Un tempo eravamo bambini: poi il treno è arrivato, passato - noi fermi di là dalla sbarra -
e non ci ha fatto più
alcuna
meraviglia.
Fine dei giochi.
Un'operetta vana & inconcludente - Odio il 90% delle persone che conosco. E anche di quelle che non conosco, senz'altro.
URLO IMMAGINARIO LIBERATORIO
Tanta gente parla come se
proprio
in quello che dice
dovesse trovare un senso
per la propria
esistenza.
Più parlano, più hanno senso e
coscienza d'esistere.
Questo,
ovviamente,
al di là di ogni
significato
di ciò che dicono;
tanto più
che le parole non son altro che
aria
più o
meno
rarefatta - specialmente
le loro.
Ti rovesciano addosso (e temono il silenzio,
chissà perché)
i loro
sproloqui,
le loro
insensatezze,
le loro
inezie,
le loro
elucubrazioni.
Se le passi nello staccio,
non resta niente - ma intanto
le hai dovute stacciare,
e il tempo lo hai perso, dietro a loro.
Per conto mio,
io so soltanto quanto picchia
il sole a Washington,d'estate,
sul Mall;
ma non mi vien neanche da dirlo,
a nessuno di questi qua.
Et dalla sublyme Ferara, città di duchi & piade, MuccaCenter (?) più due lvgvberrimi palazzoni versicolore, yrti come fave e con profusion d'anntene su' terrazzî e poliziotti a' piedi, un'inevitabil proesia di lontano, come dal più vieto ancorché valydissimo dei Carnet di Viaggio del Proeta™, a nome Patriana (è donna, lei) degli Agazi detta "Il Gabardicce" (o anche "alla grazia del Gabardicce") dagli amici. Che più? Potevasi forse evitare? O pupparmelo?:
ECCEZIONALE EVENTO, NELLA RIDENTE (cazzo c’avrà poi da ridere?) CITTADINA DI PONTECANZO TERMALE (prov. di GORGO INFÌDO). SE AMATE LA CULTURA, CI ANDATE (a troncarvelo nel ciocco)?
Il Caffè della Versiliana (e su ma’ puttana – scusino, ma come altri ben sanno, la rima impone, indice et impera) quando non può – siano disagî logistici, sia un coevo evento tipo un bel dibattito sulla secolare discriminazione patita delle donne nel campo dell’algebra dai merovingi in giù, sia l’incendio doloso del palco a seguito d’un focoso diverbio fra intellettuali piccosi & vendicativi – quando non può, dicevo, fare il Caffè della Versiliana in quell’ameno loco che è appunto la Versylia, usuale sede sua veramente bella non fosse che spesso non c’è verso di parcheggiare e soprattutto non fosse che a volte ci va pure BrunoVespa (iiiiiihhhhbrunovespa!), si trasferisce nella esclusivissima quanto chic cittadina di Pontecanzo Termale – amor di precisione c’impon di nominare anche il locum, che è l'inclito Caffè Guardingo III, il bar dove tutti si guardano d’intorno (i primi due andarono a fuoco per negligenza e trascuramenti sicché ora son tutti attenti) – ed ivi trasla et ospita i suoi eventi/incontri/presentazioni librini-sega. RomanoBattaglia, sì quello che scrive la rubrica Banalità Fatiscenti & Scipitissime su "La Nazione – Giornale Coglione", si trasferisce pure, e seco mena fazzoletto da taschino nonché foulard da collo, alfin di sparger gravida et acutissima semenza sulle affamate purché esclusive menti d’entroterra, tipo oggi, che c’è la presentazione – ed è un’anteprima nazionale, ragion per cui si può pur dire: me’ cojoni – del nuovo libro di poesie di SandroBondi (dico: S-a-n-d-r-o-B-o-n-d-i), il quale per l’occasione ci mostra la sua natura poetica, che tanto peggio di quella politica non potrà certo essere, penso. Il libro si intitola “Perdonare Dio”, ed è presentato come “una dimensione segreta da cui il politico ha sempre attinto per guardare il mondo; molte poesie d'amore, parole scavate, immagini, emozioni, nostalgia di infinito: un documento insolito di un personaggio pubblico, una testimonianza sorprendente di una umanità vera”. Oioi. Vinte e suffogate le risa e/o le lagrime, repressi (o sfogati) i rigurgiti & rigetti da schifìo, vi dico anche, care le mie merde, che “l’on. Elisabetta Gardini, nota attrice e conduttrice televisiva, oltreché apprezzata (???) donna politica di Forza Italia, collaborerà alla presentazione e valorizzazione del testo, leggendone alcune liriche”.
Garaglò. Se ciò poi non fosse di per sé abbastanza, ho agio altresì di ricordare che il medesmo onorevol Bondi tiene abitualmente una rubrica di poesia sul settimanale Vanity Fair, e che in occasione dell’ultimo compleanno dell’idol suo, ha dedicato una poesia allo stesso. Titolo, ovviamente, "A Silvio", ancorché il destino – ahimè! – non sia quello dell’omonima versione femmina dalla tomba ignuda & fredda morte mostrate di lontano, colla mano (e tu' pa' sultano - cfr. l'inizio):
A SILVIO
Vita assaporata
Vita preceduta
Vita inseguita
Vita amata
Vita vitale
Vita ritrovata
Vita splendente
Vita disvelata
Vita nova
Ecco: se anche ciò non vi basta, forse siete morti. Vi ci vorrebbe ma un po’ di Borghezio in soggiorno, magari. Lui, di persona, colla canotta verde, che vi sputa tutto lo scrittojo Luigi XVI colle nappine orride e di gusto.
IL SIGNOR SHOROWSKY PASTEGGIA A ORO PILLA®
Quando ti passa accanto capisci
subito
che quello era il Signor Shorowsky,
e di sicuro a casa –
se ce l’ha, una casa –
lui pasteggia a Oro Pilla®.
Acciughe,
e
banane per frutta.
Con la barba e i capelli grigi,
gli occhiali tondi e
maglioni di lanaccia;
probabilmente sudicio.
Tu
ti alzi tutte le
cazzo
di mattine,
e sei un
Ritorcitore Addetto Macchine-Ritorto e Abbinatrici;
uno che ha fatto il master
in
Marketing Strategico e Gestione del Prodotto.
O magari
un Saldatore Polivalente Certificato,
probabilmente da questa cippa di cazzo.
E lui è il Signor Shorowsky,
e pasteggia a Oro Pilla®.
Vince lui.
(poesïola - sulla scia del sommo-poeta-romanziere Ligabue, che fa una cosa e ne pensa due, peccato sian cazzate entrambe - da presentarsi in occasione del XVRWDLII Concorso Internazionale di Poesia per Giovani & Idraulici "Colori per nuovi orizzonti - Città di Bovisio-Masciago", da recitarsi abbigliati in guisa di Gobbo-Di-Mattoni, col nome di Glauco Lampreda)
DICHIARAZIONE SOLENNE
Ok, sì; dunque. Da oggi la presente rimessa di stronzil presente blog, certo, prende una deriva mistica. E poetica, come in ogni degno mysticismo. Del resto, poetico lo era già (ah sì?); e del resto tutti siamo poeti, scrittori, pyttori, e via e via. In una parola: artisti. Basta poco, per ogni disciplyna. Quindi, io sono artista, o anche ARTISTONE. Si dia inizio alla catarsi.
CEPPÎ RATTI
Io non volevo proprio esser qui, mai –
ovvero
sarà anche vero che i professori
universitari
sono chiusi nelle loro torri d’avorio
e
dibattono problemi futili
tipo
l’intellettuale mitteleuropeo e la situazione italiana
o
la prima redazione di Fontamara
o
il pensiero politico nella letteratura post-unitaria del meridione;
sì, senz’altro,
ok, già;
ma
Cristo
Santo
guardati,
figlio mio guardati,
dal mondo del lavoro.
Di tutti i mondi
questo è la merda
lo spreco di vita
a 360°.
In verità in verità vi dico:
meglio il lazzaretto,
meglio la droga.
La figlia di Francis Ford Coppola, Sofia, fa i film.
Il figlio di Vittorio Gassman, Alessandro Gassman, recita.
Così come Ricky Tognazzi, suo fratello minore, e via e via.
Il figlio di De Andrè, canta.
La figlia di Mara Venier, come cazzo si chiama, fa televisione.
…Già, anche quella di Mastroianni.
Il cugino di Venditti, il nipote di Maurizio Costanzo, un parente alla lontana di
Gerry Scotti, presumibilmente, saranno anche loro nello show-biz, o come cameramen, o direttori di produzione, o come comparse, o in qualche altro modo, insomma.
I Douglas e Cusak sono una famiglia di attori, e/o registi, e/o cantanti.
Le ex-mogli di Alberto Moravia scrivono, tutte.
È un elenco che potrebbe continuare. Quanti ne dimentico?
La figlia di Paul McCartney è una stilista. Quello di John Lennon, Sean mi pare, è un cantante anche lui.
E quanti giornalisti famosi ci saranno che avevano qualcuno della famiglia prima di loro, dalle stesse parti?
E calciatori?
Asia Argento fa l’attrice...
Comunque sia, interrogati al riguardo, loro ti dicono che così è anche più difficile, perché hanno sempre da fare i conti con l’ombra di un genitore famoso, con i sospetti della gente, sempre a pensare che loro siano lì per nepotismi e conoscenze, e con questo e quest’altro problema.
La loro è una passione che gli ha trasmesso il padre, la madre; una vena artistica nella famiglia che non poteva non saltar fuori, prima o poi.
E salta sempre fuori.
E soprattutto, ti ripetono, è tremendamente dura: non perché sono figli o parenti di questo o quest’altro, è tutto rose e fiori, sapete…
Nessuno di loro è mai un impiegato, un operaio, un elettricista.
È tutto così bello, in fin dei conti…
la mamma VIP è sempre incinta.
Ok, poiché oggi sarebbe anche il mio genetliaco, diciamo che mi faccio un presente. Qui, di seguito. Baci...
ragazze pulite e tranquille in abiti di percalle...
Io ho conosciuto soltanto puttane, ex battone,
pazze. vedo uomini con donne tranquille,
gentili – li vedo nei supermercati,
camminare insieme per strada,
nelle loro case: gente in pace,
che vive insieme. so che la loro pace
è soltanto relativa, ma è pace,
spesso ore e giorni di pace.
io ho conosciuto soltanto impasticcate, alcoliste,
puttane, ex battone, pazze.
quando una se ne va
un’altra arriva
peggiore della precedente.
vedo tanti uomini con ragazze pulite e tranquille
in abiti di percalle
ragazze con volti che non sono di furetto
né rapaci.
“non portare mai più una puttana” dico
ai miei pochi amici, “me ne innamorerei.”
“non reggeresti una perbene, Bukowski.”
ne ho bisogno. ho bisogno di una donna perbene
più di quanto abbia bisogno della macchina per scrivere,
più di quanto abbia bisogno della mia automobile,
più di quanto abbia bisogno di Mozart; ho bisogno di
una donna perbene tanto da sentirne l’odore nell’aria,
la sento sotto i polpastrelli, vedo marciapiedi
costruiti perché i suoi piedi vi camminino,
vedo cuscini per la sua testa,
sento la mia risata in agguato,
la vedo accarezzare un gatto,
la vedo dormire,
vedo le sue pantofole sul pavimento.
so che esiste
ma in quale angolo della terra
se le puttane continuano a trovarmi?