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maggio 30, 2006

A distanza d’un bel po’ di tempo, torna a seguito richiesta esplicita (?) la rubrica
LE GRANDI FRASI PER TUTTI I GIORNI

Esegesi. Etimologia. Filologia. Tauromachia.

Ecco un uomo/
che mi insegue/
e mi lancia/
un COLAPPIO/
Che fortuna, non mi ha preso/
ed io lo DISPERDERO'!"
 

Frammento di una ballata del XII sec, la cui editio princeps (cod. Palatino LH657, Ambrosiana di Milano, 1519 ca.), è a tutt’oggi irrimediabilmente perduta, a seguito o di un pauroso incidente fra CAMI (precisamente, si trattava di un camion della ditta CIUINO™, di Ruvo Molisano, specializzata in trasporto ballate & lupi-a-nolo, e di un autoblindo della ditta BLINDA™, di Colle val Merda, trasportante empietà e trasudante livore e sprezzo del pericolo, anche e soprattutto guidando contromano a occhi chiusi, cantando uacciuariuariuariuààà), o per futile scommessa – la cosa non è del tutto chiarita.
Comunque sia, l’esegesi del testo – ahimè, del frammento di testo! – in nostro possesso, ci porta a considerare anzitutto il tytolo, che pur se non ho riportato (abbiate pazienza, me ne son accorto ora) era Il cane randagio. E dunque ben si spiega l’arcana l’ambientazione: non la Cornovaglia, non l’Averno, bensì Vicolo Malconsiglio, in quel di Barbone-di-Yul (YU), dove il cane randagio waga per i cazzi propri, grufolando lercio nella merda e nel pattume, com’è suo costume & diritto, finché arriva un uomo (antenato del moderno accalappiacani – si noti che nel mille e cento tale figura esisteva veramente, e si chiamava Guidrigildo o anche Menco, io li conoscevo PERSONALMENTE – eran due omini veramente laidi e butirrosi; poi morirono, pace, meglio loro che io) che gli lancia un COLAPPIO.
Ora, cos’è un colappio? Si sono fatte le più disparate ipotesi a riguardo: il Concetti, il Mangiacazzi, il Succiacàpridi, la Bobi, la Pinpi, tutti gli studiosi più autorevoli hanno detto la loro (particolarmente suggestiva e fantasiosa la versione della Bobi, la quale individuava, attraverso il criterio della lectio difficilior, una differente lezione, riportata in un altro codice, il Trivulziano di Milano, AX-732-BZ – che non è una targa, come molti di voi idiotoni avrà pensato: COLABARDA, cosa che ci riportava quindi, magari aggiungendo la denominazione SPAZIALE – lectio, quest’ultima, contenuta forse in un non precisato codice, il Tribudiùlo della collez. priv. Trotti-Piponi – a un complesso ma inutile marchingegno di provenienza marziana, utile per sterminare senza pietà i mostri haniba e quelli di Mazinga, che ora non ricordo come si chiamavano. Ma questi son problemi di filologia, che cazzo ve lo dico a fare, che ci volete capire, voi).
Tuttavia, resi sicuri da nuovi studi & approfondimenti, e ancor più dalla sicumera che contraddistingue chi è piamente nel giusto e nel certo, possiamo affermare che i suddetti insigni studiosi si son distinti solo per le stronzate sparate, l’inferno li danni: ciò perché il Colappio è indubitabilmente uno strumento immaginario, fatto di fili e nodi del tutto immaginari e trasparenti, che qualcuno lancia a qualcun altro quando lo vuole ACCOLAPPIARE (declinazione falsa ed immaginaria del verbo accalappiare, appunto). Del resto il lemma è attestato anche in opere coeve o vicine, quali il Trésor di Brunetto Latini (“e di me facea colappio: / ogni spinta era uno schioppo”) ed alcune cronache locali anonime (“avvinto a lui per un colappio, tosto reso fermo dal pingone su per lo culo, li due sodomiti dello scorno fean gran vanto”). Nessun dubbio quindi, con buona pace della Bobi, alla quale per ripicca mi riprometto di far assaggiar la VERGA™ quanto prima, a scopo punitivo. In filologia funziona così. È uno sporco lavoro, ma bisogna pur farlo, che volete farci.
Proseguendo nell’esegesi, è chiaro il motivo per cui il cane dichiara di non esser stato preso dal colappio. Facile: essendo il colappio lo strumento immaginario dell’amore, risulta chiaro come il cane non possa nutrire alcun sentimento di tenerezza o quand’anche di accondiscendenza verso l’uomo. Quindi, la conseguenza è scontata, con tanto di riferimento alla fortuna, a quel tempo ritenuta dea che dispensa e atterrisce, secondo la famosa ruota.
A quel punto resta un COLAPPIO da DISPERDERE. Perché disperdere, e come fare? Il colappio è aria. Altra aria la disperde. Ed ecco spiegato: se il narratore ha lasciato all’intendimento del lettore, c’è qui l’esperto che vi spiega. Buon per voi.
Il cane scorreggia, e il calappio si disperde fra i vapori flatulenti. Del resto l’occorrenza del sintagma è anche nel più tardo Brutesio indeciso di Compiuta Donzella (“ed i’ sul tuo colappio / ci scureggio sovra”), nonché nei vv. 156-157 di un Sirventese di Cielo D’Alcamo (“o madonna, ché ingratamente scorreggiar sul mio colappio?”).
Purtroppo l’infausta sorte ci ha privato del proseguir di siffatto esempio di lirismo, nonché dell’autore di questo, ma – ahimé! – la vita è così: pensate che ieri uno che conosco camminava per strada; a un certo punto ha sentito uno strizzone di corpo, e la sera sono andato a trovarlo all’obitorio, morto intasato dalla sua stessa merda. Oppure pensate a Oriana Fallaci: è ancora viva, poverina. O ai vip, o a Muccino. Nessuno li ammazza. Eh sì, la vita è proprio dura.

maggio 26, 2006

BREVE ESTRATTO DAL NUOVO CUMULO DI BANALITÀ FRUSTRANTI E LIMITATE DI PAULO COELHO, SONO COME IL FIUME CHE SCORRE (SICCHÉ IO VIAGGIO, MICA VOI). ABBIATE PAZIENZA, VOLEVO DIRE BEST-SELLER, POI M’È SCAPPATO CUMULO DI BANALITÀ FRUSTRANTI E LIMITATE, ORMAI L’HO DETTO, PAZIENZA.  

Sì, compratelo, il bel librino Sono come il fiume che scorre (quindi vi bagno, scansatevi) - editore Caprone-che-caca, eurini 31,30, bella la mia massificazione della cultura. Dicevo, compratelo, che ci sono un sacco di profonde verità e riflessioni sull’uomo e il suo destino, quali questa:

…la vita è come una matita:
Si consuma inesorabilmente;
e la parte più importante è dentro.
La vita è come una matita:
è fragile,
può spezzarsi in qualunque momento.
La vita è come una matita.
E se non stai attento, te la prendi anche nel culo.

 
(Certo, ammetto che farebbe di più il suo effetto se letta con voce da ubriaco, col ditino ritto, gesticolando, magari a qualche circolino di paese) 

Poi, nel librino Sono come il fiume che scorre (ma il bagno fatelo a casa vostra, grazie), si parla anche di viaggi, di alchimia, del dramma dell’estinzione certa del bull-terrier (astiosa bestiola dall’aspetto minaccioso, che non vuol saperne di cacare, né tantomeno di trombare, ragion per cui l’estinzione è certa). Ma perché voler saper già tutto? Comprate Sono come il fiume che scorre (sì, ma voi non ci pescate sennò m’incazzo). Lì troverete tutte le risposte che vi ci bisognano.
 
P. COELHO, SONO COME IL FIUME CHE SCORRE (DISSE PETER NORTH). Nelle migliori edicole et negotzi di bestiame. Anche in edizione da collezione, con in regalo un bull-terrier da render meno restio alla riproduzione.

maggio 22, 2006

FANTASTICO


In pieno e massificato delirio da Codice da Vinci, questo è quanto si legge nei multisala italiani, tra macchine ricostruite (tra cui la famosa macchina-per-strizzar-le-palle-dell’avventore-cinematografico, a dire il vero non inventata da Leonardo bensì da ron howard e dan brown, e perfettamente oliata e testata dallo spropositato battage cazzo-pubblicitario messo in piedi chissà perché chissà percome) e stampe dei dipinti dell’artista:

Chi volesse consultare l’opera omnia di Leonardo è pregato di chiedere al personale



ahahahah - in più, c'è il film. In più, c'era il libro. Che volete, ancora? il puzzle del codice da vinci? il gioco da tavolo del codice da vinci? i libri a monte del codice da vinci? il divaricatore del codice da vinci? la sonda per gastroscopie del codice da vinci? il cordless Ciuìno griffato codice da vinci? la maschera uni-espressiva di tom hanks-billy costacurta del codice da vinci? la mappa dei luoghi del codice da vinci? la carta intestata del codice da vinci? l'anal-dildo amico di solitarie e calde serate per signore sole del codice da vinci? C'è tutto, non vi preoccupate... già che ci siete, andate in culo, voi e il codice da vinci.

maggio 19, 2006

ROMA, 18 maggio 2006 - Nel bel mezzo della "battaglia del calcio", ormai ridotto da sport giocato a telefonato, tra accordi, sequestri, doping, falsi in bilancio, c'era chi pensava anche all'amore, o più semplicemente a procurarsi una serata divertente in compagnia di una bella donna, sperando forse in un lieto fine.
Protagonista di questa vicenda a metà tra gossip e finanza, Alessandro Moggi, figlio di Luciano, intercettato mentre dichiara a un amico di aver preso un sonoro "due di picche" dalla giornalista, Ilaria D'Amico. «Con la D'Amico sono andato in buca. Pensavo, speravo, ci contavo e invece...».
A mettere nero su bianco il tentativo di approccio è il quotidiano La Stampa, che racconta come l'amministratore delegato di Gea, sposato dal 2000 con Fabrizia Lonardi, abbia scialacquato una piccola fortuna per uscire con la bellissima Ilaria. «Ho speso 10mila euro per portarla a cena a Parigi - dice Alessandro all'amico -, ho preso un aereo privato, albergo di lusso, ristorante favoloso, ma è andata buca».

ECCO. PREGHIERA LAICA:
Si dice che il male non si debba mai augurare. Ed ogni parola sul caso specifico (uno dei tanti) è superflua. Però, fai che succeda qualcosa, qualcosa di brutto, di molto brutto, a tutta questa bella gente. Io ne godrò, ne sarò felice, ne gïoirò dal più profondo del cuore. Sì, sarò meschino, invidioso (?), cattivo e gonfio d'odio, ma non potrò fare a meno di sentirmi un po' meglio, se uno di questi individui verrà a mancare, magari nel peggiore dei modi possibile.


Io auguro loro tutto il male possibile. Alle loro vite (inutilmente e inopportunemente) dorate, ai loro (tanti,troppi) soldi, alle loro possibilità (a sproposito, sprecate), alla loro insipienza, al loro cattivo gusto, alla loro (tanto sbandierata quanto ingiustificabile) potenza nel mondo.


AMEN

maggio 12, 2006

EVVAI, CI VOLEVA!
Alessandro Baricco ci ammorba con la sua ultima fatica: La mutazione. Che era il primo titolo, poi scartato per l’originalissimo Viaggio alla ricerca dei barbari.
Ci sono gli immancabili disegnini di GIPI (??? - quando ogni commento è superfluo); ci sono le immancabili frasette ridicole del nostro (tipo: “E, il giorno dopo, involtolare insalata, o diventare il cappello di un imbianchino. Ammesso che se li facciano ancora, i cappelli, col giornale - come barchette sul litorale delle loro facce” – mio dio: “barchette sul litorale delle loro facce”: brrr…); c’è la stucchevole didattica da maestrino del popolino, rivestita come d’uso di affabilità e simpatia, pur autocompiacendosi e crogiolandosi nella citazione altrui. E c’è la nemmeno tanto sottintesa polemica contro qualcuno, in realtà sempre i soliti: il mondo della cultura, i critici, gli accademici, che il nostro considera dei parrucconi togati e cattedratici, antiquati nel gusto ed esosissimi, elitari e settari, solo ed esclusivamente perché lo considerano (a ragione – piena, pienissima ragione!) un deficiente che scrive libri da minorati.
Nel complesso, questa sorta di romanzo a puntate (ma al nostro non piace la definizione, né il genere lo attira, poverino; ecco quindi che se lo autodefinisce un saggio, “un tentativo di pensare: scrivendo” – e noi possiamo solo dirci: che culo! Non poteva "tentar di pensare: pensando?") è una stronzata somma, scritta come potrebbe esserlo da un liceale bravino a fare i temi, infarcita di ideine banali e stramasticate. Ci mancava solo l’immancabile inserto “oggi, nella società odierna...”
Ma, insomma, Baricco non è mica più al liceo. No, dirige la scuola Holden, lui, mica cazzi. E c'ha pure le pubblicità su splinder. E Repubblica (e questo mi spiace, sinceramente) gli dà uno spazio tutto suo, per ammorbarci.
A me rifiutano qualunque cosa, e devo pure esser felice che c'ho un lavoro, io.
Vaffanculo.

Anima candida!, direbbe Vonnegut, sì. Ma di te, caro Baricco. E quanto al fatto che tu, la Tamaro, Faletti, Melissa P., Paulo Coelho, Margaret Mazzantini, ecc ecc, continuiate a scrivere, a riempire gli scaffali delle librerie, a rompere i coglioni con le vostre stronzate tumide, nauseanti, insipide, direbbe:
Così va la vita.
 

Ah... per chiudere in bellezza, a fare ancor di più compito in classe, c'è anche uno spazio dedicato al sondaggio, lo strumento moderno dell'idiota moderno per sentirsi parte attiva nel gran calderone pieno di merda fumante. Queste le domande:

1) Sono già arrivati i nuovi barbari? (certo che sì, cazzo. Ogni giorno, alle dodici e quaranta, dopo aver viaggiato su modernissimi PULMI provenienti dalla BARBÀRIA - ovviamente senza pagare il biglietto e mettendo i piedi sui sedili del vicino, sennò che barbari sono? - ne vengono scaricati a josa, alla fermata tra il molo di Fuscellone e l'edicola di Mingo-il-Ribelle)

2) E voi, dove li avete incontrati? (personalmente, all'autogrill Frane di Motrone, sul tratto dell'A112 Motrone-Malavaentre, ne ho visti un paio - erano scesi dai PULMI e bevevano il caffè. Alcuni si grattavano il culo, altri pisciavano negli angoli, altri ancora ruttavano coi capelli pieni di gel)

3) Bisogna aver paura di loro? (bisogna aver paura di tutto nella vita. Anche di cacare. Gran parte degli infarti vengono mentre si cerca di espellere uno stronzo troppo grosso. È un attimo; poi ti ritrovano lì, accasciato sul cesso, gonfio della tua merda, ancora dentro di te).

maggio 10, 2006

AMEDEO MINGHI, S(u)on Tronfio e Supponente: s(u)on Amedeo Minghi e ne vo fiero, Ed. 3S-SorrentoSiSquaglia, € 28,50.


In 514 pagine (molte delle quali però bianche), e un dvd (l’edizione deluxe contiene anche una ciocca di capelli – i mitici capelli-spaghetto grigio-bianco-biondi, che tanto fanno impazzire le fans – e un pezzo di naso), il noto cantante-guru-poeta si racconta al pubblico, mettendosi schiettamente a nudo nella sua interezza: dalla cura manicale per gli abiti scuri, con la ricerca ossessiva di un look ieratico, da santone degradato ma pur sempre misterioso, a quella per i capelli (schiariti e scientemente indeboliti da frequenti lavaggi con una mistura di varechina e croste di pane – rimedio, racconta l’autore, pervenutogli “in forma di atavico retaggio infuso dalla gloriosa stirpe dei Minghi, originata dal tris-tris-trisavolo Mingo Minghi, anche lui cantante, oltreché sciamano e uomo della medicina della tribù Los Mingos, accampata nella zona del Gringos – l’odierna Spinaceto – molti, molti secoli or sono”); dal feeling professional-artistico con Mietta (“sì, in quanto mora-mora-mora, e pure carnosa, Mietta c’ha proprio un vaginone mostruoso!”), alla sua dimensione più poetica, con la creazione di canzoni-poesie dai titoli fortemente evocativi e vibranti quali “Canzoni”, “Serenata”, “Pangrattato”, "Notte bella", "Cazzo mencio", “Vita Mia”, “Storie”, “Sciacquone”, “Suoni”, “Sgommata”, “Nenè”, “Cocò”, “Cicì”, “Cuccù”, e “Peppè”. Il tutto senza dimenticare ovviamente l'attenzione estrema per l'ormai notissimo atteggiamento, ostentatamente tronfio & supponente, nonché pieno di sprezzo anche nel modo di cantare e di darsi al prossimo, così tanto per fare.


All’esegesi del Minghi-pensiero, in particolare, è dedicata un’ampia sezione del libro, costruita anche attraverso il contributo di prestigiose personalità del mondo della musica e della letteratura. Notevoli, in questo caso, gli interventi di Karlheinz Stockhauseun e Edoardo Sanguineti (le pagine bianche di cui si diceva in apertura). Non trascurabile infine anche l’auto-commento, con l’autore stesso che chiosa (aiutandosi anche con dei disegnini, ché il Minghi è artista versatile e proteiforme) gli immortali versi delle sue creazioni artistiche, quali ad esempio questi, tratti da “Serenata”:


“sciocco mare si ricorda lui, / e i sogni passano. / In fondo all’acqua / nella quale son chiamato anch’io, / e vagamente mi muoverei, / forse ti sfiorerei; / scese a dirmi che non ci sei… / ma dimmelo tu… / tiririii tiririri tiri tiririiiiii / tirititiri-tiiiiii” (finemente parafrasati con "Aò, avevo sognato li cani che m'inzeguiveno, a Ostia, e m'ero svegliato tutto sudato. Me bruciava anche er culo. Allora me so' messo a penza: vòi vede' che me l'hanno rimesso ar culo, 'sti stronzi? Boh, è uguale. Forza Romaaaaaa!", e giù un bel disegnino di Totti & Montella).


Chiude il tutto un’esaustiva galleria fotografica, con l’artista ripreso al pianoforte (ma di culo e al bujo, sicché può essere chiunque), alla manopola del volume, mentre s’ingoia un bel piatto di rigatoni con la pajata, in costume da Sigillo Notarile, inseguito dai cani, sciolti da un fan per la troppa ammirazione in lui suscitata dal Nostro.


Nel complesso un volume veramente notevole, costantemente permeato d'un bel fondo di boriosa alterigia, che non può certo mancare nella vostre (rispettabilissime) biblioteche di merda. Quindi, è proprio il caso di dire:


Compràtelo? Còmpratelo!

maggio 08, 2006

Su dai, diventa anche tu un...


ESPERTO IN COMUNICAZIONE E LEADERSHIP EFFICACI


Obiettivi del corso
I grandi leader riescono a dirigere efficacemente la propria vita prendendo decisioni che li portano a stabilire priorità e, attraverso l’ottima gestione di se stessi e delle Risorse Umane, ottengono risultati superiori alla media senza trascurare gli affetti familiari e i progetti personali.
La funzionale gestione del “sé” e del loro Team, li porta a strutturare Organizzazioni Aziendali che, grazie all’utilizzo ottimale dei mezzi a disposizione, riescono ad ottenere notevoli vantaggi economici sulla concorrenza, con conseguente abbattimento dei costi d’impresa.
Sono persone con determinate doti naturali, baciate in fronte dalla fortuna?
Assolutamente no.
Sono solamente a conoscenza di mezzi e strumenti acquisiti con lo studio, la Formazione Personale e Professionale, la pratica sul campo e l’esperienza.
Abbiamo “modellato” alcuni fra i più grandi Leader dei nostri tempi, estrapolato conoscenze, struttura e applicazioni dei loro processi decisionali; attraverso l’apprendimento e l’utilizzo di Tecniche efficaci, vogliamo far sì che il “nostro” Leader produca risultati ottimali a livello di Performance Personali e Professionali, in funzione della riduzione dei costi d’impresa.
[…]
Organizzazione didattica


Modulo 1 Tecniche di Comunicazione Efficace
Obiettivo: la comunicazione a misura d’uomo (20 ore)
Modulo 2 Le caratteristiche dei Grandi Leader
Obiettivo: apprendimento delle caratteristiche e delle abilità di leader efficaci (20 ore)
Modulo 3 Strutturazione di Obiettivi orientati ai risultati
Obiettivo: Tradurre le idee in obiettivi concreti orientati all’azione (12 ore)
Modulo 4 Coaching personale – Facoltativo
Obiettivo: lavorare one-to-one sull’obiettivo prioritario di ogni partecipante (30 minuti con ogni singolo partecipante).
Ciascun modulo prevede interventi experience based, a integrare le applicazioni pratiche presenti nei moduli oggetto del progetto formativo.


Programma delle lezioni


Modulo 1 –Tecniche di comunicazione efficace


  • Il concetto di “qualità nella comunicazione”

  • I presupposti di base della PNL (Programmazione Neuro Linguistica)

  • Il “modellamento” all’origine della PNL

  • Comprendere e utilizzare la Comunicazione Verbale, Paraverbale e non Verbale

  • I 5 sensi della comunicazione (visivo, auditivo, cenestesico, olfattivo, gustativo)

  • I tre livelli della comunicazione: VAK

  • Sistemi rappresentazionali

  • Calibrazione comunicativa

  • Il rapport come presupposto necessario della comunicazione

  • Sitli di apprendimento

  • Le percezioni della realtà: cancellazioni, generalizzazioni, distorsioni

  • Tecniche di comunicazione efficaci (ricalco e guida, l’importanza delle parole utilizzate nella comunicazione; il cambiamento attraverso l’utilizzo funzionale del linguaggio; Milton Model e Meta Model, il potere delle domande)
     
Modulo 2 – Le caratteristiche dei grandi Leader
  •  Leader/manager

  • Abilità di pensiero sistemico

  • Success, Stress, Excess

  • Le caratteristiche dei grandi leader

  • Vision, mission, valori e cultura

  • Le tre vision della leadership:
-         1 anticipare
Intercettare i segnali deboli
Sviluppare l’agilità mentale
Liberare risorse permanenti
-         2 allineare
La responsabilità come strumento fondamentale nella guida di persone
Mettere in pratica le proprie convinzioni
Svolgere i compiti attraverso relazioni efficaci
Creare culture alle base dell’azione
-         3 agire
Il concetto di leadership 80:20
Leader – Insegnanti
Il valore delle priorità
Pronti, fuoco, mirate!
Persistere (e sapere quando fermarsi)
La strategia di Disney: Want to, How to, Chance to.


Modulo 3 – Strutturazione di Obiettivi orientati ai risultati

  • Dal sogno alla realtà

  • Strutturare i propri obiettivi ben formati

  • Orientare i propri obiettivi verso risultati significativi

  • Il primo passo alla base di ogni successo.