Già: in Italia, oltre a Lapo Elkann e Berlusconi, c'abbiamo pure Briatore...
LONDRA - Quando due anni fa Flavio Briatore decise di aprire il suo "Atelier Billionaire Italian Couture" nel cuore di Londra, nello sciccosissimo quartiere di Fulham, sapeva bene che qualcuno avrebbe magari arricciato l’aristocratico naso per quelle sue creazioni di moda maschile dal gusto vagamente retrò e dai prezzi esorbitanti, e per quella sua boutique tutta specchi e boiserie, con le due enormi vetrate occupate dalla sua gigantografia e da quella del suo socio, il creativo designer Angelo Galasso. Troppo di tutto, per la compassata Londra, dove l’ostentazione fa subito volgare. Ma a Briatore è importato poco. Anzi, nulla. Da sempre abituato a fregarsene con classe dell’invidia altrui e a perseguire con tenacia gli obiettivi fissati, il manager ha prima addirittura raddoppiato, aprendo un angolo super esclusivo nel mitico Harrod’s, e poi si è lanciato alla conquista del mondo.
Il progetto è quello di aprire 25 negozi monomarca "Billionaire Italian Couture" nei prossimi due anni: ovviamente, in quella parte di globo dove ci sono i soldi, come il Giappone e la Russia (già aperte due boutique a Tokyo e a Mosca), mentre Los Angeles, Shangai e Dubai seguiranno fra poco. Già, perché tutti i pezzi della collezione sono roba per conti correnti multimilionari: chi, altrimenti, potrebbe acquistare le giacche in coccodrillo da 35 mila euro o quelle cinture che di euro ne costano quasi 800, per non parlare dei cappotti in visone da 38 mila euro? Del resto, per le loro creazioni Briatore e Galasso hanno voluto solo il meglio che, tradotto secondo i canoni dell’eleganza maschile come loro la concepiscono, significa abiti dal taglio sartoriale napoletano, scarpe realizzate a mano e in numero limitato, cinture dalle fibbie in argento e oro massiccio o le ormai stravendute (e imitatissime) babbucce in velluto con il logo della casa.
"Questo è il mercato che io conosco – ha spiegato Briatore in una recente intervista – e queste sono le persone che io conosco. Perché io sono ricco, semplicemente questo. E io so quello che vuole la gente".
Non a caso, lo chiamano Re Mida.
"Questo è il mercato che io conosco – ha spiegato Briatore in una recente intervista – e queste sono le persone che io conosco. Perché io sono ricco, semplicemente questo. E io so quello che vuole la gente".
Non a caso, lo chiamano Re Mida.
E voi, come chiamereste Briatore et similia?
5 commenti:
Io Lo chiamerei Figlio di troia!!!!!!!
Adie
Uhm... a chi fa acquisti oltre una certa somma verrà offerta una prestazione orale dalla sensuale fidanzata-concubina di Briatore stesso????
Io lo chiamerei raramente, o tutt'al'più qualche vòrta per mandallo 'nculo. Offorse, se mi chiamasse per suonare a qualche sua festicciuola, mi farei pagare parte in rial omaniti, parte in cyuccioni da parte dell'occasyonali trOte.
Sì, ma tullidovresti suonare qualcosa come:
VOLA, BANBINO PEPERO
FIGLI DELLE STELLE
TEPPEI
NENE'
che so che al Birriatore di cui sopra ni piace parecchio.
e CYBERNELLA o CANDYCANDY dove le mettiamo? eh??
cmq lo chiamerei a rispondere di palese cyrco'n'venzione dincapace xche chi compra quella roba a quei prezzi altro non e'. >-D
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