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novembre 28, 2010

Le persone spesso non sono nient'altro che dei vuoti che attendono solo di essere riempiti: tu sei programmato per fare questa azione; tu quest'altra, tu quest'altra ancora.
Il vuoto dentro, una volta riempito, dà una sensazione di felicità o magari completezza, con qualche incrinatura in pochi ma costanti episodi: i primi tempi di un matrimonio o di un amore; la nascita di un figlio; una possibile crisi di qualche età in cui puoi renderti conto di esserti modellato tuo malgrado su questo riempimento, magari troppo, o troppo a lungo. Dei tre, il secondo è l'episodio che ha più alte probabilità di verificarsi. Troppo ovvi motivi; ma solitamente resta episodio - un po' più lungo, con qualche strascico, ma più che altro aumenta l'affanno del vivere, una certa rabbia, un po' di angoscia, che magari viene compensata trasferendo aspettative e desideri di realizzazioni, affermazioni e scalate che nemmeno sapevi di avere in chi ha ingenerato il processo. Il primo è nulla più che un idillio - bello, intenso, pulito, di pura felicità: come neve, copre del tutto il vuoto e quel che magari lo ha riempito; ma, come neve, fa anche presto a sciogliersi. Il terzo è l'episodio più complesso, perché riguarda proprio la persona, che si riscopre come tale: se ti affacci sull'orlo vedi quello che era il vuoto e ciò che esso contiene, e di per certo non ti piacerà. È un farsi una domanda su se stessi, sulla propria identità, un indagare su qualche cosa che spesso porta al niente o che comunque è veramente troppo difficile da chiarire. Si può anche andare in pezzi, andare in pezzi per davvero.
Bisognerebbe forse non farsi domande, marciando dritti verso il tritacarne che c'è alla fine, ogni tanto magari sostando nelle oasi che ci son date o che magari ci creiamo e che riempiamo con le nostre aspettative? È questa la felicità?
Siamo solo esseri desideranti, e il concetto di realizzazione è totalmente illusorio, niente più che una tensione, una meta - il nulla, in realtà, verso cui tendiamo inutilmente, restando dei vuoti che si illudono di desiderio e aspettativa - pura energia che ci danneggia, o c'è qualcosa di più?
Lo vedo dalla finestra della camera: oggi fuori piove, e il cielo è grigio. Molto grigio.

novembre 27, 2010


EPIFANIE (FORSE, QUASI)

Ti può capitare di essere a Bologna, e girare tra Torri Asinelli Nettuni e Berengar
î (tra l'altro, notevole la torre Azzoguidi, così detta probabilmente dal modo in cui si rivolgeva il capofamiglia al rampollo della stessa, commentanto la frequenza con cui a quest'ultimo alla guida d'una Mini o d'un Gippone, veniva ritirata la patente - alle volte, a sperdersi nei vicoli!) così, senza meta né scopo, da un portico all'altro, la gente che passa veloce e tutte le 'e' al contrario. Anche se magari ti maledici perché ti sei scordato la macchina fotografica in hotel e – ovviamente – è una giornata limpida e serena (il giorno dopo, pioverà, stanne pur certo), una di quelle giornate invernali in cui l'aria ricorda le mele croccanti e l'odor delle frugiate, per caso ti trovi a passare sotto un portico antico, il palazzo di Re Enzo, san Petronio in restauro, via Pescherie Vecchie e poi la via degli Orefici, e senza nemmeno renderti conto sei seduto a una botte, fuori, solo, in attesa di un tagliere misto salumi e formaggi con spruzzata d'aceto balsamico e un cestino di pane dalla strana consistenza nonché probabile presenza di ciccioli nell'impasto, e guardi le persone e tutti ti sembrano più belli, mentre un cameriere con la barba ti consiglia un calice di Montepiròlo rosso e ti dice son burbero e grezzo però son simpatico - in realtà nemmeno lo dice a te, ma a due ragazze sole sedute due botti più in là; ma fa niente, a te ha solo consigliato il vino e tanto ti basta, il simpatico lo faccia con loro, certo.
Per inciso, poco oltre c'è anche una fiera del cioccolato, e i banchi da cui sei passato per arrivar fin qui hanno levato al cielo un odore che non lasciava certo indifferenti, fra la frutta e gli utensili e altre notevoli sculture.
Ti può capitare allora di appoggiare i gomiti alla botte e affondar la faccia - il posto si chiama Tamburini, ed è una salumeria, gastronomia, enoteca, di tutto un po' - nel dorso delle mani, mentre il sole, per quanto può farlo, ti scalda: tu apprezzi e resti lì, e tra gli altri passa un ragazzo - un basco magari da donna sulla testa, un cappotto di maglia di lana molto probabilmente da donna infilato, un foulard quasi sicuramente da donna al collo, una borsa sicuramente da donna nella mano; parla al cellulare, quella voce un po' così; ti sembra anche abbia gli occhi sottolineati a matita: tu ti gratti la barba e sorridi, mentre arriva il tuo tagliere il tuo pane e il tuo calice e una donna petulante col marito e un cane nero e marrone – un cane di dubbio gusto anche nell'abbinamento dei colori, parrebbe, non fosse che a quanto ne sai i cani vedon tutto in bianco e nero e quindi cosa ne può sapere lui, dei colori – che si chiama Lapo si fanno spazio per arrivare alla botte dietro la tua e sedersi, la donna che comincia a armeggiare col fungo perché dice che ha freddo e se quello non parte lei s'alza e se ne va - il sole, quel sole, a lei non basta, povera donna. Lapo, per conto suo, s'è già posizionato sotto il tuo sgabello, e quando il fungo si accende ti senti anche il debole caldo sulla schiena, la donna che ti chiede cos'hai ordinato, tra il gentile e l'inquisitorio.
Rispondi, sorridi, guardi Lapo lì sotto, che molto probabilmente è un cocker o uno spaniel o quel che diavolo vuole, ma non abbaia né sbava e questo è quel che conta: ti senti avvolto in una specie di cristallo di felicità, come esser dentro una caramella ripiena. Condivideresti qualsiasi cosa, in quel momento, e ti dici che la vita non fa poi così schifo e ti senti così pieno di non so bene quale sensazione e gentilezza e felicità e disponibilità: è un'atmosfera magica e forse dipende tutto dal tempo, non ti saresti mai detto metereopatico e invece pensa un po' alle volte, la vita, ti vien da pensare, mentre affetti la finocchiona e la avvolgi alla forchetta toccandola appena nell'aceto balsamico e poi via di piacer del palato - bravo Lapo, stai lì, mentre io levo questo pecorino, magari la coppa o quello che è questa roba strana te la passo, se la padrona non se ne ha a male!
Se poi mentre torni, dopo aver preso l'autobus al volo, come per caso, senza nemmeno dover attendere un minuto, ti capita anche di leggere che in zona si dà inizio ad un corso per Tecnico Superiore della Logistica Integrata e delle Spedizioni, e che questo tizio è un tale che opera all'interno di imprese industriali e aziende di servizi, nell'ambito della pianificazione, della gestione e del controllo dei flussi fisici dei beni e delle relative informazioni a partire dalla fornitura iniziale fino alla distribuzione finale, e che – bontà sua - ha una visione sistemica del ciclo logistico ed è in grado di gestire relazioni con gli altri attori del canale, sia all'interno che all'esterno dell'azienda; beh, se c'è anche questo, allora ti dici proprio che è stata una gran bella giornata, cazzo, mentre la ragazza seduta sul seggiolino di fronte si chiede probabilmente se sei scemo, a ridacchiare in quel modo mentre leggi quella pubblicità messa sopra la sua testa.
Probabilmente lo sei, e hai perso su tutta la linea, da sempre; ma non è che conti poi granché, no, oggi proprio no; che ostenti pure, lei, il suo sguardo fra l'imbarazzato lo schifato e il fisso, davanti a sé, e che tu non sia né oggi né mai un Tecnico Superiore della Logistica Integrata e delle Spedizioni: arriva la tua fermata, scendi, continui a ridere; buon proseguimento.
E buona fortuna, a chiunque faccia quel
corso.

novembre 25, 2010


...solo due parole, per esprimer solidarietà a chi sta occupando pacificamente scuole, università, luoghi d'interesse, eccetera, eccetera: se alla fine questo governo personale condotto da un caudillo in plastica & crine cadrà, magari portandosi appresso tutte le sue troie i suoi tirapiedi e le sue nefandezze, sarà assai più merito vostro che non della parte produttiva e cosiddetta "grande" della popolazione italica, (e avrete certo notato che non ho menzionato classi politiche di sorta).
Per dire, no: alle volte, non son solo i soldi che muovon - non dirò le idee; quello mai, o quasi - le azioni.
E sugli effetti dell'utilizzo di un cervello, meglio se proprio, non starò a perorare ulteriormente.

E, infine, due ciaffate a Emilio Fede - sia pure brutto a dirsi - non ci dispiaccion nemmen tanto. Certo, se il buon Giuliani, lo stesso dell'amaro, omonimo, quello che un tempo il salvatore nano della patria bevve a nostra salvazione, gli avesse buttato due monete ("toh, pezzente, còmpratici la dignità!"), sarebbe stato men greve e più adeguato, penso. Ma sul momento... l'emozione, l'agitazione, la cosa all'improvviso - scusiamolo via; siam malvagi comunisti, in fondo!
E chissà che fine ha fatto, a tutt'oggi, il perfido attentatore di Belpietro.
Vittima anche lui del clima d'odio posto in essere così, tanto per fare - come tutti, peraltro, fino ai mistificatori di Ballarò e l'armeria dei gladiatori a Pompei, venuta giù perché l'odio fa umidità.

novembre 17, 2010

LE POLITE AVVENTURE LAVORATIVE DI TVBJNGXYA©

In principio c'è una macchina da caffè espresso, nera e cromata.
Il caffè che ne deriva è qualcosa di osceno: acidulo, aggressivo, forte. Non buono né per lo stomaco né per niente altro; ma crea un attimo di pausa, un'oasi, un'illusoria stasi, ed è per questo ben accetto e vieppiù richiesto.
Comunque sia, la macchina funziona a cialde. Sul davanti c'è un'apertura, con lo spazio circolare del filtro, su cui viene adagiata la cialda. Sotto il basamento (e scolatojo) del piedistallo su cui viene poggiato il bicchierino in plastica c'è un'apertura longitudinale, con un pomello che scorre in orizzontale, per azionare un meccanismo va a chiudere il filtro, chiudendolo e stringendolo sulla cialda inserita. L'acqua, scaldata da una resistenza, passa dal filtro e – divenuta la spiacevole bevanda scura di cui sopra – confluisce in un tubicino metallico che si conclude a cannella, sotto il quale viene messo il bicchierino, a raccogliere il risultato dell'operazione. Il tutto si aziona economicamente con un bottone.

La cialda, tonda, ha la polvere di caffè pressata e racchiusa in un involucro di carta velina, con una linguetta per poterla maneggiare ad agio. Tu scarti la cialda, la prendi per la linguetta, la inserisci nell'apertura e compi tutta la sequenza di azioni che ti portano alfin ad ottenere il pernicioso liquido nero con un po' di ambita (?) crema marron, racchiuso in un parimenti dannoso contenitore di plastica che come minimo rilascia chissà quali sostanze nocive.
A seguito di tutto ciò, e goduto del tempo in parentesi di una giornata solitamente molesta, sarebbe buona norma riaprire il filtro e togliere - prendendola per la linguetta - la cialda, la quale altrimenti potrebbe:
- restar pervicacemente saldata al filtro, che detto per inciso (com'è anche ovvio che sia), brucia;
- lacerarsi, rilasciando inopportuna ed abbondante dose di polvere di caffè umida per ogni dove.
Perché mai, dunque, ogni qualvolta che Tvbjngxya© si trova a – bontà sua – essere assente, o a non aver maneggiato la suddetta micidiale macchina si trova innanzi a una cialda secca, lasciata stretta nel filtro e con esso spesso tutt'una, e – beffa ancor più grossa – con la linguetta magicamente sul dietro del filtro, quindi del tutto irraggiungibile ed inutilizzabile?
Perché tale apparentemente inoppugnabile rigor logico non è sistematicamente fatto proprio né da MothorynoKïedithore© né da HangoshyaPhermanenthe©? Cosa le/li muove, in luogo d'esso? Cosa alberga nel di loro material grigio o presunto tale?
E perché cazzo Tvbjngxya© deve quindi ogni volta bruciarsi i DITINI® e invocare un notevole pantheon di santi e/o beati fra cui Sant'Onelio Pacilli, anni quarantatré barrato, benigno protettor dei tennici delle macchine da caffè e di chi lo invoca, e don Pulmino Moneglia, tutelare nume di chi nel culo se lo piglia?

novembre 14, 2010

Pratica sempre il disinteresse supremo. Niente è così importante:
non le tue arrabbiature,
non le tue relazioni sociali,
non il lavoro,
non il sesso,
non il cibo,
niente.
Non c'è niente di così importante.
Tutto può esser fatto passare, e niente ti resta
tranne te stesso.
Accetta sempre nella giusta misura,
senza che niente ti turbi troppo
o ti ecciti troppo.
Equilibrio:
altrimenti la linea con fulcro centrale che siamo,
penderà da una parte o dall'altra.
Distacco:
Prima accogli te stesso, cercati,  trovati,
scopriti;
poi cerca -
se senti che qualcosa ti manca, (ammesso
che qualcosa ti manchi) - un'altra parte, qualcosa
da dividere con.
Mai il contrario:
ci si scopre sempre da soli e, in fondo,
siamo sempre soli, siamo sempre uno.
Impara ad apprezzarlo.
Il segreto è avere ottime fondamente
quando soffia il vento del cambiamento,
and may you stay
forever young.

Disinteresse, distacco, equilibrio -
in una parola, leggerezza:
e anche condividere sarà possibile.
La strada per la semplicità è un lungo cammino.

Che nessuno,
io per primo,
sa compiere fino in fondo.

novembre 13, 2010

E GUERRA DI MOZIONI, RICOMINCERÀ (MA YATTAMAN CORSARO...)
ovvero
MA TIRATE FUORI UNA LEGGE, UN DECRETO, UN PROVVEDIMENTO, QUALCOSA PER IL PAESE, BUFFONI!

Il programma di Fazio e Saviano, Vieni via con me, invita Fini e Bersani in trasmissione. Levata di scudi dei vertici rai, col simpatico Masi in prima fila, perché la cosa andrebbe a violare, dando spazio solo ad una (una?) parte politica, quella che un tempo tutti indugiavano beati nel denominare par condicio (poi la moda è passata? Ora va tanto stalking, chissà se il prossimo autunno tornerà il rosa confetto e il pitonato).
Certo, vien da chiedersi se gli stessi avrebbero fatto altrettanto qualora Fazio e Saviano avessero invitato, chessò, Gasparri e Cicchitto, Calderoli e Bondi. Nel frattempo, però, crisi di governo all'orizzonte. Fini, dopo un decennio o due di amicizia e fedeltà quasi cieca, si accorge che Berlusconi fa schifo, e abbandona il carrozzone. Bravo Fini, nel paese dei ciechi il monocolo è re, si dovrebbe dire, mentre ci aggrappiamo a te e ai tuoi lindi e nuovi moralisimi, assai poco convinti che tu sia il salvatore della patria. Sfiducialo, che attendi ancora? Che denunci qualche altra tua magagna? A Casini gli c'era voluto meno: e che, sarai peggio di Casini? Chiudi la porta in faccia al piazzista e ai suoi tirapiedi, che hanno tra l'altro appena partorito una nuova brillante idea, presentando una mozione di fiducia in Senato. In pratica, danno fiducia a se stessi, una specie di training autogeno modello mantra manageriale d'alto rango - io sono un vincente, io sono un vincente, io sono un vincente. Il partito che è - fino a prova contraria - al governo; che ha la maggioranza, che detiene il potere legislativo, che dovrebbe quindi, in una parola, governare, redige un documento in cui dichiara di confermare ulteriormente la fiducia a... se stesso? Come siamo bravi, come siamo belli, vai capo siamo tutti con te. Un filino autoreferenziale?
Ha un senso che sia uno, una mozione di fiducia del PdL nei confronti del PdL?
Ma sarà che gli antiberlusconiani son tutti quanti accecati dall'odio, devoti fuori tempo al comunismo e alle sue degenerazioni e ai suoi giornali e ai suoi oscuri poteri asserviti, e ben fanno i Berlusconiani a notare come gli questi gettino subito la cosa sul personale. Da dove tanto odio? Perché lui vi sta così sul gozzo? Perché lo offendete in tutti i modi possibili?

Vedi, palle, a me di Berlusconi in quanto tale, il Berlusconi padre dei suoi figli e amico dei suoi amici, magari titolare dei suoi beni, del satiro che non accetta il decadimento fisico della vecchiaia e mente - per dirla con Luttazzi - anche nei capelli, non me ne frega proprio un cazzo, e non c'ho proprio nessun astio o invidia (neppure, per esser chiari, per la  sua sfrenata vita sessuale tenuta alla faccia nostra con
fîacce di plastica a mezzo di probabili pasticche e polverine magiche).
A me, a noi, interessa il fatto che questo tizio è un criminale, un affarista senza scrupoli che ha costruito un impero sul raggiro, sulla frode fiscale, su accordi con organizzazioni malavitose, sulla truffa e su inenarrabili illeciti. Nel momento in cui ha sentito un accenno di cappio stringersi intorno al collo suo e di chi a suo tempo lo proteggeva politicamente (Craxi, a cui oggi - caso strano - si vorrebbero tributare onori postumi), si è gettato a capofitto nell'unico buco ove avrebbe potuto trovar  sicuro riparo: la politica, fatta stavolta direttamente e ad esclusivo uso & consumo dei propri interessi, come se - non foste manipolati da una tecnica (sia detto a vostro scorno!) nemmeno poi tanto sottile, che in maniera alquanto grezza vi vuole indurre a credere che i suoi interessi immediati e concreti siano i vostri e i nostri, e chi dice il contrario è un nemico del popolo e un bieco invidioso - potreste notar certo da soli.
Sfortunatamente, è piuttosto difficile scindere l'individuo Berlusconi da tutti i suoi reati, ed i suoi beni (ed anche i suoi figli ed i suoi amici, se si pensa a Marina A.D. di Mondadori, Piersilvio idem per Mediaset, e poi Confalonieri,  Dell'Utri, Previti, il budello di so' madre vestita da Alemanno) dalle sue frodi, ma questo è nostro malgrado - e si può ben capire, penso - tutt'altro discorso.

novembre 10, 2010

...mi è veramente difficile capire cosa voglio.
Posto che voglia veramente qualcosa in positivo, senza pensare a cosa non voglio, che peraltro è molto facile da dire: non stare ulteriormente qui, chiuderla col buttarsi via per nulla, fare in modo che la vita non mi metta più a contatto con gente con cui non ho niente a che fare - difficile, comunque, considerando che non voglio aver a che fare con la maggior parte delle persone (homo homini lupus - ovviamente cotto, non crvdo)

Certo che, a guardarle, tante cose che devo fare son veramente stupide, eh?
Ma veramente tanto.
Come fanno gli altri a non sentirlo? O, per contro, a prendersi così sul serio?
E intanto fuori diluvia,
diluvia,
diluvia, che ci pare i tropici.

Vaffanculo.

(ecco: riuscirò mai a finire una frase senza dir
vaffanculo?)

novembre 08, 2010


In un tempo assai lontano, quando fui ingenuo bambino che s'aspettava chissà cosa dalla vita o forse nessun pensiero ne faceva (facendo peraltro benissimo), ebbi per le mani il rubik-snake, una specie di cubo di Rubik versione serpentone ma senza nessun rompicapo, che a niente serviva se non ad esser piegato nelle fogge più strane - due o tre combinazioni, non di più.
Ero al mare da qualche parte, due famiglie con bambini che dividevano la casa dei parenti di una delle due, non ricordo quale. A me e al mio corrispettivo - generalmente questo tipo di situazioni vedeo sempre famiglie-specchio, ad agire sul momentaneo palcoscenico della vita (garaglò) - deuteragonista (io o lui, insomma) che senza alcuna ombra di dubbio si sarà chiamato Maurilio, avevano comprato questo serpentone bianco e rosso, due confezioni che parevan due spazzolini da denti e questi due affari snodabili dentro.
Il suo (peccato - peccato un cazzo: m'è sempre stato sui coglioni, Maurilio) era difettoso: gli ultimi tre pezzi dello snodo non stavano su, erano lassi. Quindi si immagini l'acuto disagio quando, per le ardite figure geometriche che andavamo creando (quadrato inutile, cubo con un pezzetto in fuori, sega sbilenca, periscopio approssimativo, triangolo instabile), lui scopriva di trovarsi limitato nella creatività - dramma - e menomato quanto ai mezzi: tragoedia.
La morte nel cuore e il dolore sommo nonché inaccettabile di Maurilio eran tali che questi, al parossismo dello sdegno, giunse ad invocare l'intervento apotropaico della Madre, acciocché fossero rimesse le cose a posto e giungere ad un felice scioglimento della vicenda, trionfando sull'avverso fato e battendo l'iniquo destino che l'aveva reso - povero Maurilio! - ingiustamente possessore d'un oggetto non conforme alla descrizione ed alle aspettattive, fatto reso ancor più beffardo ed iniquo dalla coeva esistenza d'un identico oggetto che della sua perfezione faceva beato sfoggio.
L'invocata madre, aruspice per modo di dire nonché tizia eccessiva col rossetto fin sugli orecchi e gli occhi pesti di matita & mascara, si sedette di fronte a noi, in piedi innanzi lei per chieder (lui) giustizia e (io) semplicemente assistere a un cazzo qualunque che per una volta capitava a qualcun altro.
Ella ascoltò la triste sinossi che Maurilio espose in silenzio; poi ieraticamente ci ingiunse di dare a lei entrambi i serpentoni.
Di fronte a me che titubavo, intuendo un sin troppo facile scioglimento della vicenda (nel contempo avvertendo - magico presagio indotto da fervida immaginazione di bambino! - un lieve pizzicore all'altezza del stronzoliere), Maurilio, con un'enfasi che avrei più avanti senz'altro saputo classificare come melodrammatica o da fiction mediaset, si produceva in un insuperabile quanto serissimo crescendo:
"Dallo a mia madre, cane! Dallo a mia madre, maiale!"
Alla fine, consegnai anch'io lo scettro (aveva simil sembiante, sul momento).
La madre c'impose di chiuder gli occhi, tutti e due, mentre lei eseguiva - questo è quanto almeno penso io oggi, mentre vado riesumando nella mente la vicenda - qualche sortilegio sciamanico teso alla felice ricomposizione del tutto ed al ristabilimento dell'armonia delle sfere celesti, in un panteismo d'insieme che avrebbe fuor d'ogni dubbio cancellato ogni crepa, asciugato ogni male, azzerato ogni torto.
La catarsi terminò d'improvviso, dopo ch'ebbe vaticinato il certo quanto vicinissimo risanamento dell'accidente. Ci comandò quindi di riaprire gli occhi, e in mano ci ritrovammo ognuno un serpentone, bianco, rosso, snodabile; uno sagomato a forma di scettro - maestoso, un'ouverture potente, ipostasi di sicuro successo nella vita; l'altro a forma di scettro mencio, uno stelo di fiore che cominciava ad appassire malinconico, una gimnopedia triste, come minimo in qualche bemolle minore.
Bella magia, tegame.
Maurilio, col suo scettro dritto e turgido come un cazzo ritto, mi lanciò d'imperio una maledizione.
Io mi riparai come meglio potevo, ma la bacchetta bicolore proseguì a morirmi nella mano.
Oggi, Maurilio è dirigente d'azienda.
Chissà il budello di sua madre... sia ancor viva?

novembre 04, 2010


DOPO RUBY, ANCHE NADIA. "AVANTI UN'ALTRA". FEDE LENONE(1) E AL CONTEMPO DIRETTORE DI UN TG. BIZZARRO, EH?

Alzi la mano chi si ricorda, può riferire, sa enunciare, un solo provvedimento del governo Berlusconi che non sia

a) un decreto/legge/disposizione su misura e scala personale;
b) un provvedimento d'urgenza fatto per il tramite della protezione civile;
c) una pagliacciata, tipo una celebrazione, una festa di piazza, etc.

Per quel che riguarda quanto scritto al punto a, si tenga a mente che non possono in alcun misura esser considerate leggi o decreti o disposizioni utili alla repubblica o ai cittadini tutti quei provvedimenti ad personam spacciati come provvedimenti d'interesse collettivo (es. decreto contro le intercettazioni, lodo alfano già maccanico/schifani, lodo cirami, etc)

Alzi la mano chi conosce qualcuno che ha dato il suo voto a questo satiro senescente affetto da sultanismo e

a) ti illustra e sostiene chiaramente le sue motivazioni politiche del gesto;
b) non è una persona che considerate un povero imbecille per fondati (o non del tutto fondati) motivi.

Come per quanto soprascritto, si ponga mente al fatto che nel punto a non sono assolutamente ascrivibili come motivi politici la paura per l'avanzata (?) del comunismo; l'ammirazione/invidia per le prestazioni sessuali (peraltro indotte attraverso cocaina e viagra) dell'individuo; la speranza o aspettativa di avere qualche briciola della torta; l'aziendalismo più bieco; la gioia partecipe per la legalizzazione di aspetti quali evasione fiscale, lavoro nero, affari esteri, falso in bilancio, etc.

Mentre il Copasir (cccchiiiiiiiiiiiiiii???)(2) chiede un'audizione al medesimo - e magari il medesimo si presenterà con Apicella, per cantare una canzone (sempre audizione è) - e gente come Paolo Guzzanti(3) si reca nei talk show a raccontare pecorecci aneddoti sul premier, sottindendendo quanto lui ne sia schifato; mentre insomma tutto questo avviene, come sempre magari per passare una mano di volgarità e pettegolezzo di cui è più facile parlare per sviare ed ammansire (non so: i rifiuti di Napoli, la riforma della giustizia, l'impunità di una carica dello stato a caso, la disoccupazione, etc), vi sfido.


_____________
(1) ma sulla natura di questa particolare occupazione del direttore del TG4 cfr. Berlinguer ti voglio bene, film G. Bertolucci del 1979, in particolare il concetto di: "non potendo avello 'n culo, ci ragiona" (Bozzone e Amici, dal cavalcavia)
(2) il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica - sul serio, uno pensa che simili cose possano esistere solo nei sogni. Uno pensa a Kafka, a un film di Chaplin, e si sveglia fra l'angoscia e il senso di ridicolo. Poi scopri che il Copasir ha come presidente D'Alema, e allora speri di rimetterti a sognare.
(3) Guzzanti Paolo, giornalista già de L'Avanti, Repubblica e La Stampa, folgorato sulla via (pseudopolitica) di Damasco. Pare gli sia apparso l'attuale Presidente del Consiglio ancora coi suoi veri capelli, giusto per arruolarlo in Forza Italia, dargli la vicedirezione de Il Giornale e renderlo editorialista di Panorama. Poiché il potere dell'Unto (ancorché nano) è grande, il buon dott. Guzzanti è stato anche Senatore della Repubblica con Forza Italia dal 2002 al 2006 e Parlamentare del Popolo delle Liberta alla Camera dei deputati, fino al febbraio 2009.  Di cotal onusta carriera il vanto maggiore fu l'illuminata sua direzione della commissione Mitrokhin, che indagava su fatti (sicuramente) attualissimi e gravissimi per la vita della Repubblica, quali le maligne attività del KGB in Italia fino al 1984. (!) Attraverso l'attività di questa commissione (e grazie ad alcune intercettazioni telefoniche) si scoprì poi che cercava di screditare, in un modo o nell'altro, l'attuale candidato alla carica di Presidente del Consiglio Romano Prodi. E oggi questo tizio - pur uscito dal PDL nei primi mesi del 2009 - va a giro a dire quanto è cattivo Berlusconi, ed ammicca pure divertito sui comportamenti volgari di quest'ultimo, prendendo le distanze. L'autoassoluzione con annessi incensi è una virtù del tutto italiana, si pensi anche a Vittorio Sgarbi che per un periodo (casualmente, Berlusconi non governante) si è definito "da sempre, un uomo di sinistra".

novembre 02, 2010


"MEGLIO ESSERE APPASSIONATI DELLE BELLE RAGAZZE CHE GAY" - ovvero: a volte le cose sono proprio come sembrano

Lei aveva diciassette anni fino a ieri. Attegamata come lui gradisce, col nome d'arte (quale arte?) di Ruby Rubacuori-Ruby Rubabaci o quel che è. Viene arrestata per furto - qualche migliajo d'euro, alcuni capi d'abbigliamento griffati - e lui chiama la Questura, tirando in mezzo il nome di un Capo di Stato estero, di cui questa tizia sarebbe parente. Rilasciatela subito, mando qualcuno a prenderla. E manda la sua ex (ex? ora chi lo curerà?) igienista dentale (dentale?), che perché si vede era parecchio brava, ha candidato in Regione - Lombardia, of course! Il suo meraviglioso regno di Lombardia, col castello ad Arcore e i feudi d'intorno. E' stato avvisato che Ruby Rubacuori-Rubabaci era stata arrestata da una telefonata della escort brasiliana che vive/viveva con lei, o da lei stessa. Una di queste due persone, o entrambe, avevano il cellulare del Presidente del Consiglio.
L'igienista dentale fa il suo dovere e se la fa consegnare, salvo poi lasciarla a giro, senza darle ricovero, aiuto od altro - checcazzo, la nipote di Mubarack avrà pure diritto a un po' di libertà, no?
Il nome (quello vero, non quello di chissà qual arte) di Ruby era già venuto fuori nell'ambito di un'inchiesta sullo sfruttamento della prostituzione, a Milano.
Lei comincia a far dichiarazioni ai giornali, e racconta di aver partecipato a una festa in una delle magioni del premier, festa in cui avrebbe confessato a lui in persona di avere dei problemi anche economici, e lui, commosso, le ha prestato del denaro (e un'Audi R8?). In cambio non ha voluto nulla, ci mancherebbe altro. Nessuno si era mai comportato così con me, dice. Con lei, che aveva lasciato Letojanni in provincia di Messina tre anni fa, abbandonando gli studi senza dar più notizie di sé; che era stata rintracciata dalla polizia pochi mesi dopo e affidata ad una casa-famiglia a Messina; che era fuggita anche da lì, ritrovata l'anno dopo a Genova, affidata quindi ad un'altra comunità protetta dagli investigatori del posto; che ancora una volta era scomparsa, ritornando prima a casa e poi fuggendo definitivamente a Milano, nuova vita nuovo nome e qualche furto, a tirare avanti in qualche modo, un'immigrata minorenne senza studi alta bellissimo aspetto lvestiti attillati abbra procaci gambe lunghe seno ampio chi fa illazioni è soltanto un poveraccio, un lombrosiano fuori tempo massimo, un prevenuto, un razzista (?), chiaramente al soldo della sinistra e dei giornali deviati che voglion rovinarlo, inchiesta milanese a parte beninteso - e anche lì, se è inchiesta e non certezza un motivo ci sarà no? Vorrete poi che ricordi i trascorsi di certi magistrati?

Da allora, si dice più o meno di tutto: Berlusconi è stato avvisato da terzi e non da Ruby o dalla brasiliana sua amica; non ha chiamato direttamente la Questura; ha fatto chiamare l'ufficiale della scorta; non ha mai chiamato nessuno; non sapeva fosse minorenne; lo sapeva e quindi poi ha troncato tutti i rapporti con lei; ha solo compiuto per interposta persona un atto di carità verso una persona in difficoltà; questa persona sarebbe sicuramente finita in galera perché le comunità erano tutte piene; questa persona ha visto Berlusconi, sì, ma solo per pregare perché lei si era convertita al cattolicesimo da poco ed era in crisi perché il padre - musulmano - la picchiava, povera ragazza; Ruby è dell'entourage di Lele Mora, ed è scappata dalla Sicilia e vive a milano, dividendo casa con un'escort brasiliana; Berlusconi ama le donne e la vita, quindi se anche una volta ogni tanto dà qualche festa a casa sua non sarà poi chissà che dramma; i regali lui li fa perché è buono; è tutto un complotto delle sinistre.

Cavìllano ovviamente a suo favore Libero, il Giornale, La Santanché, Bonaiuti, Fede e via così: Fini sì, che ha fatto una carognata, con quella villa a Montecarlo; il resto son complotti e carognate, ben che vada deduzioni sbagliate e prevenute nei confronti di chi certo non lo merita.
Nel frattempo, con la maggiore età appena raggiunta (festa grande chissà dove, e complimenti!), si sciolgono i pixel sugli occhi e - per quel che conta - è possibile guardare da altra angolazione (?) la foto da coniglietta col vassoio di cd, quella da micina, quella da femme fatale in abito da sera, quella con tubino attillato durante scatenati balli in posti di un certo livello.

Certo, a volte il garantismo divien virtù per non vedenti, o mettiamola così...