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febbraio 29, 2004

MADONNA RACCONTA FAVOLE – Un libro atteso in tutto il mondo, che sarà tradotto in trenta lingue. Si tratta di “The English Roses” (le rose inglesi), un libro di fiabe che Madonna ha dedicato ai suoi due figli. La pop star sarà a Parigi il 15 settembre per il lancio mondiale della sua “ultima fatica”. La Material Girl della musica ha firmato un contratto con la casa editrice Gallimard che prevede la pubblicazione di cinque libri di racconti illustrati dedicati ai bambini dai sei anni in su.


 

febbraio 28, 2004

Judo Boys – Bellandi FC 5-8

Giocata al campo sportivo della scuola per estetiste & carpentieri “Ricchi & Poveri” vicino al fiume che taglia in due Faenza, il Volga (o almeno mi pare).

Formazione: 4 Papero Gonfio, 11 Dalmazzy, 17 Ferraù, 21 Juri, 33 Il Giova, 45 Guidomerda.

Marcatori: 3 Juri, 2 Ferraù, 2 Dalmazzy, Guidomerda.

Note: Serata mediamente freschina; si consiglia di coprirsi: scarpina dei Puffi, guanti di Sailor Moon e magari anche berrettino, di Bellandi (tanto lui non se lo mette). Il campo, ricavato da un iniziale progetto di casa colonica per Barbie, Ken & Skipper è in buone condizioni, costellato da innumerevoli bonsai piantati dai Sette Nani in persona. Dopo aver convinto una colonia (peraltro abusiva) di Lillipuziani ad uscire ed aspettare pazientemente la fine dell’annosa pugna, può iniziare la partita, in cui per i primi minuti la Bellandi FC è schiacciata dagli avversari, capitanati da Merdosinho – il campione con la faccia da vecchio (e i capelli gialli… si noti, non biondi, bensì GIALLI, è importante) – nella propria metà campo. Ma, dopo il difficile inizio, con i padroni di casa (alquanto sgarbati, per la verità: non hanno neanche offerto, non dico un whisky, ma quantomeno un cioccolatino…) che vanno sul 3-0, la squadra si riorganizza e spara sapidamente un centone di citazioni dal manuale del calcio portandosi in vantaggio. Da segnalare che il numero 45, in uno scontro con l’ascensore della Casa di Barbie – non sono stati del tutto rimossi i precedenti lavori – si stira la gamba destra e 3 camicie, peraltro di dubbio gusto, arrabbiandosi anche molto con i suddetti padroni di casa, rei di non tenere in casa l’appretto per inamidare i colletti. Il finale è pirotecnico, cioè con gol a ripetizione, ma soprattutto perché i lillipuziani, esasperati per il ritardo accumulato dalla partita, danno fuoco al campo-casa, così per mostrare il loro netto disappunto.

febbraio 27, 2004

Amici del 45 (becco) – Bellandi FC 5-8

Giocata a Villa Marat (così chiamata perché il padrone è un losco rivoluzionario maniaco dell’igiene personale, che presto forse finirà male) in un campo stavolta decente, seppur al freddo e al gelo, e – poteva essere diversamente? – in maglia gelataja.

Formazione: 4 Papero Gonfio, 17 Ferraù, 21 Juri, 33 Il Giova, 45 Guidomerda.

Marcatori: 3 Juri, 3 Papero, 2 Guidomerda.

Note: Ennesima vittoria per la squadra dal presidente in esilio (ah si? Dove?), Bellandi, ed ennesimo tentativo dei redivivi e recidivi infidissmi avversari dei tre ultimi mesi, tra i quali, tuttavia, pesa l’assenza di un centravanti-boa come Gionni (merda). La temperatura è ottimale, forse per i pinguini e gli orsi bianchi, (mentre al glorioso S. Michele anche Beppe usciva dal suo TUGURIO™ per offrirci il campo, e una giovane e ancor piacente vedovella ci salutava lasciva, al cospetto di tanto mite clima tropicale); la pioggerellina marzolina (anche se, ripetiamolo, siamo a Nevoso) rompe i cosiddetti, finché pensa bene di ritirarsi garbatamente, facendo così luogo al venticello gelido dell’Eurasia dell’Est, il temibile Scirocco dell’Europa dell’Est (?) – ma la Bellandi FC, invitta e indomita, giù peso per la terza volta di seguito neanche fosse il Vado, o anche il Pro Patria col centravanti alla Hidekguti (che forse non si scrive così, ma abbiate pazienza, l’ho scelto difficile, eh?)

febbraio 25, 2004

Bellandi FC – Amici del 45 (buco) 9-5


Giocata in casa, grazie all’interessamento di Beppe – il vispo custode del campo, abitante l’inospitale e freddo TUGURIO™ ad esso antistante – nonostante il proprietario, Don Mauro Lo Cìtero, abbia più volte dichiarato di volerlo chiudere per un po’, in vista di una ristrutturazione del manto erboso (cosa piuttosto curiosa visto che il campo è in asfalto, pinoli e croste di pane).

Formazione: 4 Papero Gonfio, 11 Pippozzy, 17 Ferraù, 21 Juri, 33 Il Giova, 45 Guidomerda, Gàttidi.

Marcatori: Papero Gonfio 2, Juri 2, Il Giova 4, Guidomerda.

Note: Assente il presidente-capitano-giocatore-ingegnere-carpentiere (recentemente fatto esplodere come bomba intelligente o quasi, nella recente guerra scoppiata per un banale incidente diplomatico-gastronomico tra le province di Taranto e Belluno), la Bellandi FC ne conserva purtuttavia il nome. La squadra avversaria schiera un personaggio nuovo, al secolo Culo-Sudo (o anche Sulo-Cudo, oppure Dosu-Locu, o, why not?, Lodo-Cusu), un magnifico esemplare di bietolone, il quale viene ridicolizzato a più riprese, ma sempre con garbo e validi e ben motivati argomenti. Si segnala la seconda presenza di Gàttidi, stavolta in prestito dal GS Folgor Virtus Audace Màrlia Ovest (la squadra con i tifosi più sfortunati del mondo), con tasso di interesse al 7,5% al netto di ILOR, IAP e IOOR. 

febbraio 24, 2004

Odio questo cazzo di posto. Lo odio, coi suoi centomila alberghi e dieci case, con le sue puttane e ballerine di night e turisti e albergatori o genericamente uomini d’affari coi loro sigari, con le loro foto accanto a celebrità, che magari sono state ospiti nei loro alberghi, ristoranti, locali. Milioni di puttane, qui. Se ti capita di fare due passi in centro, il pomeriggio, è pieno di ragazze straniere che girano, in attesa di entrare a lavorare. Non si sente quasi mai parlare italiano, e non è tanto per i turisti... non sono solo quelle della strada, ci sono anche quelle per i Signori; si riconosco perché sono più belle, e vestite meglio: l’uomo d'affari le porta in giro sui suoi macchinoni, le accompagna nei negozi di abbigliamento più lussuosi; fa di nascosto un cenno al commesso (esempio: un milione, indice alzato; due, indice e medio), e compra loro vestiti per quella cifra. Lui non è più giovane, quasi calvo, magari è grasso, e quando parla con gli amici racconta le sue grandi gesta nel mondo degli affari. A volte ci pensa direttamente, a portarsi le puttane in patria, prelevandole da qualche paese. Spesso sono minorenni, dell’Est europeo.


Odio questo posto. Lo odio perché è provincialismo elevato ad una potenza infinita, lo odio perché la personalità del cameriere è nell’animo (oltreché nel mestiere) di ognuno dei suoi abitanti. Servile, meschino e maligno... tutti pronti a scondinzolare perché il turista buzzone di turno scucia quei soldi di mancia, e tutti pronti ad accapigliarsi quando sono più di uno, in un locale, e c’è da dividersi la carità che il cliente ha fatto, nel corso dei mesi. La tv, essere una star, avere una possibilità nello mondo dello spettacolo (showgirl per lei, presentatore o disc-jockey per lui) è la massima aspirazione possibile. Qui, la pubblicità ha il suo paradiso, basta che sia roba che costi, e ti faccia sentire qualcuno (qualcosa?) di importante e bello. L’immagine è quello che conta. La cosa più fuori posto, qui, sarebbe una libreria. Difatti non ce ne sono, ma ci sono migliaia di negozi di scarpe, abbigliamento, sport. Anche sport estremi, che fa tanto fico. Si mischiano agli alberghi, ai locali, ai ristoranti. E tutti sbavano dietro al CLIENTE, al TURISTA, a chiunque, purché si faccia bella figura. Apparenza. E la sera tutti a troia. Ognuno secondo le proprie possibilità. Odio questo posto. Questo cazzo di posto e la sua gente tutta...

febbraio 22, 2004

L’angolo dell’aforisma.


L’Italia è una repubblica oligarchica (ma con tendenze monarchiche) basata sul nepotismo e sullo sfruttamento delle classi basse. Le quali, peraltro, spesso non si meritano altro.

febbraio 21, 2004

Amici del Giova – Bellandi FC 3-9 

Giocata sul campo “W. Goethe (non lo scrittore, bensì l'omonimo - ma vieppiù meritamente famoso - lottatore di Sumo)” di Moruboshi, provincia di Èfrem. La data, in origine sabato, non tragga in inganno: il giorno del calendario corrispondente era èfrem, secondo la numerologia messa a punto dal tytolare del caNpo in questione, Maurizio Seymandi: coincidenza giorno-posto obbligata, tra l’altro, giacché i gestori (il Seymandi medesimo, in società con DJ SUPERSMAAASH!), gelosi del loro stabilimento, lo concedono a terzi solo il giorno omologo, obbedendo al notissimo motto “ad Èfrem ci si gioca solo di Èfrem”.

Formazione: 4 Papero Gonfio, 6 Bellandi, 11 Pupazzy, 21 Juri, 33 Il Giova, 45 Guidomerda.

Marcatori: Pupazzy 5, Il Giova 2, Juri, Guidomerda.

Note: Gli avversari schieravano ai bordi del campo le proprie PHYAE™, credendo di ben figurare con una scintillante vittoria. In realtà perdono miseramente, e le PHYAE™ li abbandonano dopo mezz’ora circa. Vittoria anche morale


Amici del 45 (tossico) – Bellandi FC 5-5

Giocata su un nuovo campo, il “Milleluci – E Vedrai Quanto Scuci” di Stazione, dalle parti di Dogana, ridente paesello in quel di Noùmeno. Maglie gelataje, come sempre.

Formazione: 6 Bellandi, 11 Papozzy, 21 Juri, 33 Il Giova, 45 Guidomerda.

Marcatori: Il Giova 2, Papozzy 2, Guidomerda.

Note: Il campo, indoor – temperatura a -10° così tanto per fare i simpatici – presentava una cospicua chiazza d’umido gelata lungo le due fasce, responsabile (la chiazza d’umido, non le fasce, che sono entità inanimate per designare una zona del campo ben precisa, almeno nel gioco del calcio, d’altra parte mi pareva chiaro e non so bene perché ho voluto precisare così, ma ora ho perso il filo) di numerose cadute, tra cui quella rovinosa di uno degli avversari, tale Gionni, che per poco non ci rimette l’osso sacro (che lui ha, pur essendo dichiaratamente ateo). Di conseguenza queste non sono sfruttate a dovere dalla Bellandi FC, che quindi non ha potuto gratinare sapidamente il solito calcio champagne, ed è stata costretta ad un avvilente pareggio.

febbraio 20, 2004

E quest’oggi, acciocché gli stolti vedano qualcosa e per un attimo non si faccia caso allo squallore del mondo e di tutti i suoi abitanti, un bel raccontino di Franz Kafka:

C’era un avvoltoio che dava colpi di becco contro i miei piedi. Aveva già rotto stivali e calze, ora già dava colpi di becco proprio contro i miei piedi. Continuava a colpire, volò poi inquieto più volte intorno a me e si rimise all’opera. Passò un signore, guardò per un momento e poi chiese perché sopportassi quell’avvoltoio. “Sono inerme”, dissi, “è arrivato e si è messo a darmi colpi di becco, naturalmente volevo cacciarlo via, ho perfino cercato di soffocarlo, ma una simile bestia ha grandi energie, stava già per saltarmi in faccia, allora ho preferito sacrificare i piedi. Ora sono già quasi dilaniati.” “Perché lasciarvi tormentare così”, disse il signore, “uno sparo e l’avvoltoio è liquidato.” “E’ così?”, chiesi, “e vorrebbe farlo lei?” “Volentieri”, disse il signore, “devo solo andare a casa a prendere il fucile. Ce la fa ad aspettare ancora mezz’ora?” “Non lo so”, dissi, e restai irrigidito per un momento per il dolore, poi dissi: “La prego, ci provi in ogni caso.” “Bene”, disse il signore, “mi affretterò.” L’avvoltoio durante la conversazione aveva ascoltato tranquillo e il suo sguardo vagava fra me e il signore. Mi accorsi che aveva capito tutto, si alzò in volo, indietreggiò per prendere lo slancio sufficiente e, come un lanciatore di giavellotto, lanciò il becco nella mia bocca, a fondo, dentro di me. Cadendo all’indietro, liberato, sentii che nel mio sangue che riempiva tutte le mie cavità, che superava ogni argine, quello irrimediabilmente affogava.

febbraio 19, 2004

Bellandi FC – Borgo Azzurro 9-6  

Giocata in casa in maglie bianche.

Formazione: 4 Papero Gonfio, 6 Bellandi, 11 Piumazzy, 45 Guidomerda, Gàttidi.

Marcatori: Papero 3, Piumazzy 3, Guidomerda 2, Bellandi.

Note: Ennesima sconfitta del Borgo Azzurro, che nelle proprie fila stavolta schierava Andy Moeller. O magari chissà, era uno che gli somigliava e basta. Tra l’altro, per carenza di personale, all’ultimo momento la Bellandi FC è stata salvata dall’innesto di Gàttidi, generalmente capitano degli attuali avversari, gentilmente concesso dietro la promessa di favori sessuali elargiti dal fratello del presidente ai MEMBRI dell’altra squadra – ogni gioco di parole, qui, mi par superfluo. Comunque, si segnala la prima rete del presidente Bellandi (giusto dopo una dozzina buona di partite), festeggiato per questo a ditate nelle mele e lubriche carezze dai compagni tutti. Non dopo, ma durante la partita la quale, come si può ben immaginare, ci perde un po’ in bellezza ed agone atletico.

febbraio 18, 2004

ROMA – All’Art Café prima delle vacanze grande festa di chiusura, immersa nella schiuma. Tra i partecipanti tanti calciatori come Simone Inzaghi single per l’occasione e Fernando Couto. Tutti attirati dalle cubiste del locale che portavano costumi ancora più ridotti del solito, prevedendo il bagno di bolle di sapone. C’era Giuliana De Sio, anche lei senza fidanzato.

febbraio 17, 2004

Bellandi FC – Borgo Azzurro 3-1


Giocata al solito posto con la maglia bianca. Valida per il Triangolare “Città di Stambecco”, prestigioso trofeo che annovera tra i partecipanti Squadra del Brizzy (noto pederasta di Stambecco, che infesta la locale stazione ferroviaria masturbandosi agli ornatoj a muro dei bagni pubblici, perché – dice lui – la cosa lo eccita), Borgo Azzurro, e appunto Bellandi FC. Alla squadra vincitrice in palio un mattone d’argilla rossa (utile anche per rompere le vetrine dei negozi) e un abbonamento – ma rigorosamente nominativo – per il tratto autostradale Salerno-Reggio Calabria.

Formazione: 4 Papero Gonfio, 5 Umbo, 6 Bellandi, 11 Tortelly, 21 Juri, 33 Il Giova, 45 Guidomerda. (Partita con 1 cambio).

Marcatori: Umbo, Papero, Il Giova

Note: Ingresso in squadra di Bellandi che però, ahimè, arriva in ritardo e si siede livorosamente in panchina, per l’inizio. Ordine e disciplina, anzitutto!



Bellandi FC – Squadra del Brizzy 5-5

A seguire, più o meno. Partita decisiva, contro i precedenti detentori del trofeo “Città di Stambecco”.

Formazione: 4 Papero Gonfio, 5 Umbo, 6 Bellandi, 21 Juri, 33 Il Giova, 45 Guidomerda. Come si può agilmente notare, manca il numero 11, Mencoccy, dal momento che, fra la prima e la seconda partita, è morto. Hai visto mai… la squadra ha scelto tuttavia di non giocare col lutto al braccio.

Marcatori: Papero 4, Juri.

Note: In virtù del precedente pareggio tra Squadra del Brizzy e Borgo Azzurro (1-1), la Bellandi FC si aggiudica il trofeo, con relativo premio di cui sopra. Purtroppo i campioni uscenti se lo arrogano senza giudizio né garbo, contro tutte le regole stabilite dal capo & padrone del campo, don Mauro Lo Cìtero (don non perché prete, ma perché di famiglia mafiosa).

febbraio 16, 2004

Bellandi FC – Borgo Azzurro 6-4


Giocata in casa con la maglia bianca. Rivincita della precedente che, come si può ben vedere dal risultato, ribadisce il trito trionfo tripudiante dei giocatori inguainati nella (nuova nuova) casacca da gelataio, bordato di blu.

Formazione ma stavolta coi numeri: 4 Papero Gonfio, 5 Umbo, 11 Merlozzy, 21 Juri, 33 Il Giova, 45 Guidomerda.
Marcatori: Merlozzy 2, Papero 2, Umbo, Il Giova.

Note: Altra assenza marcata da Bellandi che nel periodo era in piena trattativa per l’acquisto della Squadra a cui intanto aveva già dato il nome. Si parlava di un investimento di 35 mila lirette (o eurini) e dell’impegno di una macchina, una Uno Trend grigia. Si noti inoltre che gli avversari, pur chiamandosi Borgo Azzurro, continuano a giocare con una maglia rossa. Bordata di nero.

febbraio 15, 2004

UNA VITA “NOIOSA” – Sembrano assurde queste parole se pronunciate dall’attrice che presta volto e corpo in “Tomb Raider” a Lara Croft, nelle sue molteplici avventure; ma Angelina Jolie, tornata sotto i riflettori per promuoverne la nuova pellicola, “The cradle of life”, in un’intervista al network americano ABC, dichiara: “non faccio sesso da almeno un anno, e non ho intenzione di legarmi a un uomo. Voglio solo pensare alla mia carriera e a mio figlio Maddox. Ora desidero condurre una vita normale”.

febbraio 14, 2004

Gestione Aziendale. Esempio pratico direttamente tratto dal libro di un qualche economista inglese di fine ‘700 di cui adesso non ricordo il nome, ma magari domani lo metto (diciamo fosse D. Ricardo, o anche J. Stuart Mill)

“...la ditta X, settore pubblico, fate voi il ramo e tutto quanto il resto, ha 30 dipendenti circa, 5 supervisori, 2 dirigenti, a salire. Lavora a pieno ritmo e nonostante l’orario previsto nel contratto di ognuno dei 30 dipendenti sia il classico 9-18 (classico almeno per quel bel paesello che è l’Italia, ma poi tanto tutto il mondo è molto probabilmente paese), essi sono costretti a lavorare sempre fino verso le 20, entrando magari pure alle 8. Insomma la ditta in questione ha 30 dipendenti, e lavoro, diciamo, per 45.
Lo straordinario continuo (già di per sé bella contraddizione in termini), indurrebbe i dipendenti a protestare, ma la direzione (i 6 superiori più i 2 dirigenti di cui sopra) ha spesso provveduto a far passare circolari in cui si invita i dipendenti a non socializzare fra loro, almeno nell’orario di lavoro. Inoltre, aggiungiamo il fatto che i dipendenti NON possono protestare anche perché, sapete com’è, il lavoro ci vuole a tutti, è indispensabile: la famiglia, e poi non è il caso a una certa età di lasciare qualcosa per tentare altre avventure, ecc. ecc.
Comunque sia, la soluzione è chiara a tutti: se le persone sono solo 30 e il lavoro è roba che dovrebbe essere svolta da 45 circa, ci vorranno più dipendenti. Chiaro. Questo, ciò che alcuni fra loro cercano di far capire ai supervisori e dirigenti. I quali però spiegano che è impossibile assumere ancora, per via di mille e più fattori: l’azienda non se lo può permettere, congiunture negative di mercato, impossibilità a creare nuove strutture, ecc. ecc.

A ognuno i suoi ecc. ecc.

Non si può assumere, costa troppo. Meglio, certo, spremere al massimo quello che si ha, tanto, gli straordinari ci convengono (cosa peraltro nemmeno tanto vera), e poi sono straordinari insomma, fatti solo per un periodo, un po’ di attaccamento al lavoro eccheccazzo (idem come sopra, con in più il fatto che loro gli straordinari nemmeno se li sognano).
Ma comunque, la storia prosegue così: un bel giorno, il dipendente Y scoprì quanto guadagnava mensilmente il dirigente num. 1. Lo scoprì durante una sua CONSUETA permanenza STRAORDINARIA [l’evidenziazione dell’ossimoro è dell’economista inglese di cui sopra] in ufficio. Si trattava di 18 milioni di lire (in eurini odierni, circa 9250, eurino più eurino meno – non è dato sapere se netti o lordi, ma questo è rilevante fino ad un certo punto). Il dirigente num. 1, così come il n. 2 e come (spesso) i 5 supervisori, non erano nemmeno sempre in ufficio, e quando c'erano non parevano affatto contribuire al lavoro da 45, svolto dalle 30 persone di cui dicevamo.
Non c'erano soldi per assumere gente nuova e ripartire il lavoro in maniera migliore, dicevano. Ma così andavano le cose. E quella lo era proprio, forse, la soluzione migliore: pagare pochi dipendenti, farli lavorare sopraritmo, e con quello che si risparmiava era possibile dare più soldi ai dirigenti, che come si sa hanno delle responsabilità...”

Ok, l'esempio dell'economista inglese può fermarsi qui. Gestione aziendale ottimizzata, in fin dei conti. Da allora niente è cambiato, e questa situazione (in cui la ditta X – OVVIAMENTE – non esiste, è solo un astratto esempio su cui modellare in un secondo momento il reale) può essere vista come perfetta IPOSTASI della realtà lavorativa attuale. E il tutto, magia delle magie, è perfettamente LEGALE. Cazzo.

febbraio 13, 2004

Bellandi FC – Borgo Azzurro 8 – 5


Giocata al campo di casa, il “S. Elio Gambacciani Protomartire e Protonotaro” (“S. Michele” per gli amici comunque – Via Di Qui Veloce, numero non pervenuto – 41120, Belgrado, prov. di Cava dei Tirreni, CDT), con la maglia da allenamento, una bella e fine T-shirt arancione con una testa nera in silhouette stampata all’altezza dello stomaco. C’è scritto, sopra: “Nero. E non solo!”. Pure stronzo.

Formazione in ordine sparso: Juri, Merlazzy, Ampelio Falaschi, Caruso, Umbo, Il Giova
Marcatori: Juri 3, Il Falaschi 3, Merlazzy, Caruso.
Note: la squadra non era ancora di proprietà del pres. Bellandi che per questo non è stato fatto giocare e si è adattato, mesto, a fare il raccattapalle. In formazione, per emergenza, Caruso, che pare sia uno che passava di lì per caso.

febbraio 12, 2004

AL PINETA DI MILANO MARITTIMA, MASCIA FERRI COL SUO ALE, TOP MODEL E BELLA GENTE È di moda celebrare i propri 30 anni al “Pineta” di Milano Marittima: stavolta è toccato a Mascia Ferri deliziare l’ambiente con la propria presenza in qualità di festeggiata. Per lei, una volta barman nel locale, oggi c’è da assaporare il ruolo di vip, grazie alla fama post "Grande Fratello”. E, non c’è che dire: la pantera ha celebrato il proprio compleanno in un vero e proprio zoo di Very Important persons.


Scortata dall’onnipresente fidanzato Alessandro e dal fratello Max, Mascia ha fatto la propria entrata sfoggiando un look casual, mettendo in risalto le proprie forme ormai note all’Italia intera e dimostrando anche gusti comuni al compagno: casualità o meno, entrambi sono arrivati con simili pantaloni bianchi. Anche se lei, presa in giro per i suoi generosi attributi anche dalla poliedrica Paola Cortellesi, ha sfoggiato per l'occasione sui pantaloni un top che davvero ha lasciato i presenti senza fiato.


Personaggi provenienti da ogni settore del mondo dello spettacolo hanno partecipato al party: dalla grafologa di “Buona Domenica”, Mirka Cesari, alla modella Nina Moric col marito Fabrizio Corona. Mondo delle soap rappresentato dalla bellissima Annamaria Malipiero di Vivere, mentre anche il “Grande Fratello” ha inviato un degno rappresentante nella persona di Franco Biciccia, uno degli ultimi inquilini a lasciare la casa-bunker di Cinecittà quest’anno. Presenti anche il cantante milanese Daniele Stefani e Van, il vincitore greco dell’ultima edizione di “Beato fra le donne”. A sorpresa, ha illuminato la serata anche la solarità di Martina Colombari: toccata e fuga, per poi raggiungere la famiglia in vacanza a Riccione.


Per trascorrere un lieto compleanno – si sa – bastano i buoni amici. Ma, a volte, anche i regali materiali hanno il loro significato. Scontato, ma prezioso, l’anello regalatole da Ale: una ventina di brillanti che d’ora in poi orneranno il dito della panterona, in una sorta di relazione che sembra più da “Bachelor” che da “Grande Fratello”, per restare in tema di reality format. E la favola in questo caso non finisce al dodicesimo rintocco: all’alba, terminati i festeggiamenti, Mascia si è trovata davanti ad una Smart gentilmente regalatale da una Radio. Mezzo necessario per rientrare dopo aver volontariamente perso la carrozza di mezzanotte.