vincenzino Mollica da Raiuno! Lui sì che è buono! Per lui, è Natale tutto l'anno! Fai come lui, su! Guarda che babbo natale li vede, eh, i bambini buoni... per loro, c'è sempre pronta una carriera. Se fai il cattivo, avrai solo carbone, dalla vita. E starai sempre in cantina, a invidiare gli altri. Non si fa così! E poi Alain Elkann è proprio bravo, a me fa sognare, sorridere e riflettere. LA MAESTRA

novembre 12, 2003

TEMA: COSA HO FATTO NEI GIORNI SCORSI. E COSA FARÒ NEI FUTURI.

Svolgimento

"Questa sera, a rinverdire i fasti di ogni fantozziana memoria... partitella aziendale! Ebbene si, amici di italia 1 (una bella sega… ma l’avete visto come si fanno pubblicità a quel settimanale per lobotomizzati che è Controcampo? E qui sta il bello: non possono, non possono affatto! Ma lo fanno lo stesso, e allo stesso modo mettono una pagina sportiva il più ampia possibile nel loro TG, con tanto di finestra sui campionati esteri, il tutto con un taglio accattivante e appetibile per giovanissimi, così tanto per attirare e tirare dalla loro parte QUEL target di mercato, che così poi già che c’è, ben disposto in termini di simpatia nei loro confronti, comincerà a sorbirsi il TG precedente – si sintonizzerà sul canale poco prima, così da non perdersi l’inizio della sua amata pagina sportiva – il loro TG, in cui dicono le peggio stronzate, e da lì in poi il passo sarà breve, e presto sarà un altro elettore messo in saccoccia, pronto a votare e a far crociate contro chi attacca il capo, pieno di devozione. La strategia è la stessa che fu, tra l’altro, se ricordate gli Sgarbi Quotidiani, a bella posta messi prima di Beautiful: target, casalinga di mezza età, solitamente dalla cultura non proprio vastissima, affascinabile & influenzabile qualora il tipo che parla abbia un suo carisma pseudo-intellettuale. Facilmente entusiasmabile, addirittura, se il tipo in questione intinge spesso il suo carisma pseudo-intellettuale nel becero più vieto & trito), il sottoscritto, detto altresì PERSONAGGIO GOTTOSO fittizio (PGf per gli amici) dicevo, è stato convocato dal mega-direttore-generale-ingegnere-carpentiere-dottore-muratore-gr.figl.d.putt.-belluomo (a dire il vero nemmeno dal mega-direttore-ecc ecc bensì da un suo sottoposto, al pari mio, com'è anche giusto - le parole scendono dall'alto, che volete farci), per un amichevole convegno sportivo. Animosa pugna per animi amanti del movimento ludico-motorio, la tenzone avrà luogo immediatamente dopo l'orario lavorativo, e vedrà l'imponente figura del CAPO schierata nella compagine avversa.
Così andò l'ultima (e unica, fortunatamente) volta, nei giorni passati, passati molto molto tempo fa:
al 5’ del primo tempo, l’attaccante avversario, tale PERSONAGGIO GRETTAMENTE fittizio, lanciato dal suo collega d'ufficio, U.X. (Ulrico Xenofobo, Xenofobo è il cognome, no un soprannome come i più posson pensare – merda, mi aveva detto voleva restare anonimo, e ora che gli racconto?), si presenta solo davanti al portiere, tale rubicondo omino coi baffi che gioca nella squadra del capo e... PEM! SABONGIA ASSASSINA! Lo centra in mezzo agli occhi, facendolo rotolare lungo disteso. "Scusi, scusi..." e imbarazzo che invade ogni sua cavità (del PGf, ovviamente). Ma la palla è fuori, e si riprende a giocare. L'omino coi baffi si rialza e si rianima e riprende.
Passano circa altri 10 minuti e poi MISCHIONE in area. La riottosa sfera giunge (o giugne) fra le estremità affaticate (ma nemmeno tanto) del solito PERSONAGGIO GAIAMENTE fittizio, il quale... PUM! BAMBOGIA POSSENTE! Stavolta prende nello stomaco un vecchio lungagnone, sempre della squadra del capo. Il vecchio lungagnone si ripiega in due. E più o meno è alto come il PGf, in tal posizione. “Riscusi, riscusi...” e l’imbarazzo torna greve ad abitare ogni suo anfratto (sempre del PGf, è chiaro). Il lungagnone anZiano si mostra incazzato, e dice qualcosa del tipo: "ma vaffanculo, tira più piano ecc.”. E torvo guata.
Ce ne freghiamo, e procediamo INNANZI. Manca poco alla fine, stavolta in porta c'è nientepopodimenoché il capo in persona. Sempre egli, in tai frangenti, usa adornare la sua nuda cervice con un berrettino. Blu, marcato qualcosa. Il PERSONAGGIO GIOVANILMENTE fittizio stavolta conquista un pallone alla metà del campo e si invola repente verso la rete difesa con alterigia dal figuro in questione. Si invola e scappa e... CHIO! FANDOGIA URTICANTE! Lo striscia, e gli sfila il cappellino, che assaggia, quello, (momentaneamente) il sintetico, in luogo del cranio capesco. Palla in angolo e capo a raccoglier tosto il degno copri-capo (ahahah).
La partita, per gli amanti delle statistiche e della noja, finì 4-2 per la squadra del PERSONAGGIO GIUMBOLESCAMENTE fittizio, con sua doppietta (nel senso che sparò a uno stormo di storni che silente stornava lì vicino ahahahaha, come son spiritoso ed allitterante!)
Tutto ok, ma la gente che non c’era a quella partita! La squadra del capo annoverava (e lui ci rifulgeva, al proposito) i peggio tacchini boriosi che la valdischerno possa annoverare: tale non-mi-ricordo-il-nome, proprietario di una catena di pasticcerie e uomo d’affari in genere, che giunse col GIPPONE NERO d’ordinanza, scendendo a uomo-d’affari-d’una-certa-età-ma-ganzo-e-col-gippone-e-con-le-troje-che-ancora-gli-muoiono-dietro e menando seco il figlio, ragazzotto di 20 anni circa LIEVEMENTE montato, a partire dalle movenze per finire col carattere e l’abbigliamento e l'acconciatura. Uno insomma con cui condividere momenti felici, tipo una bella gita al mattatoio, se nel caso lui è legato e fa la parte del bue. Poi c’era il lungagnone di cui ho detto, individuo simpatico sì ma quando dorme o muore, e che s’impegnava oltremisura sempre assai forzando i malleoli altrui, sui contrasti e altro. Il rubicondo omino coi baffi, no quello non faceva parte della combriccola, ed era IMPRESTATO.
E stasera si bissa, amici di Italia 1 (una bella sega ancora, io vi manderei tutti quanti a lavorare. Ultim’ora: chi guarda e/o legge Controcampo è un catatonico). Ultime notizie non danno - ahimè! - il capo in formazione. Sarà a troja, anche lui. Ciò toglierà certo fascino all’annoso ma ludico cimento. Io per me, m'importa una sega".


Voto: Zero spaccato. Fuori tema, e ci risiamo con le parolacce. La preside non t'ha fatto stare abbastanza in ginocchio sui ceci l'altra volta? Il lavoro è una cosa seria, sai? Non si scherza su queste cose! E poi, sul nostro amato Presidente del Consiglio??? Tutte quelle cose false e tendenziose? E' un bell'uomo, non si merita che tu lo tratti così. Lui soffre per il suo paese. E lavora anche per te. La prossima settimana verrai a scuola accompagnato dai genitori.

Ma signora maestra, così sono lo studente con la media più bassa di tutto l'emisfero boreale... che cazzo... e i genitori non ce li ho, sono nato in provetta!

Non m'interessa, ci avevi a pensare prima. E poi, 4 meno anche a geografia. Non lo sai che l'emisfero boreale non esiste? La terra ha solo una facciata. Il resto, dopo le colonne d'ercole, è l'ADE. Non te lo ricordi? Che fai, vai indietro come i gamberi?

novembre 10, 2003

"NOTIZIA BOMBA. LA TAMARO CI RIÈ. Alé Alé Alé - La nota scrittrice di cazzate banali e insipide (no cioè, volevo dire best-seller, abbiate pazienza), il cui universale valore non è riconosciuto solo perché in Italia imperano i COMUNISTI (maledetti loro, atei senza dio né anima e creanza) e perché è una donna (oltreché, sia detto fra parentesi, una gran bella fica), decide di tentare la carta della regia, giacché ELLA è artista poliedrica e proteiforme. Dopo la letteratura il cinema, quindi; ma qui sta la sorpresa: l’autrice di Va’ dove ti porta il cuore (in culo?) nasce proprio come regista, e le attenzioni che i media le hanno recentemente e giustamente tributato ce lo rivela. Si senta qua: “prima di scrivere volevo fare la regista, ho fatto il Centro Sperimentale, ho lavorato su qualche set come assistente. Ho anche scritto una storia di vampiri e l’ho venduta”. Già, e tutto questo perché “in realtà la mia passione per il cinema è cominciata dopo le superiori, vedendo Rubliov di Tarkovskij, il mio immaginario è questo. Tarkovskij, Paradzanov, gli autori dell’Est [Cazzo!]. Ma amo anche i generi, mi piacciono i film di arti marziali e i vampiri; sono nata a Trieste, la Transilvania non è lontana”. Nota scrittrice di cazzate banali e insipide (no cioè, volevo dire best-seller, abbiate pazienza), il cui universale valore non è riconosciuto solo perché in Italia imperano i COMUNISTI (maledetti loro, atei senza dio né anima e creanza), e perché è una donna (oltreché, sia detto fra parentesi, una gran bella fica), decide di tentare la carta della regia, giacché ELLA è artista poliedrica e proteiforme. Dopo la letteratura il cinema, quindi; ma qui sta la sorpresa: l’autrice di (in culo?) nasce proprio come regista, e le attenzioni che i media le hanno recentemente e giustamente tributato ce lo rivela. Si senta qua: “prima di scrivere volevo fare la regista, ho fatto il Centro Sperimentale, ho lavorato su qualche set come assistente. Ho anche scritto una storia di vampiri e l’ho venduta”. Già, e tutto questo perché “in realtà la mia passione per il cinema è cominciata dopo le superiori, vedendo di Tarkovskij, il mio immaginario è questo. Tarkovskij, Paradzanov, gli autori dell’Est [Cazzo!]. Ma amo anche i generi, mi piacciono i film di arti marziali e i vampiri; sono nata a Trieste, la Transilvania non è lontana”.

Il film si intitolerà Nel mio amore, e si annuncia come la solita storia del cazzo piena di sentimenti avariati, buonismo inflazionato, banalità pseudo-spirituale, e infine lagrime, tante tante lagrime. La novità, però, è che il tutto non è più solo ed esclusivamente farina del suo sacco: nossignore, dal momento che il film è il frutto del libero adattamento di un racconto di tale Roberta Mazzoni, che per certo sarà un altro Cranio (e magari pure un’altra bella fica).
Nel mio amore racconta la storia di Stella, sposata a Fausto, un ricco aristocratico che l’aveva affascinata con la sua superiorità intellettuale (ecco, e non poteva discuterci, dibatterci, conversarci amabilmente imparando, magari, E BASTA, invece di reagire a quella sua – presunta – superiorità intellettuale dandogli LA FICA? Eh? EH? Ma perché cazzo il cervello femminile deve spesso funzionare così? Ti sembra una persona intelligente, qualcuno che si sta ad ascoltare a bocca aperta per le cose interessantissime che dice? E ALLORA STALLO AD ASCOLTARE, PERDIO! COSA CAZZO C’ENTRA CHE AUTOMATICAMENTE TE LO SPOSI??? – “ah, maestro l’ammiro tanto”, disse l’allieva pittrice al suo istruttore, “via, le do la fica!”), per poi diventare un marito prepotente e arrogante e un padre duro e brutale (e che non l’affascina più con la sua superiorità intellettuale, presumo). Quando Fausto muore (e quindi starà un po’ zitto, invece di affascinare la gente con la sua superiorità intellettuale), Stella ritorna nella vecchia casa di montagna dov’è nata, a confrontarsi con il passato (e con la superiorità intellettuale di lui, non si scordi), a ripercorrere i momenti tragici della sua vita, il più tragico la perdita del figlio Michele, investito accidentalmente (“una sega. E la prossima sei te, brutta zoccola!”) dall’auto del padre, dopo una lite con lui. Fausto non aveva mai accettato il ragazzo, perché pensava che non fosse suo figlio (“ah, la maiala… io la affascino con la mia superiorità intellettuale e poi quella mi scodella figli altrui!”) perché detestava il percorso spirituale che ha portato Michele ad avvicinarsi alla religione (“piuttosto che un Ciellino, morte cerebrale, gli do io quella fisica! Questo giacché sono un ricco essere aristocratico che va a giro ad affascinare le PHYAE con la mia superiorità intellettuale”).
Insomma, un bel filmone di riflessione e sofferenza (alla faccia di Tarkovskij, Paradzanov, e gli cazzutissimi autori dell’Est, che si citano sempre per far fine, ma che in realtà nessuno guarda mai perché fanno due coglioni come cocomeri), di scavo interiore e tutta una serie di problematiche, prima fra tutti il non lasciarsi andare alla depressione più cupa mentre l’occhio ci casca sulla foto che questa intervista accompagna, della futura regista dietro a una macchina da presa, con cappellino da bambina scema, pampani al vento e sciarpa dei boy-scout!

“Ho scritto 14 libri in 10 anni, ero stufa della solitudine dello scrittore, avevo voglia di confrontarmi con gli altri, di lavorare in gruppo”

Ecco, appunto, mica c’è bisogno di fare la regista. Si può anche lavorare..."


Voto: Due meno meno meno. Non si insulta così il prossimo! Sono persone come me e te, e la tua mamma e il tuo babbo. E poi non si deve essere così sboccati. La prossima volta ti porto dalla preside, presuntuoso!

Ma signora maestra, che era un compito, anche questo?

Si, caro, compito a sorpresa di giornalismo!

Eccheccazzo! Ma non vale così!

Allora??? te l'avevo detto che non si usano le parolacce! Forza, via! Dalla Preside!

Ommerda... ma signora maestra, via...

No, niente "signora maestra"! Vatti a schiarire un po' le idee nel suo ufficio, va'! E niente parolacce!

(stronza). Ok, vado... però prima finisco il compito di giornalismo:

"...e con te, gli altri quattro (ne dico solo quattro, giusto perché questo tegame, qui, m'ha mandato dal preside, e sono di fretta ora) cancri culturali italiani: Gabriele Muccino, Dacia Maraini, Alessandro Baricco e Andrea De Carlo. TIÈ! In culo a tutti voi!"