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luglio 17, 2009

TORNA IL GRANDE GIORNALISMO D'INCHIESTA PISTOIESE
Graffiante e incisivo, sempre pronto a puntare l'accusatorio dito sulle iniquità dei nostri giorni, nel contempo sferzando le coscienze di chi legge al fine d'uno sprone al lor ben fare, il giornalismo locale torna ad indicarci la via, arrabbiato e militante, dalle colonne di nobili quotidiani quali IL TIRRENO e/o LA NAZIONE

“Fiume d'acqua da un tubo che perde. Nessuno interviene” (La Nazione, 16.07)

“Parla il pistoiese che mostrò il sedere nudo durante il tg1da L'Aquila” (Il Tirreno, 16.07)

Si attendono nuovi entusiasmanti sviluppi, ricordando che già a suo tempo era "al via la stagione delle trote, ma manca
va il ripopolamento - colpa della burocrazia".

luglio 15, 2009

Uno si poteva chiedere: O Mastella? Come mai non dice nulla? L'hanno anche portato a Strasburgo. È bello averci uno come Mastella, in Italia. È probabilmente il Craxi dei nostri tempi. La qual cosa la dice assai lunga, sui nostri tempi.

(fonte: LaRepubblica)

Per la prima volta a Strasburgo gli stipendi sono uguali per tutti. L'eurodeputato del Pdl: "Questi non sanno quanto si prende a Montecitorio"

"Una miseria questi 290 euro"
Mastella protesta per la diaria


STRASBURGO - "Una diaria di 290 euro! 'Sta miseria. Non ci si sta dentro. Questi non sanno cosa si prende al Parlamento italiano". Clemente Mastella esterna il suo disappunto per le nuove "durezze" a cui sono sottoposti i 736 eurodeputati. "Si prende meno che in Italia". Lo urla in ascensore, sventolando furioso le carte che via via gli porgono i suoi assistenti. Studia i chilometraggi. Chiede a Cristiana Muscardini, storica eurodeputata di An, ora nel Pdl assieme all'ex ministro di Prodi, come funzionino le firme-presenze per essere pagati.
Per albergo e vitto la Ue paga ai deputati 295 euro al giorno. Più una correzione legata alla durata del viaggio e alla distanza fra casa e aeroporto (tre euro al chilometro). Fino a questa legislatura gli euro erano 250: l'aumento è legato alla nuova normativa scattata all'Europarlamento. Da quest'anno tutti i deputati guadagnano uguale: 7.666,31 lordi al mese, indicizzati sull'inflazione. Al netto, sono 5.700 euro. Con pensione dopo cinque anni, finito il mandato. Finora invece gli stipendi erano equiparati a quelli dei parlamentari nazionali: gli italiani erano i Paperoni e adesso prendono meno; ma per lituani, bulgari, e molti altri è una pacchia.
Nel conto, poi, ci sono 4.402 euro al mese per spese generali: vere o no, non si deve dimostrare nulla. Solo essere presenti in aula almeno sette volte all'anno. Altri 17.570 euro mensili, invece, sono per l'indennità di segreteria: stipendi e spese degli assistenti scelti dal deputato. Finora anche questa cifra era intascata senza ricevute, magari per collaboratori condivisi fra deputati.
I biglietti aerei per la prima volta non sono rimborsati a forfait: i rimborsi di business class per biglietti low cost o per viaggi di gruppo in auto erano prassi diffusa. Così ora è obbligatoria la ricevuta. Idem per la benzina: 0,49 euro al km. Infine, 4.148 euro sono destinati a viaggi fuori dai rispettivi Stati e 149 euro al giorno, hotel escluso, per missioni extra-Ue. Finisce così l'escamotage di incassare 1.500 euro in nero a settimana per i viaggi aerei che i deputati compiono per le tre settimane mensili di sedute a Bruxelles o Strasburgo. Alcuni, peraltro, si facevano vedere all'Europarlamento anche la quarta settimana, quella destinata al collegio di casa. Altri 1.500 euro.

luglio 14, 2009

A me questa cosa fa ridere, non so poi. Vediamo se ne fanno uno per uno, poi.  Nel caso, io prenoterei quello di Calderoli, che pare s'intitolera "Vieni anche tu, nei ringo boys". Imperidibili anche quelli di Schifani ("Io, Schifani - un cane da riporto"), Capezzone ("Ti garberebbe eh, sfasciarmi da' cazzotti?") Angelino Alfano ("Come può esistere, gente come me?"), Maurizio Gasparri ("mmmmmrar greeeeep giiiiiiiiii preeeeeeeeee brum brum brum")

(fonte: La Repubblica)


Patinato bilancio dei primi mesi di governo della responsabile delle Pari opportunità
Molte foto in varie "mise", e la promessa: linea dura contro i clienti di prostitute

Un anno con Mara Carfagna
la ministra si celebra in un libro


ROMA - Si intitola "Mara Carfagna, un anno di governo". Non è la solita, anonima e burocratica, brochure governativa ma qualcosa di più frizzante, adatto al personaggio. Copertina blu Armani (un omaggio allo stilista del cuore), 65 pagine patinate per raccontare tutte le fatiche della ministra e un piccolo book fotografico con 18 scatti autocelebrativi, in cui è sempre lei la protagonista.

Raccontano che Silvio Berlusconi abbia ordinato a tutti i componenti della "squadra" di compilare il bilancio di un anno di attività, ma la Carfagna ci ha messo del suo ed è nato il "book". Molto personale, fin dall'introduzione, in cui confessa la tentazione della maternità. Con queste parole: "Mi sembra urgente e doveroso come donna lavoratrice, e spero futura madre, tentare di offrire una soluzione a quelle difficoltà che le donne quotidianamente incontrano". Poi promette che "presto diventerà legge anche il testo contro la prostituzione in discussione in Parlamento", a dispetto di quanti ipotizzavano un congelamento del ddl per non creare imbarazzi in tempi di escort. E invece no, la Carfagna tira dritto: "È sentita come prioritaria l'esigenza di colpire chi si avvale della prostituzione o contatta delle persone che si prostituiscono alimentando il mercato stesso".

A una prima parte più istituzionale sui provvedimenti sponsorizzati dal suo ministero - dal reato di stalking al garante per l'infanzia - ne segue un'altra dove la Carfagna viene celebrata con molte fotografie. Con un "calendario" che la segue quasi giorno per giorno e ne racconta le gesta, corredato dalle immagini della ministra con Napolitano, Alfano, La Russa, e poi Lula, la Moratti, i clown degli ospedali pediatrici, con la mimetica in mezzo ai soldati italiani, in maglioncino fucsia tra i terremotati d'Abruzzo. L'ultima foto è quella con papa Ratzinger, al cui cospetto la Carfagna si presenta con la testa coperta da un velo di pizzo nero. Molto elegante, molto Armani.

luglio 09, 2009

Part II (valore pressoché nullo) - LEGGERO CON DISAGIO

Scrivere in verde mi fa bene. Accresce la mia autostima e semina serenità, forse.

Restare in silenzio, non necessariamente significa che non si abbia niente da dire. Dentro chi resta in silenzio, la vita può sobbollire, fervere, macerare oppure anche star calmina e cheta, sì. Senza contare che il silenzio meriterebbe una rivalutazione tour-court.

Si dice che il maiale sia un animale nobile ma sacrificato, giacché vive in funzione dell'esser mangiato dall'uomo. Ciò accade perché non si verifichi il contrario. Avete mai provato a cader per terra in un recinto di maiali?

Ho trovato un uovo di dinosauro/coccodrillo, nel posto dove lavoro. Alle volte, la vita. C'è da metterlo in acqua, e lasciarlo sommerso per due giorni. Poi si schiuderà, e l'adorabile bestiola verrà fuori. L'ho portato subito ai miei nipoti, che ora son lì che guardano la bacinella, sperando che il tutto avvenga anche prima. Si picchiano perché uno vuol toccare l'uovo, l'altro sa che non bisogna toccarlo.  E non sanno, i tapini, che appena la bestiola verrà fuori li mangerà. Il miracolo della nascita;  la grande fregatura della vita.

Se corri tutto gobbo, corri senz'altro di meno.


È difficile vedere un gatto nero in una stanza buia, specie se il gatto non c'è (ok, questa non è mia ma era talmente significativa che non si poteva non prenderla in esame, facendo un bilancio della propria esistenza).

Cosa diavolo me ne può importare? (crasi del pensiero odierno, quello mio in particolare).

Chi mangia di più è più in carne, chi è più in carne sta meglio. Inoltre sfoggia tutto il suo benessere (questo è l'assunto su cui molte società arabe più o meno primitive hanno basato per molto tempo se stesse. Non siamo poi così lontani noi, oggi).

Fai del bene agli altri, sii amabile e gioviale, simpatico e alla mano. Qualcuno ti ripagherà, qualcuno no, qualcuno così così. Ad altri sembrerai insopportabile; altri sembreranno insopportabili a te. Detta in questi termini pare una cazzata, eh, in realtà è una summa della vita, più o meno tutta.

Perché deve essere sempre tutto così difficile? Le seccature, invece, sanno sempre dove abiti.

luglio 08, 2009


QUALCHE PERLA DI SAGGEZZA SPARSA, PER PASSARE IL TEMPO (ANCORCHÉ QUESTO PASSI ANCHE DA SOLO, SPESSO MUOVENDO CON SÉ NOTEVOLI SCORIE)

Per quanto lontano tu possa provare ad andare, poi tornerai sempre sulla stessa strada, la tua. Qualora non ti ci sentissi a tuo agio, son cazzi tuoi. Mica è tua perché te la sei scelta, eh?

Gli sforzi servono e il lavoro paga: vero, ma poi c'è sempre chi ti tira giù. Gli basta un attimo: s'aggrappa ai tuoi pantaloni e il tuo volo è già finito. A volte ti sei solo illuso, di star volando.

Dal peccato originale che la chiesa ci vuole giocoforza attribuire, penso che ci mondiamo lentamente già ogni giorno, avendo a che fare quantomeno con i propri superiori a lavoro e/o con un sacco di persone spiacevoli. Senza contare che io a Gesù magari gli avrei dato retta, fosse stato per me (che me ne poteva fregare, a me, di Barabba?).

Vorrei che molto di quel che è successo non fosse successo affatto. D'altra parte, vorrei anche che molto di quel che è successo fosse successo proprio così, più o meno. Dove si ferma l'ago della bilancia?

Lavorare è un po' come continuare ad andare a scuola, tutti i giorni, (almeno) otto ore al giorno. Solo che in questo caso il tuo professore ne sa molto meno di te, ed è molto più odioso. Ed è anche convinto di farti un favore, e ti chiede cose che giovano solo a lui, e che per te non hanno un senso.

Te la aspettavi così, la tua vita?, è una domanda che nessun uomo/donna dovrebbe aver la cattiveria di fare, a nessun altro uomo/donna.

La tua vita la vorresti diversa, il mondo lo vorresti diverso, il passato lo vorresti cambiare, tante cose le vorresti migliori o più abbondanti. E passiamo dunque la maggior parte del tempo a lamentarci e a desiderare qualcos'altro. Non è una cosa assurda, la vita?

Un tempo ero persona assai più brillante, magari anche più piacevole, creativa ed originale: forse è vero, o è il mondo intorno a me che è peggiorato? Perché io escludo sia migliorato, però non si sa mai.

Che posso farci, io? (filosofia di vita in voga nel VI sec. a.C. presso antiche quanto misteriose società pre-sumere - massima peraltro di dubbia efficacia, dal momento che tali società sono, a torto o a ragione, completamente estinte)

Mi guardo vivere e penso che se c'è un nesso fra tutto quello che ho fatto e faccio, esperisco ed ho provato, farò e proverò, io proprio non lo so trovare.

Beh, vi aspettavate forse qualcos'altro?
(frase che presumibilmente uno potrà udire dopo il trapasso)

luglio 03, 2009

ARRIVO ALLA SERA E MI FACCIO TANTE DOMANDE, UNA DI QUESTE È: CHE ORE SONO?

Mi stavo chiedendo: lavorando (essendo costretto a, sia ben chiaro), le persone con cui sono entrato in contatto, dopo un po' di tempo mi han confessato di non avere più alcuna voglia di lavorare. Inizialmente, mi sembrava fossero felici e motivatissime e vogliose di sacrificarsi al lavoro e tutto quanto ne discende; dopo qualche mese di (presumo) mia compagnia, tutto era molto più contenuto, fino ad un accidioso immobilismo lavorativo di tipo quasi assoluto. Fossi io o fosse qualcos'altro, tutto – entusiasmo, buona volontà, professionalità, etc. – era decisamente rallentato.
Non solo: ho notato la stessa cosa a riguardo della ditta in cui mi trovavo a prestare la mia opera, di qualunque tipo essa (la mia opera) fosse, e qualunque cosa quella ditta (perlopiù ho svolto sempre lavoretti dappoco, comunque in condizioni difficilmente sopportabili – in poche parole: ho lavorato, nel senso più tradizionale e coercitivo del termine) facesse. Solito rallentamento, crisi, stagnazione. Era per situazioni contingenti del sempre simpaticissimo Mercato? Era per via del rallentamento umano indotto forse da me? O nel caso, la prima cosa era l'antecedente logico della seconda, e io un semplice spettatore?
Intendiamoci, io ero e rimanevo (e sono tutt'ora) ad un ipotetico grado zero di professionalità lavorativa, dall'inizio alla fine di questo presunto processo. Sistematicamente alla meno; passivo e scoglionato; ma – penso – anche piuttosto innocuo.
Ciò ci porta a considerare che cosa? Che ad andar con lo zoppo s'impara a zoppicare, come da noto proverbio? Che porto male? Che è tutto un caso o che, per contro, è destino, come due facce opposte di una stessa medaglia che però in fin dei conti si somigliano/attraggono sinistramente? Che sono un esauritore di situazioni, che le scarico e le sgonfio dall'interno e me ne vado una volta terminato il compito? Che ognuno di noi è inconsapevolmente infelice a sufficienza e basta che arrivi uno che anche indirettamente glielo fa notare e tutto va di conseguenza?
È strana, questa cosa...
La soluzione più economica in tutto questo è: porti male.
La più realistica: è un caso, non conti un cazzo a nessun livello, figuriamoci sul lavoro.
La più immaginifica: in te vive un oscuro spirito d'una divinità azteca – Athaualpaxipanthuly nel caso, detto Cipy, dio della rovina e della vendetta – e fa in modo di piazzarti nei più vari posti di lavoro acciocché tu li distrugga tutti dall'interno, minando e indebolendo così il sistema capitalistico occidentale, in vista di una restaurazione dell'ordine Maya nel mondo. Come me ci sono altri agenti della stessa divinità (o anche d'un suo cognato), e tutti operiamo in incognito, sparsi e silenziosi, facendo proseliti di livello minore, che poi adibiremo ai sacrifici umani o all'attizzatoio per i medesimi, una volta che l'ordine si sarà ristabilito.

luglio 01, 2009

LA TRISTEZZA POI C'AVVOLSE COME MIELE

E poi chiama l'agenzia Sudatissimo Sud, la quale ha mandato centinaia di studenti dal sud e anche da vari posti d'Europa (e anche uno da tutto il mondo, ahahah), adesso sparsi fra hotel quali Gruccine, Ramengo II, Messina in festa, Il Bracconiere, Fugacità e via discorrendo. Poi non paga (e si prospettano giganteschi litigi telecomandati fra me – cazzo c'entrerò... – e l'impiegato dall'altra parte, giacché i rispettivi tytolari od aventi diritto non han certo voglia di sporcarsi le mani parlando direttamente), eh; ma intanto li ha mandati. Indi per cui ha contribuito a render più elevato il tenore di vita del mio signore e padrone. Quindi: respect, man. Yo!
“Il gruppo Djengo si lamenta. La preside è con loro, tutto doveva andare per il verso giusto e invece è tutto uno schifo. Lei voleva la camera migliore dell'hotel e non gliel'hanno data. E il cibo è stato misero e c'era una ragazza celliàca e gli è stato servito cibo non adatto e poi i ragazzi hanno saltato tutta la notte da un balcone all'altro”
“Sì? Proprio saltato da un balcone all'altro?”, faccio incuriosito, mentre penso: celliàca?
La tizia prosegue:
“e anche il gruppo Vitangelo ha chiamato subito stamani, perché il loro hotel è sporco e ci sono ragnatele e muffa nei bagni. E molti dei ragazzi non mangiano maiale e l'hotel gli ha servito maiale, e noi l'avevamo indicato... e gli autisti hanno una tripla e una tripla è piccola per tre adulti. Li devono spostare in una o due camere.
Al gruppo Spatola invece sono state fatte pagare le bevande, e invece le bevande dovevano essere incluse, e poi la professoressa Girmino si è lamentata della sua camera e del fatto che i parapetti dei balconi son troppo bassi e i ragazzi potrebbero volare giù. Dice inoltre che ieri sera gli han servito del pollo”.
“La professoressa Girmino? E chi caz... ehm, perché non andava bene il pollo?”, provo a entrare nel discorso, magari volendo aggiungere il fatto che se la professoressa Girmino è la tizia che ha cambiato quattro volte la scelta della camera prima di arrivare – da una twin in condivisione con un'altra professoressa a una singola, perché (parole sue) è stitica; poi dalla singola ancora alla twin (non era più stitica?), per poi rimangiarsi il tutto pretendendo sì una singola, purché con balcone (aria per il suo intestino, signora?), e infine di nuovo in twin ma con la sorella - per me può serenamente morire. Per tutta risposta però apprendo che loro non amano il pollo.
Discorsi: nemmeno io amo venir qui, eh? Ma la vita è amaVa, cara la mia canapona, amaVa come un caffè senza zucchero in un bicchierino di plastica un po' sciolto e quindi tossico (pure). Fanculo.
Ma (ricordate?) il cliente ha sempre ragione, e pur trovando difficilmente contestabile la successiva chiamata dalla teutonica agenturen che si lamenta del fatto che il loro gruppo Heillingensgruppen si è visto dare come dessert nr. 1 mela (nemmeno cotta), ed è alloggiato in un cinque stelle indi per cui son pregato di chiamare e parlar duro con lo staff perché cose simili non succedano (e anzi anche per quel che riguarda la colazione avrebbero da ridire perché ieri son finiti i panini, e la cosa migliore sicché sarebbe esser là per colazione, giusto per controllare come van le cose), non mi resta altro che chiamare prima i singoli alberghi, i quali mi daranno la loro versione dei fatti. E pressappoco:
il cibo era ok, tant'è vero che nessuno degli altri ospiti si è lamentato;
i ragazzi hanno fatto il diavolo a quattro tutta la notte e i professori li hanno lasciati fare, tanto non rompevano mica cose loro;
la ragazza intollerante a noi non ha detto che lo era, ragion per cui ci era difficile saperlo;
hanno spaccato una porta e provato a dar fuoco a una tovaglia;
che ci sia la muffa è alquanto difficile, se c'è una ragnatela che la donna dei piani non ha visto tante scuse, ma ce lo potevano dire a noi, si faceva prima;
non abbiamo servito maiale;
ma loro a casa loro usano camminare con le scarpe sugli asciugamani?
Poi, nello specifico:
La professoressa Girmino è un soggetto alquanto peculiare, tanto che ieri sera all'arrivo non ha voluto consegnare il voucher, adducendo motivi di formulazione non gradita, quanto a terminologia, della domanda;
La preside vuol fare la preside anche con me, ma io non sono mica un suo alunno... inoltre non le piace la camera perché – ha detto – è triste.
Il mio tytolare insiste perché al ritorno dai loro giri, almeno il più stragiato di questi gruppi (il più stragiato sarà anche quello con la maggior concentrazione di piantagrane, suppongo) veda la mia fulgida figura in hotel, prima di cena. Beninteso, ciò perché un complain (!) potrebbe teoricamente inficiare la possibilità che egli/ella paghi la rata del finanziamento per il gippone e/o la casa a Vitruvio di Marmeto con vista mare/canale di scolo dipende da dove ti giri.
E quindi tant'è. Son già là che parlo con la Girmino, la quale si lamenta dei balconi e del fatto che stasera hanno roast-beef. Di solito il roast-beef in alberghi come questo sembra un omogeneizzato, e inoltre lei lo ha mangiato oggi, a pranzo.
Maccazzo, grazie! Tutto ciò aiuta senz'altro il mio rapportarmi al mondo, e migliora notevolmente la mia visione della vita, che tendo a esperire come spazio tra un ben definito punto x (la nascita) e un più incerto punto y (la morte), da riempirsi con quante più parolacce e meritate ingiurie al prossimo ti sia possibile inserire. Inoltre, ha effetti non trascurabili anche sulla mia autostima e cristiana sopportazione del prossimo.
I ragazzi in disparte fan flanella arrazzati (chi può), o incuriositi guardano (gli sfigati, quelli/e che non son – vuoi per gli occhiali a culo di bottiglia, vuoi per la circonferenza corporea, vuoi per l'odore emanato – presi in considerazione da individui dal sesso opposto al loro) il disgraziato lì, che ascolta - e dice sì mi scusi no ha ragione sì però ecco sì esatto, mi spiace eh, sì...già, proprio così - la loro professoressa, buona donna (buona donna un cazzo).
A fin di tutto, obbligato resoconto telefonico (a carico mio) al capo, il quale ascolta ma non capisce un cazzo, e per il quale tanto è sempre colpa dei propri dipendenti, nella fattispecie me.