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dicembre 23, 2011

...infinita, estenuante, continua, fatica di Sisifo.
Quando?
Quando finirà?
Ovviamente mai.


Il gesto rimane lo stesso, cambia il modo.
Forse.

dicembre 22, 2011

APPADREPPIE'S TWITTINGS (Twit Natalizio)

Mio Signore, sto (più o meno) tutto il giorno chiuso in un cella a pregarti, prostrato umilmente innanzi a te. In cambio della mia devozione, nella tua infinità bontà e nel tuo infinito AMMÒRE, mi hai fatto un dono inestimabile & preziosissimo: mi ha donato le stimmate. 
In pratica, io sto tutto il giorno ad adorarti e tu come ricompensa mi buchi le mani e me le fai sanguinare di continuo.

Guarda che se volevi esser simpatico non è che ti sia riuscito proprio bene, eh?

dicembre 16, 2011

...coll'approssimarsi del fine settimana, certo non si può accantonar ogni preoccupazione di carattere spirituale per far spazio all'edonismo più sfrenato & inconcludente. 
Per questo deve tornare a farsi sentire - onnisciente nocchiero del nostro picciol legno - la tonante voce di Padre Pio da S. Giovanni Rotondo, altrimenti conosciuto come Appadrepp'ie, o anche S. Pio, o anche èmmortappadreppie


APPADREPPIE'S TWITTINGS

Ama il dolore perché è mezzo di espiazione.
(Dio è AMMORE, si sa)

Tu non credi? Non preoccuparti: è Dio che crede in te. Ti cercherà lui.
(guarda almeno di richiamare se non ti trova, razza di maleducato)
  
La conservazione di tutto l'edificio dipende dalle fondamenta e dal tetto.
(è anche geometra, appadrepp'ie)

dicembre 15, 2011

VOLETE DIRE "BASTA" A QUESTE SCIACQUETTE PSEUDO-HOLLYWOODIANE CHE SI PRENDONO LA BRIGA DI TWITTARE A SPROPOSITO, INFORMANDOCI IMPROVVIDAMENTE IN MERITO AL LORO PROSSIMO DIVORZIO, ALL'ACQUISTO DI UNA VILLA IN LOCATION ESCLUSIVE, E VIA COSÌ CON SIMILI TEDΪOSE INEZIE? 
IN QUESTO NUOVO MEDIOEVO, IN QUESTI PRAVI TEMPI MATERIALI, IMPARATE AD ALZAR LO SGUARDO & RIPORRE LA SPERANZA IN QUEL CHE È VERO NUTRIMENTO PER LA VOSTRA ANIMA! 
VOLGETEVI AL VOSTRO ESSERE, VOLGETEVI AL BENE!
LASCIAMO PER QUESTO TWITTARE - PIEGANDO AL BEN FARE LA TENNOLOGÌA, ABITUALE RITORTA PRECIPUA DI SATANA, (UN PO' COME L'ALLUCE VALGO, L'INVIDIA E LA PSICANALISI) - CHI VERAMENTE PUÒ E SA INDICARCI LA VIA! 
SÌ, LUI, ESATTO; PROPRIO DESSO: APPADREPPIE, ALTRIMENTI DETTO PADRE PIO DA PIETRELCINA, O ANCHE S. PIO.
.
E LA 'S.' NON STA PER STEFANO, O ANCHE SIMONE - E SCUSATE SE È POCO.
.
(...no, nemmeno per Samuele)


SIGNORI, ECCO A VOI GLI... 
APPADREPPIE'S TWITTINGS!
.
Il "perché" ha rovinato il mondo
(no le guerre, no l'inquinamento, no le prepotenze di un capitalismo sregolato. No: il farsi  domande, il cercare di capire, il porsi problemi)

Umìliati amorosamente avanti a Dio ed agli uomini, perché Iddio parla a chi tiene le orecchie basse.
(o anche: il Cocker-Spaniel è l'animale prediletto a Dio)

Dobbiamo fare soltanto la volontà di Dio. Il resto non conta.
(quindi non chiedeteci di pagare l'ICI, perché nostro Signore Domeneddie ha fatto dieci comandamenti dieci - noi tra l'altro li rispettiamo tutti - e quello sul pagare l'ICI non c'è. Sennò n'aveva a fare undici, non credete. E poi cos'è questa capziosità, non v'è bastato il primo twit? Volete che chiami assa'ggaspare col suo NODOSO RANDELLO™?)
.
Una persona annega in alto mare, una annega in un bicchier d'acqua. Ma entrambe muojono.
(stasera ho bevuto troppo Rosolio, mi sa)

dicembre 14, 2011

(...ma con rispetto) AZIENDALMENTE PARLANDO

In qualità di Risorsa Umana - aziendalmente parlando - Tvbjngxya© è fresco reduce dall'esclusivissimo Suprize-Christmas-Party™ (nome in codice: SCP) lavorativo, con promozione incorporata & conseguente al rango di Super-Ciambellano-di-Corte più relativo salario ragguagliato in direzione dell'incremento di nr. 1 (una) Acciuga da strofinar sulla polenta in più, il tutto al mese coll'aggiunta di un rinforzino i mesi dispari (nr. 1 - uno - Topo Gonfio in gomma di lattice, per far giocare il gatto che di sicuro il dipendente medio ha, nel suo mysero appartamento da gatto da appartamento).
Sempre aziendalmente parlando, tutto si è svolto secondo i pieni crismi dell'Evento Superno et Supremo, sempre - ovviamente - all'insegna della Produttività Smodata e Competitiva, ed ha visto la partecipazione dei Quadri Aziendali di più alto pregio - tra gli altri un Picasso, portato dall'amministratore delegato Gingy J. Petresio, un Corot, portato dalla dirigente Sbrecca Giovanna e un Segantini, portato dalla povera Pathany© per conto però del manager Anabasi K. Ylio, non potuto ivi convenire per malanno forte nonché sconforto alle Gonadi & Gotta fulminante.
A verificare - come peraltro è doveroso - la prontezza di Problem-solving delle Risorse Umane a disposizione dell'azienda, a Tvbjngxya© è stato presentato il seguente problema: il DVD-video celebrativo, creato allo scopo d'allietar l'agape nonché il concione del Quadro Supremissimo Kiefer K. Thambürhlanobyøndo (un bel Man Ray d'annata, recato seco dal medesimo), non funzionava più. Il giorno avanti, alle prove generali - senza, è chiaro, i Quadri Aziendali di maggior pregio, ma solo con gli Schizzi, a tutt'al più ravanar tra gli avanzi - lo stesso supporto, inserito nello stesso portatile (che la sera dopo si sarebbe chiamato Laptop, o magari Macbook) e attaccato allo stesso schermo (la sera dopo: Movie-Projector, o magari Mac Movie-Projector, senza nemmeno esser scozzesi) per il tramite d'una presa RBG funzionava.
Il giorno dell'Evento - dicevamo - mezz'ora prima che lo stesso prendesse le mosse tra squilli di tromba & altezzosità varie, no. 
Indi per cui: Tvbjngxya©, dopo aver smoccolato con profusion d'ingegno gli Angeli & i Santi che in ogni tempo Vi furono graditi - ma sempre con la deferenza aziendale d'ordinanza che s'addice ai sottoposti - s'è messo alla ricerca di un lettore DVD. Desso non si dava, com'era anche agilmente a desumersi dal fatto che l'Evento si teneva in un ristorante (valsi qual Fusion-Bar o Lounge-Bar, come più v'aggrada): il proprietario dello stesso quindi, moss'ivi a compassione, ha provveduto a chiederlo ad un cliente abituale, un tizio che conosce, residente nei dintorni, solito andare a ciondolare al banco del bar ogni sera.
Per questa via, Tvbjngxya© è giunto in possesso d'un lettore DVD in immediato comodato d'uso, con relativa presa SCART. 
Sul Mac-Projector erano presenti tutte le prese immaginabili ma non ovviamente non la SCART, presa plebea e del tutto sorpassata dalla moderna ténnologia del manager odierno. 
Dunque il medesimo (sempre Tvbjngxya©) s'è trasferito nella saletta ove l'Evento stava per ricevere i propri natali (stante che la Meraviglia Celebrativa in formato video era riservata al dolce, all'After-Event da tenersi nel Privé solo per persone speciali), e ha cercato con  friendly-fitting di sfruttare il piccolo televisore ivi presente, dotato di presa SCART e - per soprammercato - di WII già connessa ancorché spenta.
Tvbjngxya© connette la SCART, e prova  ad attaccar la spina al muro. Magia della magie: le prese sono piene. 
Non c'è posto. 
Tvbjngxya© chiede tosto una Doppia o già che ci siamo anche una Tripla al cameriere, mentre il tempo scorre inesorabile. La Doppia non entra nella presa - è grossa; ovviamente la presa è piccola. 
Però Tvbjngxya© scopre che si può sempre staccar la WII. Individua quindi la presa della WII e la rimuove, tirandosi nel frattempo sulla testa il sensore per il telecomando della stessa, posto incautamente in un luogo imprecisato & inidentificato ma comunque atto a cadere esattamente sulla testa del summentovato Tvbjngxya©.
Il quale fa partir trionfante, e anche un po' sudato, tutto l'apparato: funziona solo l'audio. 
Perché ciò - sempre aziendalmente parlando? Ma perché la presa SCART dietro al lettore DVD è simpaticamente ballerina, e il cavo non fa pieno contatto, giacché la presa non ha le viti che la tengono ferma e tende - essa - ad entrar dentro.
E Tvbjngxya© mette in atto il piano 'B': giusta la presenza della WII, proverà ad inserir ivi il DVD. Così pone in opra, ma la schermata sul piccolo televisore colà presente si premura di rivelar tosto a Tvbjngxya© che il DVD non può esser letto, perché di standard -R. Il figlio del proprietario si premura a sua volta e a questo punto di comunicare a Tvbjngxya© che le WII leggon solo (se li leggono) DVD+R.
Però - cospetto - l'uscita della WII finisce anche con un cavo di tipo COMPOST, il che risolverebbe il problema dell'attaccare il lettore DVD al Mac-Movie-Projector di inizio saga, con giubilo immediato & relativo.
Ma Tvbjngxya©, verificata la presenza di un'uscita COMPOST sul lettore DVD, constata subito che dalla WII il cavo esce con uno spinotto alquanto peregrino, a forma di Becco di Germano Reale Minore, ed ovviamente lo spinotto a forma di Becco di Germano Reale Minore sul Projector del Privé, latita.
Subentra dunque in Tvbjngxya© la disperazione (nonché la fin dei santi), allorquando - novello deus-ex-machina - il figlioletto dei proprietarî, un baNbino che stava dietro il bancone a lavorare (chissà - si chiede Tvbjngxya© - se a casa gli fanno anche cucire i palloni?) giunge con una bella busta gonfia di cacciaviti. 
Già partono lodi sincere alla Madonna, ma repente Tvbjngxya© scopre che non di cacciaviti esattamente si tratta, bensì di punte per avvitatore.
Stringendo la prima tra pollice ed indice, Tvbjngxya© inizia così la procedura di smontaggio del lettore DVD - missione dichiarata il fissaggio posticcio della presa SCART ivi presente.
Le viti si rivelano avversario ostico & copioso, ma Tvbjngxya© ne ha ragione (variando sette-volte-sette punta d'avvitatore), e passa ad attaccar la SCART reggendo la presa da dentro coi DITINI, rischiando magari un bel 220V nel nome dell'importanza - aziendalmente parlando - dell'SCP.
A quel punto tutto quaglia, in lode e gloria per tutti i secoli dei secoli, sempre aziendalmente parlando. E parte la risultanza, con profusion di Loghi, Brand, Trand e Graphics, giustapposti in guisa di filmato.
I Quadri son estasiati,e così pure i Fiori e le Picche. I Cuori, si sa, son già di là che amoreggian nel Privé: non sarà ivi visibile l'MPEG-2 frutto dell'ingegno acuto d'un sottoposto del dirigente Bathanga Tancredi, ma pazienza, questo è il problem-solving e l'easy-adjusting, ci si può agilmente accontentar della saletta, chi lo vuole.
Quindi Tvbjngxya© può passare a mangiare il dolce, facendo un po' lo spendido & il prezioso e via così, in vista della propria certa investitura - per il Castello di Greiscul - a SUPERSAYAN di Livello III, quello che in grazia dei suoi poteri può scorreggiare tutta la colonna sonora de Lo Squalo 4 mentre la segretaria gli prepara il caffè con deferenza e un po' d'ammirazione anche sessuale.

dicembre 13, 2011

Siamo noi o qualcun altro?

tanta gente 
è 
i propri vestiti, 
il proprio lavoro, 
la propria 
macchina, 
il proprio 
bambino, 
i propri malanni:
tutto, pur di non esser se stessi,
perché forse
non c'è rimasto nulla,
nulla,
nulla.

Tutto tagliato
mangiato
dal personaggio che
siamo;
coperto dalle 
maschere che 
indossiamo (o 
loro indossano noi?).

Vampiri 
che succhiano la vita degli altri (quando va bene);
zombie che girano a caso -
questo siamo, 
mentre 
mettiamo in moto
i nostri 
cazzutissimi
SUV.

Un tempo eravamo bambini: poi il treno è arrivato, passato - noi fermi di là dalla sbarra -
e non ci ha fatto più 
alcuna
meraviglia.


Fine dei giochi.

dicembre 06, 2011

L'ANGOLO DEL SIMPATICO PYSTOLOTTO

 Alla fine, quante sono le persone con cui stabilisci veramente un contatto? 
E - se riesci a fare un passo indietro e a guardarti - non è buffa la terrazza sulla quale sta il tuo io mascherato da qualcos'altro di fronte ad altri io mascherati da qualche cos'altro in nome di chissà qual convenzione sociale e quale dover essere e quali buoni rapporti? 
Siamo più noi stessi o i nostri personaggi? E siamo consapevoli, quando indossiamo una maschera, di indossarla? 
La maschera può essere una difesa in un mondo di zombie; spesso però è una cosa che ci sfugge di mano, e il nostro io diviene quella (o quelle) maschera, quel particolare modo di porsi, la maniera in cui altri ci vedono. 
La differenza è sottile, e spesso la valichiamo in modo del tutto inconsapevole, perché a questo ci spingono inconsciamente, senza volerlo, le nostre paure e i nostri complessi. Soprattutto, una particolare combinazione - una combinazione assai funzionale alla società nel senso in cui questa è intesa in Occidente - negativa fra nostri desideri e loro negazioni. Di fatto, non esistono cose che riguardino direttamente noi stessi che non possiamo fare. 
A limitarci cioè non è l'impossibilità in sé, l'impossibilità come concetto astratto, bensì le nostre paure di non potercela fare, il nostro senso di inadeguatezza: e lo io voglio diviene io vorrei
Da affermazione a pura aspirazione, e a questo punto di solito si è già perso il concetto di essere, e quello di avere resta del tutto indefinito: un dover essere non ha - non si merita, non è degno - di qualsivoglia avere: e come fai ad avere se non sei
La ricompensa del dover essere, il suo attributo è del tutto autoreferenziale, del tutto in se stesso, nella maschera che si mette per essere in quel determinato modo. I rapporti interpersonali sono solo formalmente interpersonali (assumendo come dato certo il fatto che ogni atto comunicativo è un atto circolare, qui di fatto non si crea nessun percorso, non avviene nessuno scambio: due maschere si parlano solo perché si devono parlare, perché in un dato momento questo è necessario per convenzione sociale, utilitarismo, necessità. O anche solo per rifugio da qualcosa - di solito, sempre noi stessi).
Si capisce anche come tutto sia più facile e meno gravoso, per un personaggio che recita una parte. Da qui la comodità di continuare a recitare; recitare qualsiasi cosa: un ruolo da padre di famiglia, ad esempio, o da dipendente vessato, o da Grande Medico, intellettualoide, madre amorosa, e via così.
Ma la maschera può facilmente diventare troppo appiccicosa, ed ecco che diveniamo gli zombie di noi stessi, e (ulteriore meccanismo di difesa dei personaggi che ci creiamo per poi farci prendere tutto e dominare, in uno schema assurdamente riassumibile nel percorso "da padroni a servi") tiriamo giù una barriera che ci impedisce di vederlo. Fino a perdere del tutto il contatto con la propria essenza; fino a non sospettar nemmeno più di essere degli zombie  
Come in Terminator le macchine prendono il sopravvento, questa è la nostra direzione inesorabile: la maggior parte delle persone che conoscete sono puri personaggi, maschere, zombie; entità che hanno mangiato irreversibilmente loro stessi e vivono di (e in) quel loro guscio, loro malgrado e con loro beata gioia, in un paradosso che se visto da fuori, facendo quel passo indietro di cui si diceva poco sopra, è quantomeno buffo.
  
Per questo stabilire veramente un contatto è difficile e raro. Ammesso che si possa, presuppone che tu sia il tuo io. E che lo stesso valga per l'altro: un altro-da-te che sia un-altro-io.

ottobre 19, 2011

...LAVITOLA CHI???

V. L.: "Buonasera, sono il dottor Valter Lavitola, direttore del quotidiano l'Avanti e consigliere del presidente Silvio Berlusconi. So che lei ha nell'agenda, lì, quella che ha davanti ora, quella del ministro... un incontro istituzionale col vice presidente della Turingia, per mercoledì"
Segretaria del ministro: "no, è per giovedì"
V. L.: "no, lo sposti a mercoledì, giovedì ho un impegno... devo esserci anch'io, sa... abbiam da discutere di questioni veramente importanti. Dove si tiene l'incontro?"
Segretaria del ministro: "qui, al ministero... è un incontro ufficiale. Per le undici"
V. L.: "ok allora, lo metta al mercoledì, stesso orario. E dica al ministro, quando lo vede, di mettersi una cravatta marrone. E che lasci parlare a me, più che altro. Ci sta che arriverò qualche minuto di ritardo, insomma veda un po' lui, magari mi attendono nell'anticamera"
Segretaria del ministro: "va bene, riferisco..."
V. L.: "è brava lei, sa? mi piace... quanti anni ha?"

V. L.: "Salve, sono Lavitola, il direttore de l'Avanti, amico del capo. Ti chiamo per quella faccenda, lì, quei lavori di rifinitura ai viadotti, laggiù, sai quale, no? Te ne avrà già parlato lui, che ci sta questo amico mio, qui, che ce li farebbe piuttosto bene e veloce, senza stare a questionare tanto su tutte quelle cose, insomma no..."
Vice capogruppo del partito di maggioranza alla Camera: "sì sì, so già tutto, se ne parlava prima con Bamir, a pranzo. Tutto sembra confermato già. Anche se quello non capisce un cazzo. C'ho fatto certe risate..."
V. L. "bene, bene, anche il capo era contento. Dice avete fatto un buon lavoro. Ora se per ultimo riuscite a farci entrare anche l'amico mio siamo a posto, tutto perfetto, poi! Quando ci vediamo, noi?
Vice capogruppo del partito di maggioranza alla Camera: "presto, presto... quanto ce ne viene, poi della cosa? E Guido che ne dice?"
V. L.: "stai tranquillo, è tutto a posto. Se poi organizziamo anche una festicciola venerdì, io ci sono."

V. L.: "Buongiorno sono il Dottor lavitola, imprenditore ittico ai caraibi e importatore unico dal Brasile, faccendiere del dottor Silvio Berlusconi, presidente del consiglio. Che ce l'ha il caviale del Volga? Di quello originale mi raccomando, che poi insomma, lo capisce vero, che c'è tutta gente di un certo livello, insomma, non stiamo a fare figuracce, specie con il sottosegretario, uno gli porta già la coperta e deve stare attento a quello, s'immagini..."
Negoziante: "sì certo, come sempre dottore. Glielo faccio recapitare in giornata. Solito indirizzo? Di chi faccio chiedere, del personale?"
V. L.: "veda lei, tanto è uguale, ci so' tutti. Oh, poi... come sempre, metta in conto a Giulio, eh? Mi metta anche una bella confezione di champagne a parte, ne devo regalare un po' a 'na tizia..."

V. L.: "Salve sono il dottore Valter Lavitola, direttore e intimo amico del Presidente Berlusconi. Che ce l'avrebbe sempre Tex di questo mese? Me lo fa recapitare alla mia segretaria entro stamani? Grazie"

V. L. "Salve sono il dottor Lavitola, collaboratore del sig. Berlusconi. Parlo col servizio clienti? Sa che Mediaset premium è meglio una cifra di voialtri? E quanto lo fate il calcio? No, aspetti non risponda glielo dico io: TROPPO! Che poi a me, sa che cazzo me ne frega? A me lo passan gratis sull'aipad, e ci mancherebbe altro! Sa con chi ero a cena ieri io? Lo sa? Ecco bravo, e se non lo sa se lo immagini! Io ho un volume d'affari da Antigua e Barbuda che lei e la sua azienda ve lo sognate. Quindi non mi rompa tanto il cazzo, sennò la sganghero, la inculo con la sabbia. Arrivederci"

ottobre 18, 2011


...LAVITOLA CHI???

"Non conto niente... Che cosa vuoi che conti... Hai visto la Corte Costituzionale che ha detto che io sono esattamente come gli altri ministri... quindi non ho bisogno di tutele... Allora, parliamoci chiaro, la situazione oggi in Italia è la seguente: la gente non conta un cazzo... Il Parlamento non conta un cazzo... Siamo nelle mani dei giudici di sinistra, sia nel penale che nel civile, che appoggiandosi alla Repubblica e a tutti i giornali di sinistra, alla stampa estera....
[...]
Poi quando in Parlamento decidono qualcosa che alla sinistra non va, interviene il presidente della Repubblica che intanto non te la fa fare prima... come quella delle intercettazioni... e poi passa tutto alla Consulta, che hanno occupato, e con undici giudici la bocciano. Berlusconi è sputtanato, tiranneggiato, se va in tribunale a chiedere giustizia perché gli hanno dato del buffone... Berlusconi va a Messina, lavora tutta la mattina per rifare le case, va in chiesa e sta tre ore in piedi con la gamba che gli fa male, di fronte alle bare. Abbraccia tutti coloro che deve abbracciare perché hanno perso i cari eccetera ... Poi dalla chiesa va alla sua macchina e ha quindici giovani da una parte e dall'altra che gli dicono "assassino", "buffone", "vergogna", "vai via" "vai a casa", e non succede niente. Vado da un avvocato e gli dico "vorrei denunciare questi qua" e l'avvocato mi dice "lei vuol perdere soldi e tempo". Poi quando Berlusconi aggredito dalla stampa non dico non fa querela, ma semplicemente chiede un danno per far capire a questi giornali che non possono andare avanti così, rivolgendosi in maniera disarmata a quella magistratura civile che gli è ostile e dicendo "se per caso trovo un giudice onesto e vinco, quello che porto a casa lo dà ad un'istituzione benefica... ti dicono che non c'è la libertà di stampa, che lui è un dittatore e portano il Parlamento Europeo a discutere e a votare sulla libertà di stampa in Italia... tu capisci che siamo a una situazione per cui: o io lascio, cosa che può essere anche possibile e che dato che non sto bene sto pensando anche di fare, oppure facciamo la rivoluzione, ma la rivoluzione vera... Portiamo in piazza milioni di persone, facciamo fuori il palazzo di giustizia di Milano, assediamo
Repubblica: cose di questo genere, non c'è un'alternativa...".

Così parlò Silvio Berlusconi, presidente del consiglio di "un paese di merda" (lo stesso paese in cui oggi - dopo anni in cui son stati baluardo e al tempo stesso commensali, con bei soldoni che fluivano diretti nelle loro scuole private - si muovono i Vescovi, e fanno gli indignati forse sentendo che il ciglio frana a breve, ed apron le finestre all'ingresso una bella boccata di aria fresca: la rifondazione della democrazia cristiana).
Ne emerge un tizio quantomeno da ammirare: è il primo a credere alle sue stesse stronzate.

settembre 07, 2011


POSTI INGRATI®
rubrica sul come amar vieppiù il villeggio, o goder dell'esistenza nel suo genere più ampio.

Poniamo che abbiate prenotato due o anche tre camere doppie dal Marchiseppe al Testamagna di Bergonzo 2011, tariffa lorda rack eurini centodieci virgola venti commissionabile al nove per cento al netto d'IVA al dieci, prezzi a persona a notte colazione inclusa riduzione bambini non prevista né richiesta eventuale supplemento cena on demand e da pagarsi in loco free nemmeno l'ombra; poniamo tutto questo, così come che carichiate armi & bagagli sulla vostra Hyundai Athos (o anche SINCA1000) e partiate alla volta d'un rigenerante STARE© in qualche bel ritrovo (pien di mosche e di zanzare, sì, dopo code e torpedoni da soprassar in curva e classonamènti dei contravvenenti, ma fa niente; se volevate la quïete vi conveniva morire ieri quindi a posto così e ci mancherebbe altro).

Ebbene: provatevi ad arrivar all'Hotel Imposto, di Cotrebbia di Rottofreno (REM).

Il portiere e il personale tutto vi accoglieran a muso duro - ché non avanza certo il tempo di gyngillarsi co' bei sentimenti, all'hotel Imposto - e vi sarà assegnata...
UNA TRIPLA + TRE DOPPIE e CINQUE SINGOLE (con voce tonante)
Te: colazione.
Voi tre: cena.
Lui: pranzo.
Io: ci sta anche che mi giaccia con tua moglie.
Prezzi variabili, e te prestami la macchina c'ho da arrivare dal Ciapetti a masterizzare il cd di Vernio Mantegazza, ultimo esponente del belcanto, ma che te lo dirò a fare a te.
Chi cena, paga anche il supplemento bambino.
(tra l'altro: paga? supplemento?)

Volete per caso protestare, dir la vostra? All'hotel Imposto di Cotrebbia di Rottofreno non si lascia niente al caso, né alla decision di chicchessia poiché, come il nome anche dovrebbe suggerire - non foste così tardi - si farà anche un po' il cazzo che ci pare (sì, un po' come la Casa delle Libertà©).
Hotel Imposto: veniteci e godetevi il bel tempo (ci sta anche, ma potrebbe benissimo piovere o venire anche un tornado). Entrate lì, anzi no qui. No qui, lì.
Provate a parlar col direttore: lui vi dirà che gli ci sarebbe garbato costruirci uno studio tecnico, lì. E 'nvece, ecco l'hotel Imposto.
S'è costruito da sé, con la sola forza di volontà sua, contro ogni previsione e sentimento, trionfando su qualsiasi volontà o forza avversa.
Non nvtrite  infine alcuna preferenza o inclinazione quanto alle attività da intraprendere o alle destinazioni verso cui muovere: si decide tutto all'hotel Imposto. E zitti.

Orbene, catartico lettore: apponi in calce a tal glorïose carte il tuo sygillo! Indicaci un loco, un crocicchio, un hangar qualsivoglia, ove noialtri possiam trovar diporto, diletto & grane giudiziarie! Ti basta segnalare il tutto ivi (o anche ili, fai un po te), poi c'aggiungi una bella ricevutina bancario-postale e siamo a posto. Ci sta che poi si diventi anche allegri compari di brigata (ci sta anche di no, eh?), e si vada a cena insieme, gozzovigliando come porci in brago.



È una pubblicazione Gingy & Pepy. Disponibile anche in versione pocket con cadeau simpaticamente sagomato a forma d'incrocio pericoloso. Le immagini restan sempre su richiesta (e con sovrapprezzo). Aborrimento oltranzistico di ogni via legale per noi perniciosa o comunque noïevole. Non facciamo abbonamenti, possiamo su richiesta però mandare il malocchio a qualcuno. Il secondo numero (ibidem, ma anche un po itirem), tra l'altro, dice porti malissimo. Per questo costa assai di più.

settembre 05, 2011

Squilli di tromba (o piuttosto di pïetta), rulli di tamburi (o di fvstiny del biopresto): ché coll'anno nuovo (anno? nuovo?) s'impone (ah, sì?) vita nuova (nuova? vita? ok, ora però basta eh?).
E per questo, anche grazie alle pressanti & numerose richieste (leggasi: fatture del gas, insolute) pervenuteci da più parti, diam origine a un nuovo servizio/rubrica (a pagamento, in ogni caso - chi legge è pregato di spedire dieci/venti eurini in busta chiusa all'indirizzo di cui sotto):


POSTI INGRATI®
rubrica sul dove più è dolce lo star et meno amara è la vita (forse)

Col primo numero: MOTEL "CALAFURIA ANZIANA" di RONCOBILACCIO (PRO)
Infelicità a momenti e laterizi discutibili caratterizzano questo resort di pregio estremo, esposto a' peggio venti ed intemperie, perennemente assiso nella gola detta "l'infamona", cinta dalla brulicante (in germi) catena montuosa delle Alpi Renitenti e dalla nebbia vmyda che questa assedia illo tempore.
L'ospite ivi troverà (anche no) cordialità e una bella insegna anziana a caratteri cvbitali, giallo tristezza. Interessanti vedute di macchine che sfrecciano, eventuali bestie arrotate e sciacquette di rinomanza, talmente frammiste a' Signori che uno non direbbe mai si sarebbero potute myscolar sì bene.
Ordinate un bel Kambusa l'Amaricante e godetevi un bel tramonto, dalla terrazza del Motel "Calafuria Anziana" di Roncobilaccio (PRO): peccato siate esposti a nord, e del tramonto non vediate quindi un cazzo. Ma magari chiamate (sì, il bvdello di Vs. madre), e ve lo fate raccontare.

Col prossimo numero: l'Hotel Imposto, di Cotrebbia di Rottofreno (REM).

Inclito lettore, su dai, segnalaci posti/alberghi/incroci/ritrovi di particolare nonché simile interesse all'indirizzo mail paperogonfio@gmail.com, allegando copia di ricevuta bancaria/postale di avvenuto bonifico ai nostri danni: un nostro incaricato (forse) si metterà tosto in viaggio, e recensirà, appo aver visivamente esperito direttamente e sul posto, la location in questione. A voi, quindi, o devoti lettori, lo status glorioso di collaboratori et sollicitatori; a noi  i (vostri) quattrini pèl disturbo. Orsù, contattateci veloci, ché non son certo i posti belli che difettano al nostro bel paese ove 'l sì suona (insieme alla Finanza).

È una pubblicazione Giompy & Knorr. Disponibile anche in fascicolo settimanale con cadeau ogni volta variato ma sempre più inutile. Foto su richiesta (e con sovrapprezzo). Sponsorizzazioni gradite ma a determinate condizioni. Divieto assoluto di causa od altre controversie legali per malcelata invidia o simili quisquilie. Per abbonamenti, rivolgersi a qualcun altro, noialtri siam memori della lezione leibnitziana per cui "oggi siam qui, domani chissà", quindi meglio pochi, maledetti e subito. Questa si chiama onestà intellettuale, cari i miei topesy. Ma che ne volete sape'vvoi.

settembre 02, 2011

...quanto, quanto, quanto, poteva aver ragione Jenny Garp (nella sua autobiografia)!

settembre 01, 2011


Se devo proprio ripensare a qualcuno, allora ripenso a tre tizi della casa accanto, un condominio su tre piani e sei appartamenti, tre terrazze una sopra l'altra per quelli esposti a sud, che davano sul giardino del palazzo, proprietà privata di chi abitava nell'appartamento a piano terra. Da questo terrazzo scavalcavano i Fanfulla, tre diavoli sudici e sghembi, selvaggi e scatenati, ognuno con la sua particolarità: William Fanfulla, il più grande, con una manciata di denti grossi sparati a caso in bocca; Katiuscia Fanfulla, la mezzana, futura culona sempre ridente in modo sgangherato; Devis Fanfulla detto Chicco, un paperotto paffuto a cui pareva mancare solo il becco, alto un metro e mezzo e largo meno della metà, che seguiva sempre i due fratelli come ombre ed aveva un'espressione ebete ma quantomeno occhi dolci e capelli colati come un tortino ricoperto alla mou. Il padre era Mariano Fanfulla, un pezzo grosso - o più probabilmente medio - della vicina acciaieria portuale, che poco tempo dopo sarebbe stato licenziato insieme ad altri cento, ed avrebbe allora aperto una specie di locale, un pub dalle pareti giallo canarino e i tavoloni di legno rosso, lui e un tizio che pareva il maggiordomo di The Rocky Horror Picture Show però coi baffi.
Comunque, coi tre fratelli, usavamo la rete a maglie larghe che divideva i due giardini per fare giochi di varia natura: da una classica quanto approssimativa pallavolo, con la palla che doveva esser sistematicamente battezzata tirandola in testa a Chicco come preavviso di battuta da parte loro, a cose assai più schifose, tipo cucinar qualcosa (fango), cuocere qualcosa (fango), far mangiare qualcosa a Chicco (fango, cotto o crudo che fosse), dopo avergli tirato una pallonata in testa a scopo benaugurante.
A volte scavalcavano la rete per venir di qua, storcendola tutta e sputacchiando per lo sforzo: una volta di qua, davano morsi alle pesche sugli alberi, ancora con la buccia e tutto, e poi tiravano in terra o in testa al fratello il frutto mezzo morsicato. O si arrampicavano dove potevano, cose così.
Dalla loro parte avevano perennemente mattonelle di scorta impilate, foratini e mini sacche di cemento; roba per piccoli lavori da fare in casa, foglie e pacciame vario.
Una volta, mentre giocavamo a pallavolo, William disse che ci avrebbe fatto vedere come cacava tra due mattonelle. La sorella rise. Chicco non disse nulla, e si prese un'altra pallonata in testa, a rintronarlo ancor di più. Quindi, sparato il pallone in alto a caso, verso la nostra parte, cercando di tirarlo il più lontano possibile, William si girò; si abbassò i pantalonacci unti piegandosi, e la sorella prese due mattonelle - le scelse con cura, non prese le prime due - usandole a mo' di sandwich sotto il culo del fratello, la parte buona all'interno, aperte, in attesa. Poiché per i primi minuti niente successe, Katiuscia, sempre ridacchiando, diede due colpi con la mattonella di sopra al fratello:
"Forza... culone!"
Il fratello cominciò a cacare.
Uno spettacolo.
La sorella la chiuse fra le due mattonelle.
Devis Fanfulla detto Chicco guardava in silenzio, finché poi cominciò, di punto in bianco, a piangere - forse di gelosia, perché di sicuro avrebbe voluto averci pensato lui.
William si girò soddisfatto tirandosi su i pantaloni.
Non mi ricordo mica, cosa ne fecero di quelle due mattonelle.

agosto 24, 2011


ACCORATO APPELLO, O: L'INSOSTENIBILE PESO D'UN MOMENTO DI RELAX

"next!"
"american coffee, black, one. Please."
"here or take away?"
"here."
"milk, sugar, tall, small, medium, large?"
"no milk please. tall."
"next!"

Ritiri il caffè. da un altro tizio all'estremità opposta del bancone. è take away. ti viene l'atroce sospetto. alzi il coperchio di plastica. c'è il latte.
Decidi che è abbastanza.
otto giorni sono abbastanza. otto giorni di caffè macchiato a sproposito (lo chiedi black), zuccherato con lo sciroppo al gusto cannella (lo chiedi black, con cannella in polvere), grande (lo chiedi black; tall, primo, small, quel che è), uno (ne chiedevi due, black); in confezione take away (tu dici: "here"), con latte (tu dici: "no milk").
decidi che è abbastanza, e tiri fuori la pistola, e prendi per i lacci del grembiule il tizio alla macchina da caffè:

"why the hell are you keepin' milking my coffee? I just hate milk! For Christ sake, I don't want milk! I told you and told you and told you again. No milk. Fuck! Understand? No Milk! What the hell you have in your ear? I don't want any milk, syrup, sugar, plastic, chocolate, frappuccino, espresso, milk, milk, milk. Gee... I can't stand milk! If I'm saying: americano black tall no sugar no milk; why do you keep puttin' milk in? Oh, man! Fuck!"

E a quel punto spari due o tre colpi in aria, per dare un po' più di enfasi alle tue parole.
Dico: voi che avreste fatto, cazzo?
Ho anche evitato di tirare addosso al personale il liquame marroncino del bicchiere take away che mi hanno dato.
Posso dire di essere orgoglioso di me.
Indi ripongo l'arma; torno alla cassa e rifaccio l'ordine.
Solita storia: stavolta mi ci mettono lo sciroppo di glucosio, aromatizzato allo yogurt.
A quel punto decido che faccio una strage.
Tiro fuori nuovamente la pistola, poi mi sveglio.

Certe cose ti segnano dentro. Non posso escludere nulla; fosse realtà, realtà e ricordi, solo ricordi.
Chissà.

luglio 26, 2011


...si dovrebbe sempre capire che non si possono coltivare fragole a dicembre. O meglio: la cosa è anche possibile, ma il risultato dell'operazione non saranno delle vere fragole. E quando ne mangi, inevitabilmente non ne avrai quel che il tuo corpo richiede.
Non c'è nessun bisogno, comunque, di calpestarle.


Anche, in altre parole: se stai volando, poni grande attenzione nello scegliere chi tirar su con te; è più probabile che sia questo a tirar giù te, che non il contrario.

(Tutti possono scendere, non tutti possono salire; mangiane la carne, non il sangue; e via così, insomma...)

 

giugno 17, 2011


...magari andrò controcorrente, ma a me non sembra che il risultato del referendum sia questo gran successo.
Certo, se passiamo a considerare il fatto che venivamo da una ventina d'anni di non raggiungimento del quorum, la cosa non può che ridimensionarsi in positivo.
E però.
E però mi fanno sinceramente schifo i miei connazionali, se tengo a mente che circa il 44% - addiritittura il 48, se includiamo quelli all'estero - degli italiani, ancora oggi, dopo anni di governo incentrato sull'io (su un io in particolare, egopatico maneggione e megalomane) e sull'interesse esclusivo di quest'ultimo, dopo prove tangibili e inquietanti di sbroccamenti più o meno pittoreschi più o meno grotteschi più o meno tragici; dopo figure internazionali che contano assai più di quel che si vorrebbe far credere (citando - piuttosto a sproposito, visto come facevano i titoli a quel tempo, ma non solo a quel tempo, in realtà - Truffaut, si potrebbe dire che non è solo questione di corna! E si veda il caso Battisiti, tanto per citare l'ultimo in ordine di tempo); dopo ministri che nemmeno in caricatura feroce sarebbero così; dopo ignoranza, ricatti di Signorini, televisione a creare un consenso basato sulla "riduzione" e sulla mediocrità sempre più condivisa: in altre parole, dopo diciassette anni di berlusconismo, quasi la metà degli italiani ancora non si reca a votare.
E non si parla nemmeno di elezioni amministrative o politiche (non che questo possa essere un vanto, ma insomma: un referendum solitamente ha anche impatti più immediati e diretti sulla vita della gente, e posso anche - in via del tutto teorica! - ammettere che qualcuno in nome di uno pur discutibilissimo schifo super partes onnicomprensivo si rifiuti programmaticamente di andare a votare alle politiche), ma di quesiti che più o meno recitavano:

- volete che il paese investa nell'energia nucleare, aprendo nuove centrali?
- volete che la gestione dell'acqua passi dal settore pubblico a quello privato?
- volete che il gestore di tale servizio possa trarre un profitto che si intasca, anziché essere obbligato a reinvestire eventuali proventi per il miglioramento del servizio?
- volete che tizi che ricoprono cariche di potere possano sottrarsi ad un eventuale giudizio della legge, adducendo legittimi impedimenti compatibili (più o meno) con la loro carica?

Ecco: io non posso credere che il 44% degli italiani non abbia voluto rispondere o No a queste quattro domande.
E fuori dal mondo - ma paradossalmente fa anche meno notizia, visto ormai il pane quotidiano che ci ammannisce - è l'invito che il partito di maggioranza ha sistematicamente dato: "non andate a votare".
Non andate a votare.
Non andate a votare.
Non - badate bene - "dite No", la nostra linea di partito suggerisce questo; bensì: "non andate a votare".
Vogliamo provare a tradurre cosa questo significhi? Riusciamo a capirlo? Un'enormità, a mio modo di vedere, che può significare: non son questioni che meritano la vostra attenzione; non sforzatevi; non scomodatevi a pensare e magari elaborare una risposta, un opinione.
In definitva: chi vi governa, chi avete eletto, non vuole che pensiate. Non suona sinistro?
Si sarà reso conto l'italiano medio della contraddizione di tutto ciò? Si sarà ricordato dei continui riferimenti di Berlusconi alla sovranità
(sua, prima che tutto il resto) popolare, al ricorso e alla giustificazione della piazza come suo fine e mezzo ultimi; avrà pensato il cittadino quanto sia strano ora invocar sistematicamente la piazza e il plebiscito popolare (?) e poi negarli nel loro principale modo di espressione? Cos'è mai un referendum? Perché la piazza dovrebbe sprecare il suo tempo a dir la sua? Andate al mare (disse qualcun altro - e speriamo che la fine sia la medesima), e non pensate.
Io stesso - ha detto lui - non andrò a votare.
Un rappresentante delle istituzioni, un tizio eletto (insieme a quell'altro animale illletterato, lo stroncasse un altro colpetto non si capice nemmeno più quel che dice - e non è detto che sia un male!) - fino a prova contraria - dal popolo, non va a votare.
Non è insultante?
E com'è possibile - ripeto - che quasi la metà degli italiani non sia andata a dare il suo o il suo No ad un referendum come questo?
Evidentemente, la strada è ancora lunga. Molto lunga. Molto più di quanto si pensi.
Perché tolto questo satiro anziano imbolsito e ormai ridotto a uno stato semi-larvale, tolto il suo corteggio di miserie, tolti i ridicoli cortigiani, resta l'italiano medio.
Quello che non va a votare, tanto non cambia niente.

giugno 10, 2011


Su, dai: diventa anche tu un ITALIANO-DI-MERDA©!

Sì: è facilissimo, e anche gratuito! E le strade sono molteplici, e assolutamente IN DISCESA: ti basta evitare sistematicamente di andare a votare, sfanalare in autostrada a chi ti sta davanti in corsia di sorpasso, fare l'applauso quando atterra l'aereo, comportarsi in modo chiassoso e molesto in ogni occasione, sfoggiare il prioprio SUV parcheggiandolo in doppia fila o sulle aiuole perché si noti di più, disprezzare a prescindere gli immigrati perché ci rubano il lavoro e non pagano le tasse, evitare le code agli sportelli, raccomandarsi a cani e porci per ogni necessità e vivere da furbi, delegare al sottoposto di turno ogni incombenza e poi atteggiarsi a quello che lavora, straparlare avendo una risposta a tutto, vestirsi con roba orribile purché griffata e costosissima, guardare reality e altri programmi parimenti intelligenti appassionandosi morbosamente alle vicende di cronaca nera di zio tizio, del piccolo caio, e via così, indebitarsi con le rate per comprarsi uno spartphone, un laptop, l'i-pad.

Basta poco per essere un perfetto ITALIANO-DI-MERDA
©! Nessuno sforzo particolare e vi scoprirete sorprendentemente vicini alla sua essenza più profonda! Perché informarsi, capire, osservare, ragionare? Un vero ITALIANO-DI-MERDA© non ne ha assolutamente bisogno, e vive benissimo! Lasciate stare la politica, l'impegno civile, la cultura, l'ascolto dell'altro: tutte fatiche inutili e futili! L'ITALIANO-DI-MERDA© sa benissimo quel che vuole e quel che conta, e sa coltivare e far prosperare le sue doti peggiori, pel suo benessere e vantaggio esclusivo.
ITALIANO-DI-MERDA
©: non ne sei mai così distante! Fallo emergere anche tu. Siamo (siete) veramente tantissimi: uno si stupirebbe (o forse no).

giugno 09, 2011


Avevamo un professore di italiano che era un vero mattacchione, una sagomaccia. Un barbapapà con la frangetta grigia e l'espressione di chi ti ha appena rubato la marmellata di sotto il naso. Quindi, quando con tutta la classe andammo in gita - lui non c'era, con noi avevamo soltanto la professoressa d'inglese, vecchia troia rintronata, e quello di diritto, un tizio che parlava solo in dialetto stretto e dormiva con la papalina e il pigiama coi bottoni - a Lampagnone Cistola, ci venne naturale, a me al Bronze, il mio compagno di banco fortunato con le donne (peccato a tutt'oggi sia morto per droga), di spedirgli una cartolina in classe con su scritto: "Saluti da Beppe Fenoglio".
Quando tornammo, il lunedì, lo trovammo ad attenderci sulla porta della nostra aula. Aveva il solito sorriso da metalmeccanico in pausa, e ci agitava davanti agli occhi la cartolina, giocoso:
"L'hai scritta te, eh, questa, Testina? Voi, eh? Bravi, bravi... è morto, Fenoglio, è morto!"
E ci lasciò lì, ad entrare in classe perché c'era l'ora di francese, ed arrivava la professoressa Manitoba, una tizia coi capelli color melanzana sparati sul cranio, mentre le sopracciglia erano nere peciate e quasi unite.
Contenti, entrammo.
Ci divertivamo un bel po', col professor Gramagnola, Enzo, da Brugone di Romagna gran giocatore di biliardo e amante della musica barocca. E lui con noi, suppongo.

maggio 31, 2011


...be', che altro aggiungere?
Percentuali bulgare, valanga di consensi; piove su quei deficienti - anzi grandina.
Milano, Napoli, Cagliari,
Trieste,
Novara, Ravenna, Mantova;
Grosseto,
Bologna e Torino,
Arezzo, Savona,
Salerno;
Siena,
e quante altre.

Ci ha provato Fede, ieri sera, ad esordire con un irreale "ha vinto l'astensionsmo"; ha provato Libero stamani a rinfacciare (a chi?) di godersi i Comunisti, a questo punto.
E personalmente, oggi ho sentito un gruppetto di intelligentoni parlare della questione in questi termini:
"non capiscano un cazzo! pensare che ha vinto una sinistra con Bersani, Franceschini, Vendola: ma ti rendi conto Vendola? Io maiale, Vendola!"
"Ba': essere rappresentati da Vendola! Ti rendi conto? Ma io devo essere rappresentato DA UN FROCIO?"
"Eh, Silvio... io speravo in Fini, io cane, ma anche lui, è venuto fuori delle cose, poi! Come ha fatto Silvio a farsi battere da questi imbecilli?"
(Sono più o meno le stesse persone che qualche settimana fa liquidavano la questione Ruby e le altre con frasi del tipo "minorenne? Minorenne un cazzo: c'ha un culo, quella lì! Io 'un ci credo, ma se Silvio se l'è tromba, e ha fatto ma di molto bene!").
Il che rende, credo, alquanto l'idea di quanto ancora si sia al di sotto, nel complesso, di una minima soglia di intelligenza o di buon senso (lasciam da parte la cultura).
Oltre ad essere un ottimo esempio di pensiero povero.
Molto povero.

Comunque sia, e in definitiva, e a costo di apparir retorico, tutto ciò che mi vien da dire, adesso, è:

Testa bassa e lavorare, signori. L'elettorato ha fatto il proprio dovere, la gente ha risposto come doveva (sì, ma adesso il referendum, ok? 12-13 giugno, date quattro facili facili e un'altra bella spintarella, suvvia. Vedete quanto poteva esser facile, e quant'è bello, usare il cervello?).
Vediamo se finalmente la smettete, di farci vergognare.

 

maggio 27, 2011


ALLO SBANDO o "DILLO AD OBAMA"

Il Ministro Calderoli e la Lega in genere vogliono spostare alcuni ministeri (dipartimenti, distaccamenti, quel che saranno) da Roma a Milano. Hanno proposto (perché?) anche lo spostamento del Quirinale.
Per quanto passi il tempo, e – voglio dire – uno dovrebbe abituarsi all'idea, io proprio non ce la faccio a contemplare il fatto che tra quelli che ci comandano e amministrano ci siano quegli zotici illetterati ignoranti della Lega.
Proprio no: che questi vitelloni razzisti, con i loro orizzonti ristretti, la loro piccineria e grettezza, il loro volerci spacciare la rozzezza per genuinità; che questi tizi, insomma, abbiano accesso a posizioni decisionali, di potere e responsabilità – e il tutto a spese nostre – mette quantomeno i brividi: ma voialtri, dico, per assurdo, fareste decidere per vostro conto uno come Borghezio? Bossi? Calderoli? Cota? Maroni? Zaia? Bossi figlio?
E allora? Come e quando sono arrivati fin dove sono oggi? Vanno al bar mentre suona l'inno, fanno il dito medio, vogliono spostarsi parte del governo sotto casa perché fa loro fatica andare fino a Roma. Ma cosa ci siamo persi; qual è il passaggio che manca? L'Italia ha veramente una maggioranza di persone che si riconosce in questa gente?
In questa, certo, come in quell'altra; una manica di tizi dalla fedina penale sporca o traballante - che di questo, in ogni caso, regolarmente è pronta a dar la colpa ai pm politicizzati, alle toghe rosse, ai complotti comunisti ed all'invidia acida del prossimo. Che si muove tra scandali e illegalità costanti, che al suo interno ha ex-soubrette, conduttrici e conduttori televisivi, uomini e donne di spettacolo o generiche risorse umane immancabilmente provenienti dalle ricche aziende di chi tale partito ha messo in piedi. A questa persona ovviamente debbono obbedienza cieca, spacciandocela magari per ragionato consenso e accordo, fino a sostenere che i festini con prostitute minorenni sono cene eleganti e che se di eventuale crimine si può parlare in questa faccenda è per un qualcosa compiuto nelle "sue piene funzioni di Primo Ministro", per riparare ad una possibile crisi internazionale. Che approva leggi a sbafo e vantaggio dell'uno (sempre lui); che sbandiera ai quattro venti quanto in Italia si stia bene (Giulio Tremonti: “Il rapporto ISTAT dice che un italiano su quattro è povero? Alzi la mano chi di voi lo è. Nessuno” - s'è pure risposto da solo) e quanto una crisi, se mai ci sia o ci sia stata, sia colpa della mancanza di collaborazione delle sinistre - d'altra parte loro in crisi mica ci sono, il resto son discorsi e cazzi nostri. Che acquista chi non ha, e lo ricompensa con prebende e posticini e nicchie di potere che voialtri tutti contribuite a pagare, e che utilizza i media – egualmente al soldo, come in parlamento - come strumento per offendere e inculcare e manipolare - e vai col videomessaggio, registrato senza contraddittorio e in spregio ad ogni regola e principio.
Che prova a fermare il presidente USA ad un G8, per dirgli che in Italia c'è la dittatura dei pm di sinistra - aiutami tu, che sei alto bello ed abbronzato: manda la NATO e bombardali.
Che promette cose illegali, inique e ingiuste pur di razzolare qualche voto nei Comuni (le case abusive a napoli non saranno abbattute; la tassa dei rifiuti non sarà più da pagare; gli eco-pass a Milano saranno gratuiti – venghino signori, venghino!) e che arriva a mettere in piedi un pubblico pagante ai comizi per ingenerare falso entusiasmo, fino a montar falsi attentati, incendi, scontri di piazza a simpatico ricordo della Strategia della Tensione formato nuovo millennio.
Che accusa il prossimo di cose che regolarmente commette, a porsi al riparo preventivo (sì, pei gonzi – ma ahimè, son così tanti?) da ogni possibile accusa.
La marea sale sempre più in alto, manovrata (nemmen tanto abilmente) da questa gente.
Ripeto, ancora: come siamo arrivati fin qui? Quanto ancora prima di dir basta?
E davvero c'è così tanta gente che non andrà a votare al referendum, in nome de solito malinteso fatalismo o, peggio, di un menefreghismo colpevole più di mille abusi & privilegi da parte di uomini così dappoco?

maggio 13, 2011


URLO IMMAGINARIO LIBERATORIO

Tanta gente parla come se
proprio
in quello che dice
dovesse trovare un senso
per la propria
esistenza.
Più parlano, più hanno senso e
coscienza d'esistere.
Questo,
ovviamente,
al di là di ogni
significato
di ciò che dicono;
tanto più
che le parole non son altro che
aria
più o
meno
rarefatta - specialmente
le loro.
Ti rovesciano addosso (e temono il silenzio,
chissà perché)
i loro
sproloqui,
le loro
insensatezze,
le loro
inezie,
le loro
elucubrazioni.
Se le passi nello staccio,
non resta niente - ma intanto
le hai dovute stacciare,
e il tempo lo hai perso, dietro a loro.
Per conto mio,
io so soltanto quanto picchia
il sole a Washington,d'estate,
sul Mall;
ma non mi vien neanche da dirlo,
a nessuno di questi qua.

marzo 26, 2011

A volte mi capita di alzarmi presto, il sabato mattina.
Magari mi dico: ci sarà fila alle poste, anche alle otto di mattina? Ci sarà gente al supermercato?
Ok, adesso vi passerò una verità di quelle pesanti, segnatela e mettetevela nel portafoglio: per quanto ti possa alzar presto, ci sarà sempre qualcuno più fesso di te.
E in quanto fesso dovrà fare mille domande all'impiegato, stare davanti al banco frigo in statica adorazione, spostare il tuo carrello sennò non raggiunge la passata di coyote, uscire da un parcheggio in mille modi diversi e tutti sbagliati, avere atroci dubbi esistenziali mentre ordina un caffè e un cornetto all'anacardo syriano.
E poi ovviamente tu alle poste avrai qualche intoppo, così come in banca, così come nella vita in generale.
(Ecco, questa è un'altra utile traslazione sistemica dal particolare al generale; niente più che un corollario della legge di Murphy, forse - io comunque mi segno anche questa, fate lo stesso).
Se arrivi al bar per prendere un caffè e trovi la lenta ed estenuante coda mentre quello dietro ti alita sul collo (e sa di morte, dio se sa di morte); se, con lo scontrino, al banco in attesa ti passano tutti avanti (sì: anche quello che sa di morte); se al momento di prendere dalla macchina i sacchetti della spesa dessi decidono di sfondarsi tutti insieme e se - si badi: la cosa segue l'altra - hai parcheggiato in una strada leggermente in discesa e se piegandoti per raccogliere gli zucchini e la coca-cola ti vola di mano anche la ricevuta della raccomandata-1 che il deficiente il quale avrebbe dovuto spedirtela in ufficio ti ha inviato - così, per fare l'originale e mettere un po' di pepe nella tua giornata - a casa e ovviamente non c'era nessuno e quindi ti è toccato andare alla posta sabato mattina presto sperando di evitare la coda giusto per sentirti dire (dopo ovviamente aver fatto la coda) ci dispiace questa è una raccomandata-1: se non è a casa al momento della consegna la giacenza comincia da tre giorni dopo. E che cazzo, fai tu, di raccomandata-1 è, allora, mi scusi? Cioè, dovrebbe esser più veloce, o cosa?; No vede, c'era un numero nell'avviso che le hanno lasciato giovedì; bastava lo chiamasse e si metteva d'accordo per la riconsegna. Sì certo e io aspettavo in casa tutto il sabato mattina che arrivasse il postino, che di sicuro sarebbe arrivato all'una meno cinque, così la mattinata era andata e m'avrebbe pure fatto bruciare il soffritto, scusi sa ma mi son svegliato presto stamani, probabilmente questi son tutti velati messaggi che mi voglion dire "cazzo, ti sei alzato a fare, presto?"; Gesù, ma sa che me lo chiedo anch'io? Tutte le mattine, eh? Ok, prossimo!
Be', quindi: se insomma tutto questo, mentre rimetti a posto la roba (dopo averla inseguita e aver recuperato anche la ricevuta della raccomandata-1 infilatasi per colpa del vento sotto una macchina, ricevuta da prensentare nuovamente dopo le 11, la stessa mattina), in frigo, e scopri che due kiwi si son sfrittellati nella caduta, ti dirai: niente ti dirai, perché a quel punto ti suona il vicino.
Il quale vorrà passarti la fattura ENEL del condominio, ma non te la darà e basta, in cambio della tua quota parte; no: dovrai sorbirti una buona mezz'ora (quantomeno) di storie su come si potano i gerani (si potano, i gerani?), su quando un suo bis-cugino fece tredici al totocalcio beccando la vittoria della Cavese sull'Atalanta, su come si fa a preparare un'ottima fricassea di rape & mozzarella. Le stesse esatte cose della volta precedente.
Quando finalmente chiudi la porta, ti dici: che diavolo stavo pensando?
Sicuramente era qualcosa di fondamentale per il tuo futuro e quello di tutti, capite.
Ma tutto quel che ti viene in mente è una nota di Palazzo Chigi, per la precisione questa


Precisazione dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri

24 Marzo 2011

Il resoconto fornito da alcune agenzie di stampa in merito alla cena di ieri sera del Presidente Berlusconi con il gruppo dei Responsabili è ricco di fantasie e imprecisioni. In particolare, il Presidente non ha cantato alcuna canzone.

(questo il link ufficiale:
http://www.governo.it/Governo/Portavoce/Comunicati_stampa/testo_int.asp?d=62926)

Questa notizia, poi, per forzata ma ovvia associazione, ti fa ricordare anche che il simpatico ministro LaRussa ha chiamato il comandante americano delle forze NATO col nome di "Generale Loacker", e finalmente pensi:
come potrebbe andare peggio?
È facile: può sempre arrivar lunedì!
Segnatevi anche questa, vai.
Buongiorno.

marzo 14, 2011


Quando ero bambino, c'era questa vecchia nel mio palazzo, una vecchia bisbetica e maligna, acida, dedita alle più turpi pratiche quali ad esempio imboccare il cane (un orrida bestiola col pelo bianco sporco che pareva un fuoco d'artificio scoppiato male) sul letto; maledire noialtri bambini perché potevamo far confusione sulle scale e in giardino, parlar male del prossimo augurandogli cose tipo una gamba rotta, una settimana in ospedale e via discorrendo. Ricordo anche che le piaceva la pasticceria più sporca e squallida della città, "da Frullone-Patacchio", che già come nome non è che inviti granché, poi per carità tutti i gusti son gusti, se rimangono tra le proprie pareti - dico questo perché tutte le volte che ci andava riportava dei dolci stantii e guasti, e voleva che noialtri bambini si mangiassero davanti a lei e a quel cane mefitico, col risultato che a volte ti veniva quantomeno la diarrea. Il suo disegno era chiaro: ripulire il condominio da tutti i bambini, così da poter disporre di tutti gli spazi e di tutti i diritti che nella sua mente marcia immaginava le fossero sottratti a causa dei bambini.
Insomma, una vecchia malvagia e senza dio; una vecchia, per di più, che si circondava d'ogni sorta di animali, anche e soprattutto i più molesti. Pare avesse anche un biacco e un pipistrello, in gabbia o sotto il letto. Noialtri (io, c'ero solo io nel condominio, ma proprio per questo avevo tutta una schiera di amici immaginari -  il Setola, Cisti, Baracca, Trappolone sol per citare i più degni) la chiamavamo Tzìnghera. Gli unici parenti che aveva erano un mostro pieno di nei, che non ho mai capito se fosse uomo o donna, e una nana che guidava una A112 blé. Questo, mi rendo conto, non depone né a suo favore né a suo sfavore, però facevo tanto per dire.
Per dire che in ogni caso, la fucina che l'aveva forgiata era chiaramente guasta, quantomeno a livello di genìa.
Comunque sia, Tzìnghera - quando la vedevamo avvicinarsi io e il Signor Pachancka (un altro dei miei amici immaginari, quello distinto ma di origini ucraine) canticchiavamo sempre prendi questa manaaaaaaaaaaaaa tzingheraaaaaaaaaaaaaaaaaa - una volta mi raccontò che la sera prima le era morto un canarino. Era sempre una tragedia di proporzioni bibliche, quando le moriva un animale, e di tutti quanti amava, col suo gusto tutto perverso, raccontarci i patimenti e le ragioni dei decessi.
In pratica, questo canarino era morto come "strozzato alla rovescia": aveva da deporre un uovo, e quello gli si era messo di traverso al momento dell'uscita. Spingi spingi, il canarino era morto (presumibilmente, ma non potrei giurarlo) in preda ai patimenti. La diagnosi era certa poiché Tzìnghera si era poi unta il dito ed era risalita nell'orifizio dell'animale, per andare a scoprire il perché d'una morte così repentina e apparentemente senza traumi esterni. Aveva - come si suol dire (insomma: qualcuno da qualche parte lo dirà pure) - messo un dito in culo all'uccello (e tirato fuori l'uovo).
E se pensate che la morte dell'uccello - povera bestia - sia stata atroce, che potreste dunque dire di questo modo di passare il tempo? Immagino che il cane, l'orrida bestia di cui sopra - che detto per inciso si chiamava Anacione, o Alberto, o Meregazio III, non mi ricordo granché bene - sia stato lì a osservare, poi desso e padrona si siano guardati soddisfatti e abbiano tirato un'altra tacca sul muro, ché la vita è sofferenza e morte.
Per il me-bambino era decisamente troppo: checché ne sapesse lei, io però conoscevo il suo punto debole. La vecchiaccia temeva fortemente i ragni; e io avevo giustappunto un amico, Maurizio-Mangia-e-Caca (stavolta, un amico vero, un compagno di scuola) che aveva un grosso ragno di gomma, fatto piuttosto a paura. Entrambi erano fatti piuttosto a paura, invero, ma ora mi interessa il ragno di gomma: era tanto che glielo puntavo, e lui non voleva saperne di prestarmelo: decisi quindi di rubarlo - la faccio corta in merito, non essendo questa la storia in cui Maurizio-Mangia-e-Caca si erga a protagonista (seguirà, oh se seguirà!) - mettendo in pratica la prima lezione che la vita ebbe dunque da offrirmi (ruba al prossimo tuo, prima che lo faccia lui), e la mattina dopo mi appostai dietro un tronchetto della felicità appena innaffiato, sul pianerottolo sopra all'appartamento di Tzìnghera. Da lì - la ringhiera che avevamo era aperta, in ferro battuto, non in muratura - vedevo benissimo la tromba delle scale. Avevo il ragnone grigio stretto in pugno, e mentre l'orrida settuagenaria risaliva le scale glielo lanciai, senza darmi a vedere, addosso.
Appena si accorse di ciò che stava accadendo, Tzìnghera cominciò ad urlare, smaniando e dando in escandescenze. Corse in casa e si sbatté dietro la porta. Morì la sera stessa, di crepacuore o di vanagloria non ricordo bene. Anacione la seguì due giorni dopo, finendo così di esplodere, vecchio fuoco d'artificio andato a male del cazzo. Lei, non si era nemmeno accorta che il ragno era finto. Era - per così dire - morta a vuoto.
E noi tutti fummo liberi, e ciò - neanche a dirlo - aprì a me una vita di infinite felicità & successy.

marzo 10, 2011


Vi manca il lavoro? Lo stato della Cultura e della scuola è quantomeno desolante e chi può se ne fugge  all'estero? Le tasse sono tra le più alte in Europa e per contro eroghiamo servizi pubblici inefficiente e di bassa qualità? Le infrastrutture sono scadenti e obsolete? L'economia del paese non procede ma anzi regredisce? La benzina e l'inflazione non sono regolamentati da alcunché?
Nessun problema, perché da oggi ciascun cittadino avrà diritto a un


GIUSTO PROCESSO©

Sì, razza di teste-di-cazzo ingrate e maldicenti! Grazie alla INDISPENSABILE Riforma della Giustizia® (scritta tra l'altro in un fine settimana o poco più, dopo un intervento di 4 ore alla mandibola a seguito del quale un tizio riesce certo a parlare come se niente fosse, e riassunta benissimo in un foglio A4 con stampato un clip-art di word7 per Windows '98) oggi qualunque cittadino italiano può vedere ridotti e logicizzati i suoi annosi contenziosi con una elefantiaca e faziosissima giustizia.
Basta con questo clima inquisitorio e giustizialista da comunisti! (Sììì!) Basta con le intercettazioni di cui tutti i cittadini italiani sono quotidianamente vittime! Anzitutto: separazione carriere (bravi, finalmente!) inappellabilità delle assoluzioni, istituzione di due CSM (parole sante!) e pari diritti rispetto ai Pubblici Ministeri per gli avvocati che difendono l'accusato davanti ai giudici: anche quelli dovranno finalmente dar del lei al Magistrato, e dovranno chiedergli un appuntamento per poter interloquire, bussando alla sua porta, col cappello in mano! (Amen, fratello!).
Sì, signori: inoltre, è il governo a stabilire su cosa e quando si debba indagare (yeah!)
Era l'ora che qualcuno mettesse un freno allo sfacelo che affligge quotidianamente questo paese (ecco, sì!).
E bastava così poco!
E grandi sconti a chi ha più di sessantacinque anni.
Considerate che se questa epocale riforma fosse stata varata anni addietro NON CI SAREBBE MAI STATA “MANI PULITE”! (e questo sarebbe un pregio?).
Adesso lo sviluppo economico non sarà più un problema.
Lavoriamo per il Vostro benessere.


Grazie, governo italiano!

(è questione di priorità - le altre sono ovviamente la casa di Fini a Montercarlo, la depenalizzazione del falso in bilancio e la produzione di documenti falsi di varia natura purché atti a scagionare il premier)