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febbraio 28, 2013

Quando te lo dico io te grugnisci, poi vedrai ti passo tre milioni d'eurini e un trogolo pien di bucce, nuovo nuovo

...e mentre viene fuori qualcosa (che si è sempre saputo in realtà, ma ogni volta che il rubinetto butta acqua calda in Italia qualcuno ha da meravigliarsi) sul simpatico & bello Sergio De Gregorio (campione dipietrista del 2006, diciamo sarebbe il suo Razzi-Scilipoti di allora, e come mole li varrebbe entrambi - quand'è che finiremo di ringraziar Di Pietro per tutta questa bella gente? Grazie, grazie, grazie) e una compravendita di senatori nelle elezioni che videro poi il governo monco di Romano Prodi; mentre Grillo continua a distruggere e spaccare (finché si accorgerà che sta distruggendo la sedia su cui egli stesso siede), posseduto dal demone della negazione a tutti i costi e dalla rabbia, che a ben parlarne è un'emozione (non un sentimento: c'è assai più differenza di quanto non si pensi) alquanto cieca; mentre accadon queste cose, a sinistra si fan le pulci al Vello d'Oro, e come i rospi dopo piovuto torna fuori anche D'Alema - così, tanto per gradire. E dice stronzate, più o meno come sempre.
Tifiamo per il camion, nel caso: sappilo, caro baffino. 
Bello è anche - altra campana - sentire proposte costruttive tipo quelle sul reddito di cittadinanza: diamo 1.000€ a ogni cittadino italiano (ottimo: così nessuno va più a lavorare - io per primo) e quei soldi li prendiamo dagli stipendi degli statali e dalle pensioni dei medesimi. 
Perché c'è sempre bisogno di un nemico contro cui schierarsi, contro cui dire noi. La famiglia contro la famiglia; il vicino contro il vicino, il campanile contro il campanile; guelfi contro ghibellini, il paesello contro l'altro paesello: in Italia è un'arte di cui siam maestri, e che maestri.
Comunque sia, l'oggetto contendere a Sinistra - si contende e si discute: purché sempre a vuoto - è adesso l'ipotesi di quelli che ci fosse stato Renzi, avremmo vinto noi. 
In soldoni, e col senno di poi.
Ora, si sa cosa è buono a pienar di solito il senno di poi; tuttavia - per quel che vale, e quel che posso vedere io (i due concetti più o meno si equivalgono) - si dovrebbe notare che:

- Renzi si è presentato a regolari Primarie, ed ha perso in regolari Primarie;
- Bersani ha vinto, e nemmeno tanto di misura.

Poi, si potrà discutere sui modi con i quali Renzi si è presentato sul palcoscenico del Centrosinistra, sui toni che ha usato, sulle persone a cui pareva essersi legato, e via così. Però, il fatto unico e indubitabile è che abbia perso, e abbastanza nettamente. Quindi, il candidato era Bersani, e Renzi rimaneva dov'era (anzi, bravo è stato a non prender le consuete italiche scorciatoje, dando i natali a un qualche movimento tipo Rottamatori con Renzi, Tutti Carrozzieri con Renzi, Movimento Democratico dei Rottamatori, e via così)
Ma ancora, qualcuno continuerà a dire:

- Avrebbe rubato voti al PDL. Sì, qualcosa probabilmente, ma quanti? Se vi vien la tentazione di unire questo dato alla favoletta secondo cui il mummificato Berlusconi sarebbe tornato solo perché le primarie del PD le ha vinte Bersani e non Renzi, lasciate proprio perdere: è una cosa che non sta né in cielo né in terra, e prima di tutto dovrebbe far arrabbiare Renzi stesso: dando ovviamente per assurda l'ipotesi che Berlusconi sia lì dov'è perché ama il suo paese, e che quindi si sarebbe nuovamente immolato solo per salvare nuovamente lo stivale dalla Bandiera Rossa alla riscossa (con Bersani nipotino di Stalin ad agitarla, mentre predisponeva piani quinquennali e Kolkhoz) cosa significherebbe? Che non si sarebbe presentato in virtù di un qualche accordo con Renzi perché dei propri interessi - vero e unico motore della sciagurata presenza ventennale dell'allegro vegliardo nella vita politica italiana - si curasse in qualche modo quest'ultimo? 
Si sarebbe presentato eccome, e avrebbe dato vita al solito show trito & ritrito, con IMU restituita in contanti, nipoti, cani, e avversari che puzzano e han la forfora. Renzi o non Renzi. E allora il gioco sarebbe stato più o meno lo stesso (e non scordiamoci mai dell'ipotesi broglio, che non sarebbe nemmen del tutto nuova).
- Era una faccia più "presentabile" di Bersani. Probabilmente vero, ma teniamo a mente che Renzi rimaneva sempre lì: non si sta parlando di un reietto preso a calci e sputi, espulso dal partito, additato a nemico del popolo, e via discorrendo. No: Matteo Renzi faceva, e fa, ancora parte del PD (è stato bravo: vedi sopra), tant'è che ha preso normalmente parte alla campagna elettorale (stiamo bassi, va', e ripensiamo a ciò che successe tempo addietro fra Hillary Clinton e Obama, per dire). 
Se poi esiste qualche elettore PD capace di aver sostenuto Renzi alle primarie per poi non andare a votare alle politiche per qualche forma di delusione/ripicca, beh, questa gente si merita tutto quello che accade nel paese.

Io credo che le due ragioni fondamentali del calo di voti del PD sia l'avanzata di Grillo (i cui voti Renzi avrebbe in alcun modo intercettato - semplicemente, nessuno avrebbe potuto farlo), e la bomba MPS. Picchia e mena, che altro?
Renzi o non Renzi, a cui - credo - tutta l'avventura può anche avere fatto bene per chiarirgli una volta per tutte il concetto che non tutto il vecchio è da rottamare e non tutto il nuovo è da promuovere: si pensi al Trota, tanto per dire. 

Tutto ciò però aspettando (magari con una doppietta) non solo il caro vecchio baffino, ma anche l'altro, il suo compare nemico che s'era rintanato a scriver libri da Manhattan. 
Torneranno mica entrambi, tanto per il gusto di dire du' cazzate?

febbraio 27, 2013

Contro il logorìo della vita moderna, per tacer dell'amarezze. O: amaro, amaro scotch (no whisky)

Mi son comprato tre confezioni di caffè di Starbucks.
In Italia non si trovano, quindi son ricorso al web, e poiché era alquanto complesso anche da lì, son finito su e-bay. E li ho acquistati da un privato cittadino della ridente Toledo, Ohio (su quanto possa esser esser ridente un posto come l'Ohio in generale, e la città di Toledo in particolare, non saprei esattamente - sicuramente, comunque, ci sarà più da ridere rispetto a qui, fra gli anatemi di Grillo e le cazzate del tizio di plastica e gli occhi da rettile, però anziano).
Comunque sia, ho preso una busta di French Vanilla, una di Cinnamon Roast, una di Breakfast Blend, pagando il tutto, più o meno, considerando anche le spese di spedizione - quanto sa di sale, la spedizione da Toledo, Ohio! - l'equivalente di un rene sul mercato nero. 
Trascorso il ragionevol lasso di tempo di prammatica, è alfin giunto il pacco, pacco ch'io ho felicemente aperto bramoso & tosto, nel mentre che sprizzavo gioja ed inconsuetissimo (amméttolo) ammòr pel prossimo mio, senza nemmeno dar troppo peso alla Postina Agra (Agra è 'l cognome, di nome fa Pinella) che mi stava esagendo (?) la curiosa somma di 10,22€ tutti maledetti e subito, metta qui - no lì, qui - tutti in contanti al centesimino esatto non vorrà mica che le faccia pure il resto, caro il mio testa-a-pynolo: no: io, mentre mi frugavo, c'avevo da annusare meraviglioso aroma di caffè dappertutto (dolci nostalgie di pancakes, cinnamon roll, penaut butter 'n grapefruit jelly bagels, via così), vai te a considerar la singolarità del caso.
Si potrà, noterà il lettore (quale lettore?) accorto (accorto?), annusar così forte odore di caffè quando un tizio da Toledo, Ohio, ti spedisce in busta chiusa tre confezioni sigillate e sottovuoto di caffè di Starbucks?
Ebbravo lettore accorto: licenzio la Pinella e il suo conquibus testé esatto, tiro fuori le tre confezioni e le ammiro e li riannuso, felice. Oh, meraviglia: dentro alla busta trovasi pur una tavoletta di cioccolato Hershey, gentil omaggio del tizio di Toledo, Ohio, e una bustina da mescolare all'acqua per farla diventar viola e zuccherosa (Hawaian Punch, rigorosamente Fat free), forse qualche tipicissimo troiajo originario della nazion capace di dare i Natali al Ku Klux Klan ed a John Steinbeck, non so se rendo.
Il misterioso intruglio fa certo parte del primo dei due termini di cui sopra (ascrivibile alla voce Il Male), però che gentili, a Toledo, Ohio, penso, mentre spersi e sparsi nella busta comincio a notare polvere di caffè, sul fondo, sui pacchetti, sullo scotch. Quale scotch, che c'entra lo scotch? Quello con scritto "Poste Italiane" poi, che dovrebbe rappresentarmi in una busta chiusa e sigillata da un tizio di Toledo, nell'Ohio? E perché uno dei pacchetti ce l'ha pure su un fianco, una bella striscia di scotch, con scritto bene in evidenza "Poste Italiane"? 
Vabbe' che siamo ovunque - popol molesto & rio - ma per tradizione siam soliti esportar la mafia, gli spaghetti, i mandolini, mica lo scotch delle Poste Italiane.
E perché lo stesso pacchetto è squarciato sullo stesso fianco e perde caffè, lo stesso caffè che - nevvero - trovo dentro la busta? Curioso: non è più nemmeno sotto vuoto, questo, ma senti te poi che odorino di caffè si spande tutt'intorno, ah benìno, oioi.
D'improvviso (son tardo, lo so), l'amaVa verità: Ispezione Doganale. Un trincetto, un impiegato coglione, un sospetto: vuoi vedere che questo tizio dal nome curioso (sig. Papero Gonfio, residente a Castrone Val di Minchio, provincia di Frullone) utilizza un corriere di Toledo, Ohio, per farsi spedire droga purissima e pensa di farci fessi a tutti quanti col vecchio trucco del caffè? Ah, ma ora ci son io, solerte iNspettor Doganale Badinassi Tapinio, anni quarantatré portati in collo, già sposato Noferi Attilio, che vedrai t'aggiusto io, caro al mio gamellone: a me i ferri del mestiere, disveliam tosto l'inghippo e incastriamo il mariuoletto. Toh, bada qui! Pigia! Oh, bada: è caffè davvero! Cospetto e cospettone! Ma pensa te, 'sto signor Gonfio, con noi I-taliani che siamo il popolo del Caffè Espresso più miglior del mondo e unico e solo vero e inimitabile e gli altri fanno tutti schifo e non capiscono un sedano a bersi gli sciacquoni; bada questo tizio, insomma che se lo fa spedire dalla Merica. Spetta, vai, glielo richiudo collo scotch, tanto che vòi capisca uno che si fa spedire dalla Merica il caffè. Toh, così: e se n'esce un po', pace, d'altra parte qui si poteva consumare una frode bell'ebbuona, ragion per cui ni ci metto anche le imposte doganali, abbia a paga' bene, il sig. Gonfio, per il suo caffè del cazzo.
Ecco. 
Caro, caro, caro il mio iNspettor Doganale Tapinassi Badilio: o tu m'ispezionassi un pochino una bella COPPOLA DI MINCHIE? 
Eh?
Ma ti pare il caso?
E l'aroma? E il sottovuoto? E la vostra collaccia e il vostro scotch?
Ma vaffanculo?
Eh?
Almeno una letterina di scuse, tipo caffè approvato & testato dallo stato italiano, nella persona di Dabinassi Topilio, iNspettor Doganale di provato rispetto, ci dispiace tanto & abbia pazienzona (e porti sei), ma questa è la prassi, sa, se non vuol cazzi vada un pochino a protestare dall'assessor Paglianti o anche al bàrre, così le fanno un bell'espresso acido e cortino, disarmante nella sua myseria livorosa, che poi vedrà che le torna l'orgoglio d'essere Italiano, e 'l futuro le arride, altro che stronzate americane, lei. Toh, si becchi anche questi cent'eury di rimborso, va', stronzone. Ci si faccia cento colazioni a base di briosce anziani e caffeini striminziti, da gastrite, tanto si sa che siamo un paese da gastrite, tutt'al più.
Cordiali saluti.
E invece nulla. E io son sempre lì (da ieri) col mio pacchetto di caffè in mano, a guardarlo & rimirarlo, pensando a come sa esser logorante, la vita moderna, per tacer dell'amarezze sue.

febbraio 26, 2013

...eppure

Eppure, eppure...
eppure qualcosa di strano c'è... qualcosa di molto, troppo strano: questo procedere assurdamente appaiati, questa rimonta dopo gli instant pool (che sono, sì, indicativi e nulla più - ma che la cantonata fosse così grossa?), questo fare dimesso fino a stamani (non è ancora finita o qualche altra banalità sul genere, titolavano stamani i quotidiani di famiglia) ed alle prime ore di questo pomeriggio (il quartier generale del pdl era praticamente deserto, e lo ha notato anche Alfano, con accanto quel pupazzo sinstramente silente di Capezzone); qualcosa non torna.
Dopo i primi frizzi & lazzi di rientro sulla scena, pareva che l'opinione pubblica lo avesse più o meno "digerito", il commensale rumoroso e un po' caciarone che tolleri sospirando, quello che fa il buffone a tutti i costi; pareva che anche gli altri contendenti un po' di tacco lo prendessero, senza neppur imporre l'ultimo contraddittorio tutti insieme (non ci voleva Monti, il mariuolo, e ognuno immagini perché!), come se si fossero dimenticati chi era - da quasi un ventennio - il vero e ultimo nemico della democrazia, in Italia.
E invece stava lì, luccicanteed ammaliante lo specchietto per le allodole GrilloBeppe, vero vincitore un gran bel cazzo: col suo 25,5% o quel che è non ci farà niente se non del gran casino (sano o meno, poco importa), perché niente di preciso può e vuole farci: ha tolto voti al Centrosinistra (bravo), mentre invece la stessa cosa non è riuscita a destra a Monti, che veniva dal macigno di un anno di sacrifici più o meno necessari ma imposti sempre ai soliti e si sa, quando si tratta del portafoglio, il proprio, l'italiano si attacca a qualsiasi promessa del "particulare", se il particulare è il proprio.
Quindi, facil gioco ha avuto il nano a smontare il Professore, che del suo c'ha messo eccome (un pesce di fiume che nuota in acque salate non ha una gran carriera davanti, proprio no): laddove all'altro capo, invece, tutto il contrario, col Grillo a berciare nelle piazze che il vero nemico era Bersani. E tutti ad applaudire, e a dirsi è vero, è vero, è vero.
Ma anche e soprattutto da questo avrebbe potuto capire la folla schiumante che il grillismo porta a poco: ma come? Nemico è Bersani, al governo qualche mese o poco più, al cospetto di quel che ha fatto l'altro nell'ultimo - mi ripeto, ma la parola ben si associa al personaggio - ventennio? Ma vi ci siete mai fermati a pensare serenamente, senza livori e indignazioni, alle conseguenze delle vostre, di azioni, prima che stasera (per dire, eh?) una ragazzetta taanto caruccia e ingenua dicesse tra gli impacci che adesso noi ascolteremo proposte sia dall'una che dall'altra parte senza preconcetti e pregiudizi, schierandoci di volta in volta verso quello che crediamo più giusto e più in linea con le nostre posizioni, e tutto questo senza che nemmeno possa sfiorarla l'idea che - cazzo, cazzo e ricazzo - qualcosa di costruttivo un partito che ora ha il 25,5% DOVRÀ ANCHE PROPORRE?
Ma ok, anche al di là di tutto ciò (né credo che con Renzi al posto di Bersani cambiasse molto, ché il voto iracondo dei grillini era ormai deciso, e Renzi non lo avrebbe spostato di molto): io sento puzza di bruciato. 
Non riesco ad immaginarmi un 20% netto di italiani che - pur di seconda media, nell'ultimo o penultimo banco, pur stolidi tifosi del milan o ammirati dal carisma (?) o anche parenti/dipendenti/amici/conoscenti/bisognosi d'un IMU prima casa resa indietro alla boia d'un giuda - rende il voto a Berlusconi.
Così, dopo tutto, e con così grandi numeri.
Questa cosa, e come questa cosa sta maturando, ha qualcosa di losco. 
Signori: qualcosa qui non torna, e non sarebbe la prima volta (Aprile 2006, Beppe Pisanu che si dimette dalla carica di Ministro dell'Interno in frettolose circostanze poco chiare, dopo che il vantaggio dell'Unione, all'inizio molto ampio si è via via assottigliato fino a un margine risibile e non manovrabile - è nota la fine che fece quel governo, ma cfr. Uccidete la democrazia!, documentario di E. Deaglio e B. Cremagnani, finito un po' troppo frettolosamente nel dimenticatojo - vedi a pie' di post) - buttiamo intanto là, solo per gradire: così ampia forbice a favor del Centrodestra nella Puglia, la Puglia governata da Vendola? 
Che poi, pensateci: il margine si è via via assottigliato, in un modo molto strano, e pare ancora come a comando appiattirsi sui voti al Centrosinistra (che razza di coincidenza può mai essere? E sia al Senato che alla Camera!), per arrivare a metter tutto nella stasi più totale: hai vinto tu, ma d'un nonnulla, così i cazzi son tutti tuoi, e io non devo nemmeno render l'IMU, sarò ganzo oppure no? 
Tutto è troppo strano e tutto è così perfetto: è il quadro che, avesse potuto scegliere, avrebbe dipinto prima. 
Non deve nemmeno governare. 
Il tutto fino alla prossima volta. 
Sì: siamo ancora ostaggio di questo mostro e del suo esser ducetto (anche grazie all'indignatissimo Grillo, sì, che così bene ha combattuto il Gran Nimìco...)


______________
(cit. da Wikipedia)
Uccidete la democrazia! Memorandum sulle elezioni di aprile è un film dei giornalisti italiani Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani, uscito in DVD venerdì 24 novembre 2006 con il settimanale Diario insieme al libro Il broglio, che ne ha ispirato i contenuti.
Il film affronta il tema dei presunti brogli effettuati nella notte del 10 aprile 2006 durante le elezioni politiche italiane a vantaggio della coalizione di centro-destra, la Casa delle Libertà.
I dati trasmessi elettronicamente con il software per lo svolgimento dello scrutinio elettronico nelle regioni di LiguriaPugliaLazio e Sardegna, furono manipolati, con l'ausilio di un programma informatico, durante il loro trasferimento dalle varie prefetture al Viminale, trasformando le schede bianche in voti per Forza Italia. La tesi sostenuta nel documentario si basa su alcune considerazioni:
  • la difficoltà di trasmissione e divulgazione da parte del Viminale nella giornata dello spoglio delle schede. Tale difficoltà si è protratta fino a notte fonda, circa le 2.45 del mattino seguente, ora in cui fu fornito il dato certo della vittoria dell'Unione;
  • A mano a mano che arrivavano i dati dai seggi elettorali, il grande vantaggio iniziale dell'Unione andava via via assottigliandosi fino a confermarsi una differenza di soli 25.115 voti, con un andamento per il quale parrebbe che ad ogni rilevamento la forbice si chiudesse di 0,5%, lentamente ma con costanza;
  • le regioni in cui si realizzarono le condizioni di maggior equilibrio erano dotate del sistema informatico di trasmissione dei dati;
  • il numero di schede bianche risulta assai inferiore (1,1%) rispetto alle precedenti elezioni politiche (5,6%)[1];
  • il margine di errore eccessivo sugli exit-poll di tre istituti demoscopici che hanno effettuato i rilevamenti e che normalmente non supera il 2%;
  • il fatto che il Ministro dell'Interno Pisanu avvicendò 14 prefetti prima delle elezioni (LuccaBresciaMacerataVercelliMassa CarraraRiminiBariBellunoAlessandriaCaltanissettaSiracusaVerbaniaCaserta – quest'ultima al centro di uno dei maggiori ritardi nella comunicazione dei dati di spoglio delle schede elettorali);
  • il disinteresse diffuso nella classe politica all'uscita del libro Il Broglio in cui si collegano tutti i dati sopracitati.
Il personaggio metaforico "Gola Profonda", voce anonima e protettore di tutte le inchieste, intervistata da un altro simbolo, la giornalista giovane, idealista ed entusiasta, interpretano la confidenza che dovrebbe esistere, testimonianza fittizia di una notte in cui gli autori si pongono alcune domande.
Il film prosegue mostrando scene dell'ultima campagna elettorale e, in particolare, del comizio finale della Casa delle Libertà a Napoli, soffermandosi su Silvio Berlusconi e alcuni esponenti di Fiamma Tricoloretra lo sventolio di bandiere della Repubblica Sociale Italiana.
La narrazione si sposta agli inizi della storia repubblicana, a Portella della Ginestra, luogo dove, durante i festeggiamenti per la vittoria del "Blocco del Popolo", costituito da socialisti e comunisti, il 1º maggio1947, i manifestanti furono coinvolti nella strage che fu attribuita al bandito Salvatore Giuliano. Alla vigilia delle elezioni il giornalista statunitense Michael Stern, che incontrò proprio Salvatore Giuliano prima della strage di Portella della Ginestra, premia Silvio Berlusconi come "Alfiere dell'anticomunismo" e Deaglio lo intervista, parlando di Berlusconi, della situazione italiana e dei fatti di Portella della Ginestra.
Il film torna sul tema centrale, quello delle elezioni, descrivendo il percorso che compiono le schede bianche, generalmente 1.500.000 ad elezione, dal momento in cui vengono messe nelle urne dagli elettori che decidono di non porre alcun segno sulla scheda stessa, fino ai magazzini del Ministero degli Interni dove finiscono dopo le elezioni. Nel caso delle ultime elezioni il Ministero non ha mai comunicato i dati nel libro che solitamente pubblica dopo lo svolgimento delle stesse. Chi sostiene che l'elevato crollo del numero delle schede bianche (-1.246.551 in meno rispetto al 2001) fosse imputabile all'elevato numero di votanti rimane deluso dal fatto che nel 2006 hanno votato 765.302 elettori in meno rispetto al 2001 (-1,9%). Un altro dato fornito riguarda il fatto che la percentuale di schede bianche risulta "livellato" a livello regionale, ovvero le percentuali, storicamente nettamente diversificate tra provincia e provincia, risultano differire tra loro di pochi decimi percentuali. Il dato più sorprendente sembrerebbe essere quello relativo al fatto che il "livellamento" non sia tale solo su scala regionale, ma su tutto il territorio nazionale: tra le varie regioni la misura delle schede bianche oscilla tra l'1 ed il 2%.
Deaglio prosegue intervistando Clinton Curtis, programmatore informatico statunitense specializzato in programmi per la gestione del voto elettronico, il quale confida che è possibile manipolare ogni volta che si separa il conteggio dai voti reali, come in Italia si separano i voti cartacei dai "voti virtuali" oggetto di trasmissione elettronica. Curtis fornisce un esempio pratico di come, con un semplice programma di gestione di database, si possa "deviare" il numero delle schede bianche al beneficiario della frode.
Il film termina con le conclusioni di "Gola Profonda" e, cioè, con la teoria secondo la quale il ribaltamento elettorale non sarebbe riuscito solo per la volontà di Pisanu di non portare fino in fondo il broglio.

febbraio 24, 2013

e il grillismo reale?

...per chiuderla qui, cito da Curzio Maltese, La Repubblica di ieri, riguardo quel tizio che negli anni Novanta faceva il profeta dell'anti-tecnologia, e sfasciava computer, salvo poi - poco più di dieci anni dopo - diventare il blogger più cliccato della rete:

"L'ordine del capo è di far passare soltanto la stampa estera. Scelta interessante da parte di un giramondo che in tanti anni non ha mai imparato uno straccio di lingua straniera.
Grillo apprezza soltanto la stampa che non è in grado di leggere. Un vantaggio, nel suo caso, perché i giornalisti stranieri, da Le Monde, a Figaro, da Guardian alla Faz, ne hanno scritto come di un guitto populista, l'ennesimo fenomeno da baraccone della politica all'italiana.
[...]
Lo spettacolo non è il palco, il guru che abbraccia e benedice i suoi discepoli e poi sale a fare l'ultimo tonitruante show del genere solo contro tutti. Lo spettacolo è la piazza.
Le piazze sono di solito migliori o peggiori dei partiti, movimenti o sindacati che le convocano. In questo caso, ha invece l'aria di esser perfettamente uguale. Uno specchio fedele, una fotografia mossa dell'Italia che voterà 5 stelle. [...] Slogan di destra e di estrema sinistra. Se c'è una novità nel popolo di Grillo, addirittura l'annuncio di una rivoluzione politica italiana e forse mondiale, io non l'ho trovata. Sembra a prima vista la solita Italia in buona fede, che ama le semplificazioni, le teorie del complotto e i venditori di sogni, ingovernabile e contenta di esserlo, tenuta insieme dal risentimento. Se chiedi a cinquanta persone perché voteranno Grillo, quarantotto ti rispondono perché gli altri fanno schifo, rubano e sono tutti uguali, destra e sinistra. Uno parla di inceneritori e un altro di precariato giovanile e salario garantito. È chiaro che il programma non se l'è letto nessuno. Com'è del resto per tutti gli altri partiti.
Grillo si fa attendere come una rock star e quando è il suo turno non delude. Un animale da spettacolo come pochi. La campagna elettorale è stata la tournée capolavoro di una vita. Ha usato la piazza e Internet, ma soprattutto la televisione, dov'è nato. Meglio di chiunque altro nella storia, da far impallidire d'invidia Silvio Berlusconi che per quanto padrone qualche volta ha dovuto rispondere, accettare regole e domande. Grillo mai. Compare soltanto in comizio, senza contraddittorio, come e quando vuole [...]. Non deve mai rispondere di quello che ha detto, ma neppure affannarsi a smentire, come il povero Berlusca: è colpa dei giornalisti. Però a vederlo in mezzo a quest'avventura, unico punto di riferimento di una folla così indistinta, così individualista, Grillo fa un po' tenerezza. Che ne sarà di lui dopo questo travolgente successo? Fra sei mesi, un anno?".

(grassetto non d'autore)

Sarà che, a me, la piazza piena fa un certo che a prescindere. 
Sarà che l'estremismo, la volontà di trovare a tutti i costi un nemico, aggregandosi solo in base a (contro) quello, con relative assolute certezze indubitabili mi hanno fatto sempre l'effetto di una trappola da evitare, e pure piuttosto veloce. 
Sarà che, di un iniziale movimento che protestava e gridava allo scandalo, indignato (giustamente) per privilegi inettitudini e sprechi si è voluto fare (anche, all'italiana) un ricettacolo tipico di scontenti furbetti e (soprattutto) un'alternativa politica che di fatto non c'è e non ha senso che ci sia. 
Io, semplicemente, non credo che questa sia la via. Credo anche che sia una china piuttosto pericolosa, e la folla che applaude il maxi schermo col leader maximo che compie l'"Impresa sullo Stretto" mi fa rabbrividire, e un po' mi ricorda Mao, un po' George Orwell. 
Quello che mi fa più rabbia, è che avremmo dovuto esser vaccinati, a tutto questo, ormai.
E invece ci ricaschiamo, puntuali. Si cambiano un po' dosi ed ingredienti, ma sempre della stessa torta si tratta.
Quando finalmente la sforneremo potrà esser troppo tardi... 
E anche stavolta sarà difficile ricostruire.

febbraio 23, 2013

...e perciò invitiamo a votare per un partito che sia DEMOCRATICO e CRISTIANO. Amen.

...e a turarvi il naso mentre lo fate - l'avesse detto mai il povero Montanelli, che poi da lì tutti a tirarlo per la giacchetta ogni tre per due, tanto per sfoggiar la propria erudizione e la propria provenienza da letture certificate et alte. Per carità: se ce ne fossero, in un Panorama - appunto, proprio quello! - che a monte vede un gustoso talent-show e a valle un insipido reality, passando per il mezzo da profusion di poppeculi-culipoppe che nell'arco d'un ventennio hanno posto al alzo zero il livello di cultura e le aspirazioni di un paese - ché ce ne voleva proprio un altro di ventennio a noi, sì: A NOI: la pelata sostituita da capelli ricolorati; A NOI: l'adunata in piazza rimpiazzata dalla TV; A NOI: un po' di sano populismo qua e là, che gl'I-taliani son un popolo (semmai lo sono) grande, ed un popolo grande abbisogna del suo spazio vitale. Un tempo si spezzavano le reni all'Albania e si invitava a procreare, quest'oggi si deborda su la7 e si rimborsa il sacro diritto al focolare, question di differenti strategie in virtù dei tempi, messe in campo da due Grandi Statisti che certo hanno anche fatto cose buone. 
Ah, sì? 
Ma vabbe': insomma, anche se non scomodassimo il turaggio delle cavità nasali per votare la diccì, che seddiovole è un virus che in parte è superato (certo, il Vaticano resta lì, e continua a non pagare e prender soldi, i fedeli inginocchiati innanzi al vicario del Signore - che, come si sa, lo prende doppio), è abbastanza facile arguire come la storia sia sempre qui che si ripete, nel bel (bel?) paese ove 'l sì suona: c'è l'indignato con la coda d'indignatini dietro, che s'è via via ingrossata perché tutti quelli che non hanno mai pagato un cazzo in vita loro hanno ben trovato un luogo ove sfogare i propri livori e le proprie frustrazioni: eh signora mia, c'è una gran crisi, ma vedrai secc'ero io tutti li mandavo a casa quelli là... tutte 'ste tasse e loro nulla, non mi faccia la ricevuta che tanto non importa non vorrà mica che si paghi l'iva, eh ahahah, d'altra parte se non ci si arrangia un po' così non ci si fa, non ci si a fare cosa, accidenti a tutti voi? A comprare un bel gippone la mini e la cinquecento elle, ad averci i-phone, i-mac, i-pad i-caz, gli stivali da duecento eurini, ad andarsene affanculo alle maldive a natale, sfoggiando le nostre belle felpe hollister/abercrombie e un nemmen troppo latente senso d'invidia verso chi può far ovverosia aver di più?
Vincerete, od avrete tanti voti, e si è già perso lo spirito iniziale: ma poi ci sarà da governare e costruire, e parlare e scendere a patti, e trovare accordi e far mediazioni, ed incontrarsi e discutere, e fare scelte inevitabili ma impopolari, caro il mio bel Giovenale dei tempi moderni, mica urla sull'allontanamento dei giornalisti servi del potere e starnazzamenti contro tutti gli altri pezzi di merda all'infuori di voi.
And who you gonna call? Casaleggio?
Poi c'è l'intramontabile Centro d'Ispirazione Cattolica®, che ogni volta s'attacca come un parassita al primo che passa da quelle parti, e poi è tutto un bella variazione che declina in ogni modo il tema del moderato: noi siamo moderati, i moderati veri siamo noi, il paese ha bisogno dei moderati, moderatismo, compagni moderati, e via così. 
Stavolta poteva essere la volta buona: poi è arrivata la zattera di Monti, anche lui fuori ruolo come una rana nel brodo di carne. 
E chi raccatta a bordo? Due belle triglie, lasciate ogni speranza anche a 'sto giro, voialtri colla padella...
poi giunge il magistrato di turno che s'indigna - aria nuova in cucina! - e pensa bene di mettersi a cambiare il paese dall'interno. Perché - certo - fino ad ora era estraneo alla Macchina Stato! Vien da dirsi: ma perché mai rinunciare a quello che (presumibilmente) si sa fare, per buttarsi in acque estranee? Ansia d'ignoto, mancanza di qualcosa? Quell'altro, là, com'è finito? Figlio imposto in regione, proprietà immobiliari, gestione "disinvolta" del partito, Razzi & Scilipoti e due a zero e palla al centro: ma quanto eri diverso, Antonino! Pari giusto la Lega, che arrivò coi cappi e il vento del nord a dir stronzate ed oggi, a vederli ancora dopo il trota e il cerchio magico uno si dice: altro che l'America, è qui che tutto può succedere, cazzo! - formula che può ben adattarsi peraltro anche al nano vnto e impelagato, che non ho mai capito perché se avesse vinto Renzi non si sarebbe dovuto ripresentare, e perché tutti asseriscano 'sta cosa così candidamente: vuol forse dire che i due erano d'accordo, e Renzi avrebbe gestito - tra le altre cose - i suoi interessi? Ma perché Renzi stesso non s'indigna e dice: cazzo, avessi vinto io, lui avrebbe fatto bene a ritornare, sì, poi lo avrei spazzato via come la merda che è, lui e le sue lettere sull'imu e i suoi doppi sensi da Pierino Anziano, e i suoi guai con la giustizia e le sue analisi politiche tipo la sinistra puzza e c'ha la forfora, e se non c'è più Fini mi ubriaco?
Già, ma quanti sono i fuori ruolo in questo caos? Trova chi non c'entra e c'è voluto entrare: Bartezzaghi rivisto e corretto. Dacci anche una bella spiegazione, non facciamoci mancar niente. 
Di Giannino, che pareva tanto bravo ma s'è inventato non una ma due lauree (e un master) e c'ha una fica anni '70 (hairy pussy - per i fanatici e chi gli piace in generale) sulle gote, non parlo, ché non saprei nemmeno cos'altro dire. Idem per i Fratelli d'Italia, fantastici: escono - in dissenso, transfughi del nulla senza idee & proposte, dissidenti ma sempre senza idee & proposte - dal PDL e fanno la loro lista d'Eccellenze, per cosa poi? Per finire ad appoggiare il PDL. Non potevate rimanere dov'eravate, ci facevate più bella figura? 
Quest'oggi poi ho scoperto che c'è anche Magdi Cristiano Allam, e ho cominciato a ridere. E anche il Partito Comunista dei Lavoratori. Anche Tabacci, insomma, un po' d'allegria me l'ha messa.
Certo, mai come CASAPAU® o il partito della nipote del duce, la cui semplice presenza è un'antinomia: l'apologia di fascismo sarebbe ancor reato, e tanti saluti a tutto il resto. 
Perché nessuno ha in gran rispetto tuo nonno Alessandra Mussolini? Perché sì, cazzo, speriamo abbia anche patito, a testa in giù.
Mi lascio in ultimo Bersani&Vendola, per cui vale il titolo del post. Hanno fatto le primarie e le parlamentarie, hanno archiviato (speriamo! Ogni certezza, in entrambi i sensi, è una chimera - beati quelli che crederanno senza vedere, apostolo Tommaso!) D'Alema e seppellito Rutelli; Bersani lo schermo non lo buca, ma Renzi a suo tempo era una figura un po' troppo sospetta (si sta riabilitando, impara sulla propria pelle e speriamo ne faccia tesoro - basta viaggi ad Arcore e frequentazioni col Gori del Grande Fratello e altre stronzate, pensi da solo e si scelga compagni di viaggio migliori). 
Il partito è l'unico che veramente può dirsi un partito, e non la solita emanazione diretta più o meno effimera di una figura (si chiami Grillo, Bossi, Berlusconi, Monti, Di Pietro, Ingroia, chi cavolo volete); un partito con meccanismi, dibattiti e rinnovamenti interni (certo, ora non si voglia troppo, o tutto e subito).
Può non essere il massimo, può averci la sua parte di marciume: ma ci rifacciamo da una parte? Le vogliamo muovere un po' di macerie, o ci basta urlare su quanto siano brutte? Poi, magari, mentre le muoviamo, facciamo in modo di aggiungerci anche le nostre. L'appetito vien mangiando, il paese si andrà facendo. Non vi chiedo di far pagare l'IMU alla Chiesa Cattolica (magari, ecco quello sì, tagliate le sovvenzioni alle loro scuole private), ma cazzo, questa legge sul conflitto d'interessi, la vogliamo fare stavolta? Ammodo, cristo di dio. 
Si guarisce una volta per tutte dal virus? 
Una volta guariti, si cominci a lavorare. 
C'è un gran bel cazzo di lavoro da fare, dopo tutto questo tempo.

Votate ammodo. 
Tutto (anche se lo avete sempre dimenticato) dipende da voi.
Siate (siete) parte in causa.
Amen.

febbraio 22, 2013

VOTO DI PROTESTA

Squilli di tromba, rulli di tamburi: come ad ogni tornata elettorale che si rispetti (e giudicate da voi quanto possa dirsi rispettabile in sé, l'evento) giunge a valle con furore la slavina di quelli che pensan (?) bene di dare il lor voto in guisa di Protesta. 
Nel corso degli anni - senza andar nemmeno tanto indietro - il loro Voto-di-Protesta lo hanno dato, per motivi ogni volta diversi, a Forza Italia (si nasce incendiari, si muore... magari lo si facesse!), poi alla Lega (mi astengo da commenti), poi a Di Pietro (Razzi & Scilipoti - basti quest'unico commento); stavolta lo danno a Grillo e al suo movimento a cinque stelle. Sarebbe curioso, credo, chiedere a gran parte di questa gente l'oggetto di cotanta protesta, il motivo per cui stanno concretamente protestando: poiché di solito, per il paese che siamo, l'etichetta Voto-di-Protesta è l'auto-assoluzione sbrigativa - ormai sempre più spesso in nome della Crisi, oddio la Crisi! - che questa gente si dà pel non pagar le tasse, per aggirar qualche leggìna, per non fare (e farsi fare) una fattura, per non rispettare un divieto di sosta, per non pagare una multa. 
Protestano, loro. Contro gli altri che son peggio. E che ci hanno portato nella Crisi. 
Non sanno o non si rendono conto che protesterebbero più a fondo e con assai più costrutto evitando di parcheggiare in doppia fila, chiedendo uno scontrino, scansando furbate, limitando i propri appetiti e seti di poteri & privilegi; in sintesi: vedendo un po' più in là del proprio naso e del proprio orticello. Cercando di essere consapevolmente parte di una comunità. Usando la scheda elettorale in modo accorto - per la prima volta in questo paese, tra l'altro.
E invece - come sempre, è più facile & comodo che le cose vadano a rotoli per colpe altrui, no? - si va per le spicce e si mette una bella croce, qui, un bel Voto-di-Protesta
Contro il sistema, contro i partiti, contro le tasse. 
E dopo ci si sente più leggeri, no: tanto sono tutti ladri, urliamo un altro po', facciamo un po' casino, diamo un par di picconate. 
Chi è Contro urli più forte. Tutti insieme/dietro a me, orsù marciamo sopra questo sistema ormai corrotto & marcio. 
Che fa lei, non urla più? Fuori, fuori dai coglioni! 
Su, riprendete a marciare, fuori gli infami e chi non la pensa come noi!
Che cosa corrotta, sono, le leve del potere. Mai noi ci abbasseremo a tanto. 
(E fanno male tra l'altro: perché le leve del potere sono da manovrare, eccome. Magari in modo migliore, in modo onesto e responsabile - ma torna sempre lì: proviamo ad usar la scheda elettorale in modo intelligente, ad esser, per una cazzo di volta, una parte attiva in questo gioco: cominciamo ad esser migliori noi per primi; vedrete che qualcosa cambia!) 

Le urla e la rabbia sono un terreno sterile e ingrato, da cui assai difficilmente può nascere qualcosa; la ragione, il buon senso, la cultura, la tenacia e la volontà di fare sono in tutt'altro podere, e chi urla e scarica la propria gola non li vede. 
Non che Grillo (beninteso prima dell'incontro con Casaleggio - dopo, siamo alla Scientology di noialtri poveracci) non abbia le sue ragioni di urlare; semplicemente - come già prima Di Pietro, e ad oggi magari Ingroia, tizi che rimanendo nei propri campi di origine una rivoluzione civile avrebbero potuto effettivamente farla/continuarla, seppur con fatica e in assenza di riflettori/privilegi/prebende varie - è totalmente e assolutamente fuori posto: la sua è satira, invettiva, denuncia, dis-velamento. 
Distruzione: e sarebbe Arte nobilissima, che dovrebbe servire a far riflettere la gente, a informarla, a muoverla a sdegno e a farle prender decisioni responsabili. A ricordare che c'è di più che la DeFilippi e la restituzione dell'IMU. 
Sabina e Corrado (ok: quando ha voglia!) Guzzanti, Crozza, tanto per dire...
Grillo in politica è un non senso: è un riportare a scorrere un fiume ormai prosciugato, per farlo gettare in un crepaccio.

E spesso protestare è nient'altro che reclamare una propria fetta di torta. O una fetta di torta più grossa. Perché oggi, ormai, niente vi basta.