Visite

Visualizzazione post con etichetta la grande poesia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta la grande poesia. Mostra tutti i post

dicembre 13, 2011

Siamo noi o qualcun altro?

tanta gente 
è 
i propri vestiti, 
il proprio lavoro, 
la propria 
macchina, 
il proprio 
bambino, 
i propri malanni:
tutto, pur di non esser se stessi,
perché forse
non c'è rimasto nulla,
nulla,
nulla.

Tutto tagliato
mangiato
dal personaggio che
siamo;
coperto dalle 
maschere che 
indossiamo (o 
loro indossano noi?).

Vampiri 
che succhiano la vita degli altri (quando va bene);
zombie che girano a caso -
questo siamo, 
mentre 
mettiamo in moto
i nostri 
cazzutissimi
SUV.

Un tempo eravamo bambini: poi il treno è arrivato, passato - noi fermi di là dalla sbarra -
e non ci ha fatto più 
alcuna
meraviglia.


Fine dei giochi.

maggio 13, 2011


URLO IMMAGINARIO LIBERATORIO

Tanta gente parla come se
proprio
in quello che dice
dovesse trovare un senso
per la propria
esistenza.
Più parlano, più hanno senso e
coscienza d'esistere.
Questo,
ovviamente,
al di là di ogni
significato
di ciò che dicono;
tanto più
che le parole non son altro che
aria
più o
meno
rarefatta - specialmente
le loro.
Ti rovesciano addosso (e temono il silenzio,
chissà perché)
i loro
sproloqui,
le loro
insensatezze,
le loro
inezie,
le loro
elucubrazioni.
Se le passi nello staccio,
non resta niente - ma intanto
le hai dovute stacciare,
e il tempo lo hai perso, dietro a loro.
Per conto mio,
io so soltanto quanto picchia
il sole a Washington,d'estate,
sul Mall;
ma non mi vien neanche da dirlo,
a nessuno di questi qua.

ottobre 29, 2010

PAUSA CAFFÈ SCIUPATA (MA TANTO IL CAFFÈ FA SCHIFO GIÀ DI SUO)

Quella gente che adora urlare,
questionare,
litigare,
altercare.
Appassionata, generosa alla rovescia;
gente da pianerottolo,
focosamente inscindibile dalle liti,
senza morirebbe -
per sentirsi vivi:
emozioni forti.
Cioè:
non forti,
grosse.
(Grossolane, spesse,
ciucciute).
La loro espressione principale -
una sigaretta, le urla,
i sentimenti in piazza e le parole a raffica,
la faccia rossa, gesti in libera
aggressività d'assalto,
somma:
il lato generoso del popolino.
Quella gente che adora
urlare, questionare, litigare, altercare -
una bicicletta sul pianerottolo,
l'acqua
che
sgocciola
dal
terrazzo, un motivo
come un altro -
sarebbe
gente da cui rifuggire.
E invece la vita alle volte ti prende proprio
per il culo e - non solo! -
ti ci sbatte pure
la faccia contro

(sul culo,
dico).

febbraio 16, 2010

PROFONDITUDINI DELL'ESSERE (STRONZO)

Continuo a chiedermi

perché
le idee debbano venirmi
la notte al buio
tipo mentre la lavastoviglie sta andando
e sono le una
o

le due e dieci del mattino
ed è appena ripartito il camion dei rifiuti e le luci dei fari sono passate
per un momento
attraverso la persiana chiusa e la tenda
tirata -
e a me piace molto l'effetto delle luci dei fari e del rumore del motore
che
riprende la salita
mentre penso che dovrei alzarmi,
accendere
la
luce
e prender
nota.
La mattina
solitamente
tutto è svanito,

allungato annegato e
irrimediabilmente
disciolto
in un'altra giornata del cazzo,
piena di beghe non mie,
energie disperse, casini del tutto
fini a se stessi, nessun senso.
Ogni notte, poi, ricomincia così.
Dovrei viver da solo, per non disturbare nessuno accendendo la luce.
Meglio in quell'altro modo,
sì.
Non sono
poi
queste grandi idee.

febbraio 03, 2010

GENOVA DICEVO, È UN'IDEA COME UN'ALTRA

Ascoltando
la Fantasia drammatica per pianoforte, di
Frank Bridge,
alla radio, in una
grigia giornata di gennaio,
una leggera pioggerellina fredda che picchia sul parabrezza,
riconosci che si tratta di Novecento,
pur non conoscendo il pezzo né l'autore.
Sorridi e capisci che forse non te l'hanno fatta del tutto,
le merde,
e che qualcosa è comunque sempre servito -
non ti avranno mai fino in fondo, capite.
Poi parcheggi la macchina,
ti affretti a piedi senza ombrello;
entri a lavoro,
e la magia svanisce,

ma questa –
cazzo di giuda –

è troppo un'altra storia:
mica si può aver
tutto,
dalla vita.

aprile 29, 2008

Et dalla sublyme Ferara, città di duchi & piade, MuccaCenter (?) più due lvgvberrimi palazzoni versicolore, yrti come fave e con profusion d'anntene su' terrazzî e poliziotti a' piedi, un'inevitabil proesia di lontano, come dal più vieto ancorché valydissimo dei Carnet di Viaggio del Proeta™, a nome Patriana (è donna, lei) degli Agazi detta "Il Gabardicce" (o anche "alla grazia del Gabardicce") dagli amici. Che più? Potevasi forse evitare? O pupparmelo?:


T’è venuto,

sì,

ti c’è venuto

proprio

un bell’ambientino,

qui.

Peccato piova.

Però,

dicevo:

due beï posterini

di walterzenga

non ce li metteresti?

giugno 29, 2007

ECCEZIONALE EVENTO, NELLA RIDENTE (cazzo c’avrà poi da ridere?) CITTADINA DI PONTECANZO TERMALE (prov. di GORGO INFÌDO). SE AMATE LA CULTURA, CI ANDATE (a troncarvelo nel ciocco)?

Il Caffè della Versiliana (e su ma’ puttana – scusino, ma come altri ben sanno, la rima impone, indice et impera) quando non può – siano disagî logistici, sia un coevo evento tipo un bel dibattito sulla secolare discriminazione patita delle donne nel campo dell’algebra dai merovingi in giù, sia l’incendio doloso del palco a seguito d’un focoso diverbio fra intellettuali piccosi & vendicativi – quando non può, dicevo, fare il Caffè della Versiliana in quell’ameno loco che è appunto la Versylia, usuale sede sua veramente bella non fosse che spesso non c’è verso di parcheggiare e soprattutto non fosse che a volte ci va pure BrunoVespa (iiiiiihhhhbrunovespa!), si trasferisce nella esclusivissima quanto chic cittadina di Pontecanzo Termale – amor di precisione c’impon di nominare anche il locum, che è l'inclito Caffè Guardingo III, il bar dove tutti si guardano d’intorno (i primi due andarono a fuoco per negligenza e trascuramenti sicché ora son tutti attenti) – ed ivi trasla et ospita i suoi eventi/incontri/presentazioni librini-sega. RomanoBattaglia, sì quello che scrive la rubrica Banalità Fatiscenti & Scipitissime su "La Nazione – Giornale Coglione", si trasferisce pure, e seco mena fazzoletto da taschino nonché foulard da collo, alfin di sparger gravida et acutissima semenza sulle affamate purché esclusive menti d’entroterra, tipo oggi, che c’è la presentazione – ed è un’anteprima nazionale, ragion per cui si può pur dire: me’ cojoni – del nuovo libro di poesie di SandroBondi (dico: S-a-n-d-r-o-B-o-n-d-i), il quale per l’occasione ci mostra la sua natura poetica, che tanto peggio di quella politica non potrà certo essere, penso. Il libro si intitola “Perdonare Dio”, ed è presentato come “una dimensione segreta da cui il politico ha sempre attinto per guardare il mondo; molte poesie d'amore, parole scavate, immagini, emozioni, nostalgia di infinito: un documento insolito di un personaggio pubblico, una testimonianza sorprendente di una umanità vera”. Oioi. Vinte e suffogate le risa e/o le lagrime, repressi (o sfogati) i rigurgiti & rigetti da schifìo, vi dico anche, care le mie merde, che “l’on. Elisabetta Gardini, nota attrice e conduttrice televisiva, oltreché apprezzata (???) donna politica di Forza Italia, collaborerà alla presentazione e valorizzazione del testo, leggendone alcune liriche”.
Garaglò. Se ciò poi non fosse di per sé abbastanza, ho agio altresì di ricordare che il medesmo onorevol Bondi tiene abitualmente una rubrica di poesia sul settimanale Vanity Fair, e che in occasione dell’ultimo compleanno dell’idol suo, ha dedicato una poesia allo stesso. Titolo, ovviamente, "A Silvio", ancorché il destino – ahimè! – non sia quello dell’omonima versione femmina dalla tomba ignuda & fredda morte mostrate di lontano, colla mano (e tu' pa' sultano - cfr. l'inizio):

A SILVIO

Vita assaporata
Vita preceduta
Vita inseguita
Vita amata
Vita vitale
Vita ritrovata
Vita splendente
Vita disvelata
Vita nova

Ecco: se anche ciò non vi basta, forse siete morti. Vi ci vorrebbe ma un po’ di Borghezio in soggiorno, magari. Lui, di persona, colla canotta verde, che vi sputa tutto lo scrittojo Luigi XVI colle nappine orride e di gusto.

marzo 22, 2007

IL SIGNOR SHOROWSKY PASTEGGIA A ORO PILLA®

Quando ti passa accanto capisci
subito
che quello era il Signor Shorowsky,
e di sicuro a casa –
se ce l’ha, una casa –
lui pasteggia a Oro Pilla®.
Acciughe,
e
banane per frutta.
Con la barba e i capelli grigi,
gli occhiali tondi e
maglioni di lanaccia;
probabilmente sudicio.
Tu
ti alzi tutte le
cazzo
di mattine,
e sei un
Ritorcitore Addetto Macchine-Ritorto e Abbinatrici;
uno che ha fatto il master
in
Marketing Strategico e Gestione del Prodotto. 
O magari
un Saldatore Polivalente Certificato,
probabilmente da questa cippa di cazzo.
E lui è il Signor Shorowsky,
e pasteggia a Oro Pilla®.
Vince lui.


(poesïola - sulla scia del sommo-poeta-romanziere Ligabue, che fa una cosa e ne pensa due, peccato sian cazzate entrambe - da presentarsi in occasione del XVRWDLII Concorso Internazionale di Poesia per Giovani & Idraulici "Colori per nuovi orizzonti - Città di Bovisio-Masciago", da recitarsi abbigliati in guisa di Gobbo-Di-Mattoni, col nome di Glauco Lampreda)

gennaio 18, 2007

DICHIARAZIONE SOLENNE


Ok, sì; dunque. Da oggi la presente rimessa di stronzil presente blog, certo, prende una deriva mistica. E poetica, come in ogni degno mysticismo. Del resto, poetico lo era già (ah sì?); e del resto tutti siamo poeti, scrittori, pyttori, e via e via. In una parola: artisti. Basta poco, per ogni disciplyna. Quindi, io sono artista, o anche ARTISTONE. Si dia inizio alla catarsi.



CEPPÎ RATTI
Io non volevo proprio esser qui, mai –
ovvero
sarà anche vero che i professori
universitari
sono chiusi nelle loro torri d’avorio
e
dibattono problemi futili
tipo
l’intellettuale mitteleuropeo e la situazione italiana
o
la prima redazione di Fontamara
o
il pensiero politico nella letteratura post-unitaria del meridione;
sì, senz’altro,
ok, già;
ma
Cristo
Santo
guardati,
figlio mio guardati,
dal mondo del lavoro.
Di tutti i mondi
questo è la merda
lo spreco di vita
a 360°.
In verità in verità vi dico:
meglio il lazzaretto,
meglio la droga.

gennaio 27, 2005

agosto 11, 2004

Forse non tutti sanno che…

Ilio Cacini, il noto (a chi?) Ilio Cacini, oltreché imbianchino marmorizzato (?) in conto terzi e coltivatore indiretto sì ma a rate presso l’Alitalia (?) di Stramazzo (prov. di StoCazzo), è anche pöeta (non mi ricordo se è meglio metterla sulla -e la dieresi, o sulla -o, ma tanto voi saprete di sicuro una sega), e quindi adesso ci regala un bel momento di pöesia:


Tytolo: RIPENSAMENTI


Tutte le cose

mi vengono

alla memoria,


e io ci penso.


(@1995. Tutti i diritti riservati. L'autore si riserva il diritto di fare un culo così a chiunque usi la sua opera senza il suo permesso, o senza versargli sull'unghia un mazzetto di fogli da 50 eury, tutti maledetti e subito e ci state anche larghi, d'altra parte l'arte mica la si può strumentalizzare e commercializzare così, come fosse acqua fresca, no vero, non so se mi spiego, eccheccazzo. La poesia in questione è estrapolata dalla raccolta Il marmo sui piedi fa male - stacci un po' attentino, su! Che l'ultima volta m'hai fatto un bedo che nemmeno col gippone, ed. Nerchia di Re, Torino (addosso) 1995. E' possibile, eventualmente, ordinare il libro su internetbookshop.it o bol. com)

giugno 29, 2004

LA GRANDE POESIA, RITORNA!!!!

(solo per voi, anche se non vi meritate proprio un cazzo, manica di stronzoni nullafacenti incapaci di levarsi financo un ditino dal culo)

Haiku di rara sensibilità, nonché squisito equilibrio & raffinatezza



Mungo

Fungo.

giugno 10, 2004

...e dal caro (ma bieco & torvo, nonché un po' livoroso) amico Nofero Noferi, detto "alla grazia di Nofero", professione notaro (in realtà ajo, ma lui preferisce che si dica che è notaro), riceviamo, e volentieri pubblichiamo, una bella lirica SERIA. Utili e per per niente spocchiose riviste di alta letteratura & poesia gliel'avevano rifiutata, pensate un po' voi. Ma andiamo a cominciare (si scrive di blé, perché il blé è COLORE PROFONDO)

il mare
l'estate
il silenzio
un alcione
ecco
ecCO
eCCO
ECCO
eeecccOOOOOO!!!!!!
BRIVIDI E SOLLETICO LUNGO LA SCHIENA

però,come cacare nell'acqua 'un ce n'è...

Bella eh?

maggio 28, 2004

Poesia (sintetica) - per la serie: grandi rime baciate (in culo a tutti i grandi artistoni di questo mondo, ragazzini che pensano di essere chissà chi)


Culo


Mulo

novembre 13, 2003

La figlia di Francis Ford Coppola, Sofia, fa i film.
Il figlio di Vittorio Gassman, Alessandro Gassman, recita.
Così come Ricky Tognazzi, suo fratello minore, e via e via.
Il figlio di De Andrè, canta.
La figlia di Mara Venier, come cazzo si chiama, fa televisione.
…Già, anche quella di Mastroianni.
Il cugino di Venditti, il nipote di Maurizio Costanzo, un parente alla lontana di
Gerry Scotti, presumibilmente, saranno anche loro nello show-biz, o come cameramen, o direttori di produzione, o come comparse, o in qualche altro modo, insomma.
I Douglas e Cusak sono una famiglia di attori, e/o registi, e/o cantanti.
Le ex-mogli di Alberto Moravia scrivono, tutte.
È un elenco che potrebbe continuare. Quanti ne dimentico?
La figlia di Paul McCartney è una stilista. Quello di John Lennon, Sean mi pare, è un cantante anche lui.
E quanti giornalisti famosi ci saranno che avevano qualcuno della famiglia prima di loro, dalle stesse parti?
E calciatori?
Asia Argento fa l’attrice...

Comunque sia, interrogati al riguardo, loro ti dicono che così è anche più difficile, perché hanno sempre da fare i conti con l’ombra di un genitore famoso, con i sospetti della gente, sempre a pensare che loro siano lì per nepotismi e conoscenze, e con questo e quest’altro problema.
La loro è una passione che gli ha trasmesso il padre, la madre; una vena artistica nella famiglia che non poteva non saltar fuori, prima o poi.
E salta sempre fuori.
E soprattutto, ti ripetono, è tremendamente dura: non perché sono figli o parenti di questo o quest’altro, è tutto rose e fiori, sapete…
Nessuno di loro è mai un impiegato, un operaio, un elettricista.
È tutto così bello, in fin dei conti…
la mamma VIP è sempre incinta.

novembre 03, 2003

Ok, poiché oggi sarebbe anche il mio genetliaco, diciamo che mi faccio un presente. Qui, di seguito. Baci...

ragazze pulite e tranquille in abiti di percalle...

Io ho conosciuto soltanto puttane, ex battone,
pazze. vedo uomini con donne tranquille,
gentili – li vedo nei supermercati,
camminare insieme per strada,
nelle loro case: gente in pace,
che vive insieme. so che la loro pace
è soltanto relativa, ma è pace,
spesso ore e giorni di pace.

io ho conosciuto soltanto impasticcate, alcoliste,
puttane, ex battone, pazze.

quando una se ne va
un’altra arriva
peggiore della precedente.

vedo tanti uomini con ragazze pulite e tranquille
in abiti di percalle
ragazze con volti che non sono di furetto
né rapaci.

“non portare mai più una puttana” dico
ai miei pochi amici, “me ne innamorerei.”
“non reggeresti una perbene, Bukowski.”

ne ho bisogno. ho bisogno di una donna perbene
più di quanto abbia bisogno della macchina per scrivere,
più di quanto abbia bisogno della mia automobile,
più di quanto abbia bisogno di Mozart; ho bisogno di
una donna perbene tanto da sentirne l’odore nell’aria,
la sento sotto i polpastrelli, vedo marciapiedi
costruiti perché i suoi piedi vi camminino,
vedo cuscini per la sua testa,
sento la mia risata in agguato,
la vedo accarezzare un gatto,
la vedo dormire,
vedo le sue pantofole sul pavimento.

so che esiste

ma in quale angolo della terra
se le puttane continuano a trovarmi?