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maggio 31, 2007

I RICORDI

Mi ricordo, sì mi ricordo che una volta in classe alle elementari c’avevo una che si chiamava Topazia, che quando rideva pareva una drupa, o anche una donnola. Aveva tutti i denti che era come fossero marchiati da qualcosa. Poi la rividi che stava insieme a uno che conoscevo, il Furia. Poi si lasciarono. Quando chiesi a lui come mai si erano lasciati, mi disse:
“è chionza”.
E poi la chiamava Apatozzi. E tutti si cominciò a chiamarla Apatozzi. L’Apatozzi.
Ed era veramente chionza; bastava guardarla meglio.
Vuoi che non sia già bell'e spirata&sepolta?

maggio 30, 2007

Pensavate, o voi merde, che i Record-di-Palestra™ fôsser stati trônchi dal Maligno o altro curiosissimo accidente, tipo l’afasia o la sodomia di chi tal righe usualmente verga tristo & miserello? No, niente di tutto ciò: solo un banalissimo svenimento in bagno, con conseguente perdita di coscienza e, provenienza cesso – ov’egli stava con le nvde terga assiso, nell’atto di regolare i conti con un pugnacissimo quanto notturno Cagotto-Da-Ciliegie™ (ah, qual finezza d’eloquio et esposizione di concetti! O chi mi sono, il barone Vivant Denon?) – sbattimento forte della geva ‘nsulla majolica del bidet, con relativo risveglio accanto all’acqua che scorre, aperta chissà come nel deliquio. Ma ciò non può, non può fermare – e in ciò la gïoia è tutta vostra, mia no di sicuro, che se ci rimanevo poteva esser anche meglio – i RECORD DI PALESTRA™. Sì, un po’ tipo il Togna-Due®, uno che faceva il cameriere al Keller, che una sera dell’ultimo dell’anno era lì che serviva poi svenì di botto e cadde fra i tavoli. Allora lo portarôn di là, nella cucina, e tempo mezz’ora riera lì che serviva ai tavoli, alacre e urlante per la gioja, salutato da un applauso isterico follemente dionisiaco. Insomma via, oggi:

PESTICIDA®
Pesticida® è tozzo, c’ha i capelli radi sul davanti ma un po’ lunghi dietro, mossi a ricciolo. Un po’ tipo Salman Rushdie, di cui ha anche l’espressione cattiva (ma meno cattiva, comunque). C’avrà quaranta, cinquant’anni. È Pesticida® perché quando lo vedi – sia la sua complessione fisica compatta e monoblocco, siano i capelli radi e un po’ unti, sia un po’ il cazzo che vi pare – uno non può esimersi dal dirsi: “Toh, ecco Pesticida!”, o anche “Badalì, alla grazia di Pesticida”, e via dicendo.
Pesticida® da uno a dieci puzza sette, sette virgola cinque, e il fatto di indossare insistentemente un pajo di pantaloncini a tre quarti non lo slancia né lo ajuta in alcun modo. Pesticida®, poi, pare sempre sudato, anche quando non sta facendo assolutamente un cazzo e magari sta disteso sul divano. Forse è un supereroe, che combatte il male coi liquami prodotti dal suo corpo; ma noi non lo sapremo mai, ché in fondo in fondo Pesticida® è bravo & quïeto, e nulla chiede e nulla vuole, e resta lì, tozzo e fermo e duro come un granchio in una fessura di uno scoglio, con l'acqua salsa che gli sbatte addosso ora sì ed ora no. C'ha anche l'espressione fissa. Non si muove di lato, però.

TACKLEBERRY®
Se avete la stessa espressione ebete di Eugene Tackleberry (David Graf) mentre guarda il culo dell’agente Kirkland (Katleen Turner) in Scuola di Polizia; se avete gli stessi denti e gli stessi occhi e pure lo stesso ovale del viso; se tutto ciò si assomma & inquadra entro la vostra personcina, diciamo che può non essere pienamente utile alla vostra bisogna l’ostentar vezzosi un pajo d’occhiali a goccia con le lenti azzurrate, molto anni ’80 e un po’ anche alla Leone di Lernia, a voler esser capziosi.
E ciò perché: 1) mentre alzi pesi o muovi il cvlo, non par bello né sta bene averci gli occhiali da sole, ancorché azzurrati e ancorché abbiano (essi) la doppia funzione vista-sole; 2) puoi ricordare ancor di più Tackelberry, magari proprio mentre è al poligono di tiro e fa esercitazione con qualche enorme pistola fuori dotazione & ordinanza col ghigno in faccia. Se, poi, quando ridi pari ancora di più lui, la soluzione può essere: ma sei Tackleberry (David Graf)? E – nel caso – perché vai in palestra in Italia? Perché nessuno ti chiede l’autografo? E perché dopo Scuola di Polizia non t’hanno fatto fare nessun altro film?
Comunque sia, a voler essere onesti, Tackleberry® non ha altre prerogative: non puzza, non è molesto, non insidia il muliebre consesso poppe-cul-mostrante. Solamente, è uguale a Eugene Tackleberry (David Graf), il quale tutto sommato – altro che Mahoney! – era il personaggio migliore di Scuola di Polizia. Indi, a Tackleberry® va tutto il nostro appoggio & ammirazione. O anche no.

maggio 17, 2007

Tempo d’estate, anche se purtuttavia piove (in realtà non piove, e non è nemmeno estate), c’impone novellamente di dar la via dell’etere (etere?) all’enimmìstico cimento, col quale uno suol murare i mIttoni AHAHAHAHAHAHAAHAHAHAHAHAHAAHAHAH oioiquestaeraveramentebella AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH maorabastaridere

FORSE NON TUTTI SANNO CHE…

Se vi sedete tipo dal dentista o anche dal barbiere o in una qualsivoglia sala d’attesa, vi potrà capitare di aprire una delle riviste che il tytolare/inserviente ha impilato sul tavolo pélla gïoja e ‘l diletto dei pazienti/clienti. Certo, a meno che non fissiate il vuoto pensando a problemi di statistica e/o numisimatica, ma son pochi quelli che lo fanno, va detto. Quindi, se per caso aveste sfogliato l’edizione di OGGI di qualche giorno fa, vi sareste imbattuti in notizie quali “Maria de Filippi porta il cane a fare i bisognini”, e “John Woodcock ha la moto di Rambo – lui ci fuggiva dalla polizia, il pm ci passeggia”, e badate che son cose verissime, giuro potessi perdere il sopracciglio destro, per cui non mettetevi a pensare ma questo qui che s’inventa o bada come esagera, speriamo moja, perché sennò m’incazzo vengo a casa vostra e vi rigo la Volswagen Jetta (e/o Lancia Prisma) color nocciola che di sicuro custodite gelosamente in garage a imperituro quanto monumentale monito della vostra imbecillità.

Il pres. operajo Silvio Berlusconi s’è recato a un comizio elettorale presso Conca Fallata (prov. di Topesio) e ha dichiarato “io sono tutto perché sono un secchione. Volete la tabellina del nove? To’, la so a memoria”. Poi salutando con la mano, ha involontariamente rivelato a tutti che s’era scritto il cognome del candidato del suo partito alla Provincia (una qualche ex-velina o conduttore di acutissimi programmi mediaset), nonché il nome di una fabbrica del posto, vanto & gloria della zona (la S.F.O.P.E., Società Fondata Per Errore, specializzata nella produzione di Prese Sciuco e altre materie plastiche però tuffate nella merda per fargli acquisire pregio & consistenza). Sentendosi osservato, ha dovuto rivelare: “non mi sono scritto sulla mano, è che mi stanno venendo le stimmate” Sì: proprio comappadrepie.

Il più potente disinfettante in natura resta a tutt’oggi la salamoja, seguita dal tonné, salsa composta da 100gr di tonno pinna gialla, un cucchiajo di majonese anziana, manciatina di cappery acetati e strusciatina d’acciughe non troppe sennò torna a gola, frullate tutto a velocità smodata quanto rischiosa, incorporate un ovulo malefico (sì, lo stesso che faceva da confidente a Belsatan in Paul&Nina) poi servite sopra un bel pezzo di cartone da imballaggi così risparmiate sul roast-beef tanto chi vuoi che senta la differenza una volta che c'è la su' salsina. I Sumeri solevano utilizzare entrambi i preparati come panacea per le ferite di guerra e per le escoriazioni, oltre che per fermare le emorragie interne. Il fatto che siano tutti morti non depone esattamente a favore di questa pratica ma è uguale, voi provate lo stesso poi mi dite.

La prima poesia di Giovanni Pascoli testualmente recitava “ho dato il mio cazzo come sorpresa / dell’uovo di pasqua e / nessuno lo volle”. Tuttavia, avendo egli subito feroci stroncature in merito, tra cui quella di un critico del calibro di Vitangelomaria d’Alessio (progenitore del noto cantante pelato quanto molesto), abbandonò ben presto tale stile e produzione, ripiegando sulla ben più dubbia e scipita poetica del fanciullino, a cui deve la sua odierna fama.

maggio 14, 2007

SU DAI, PARTECIPATE TUTTI AL KICK-OFF AZIENDALE DEL 25 MAGGIO P.V.!


Eccovene uno stralcio del programma. Pigliatelo e soffocatevici, sì ma dal culo.
Nella prima giornata, dopo il Meeting Motivazionale, potrete prendere parte al Torneo di Calcio Balilla Umano e, a seguire, alla cena di gala; domenica invece ci ritroveremo tutti per un ultimo momento conviviale: i partecipanti, opportunamente divisi in teams, dovranno procedere alla costruzione di una piccola struttura ricettiva in legno, presso cui si svolgerà quindi la cena di chiusura, con barbecue e grigliata mista.
Si consiglia un abbigliamento consono alle varie situazioni/eventi.

Con le nuove organizzazioni snelle, non c’è più tempo di spiegare a ciascun impiegato che cosa deve fare: deve capirlo da solo. Purtroppo questo non avviene, e il risultato è che oltre il 60% del tempo degli impiegati non produce alcuna ricchezza. Oggi un seminario nuovo e profondamente formativo spiega ad impiegati e quadri che cos’è la produttività nel lavoro di concetto, come essa si misura, quali sono le regole per capire le priorità e come bisogna organizzarsi per essere efficaci ed efficienti, operando in team.
 
Il seminario si propone di insegnare tutta una serie di capacità di base che, per quadri e impiegati, spesso vengono riassunti nell’espressione “saper lavorare”. Il dipendente ne ricava una guida che gli consente di stabilire le priorità del proprio lavoro in base al "valore prodotto" e impara ad organizzare il proprio tempo in maniera efficiente, trovando il tempo per le cose importanti e non solo per quelle urgenti. Alcuni clienti l'hanno definito "il corso che insegna a lavorare", e "imperdibile per i neoassunti". Questi gli scopi:

- orientare il proprio lavoro alla produzione di Valore, al servizio al cliente e alla redditività aziendale;
- capire da soli quali sono i compiti prioritari, assegnandovi il quantitativo di tempo più opportuno;
- definire obiettivi, programmare azioni, predisporre risorse;
- saper lavorare in gruppo (ed eventualmente dirigerlo);
- lavorare con responsabilità ed essere affidabili;
- saper motivare, addestrare, condurre;
- sapersi automotivare, essere facile da guidare e dirigere.

Contenuti orientativi:

- Il compito fondamentale nelle aziende: produrre Valore.
- Esempi di azioni che generano Valore e di azioni che non ne generano.
- Come si scelgono e si definiscono gli obiettivi nel breve, medio e lungo periodo. Le priorità.
- Che cosa significa assumersi una responsabilità. Come e quando bisogna farlo. I controlli.
- Come si comunica verso l’alto e verso il basso.
- Come gestire il tempo. Il corretto uso dell’agenda.
- Come si lavora in gruppo. Come condurre un gruppo senza avere potere gerarchico.
- L’uso delle emozioni per motivare i collaboratori, dipendenti e non.
- Tecniche di addestramento e conduzione operativa.


LA VS. PARTECIPAZIONE È ASSAI GRADITA & CALDAMENTE CONSIGLIATA. RICORDATE:


NELLE AZIENDE ECCELLENTI, KICK-OFF È UN MUST PER I NEOASSUNTI E PER COLORO CHE CAMBIANO POSIZIONE O REPARTO!

maggio 11, 2007

Forse ancor meglio che rinascere Bachino dello Sputo. Perché lavorare, far casini, esistere, sbattersi & dibattersi fra mille e inutilissimi problemi & noje?
La cosa ci dà anche l’occasione di citare – il che fa sempre bene – Kurt Vonnegut, il quale se n’è andato qualche settimana fa. Pace a lui. A noi è rimasto il nazi-papa GioventùHitleriana, il quale ora va in brasile a scomunicare chi approva l’aborto, e predicare l’astinenza ai giovani.


“Nella realtà, l’animale in questione poteva superare il metro di lunghezza, e avere un aspetto non meno terribile di quello di un drago cinese. Nondimeno, era innocuo per ogni forma di vita (fatta eccezione per le alghe marine) né più né meno come una salsiccia. Tale è la sua vita ai nostri giorni, una vita che non è mutata rispetto a un milione d’anni fa.
Non ha nemici di alcun genere. Di conseguenza se ne sta immobile in un luogo qualunque, lo sguardo fisso su un punto imprecisato che non è vicino né lontano; e non vuole nulla, non si preoccupa di nulla fino al momento in cui avverte lo stimolo dell’appetito. Allora dondolandosi arranca fino all’oceano, e si avventura nelle acque senza nemmeno dare prova di spiccate virtù natatorie, spingendosi a qualche metro dalla riva. A questo punto scompare sott’acqua come un sommergibile e si rimpinza di alghe che, allo stato naturale, non sono digeribili. Per renderle tali, è necessario cuocerle.
Pertanto l’iguana marina riemerge in superficie, ritorna a nuoto a riva e si risiede sulla lava, in pieno sole. Usa se stessa a guisa di casseruola munita di coperchio, arroventandosi sempre più mentre il sole va cuocendo le alghe. Continua a tenere lo sguardo puntato a mezza distanza, senza osservare niente di preciso, comportandosi esattamente come prima con una sola differenza: ora di tanto in tanto sputa acqua salata, e ogni volta è sempre più calda.”

maggio 10, 2007

Davanti a un lungo e sottile bicchiere di prosecco. Salatini e olive; roba fine. Il bar si chiama Sumo, chissà perché. C’è poca gente, e i tavoli sporchi. Jackson poi fa:
“allora, chi ti è toccato oggi?”
E Ratiger si passa una mano fra i capelli e allontana il nodo della cravatta dal collo. Reprime una specie di rutto; poi:
“no, una bella giornata… prima m’hanno mandato alla redazione di una rivista culturale,  Cultura&Disagio si chiamava, una cosa fantastica, c’ho pure trovato due persone che avevo già visto, pensa. Le chiamavamo I Topi”
Jackson interrompe il sorso a metà. Chiede:
“I Topi?”
“Sì, I Topi; erano sempre in coppia, e una delle due aveva ridicolissimi ciuffetti ingelatinati a boccolo e andava in giro con un orrido cappellino da pesca-a-mosca però di velluto. Aveva pure il coraggio di mettersi la minigonna, tutta stecchi com’era. L’altra era un po’ più in carne, ma aveva gli stessi tratti della prima, se non peggio. La cosa simpatica è che non erano né sorelle né parenti, però si assomigliavano. E una assomigliava a un topo, e quindi l’altra pure. Si erano trovate, diciamo così. I Topi. Ma due topi veramente brutti, ti giuro… sì, facevano l’università, si mettevano sempre in prima fila, annuendo a qualsiasi cosa venisse dalla cattedra. Mi par di ricordare che una c’avesse pure la voce stridula”
“due bei tipini, insomma”
Ratiger gesticola, per sottolineare le parole. In una mano ha un’oliva. La mette in bocca, e un po’ masticando fa:
“veramente odiose. Specie la prima. I Topi. E poi passano gli anni e te le ritrovo che hanno fondato – o ci lavorano, so un cazzo io – questa rivista di poesia e impegno e-quel-cazzo-che-sarà, tutta piena di spocchia e importanza, e ci scrivono loro e c’ospitano i poeti locali, gente che pubblica il suo libro con l'editore di ‘sta minchia e va a giro convinta d’aver detto cose fondamentali per la salvezza e/o l’accrescimento estetico dell’umanità. Prima di mandarmici, me ne hanno dato un numero, di Cultura&Disagio. Per darmi la carica, cose del genere”
“wow… e è servito? Che c’era scritto?”
“Cumuli di stronzate, come sempre. Ascolta:


Così, quando all'improvviso, ma lentamente,
il volto cade in un campo asciutto
e gli occhi sono lepri zoppicanti in una piana esposta
mentre nella mascella il tendine s'allenta
e qualcosa sotto pelle ancora si contrae,
non voltarti mai e non accelerare,
ma recando un'ultima volta il pensiero
ai tuoi monti e al tuo mare
dai inizio e seguito al duro parto della fine


Silenzio. Jackson beve un sorso di prosecco e fissa l’altro, che ha richiuso la rivista e la tiene in una mano, come un tubo di smarties d'orrori & amarezze. Sorride, sogghigna; poi scoppia a ridere. Riesce a dire, scuotendo la testa ogni tanto:
“cazzo. Il duro parto della fine. Ti sei divertito, eh?”
“Già che c’ero, sai… caccia grossa! Alle lepri zoppicanti in una piana esposta. Tu invece?”
E Ratiger si adagia meglio sulla sedia, passandosi una mano sulla faccia, a coprire uno sbadiglio. Ascolta l’altro che racconta.
“Be’… oggi niente di che, ordinaria amministrazione. Un Game-Tester, una donna in carriera... Ieri, però… un’asta del fantacalcio. Sai, la bella combriccola di cerebrolesi che stava comprando Toni, Seedorf, Materazzi; tutti seduti lì, coi loro fantamiliardi e le pagelle dei giornali sottomano. Una delle giornate più belle della mia vita!”
A Jackson si sono illuminati gli occhi, man mano che racconta. Ratiger commenta e scandisce le parole lento lento, come meditando a voce alta:
“il fantacalcio. Il fantacalcio. Quelli del fantacalcio son soddisfazioni”
“ehi, non lamentarti troppo... hai avuto una rivista culturale, oggi!”
E si alzano, finito il prosecco e le olive e i salatini. Il bar Sumo è sempre mezzo vuoto. Jackson dà due pacche sulla spalla a Ratiger, che ha la cravatta quasi al secondo bottone. Fa:
“Ed ecco un’altra dura giornata di pulizie che se ne va. Bella, la vita…” 

maggio 08, 2007

EHI, TU! TI SPOSI E TI OBBLIGANO A FARLO IN CHIESA SENNÒ LE TUE NUMEROSE BIS-ZIE NON TI FANNO IL REGALO? PERCHÉ SPRECARE ENERGIE LA SERA, MAGARI DOPO UNA STRESSANTE GIORNATA DI LAVORO, PER FARE IL CORSO-PREMATRIMONIALE, INSIEME A GENTE CHE NEMMENO CONOSCI, COL RISCHIO MAGARI DI TROVARCI RUMBO®, TUO COMPAGNO DI CLASSE ALLE ELEMENTARI, MOLESTO & GREGGIO GIÀ ALLORA E ORA AL PESO DI 140KG E COL VIZIO DELL’URLO SMODATO & CONTINUO? DA OGGI PUOI FARLO ON-LINE, COMODAMENTE ADAGIATO IN POLTRONA, COI CONSIGLI DI DON PAPPAPERO, DELLA PARROCCHIA DI SANTA FAIDA PRESSO CAMPO-DARSEGO-A-BRUSCONE (prov. di RAMINO)

PRIMA LEZIONE
(*)

Figliuoli, cominciamo.
Perché siete qui? Perché – suppongo – credete. E in cosa credete? In Dio? Ma chi è Dio? L’Entità che ci ha creato. E, domandiamoci, perché ci ha creato? Perché Dio è amore, e da lui prende inizio ogni cosa. Certo, serve fede. Si può credere in altre cose. Certo, alcuni possono pensare diversamente. L’evoluzionismo, ad esempio. La teoria Darwiniana, ci sarà qualcuno di voi che dice. Ma la teoria Darwiniana – vi dico una cosa – è una teoria, non è scienza. Non è scienza: è un’ipotesi. E un’ipotesi ha bisogno di essere provata. Di prove. Fatti concreti. E a tutt’oggi non è possibile provarla; non ci sono abbastanza fatti. Darwin non è scienza. Così la teoria del grande big bang. Sì: mi dice di questa massa gassosa, quest’esplosione improvvisa, da cui ha origine tutto… ma chi l’ha messa, lì, questa massa gassosa? Non lo sappiamo. Non possiamo saperlo, né oggi, né domani, forse; per quanto… chissà fra duemila anni che tipo di uomo ci sarà; fra tremila… ci sarà un uomo, fra tremila anni? La terra? Come sta trattando la terra, questa grande scienza? Sta distruggendola, la terra, la scienza. Quando ci dice del buco dell’ozono, dell’inquinamento… Sta trattando molto male la terra, la scienza. Comunque sia, anche volendo ammettere questo big bang: chi ha dato il via a questa massa da cui poi, forse, ha preso origine tutto? Non si può negare che un’evoluzione della specie ci sia stata, ma da cosa ha origine tutto? La scienza non ce lo può spiegare. E io vi dico una cosa: anche ammettendo il punto di vista di questa grande scienza, mi è più razionale – razionale, dico – pensare a un Dio causa di tutto; al vertice, al di sopra di tutto, sempre esistito e che sempre esisterà, in eterno; un Dio che a un dato momento, nel suo infinito amore, dà il via alla creazione. Più razionale. Poi mi sta bene che uno scienziato mi spieghi tutte le cause, ciò che ne è derivato, ma intanto... intanto: nella Genesi – voi conoscerete certo il libro della Genesi – ci dice che Dio creò il mare e la terra, il cielo e gli animali. L’uomo e la donna. E vide che era cosa buona. Quindi: perché voi siete qui, come coppia? A un dato momento vi siete incontrati – ognuno avrà la sua storia, i modi con i quali vi siete incontrati – e vi siete sentiti attratti. È naturale. Perché Dio ha voluto così. Dio ha messo amore in ognuno di noi, quell’amore per cui naturalmente l’uomo è attratto dalla donna. Dio creò l’uomo e la donna e vide che tendevano l’uno verso l’altra. E vide che era una cosa buona. Maschio-Femmina. Attenzione: non Maschio-Maschio, o Femmina-Femmina. Maschio-Femmina. Questa è la cosa naturale. Così c’è scritto sulla Bibbia, così ha detto il Signore. E la risposta della Chiesa non potrà mai essere diversa, sull'omosessualità. Quando disse andate e moltiplicatevi, Dio si rivolgeva a ciò che aveva creato, Maschio-Femmina. Quindi non sarà mai possibile ammettere diversamente, perché ammetteremmo una cosa che non è né giusta né vera. E tutte queste richieste di oggi, Dico, Pacs – oh, per carità non voglio far politica eh? – e questi politici così, così… questi politici che, per ragioni di opportunità o di moda, o chissà quali altre… insomma questi politici che gli vanno dietro – destra, sinistra, fa lo stesso… ripeto: non voglio entrare nel merito, far politica, eccetera – sbagliano, perché vogliono legittimare qualcosa che, uso un termine forte, è una bestialità. L’uomo è uomo e deve comportarsi da uomo; la donna deve comportarsi come una donna. Quello che dà noia è che qualcuno lo ostenti, lo voglia mettere in mostra; magari pure facendosene un vanto. Si parla di apertura, di orientamento culturale. Di scelte culturali. Che facciamo? Oggi per l’orientamento culturale mi sento una donna, e mi comporto da donna; domani mi sento un uomo e mi comporto da uomo? Ma scherziamo? Sono bestialità. L’omosessualità è la diretta conseguenza dei divorzi, delle separazioni. Perché se il babbo e la mamma divorziano, nel bambino si ingenera tutto un meccanismo per cui poi non riconosce più le due figure, paterna e materna, e quindi arriverà a sovrapporle e far confusione. Un domani magari si sentirà autorizzato a far lo stesso, o perderà la sua identità. Perché anche il matrimonio va difeso, e - io vi auguro tutta la felicità possibile, e di farlo durare per sempre - sapete anche voi che a volte stare accanto a una persona può essere difficile, a volte. E chi lo difende il vostro matrimonio? Voi stessi, e soprattutto Gesù Cristo, che vi è sempre accanto. Quante volte avete incontrato Gesù, nella vostra vita? La nostra fede è proprio questo: incontrare Gesù. Perché anche il matrimonio non è scontato; è difficile: mettete il caso che - non so, faccio per dire - il marito la sera torna a casa, dopo una giornata di lavoro, ed è stanco perché gli è andato tutto male, ha bisticciato con il collega, ha sbagliato qualcosa, e via così. Torna a casa e vorrebbe, tipo, trovar la cena pronta. E non la trova perché magari anche la moglie ha avuto una giornata storta, a casa, e quindi niente. E la tensione si accumula, l'uno la scarica addosso all'altro magari, e si arriva poi ad andare a letto, la sera, uno da una parte e uno dall'altra, e non si parla neanche più, ognuno per conto suo. Quante volte può succedere? Questo per dirvi che non è facile, anche il matrimonio. E quando ci sono i problemi - mi raccomando a voi, sappiatelo sempre - non andate a buttare via i soldi e rovinarvi da chi farà solo il vostro male, prendendosi quei soldi e distruggendo tutto. Avete sempre vicino qualcuno che può aiutarvi. Non andate da avvocati, o piuttosto psicologi, o chissà cos'altro: alla fine sono tutti d'accordo - per carità, grazie a dio c'è anche chi fra questi fa il suo mestiere onestamente, eh? Non voglio insinuare niente; ma spesso sono solo dei ciarlatani che non sanno niente e fanno tutto solo per prendersi i vostri soldi e non risolvere nulla, o anzi rovinare tutto. Andate da un prete, andate da Gesù. Lui, e ancor di più Gesù, vi ascolteranno. E non vi chiederà neanche nulla.
Ok, direi che per stasera ci fermiamo qua. Siamo andati un po' a braccio, stasera; la prossima settimana vedremo di parlare un po' più nello specifico. Vi leggerò il passo delle nozze di Cana e poi ne parleremo insieme. Ora andate. Ci vediamo qui lunedì prossimo, stessa ora.


AMEN



(*) giuro, sotto pena della corda™, che è tutto meravigliosamente vero

maggio 04, 2007

Da’ più buî recessi di quella putridissima Terra di Mezzo (un po’ merda, un po’ fango - e comunque Terra di Mezzo sì, ma a' coglioni) che è la vita, altri RECORD-DI-PALESTRA escono alla luce. S’abbagliano e muojono, come falene impazzite d’alacrità. Ah, qual mi son poëta! Ah, somma arte di parola! Oioi, il ritorno a gola…

ANZIANITUDINE MOLESTA®
Io vi battezzo coll’acqua; ma verrà qualcuno che vi battezzerà col fuoco, ebbe a dire qualcun altro. Che è come dire: vi ci vorrebbe un po’ di guerra, a voi giovani. Sicché. Sicché Proteina® era niente, confronto a Anzianitudine Molesta®, il quale ha pantaloncini ascellari, canta arie d’opera che conosce solo lui nello spogliatojo e ti racconta dei bei polpacci che aveva tempo addietro, quando andava sul bicyclo, che lui lo consigliava anche al nipote che non lo stai mai a sentire e racconti di gioventù e ciarle vane e continue e tantissima altra roba aneddotica. Più che tutto, son moleste le spiegazioni sull’idioma anglofono:
“BOAT-RACE, c’hai scritto sulla maglia... Eh, vedi? BOAT-RACE, non RACE-BOAT… sì, perché in inglese si invertono gli aggettivi... io lo so… eh. L’inglese è così, l’inglese inverte le parole rispetto all’italiano. Lo sapevi, te? Eh? Sicché BOAT-RACE vorrebbe dire barcabarca… che vuol dire RACE?”
“Gare?”
“Ecco, sì: gare barcagare di barca, allora… vedi, vedi? L’inglese è strano eh? Io lo so, inverte tutte le parole…”
Anzianitudine Molesta® vi vuol bene. Anzianitudine molesta® cares about you (and your fuckin' mum).


SPALLE-A-GRUCCIA®
Ma come, COME dimenticare il povero, povero, povero Spalle-a-Gruccia®? Nocchìno sapido nel coppino & fryzione a strisciar la cvte per punir la dimenticanza, rrrapido.
Un bambino piccolo, alto un metro e tre quarti di fava, ai tempi delle elementari. Coi capelli rossi e le lentiggini, sempre allegro e sempre a raccontar a tutti delle parate che faceva quando giocava a pallone cogli amici. Il di lui padre aveva i baffi e pochi denti. Ah, be’ teNpi, quelli spensierati della puerizia elementare, allorquando si menava tutti insieme il Torchia o s’appiccava il fuoco alle talpe! Ah, nostalgia! Ah, mossa di corpo!
E comunque. Comunque gli anni passarono e Spalle-a-Gruccia®, evidentemente frustrato perché nano™, rispuntò fuori in una palestra, gonfio come pochi, torvo e coll’espressione dura & cattiva. Sempre incazzato e amarissimo – si badi, non già la rabbia irosa e livida di Filippo Argenti, “‘l fiorentino spirito bizzarro / [che] in sé medesmo si volvea co’ denti”, come chiunque ben saprà (e se non saprà, ‘l budello di so’ ma’; ah la rima, LA-RI-MA!); quanto, dicevo, quella scura e risentita dei minatori britannici negli anni del Thatcherismo, o dei Vinti di Verghiana memoria, per certi versi di Darth Vader – e, più che tutto, colle spalle a gruccia. Verso il basso, come un omino da panni. Come il carattere, anche il fisico s’è rassegnato contro l’ineluttabilità del fato avverso, ma non per questo è meno bilioso & stizzoso.
Spalle-a-Gruccia® quando ti parla ti dice solo cose brutte, cogli occhi bassi e fissi, muovendosi a scatti con acredine. Sta con una che par la mamma di Trinità, con tutto ciò che questo dato comporta.

MÌLCO®
Mi ricordo, sì mi ricordo, di Mìlco® che quand’ero piccino abitava nel palazzo accanto al mio. Di lui conservo solo quest’immagine: lui che sta scavalcando la ringhiera che divide i due cortili per venire a giocare nel mio, con me e il nanissimo Miccardino®. Mentre lo guardo fa una faccina come dire: posso? Ma ormai è già di qua, o digli qualcosa. Poi si trasferì, tipo a Satriano di Lucania o Ca’ da BoscoRalle ora non ricordo bene; ma per quel che conta, chi stracazzo se ne frega. Pensavo fosse morto & sepolto. E invece. Mìlco®, il quale si chiama veramente così, all’anagrafe (giuro), e c’ha i capelli gialli e la testa a palloncino, comparve in palestra, al pari di Spalle-a-Gruccia®. Flaccido e coll’accenno di epa incipiente, forse per fermare i segni dell’età Mìlco® si diede a mulinare i braccini e le gambette nella pugna physica, vestito da pensionato ma con lo zaino dell’Invicta, sempre colla testa a palloncino sua e’ capelli gialli. W Mìlco®! Mìlco®... ahahahahahahahahah

maggio 03, 2007

Tempo d’estate (estate?), tempo d’animate pugne enimmìstiche, sotto l’ombrellone con accanto una bella bottiglia (tèpida) di SPUMADOR® – Dissetante, Rinfrescante, Ingiallente
FORSE NON TUTTI SANNO CHE…
qualsiasi cosa tu possa dire, va ineluttabilmente a finire in merda™. Provare per credere. Try and See.

La sindrome detta Bruxismo Notturno consiste nel serrare, digrignare e sfregare i denti durante il sonno. Oltre ad essere una gran brutta cosa, tipo per chi vi vede (se qualcuno vi vede, sennò può anche andare bene così), nei casi più eclatanti e/o aggravati uno ci sta che – dai oggi, dai domani – si cài pure addosso a seguito delle continue contrazioni & tensiony, svegliandosi quindi in un piacevolissimo bagno di MerdaTiepida™. La malattia – gravissima, fidatevi – va curata con una testa d’aglio ai piedi del letto e una radice di mangrovia immersa nel latte, sotto il cuscino.

Il Tapirodonte Crepuscolare è animale introverso e assai poco incline alle giovialità, tanto che se alcun s’intende – chessò – d’invitarlo per un pokerino, o per un aperitivocenapranzocolazioneviapoinversilialballodugenteuryaingressoecistailargo a base di Liquor di Piscio™ (o era lo Strega?), o a vedere l’ultimo film di Muccino, questi si schernisce con una zampetta, scuotendo energicamente la testa e abbassando la coda, l’espressione smarrita & tenera, il musino triste & dimesso – una gran bella immagine non fosse che nel contempo molla scorreggioni paurosi, frutto di un prolasso intestinale da inveterata timidezza & ritrosie. Dietro insistenze maggiori, dà la stura alla cacca, anche come arma di difesa e per sminuire l'avversario.

La merda sarebbe un ottimo colore per tinteggiare le Vs. spett. pareti. Coprente, uniforme, perfetto. Peccato per l’odore, ma vedrai qualche scienziato/équipe di ricerca in questo momento starà di sicuro studiando il metodo per ovviare a questo spiacevole inconveniente. Quando avrà scoperto il modo, vedrai daranno di sicuro la notizia al TG2, magari dopo quella sulla varietà delle suonerie dei cellulari, o quella degli esperti che consigliano cosa mangiare quando fa caldo.

A Trebaseleghe (provincia di DavidGnomo), tempo addietro, è stata installata una fabbrica per la lavorazione e il raffinamento del petrolio grezzo. L’autore del complesso era il celeberrimo architetto Scoppia, congiuntamente a un pajo d’ingegnêr del ferro, nemmeno nominati nel progetto in grazia del sacrosanto principio di manzoniana memoria riguardo a chi è “vil meccanico”. Al momento dell’inaugurazione, alla presenza anche di Don Pappapero, parroco e avanzatempo vescovo del paese, l’alta dirigenza della fabbrica si è resa conto della effettiva quanto totale mancanza di petrolio, in tutta la provincia di DavidGnomo & dintorni (fra cui la monumentale e verdissima Val Ritrosa). Dopo attimi di smarrimento, si è deciso di rimpiazzare la materia prima in questione con la merda. A tutt’oggi la fabbrica funziona a pieno regime, ed ha pure proceduto all’assunzione di un Addetto al Monitoraggio delle Attività Connesse al Gestionale™. In sostanza, uno che guarda quelli che rimestano la colata di merda, al fine di farle raggiungere la giusta consistenza e densità.

Clara Wieck Schumann, la moglie di Robert Schumann nonché ottima pianista figlia del di lui maestro Friedrich Wieck, intima confidente (per qualcuno amante, ma solo dopo la morte del marito) di Johannes Brahms, m’assomiglia tantissimo alla mi’ bisnonna Argia. O uguale, eh! Che fosse lei? Eh? Eh? Eh?