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gennaio 31, 2011

...a proposito di stereotipi, mi sfugge, effettivamente mi sfugge - sinceramente mi sforzo poco, però resta il fatto che mi sfugge -  il senso di tutta questa gran copia d'immagini: si va una sera a mangiare la pizza? Si (e ci si) fanno mille e mille foto ai commensali che mangiano, e poi magari si mettono su facebook o myspace, o quel che è. Una serata in un locale? Ecco pronto un bel servizio fotografico di amici conoscenti e astanti, al tavolo di un pub, fuori, in pista, sotto il palco, con un bicchiere in mano, abbracciati, autoscattatisi, beventi, mangianti, soprattutto facenti comiche (?) boccacce. Ecco: le boccacce codificate e serializzate inconsapevolmente (il che è anche peggio e preoccupante - l'esser standardizzati proprio quando si pensa d'esser fuori dagli schemi, dico), van di gran lunga per la maggiore, sfondo scuro e primo piano di uno o due soggetti in atti che vorrebbero esser - in nome di non si sa cosa - buffi. Due ragazzi? Tiran fuori la lingua, così a caso. Ragazze? Le labbra atteggiate come a dare un bacio non si sa bene a chi. Gruppi di tre o più persone? Un po' questo e un po' quello, tutti però sempre ammassati e facenti versaccio l'un contro gli altri, ché fa sempre gruppo e simpatia.
Il tutto, a superflua e continua testimonianza di qualcosa che sinceramente - dicevo, appunto - mi sfugge.
Che senso ha? Dove abbiamo (avete) preso questo cazzo di virus da sovraesposizione pseudo-comica a tutti i costi? Son solo le infauste ma male utilizzate potenzialità del digitale, o ci mettete anche del vostro medio?
Ovvia, lo volevo dire, ecco.

gennaio 15, 2011

EDWARD HOPPER (upon Carlo Ambrosini)

Un tempo bloccato che perdura nella mente.
Un fotogramma fuori dal film... una foto istantanea fuori dalla realtà...
un attimo fermo, separato per sempre da quello prima e da quello dopo, perduto nel tempo e nello spazio per opera di un incantesimo.

"io non mi figuro il tempo come qualcosa di stabile e lineare... nella nostra memoria, il tempo si aggroviglia...
degli infiniti frammenti che lo compongono alcuni rimangono impressi nella nostra memoria, altri svaniscono e sembrano perdersi...
ma in realtà, neanche il più piccolo di questi attimi si perde mai definitivamente. Al massimo rimane in sospensione..."
"Questa è un'idea poetica... io non l'ho mai toccato, un attimo in sospensione..."
"Questo artista invece sì, quando dice che il miglior soggetto per un quadro è una parete investita da un raggio di sole...
un'immagine ferma in un istante eterno, caldo, immobile e rassicurante...

Il vantaggio dell'artista, come direbbe Mordecai Richler, è che quell'attimo lo sceglie (l'artista sceglie l'attimo o l'attimo sceglie l'artista? O entrambi sono scelti dall'arte? E chi sono io, uno che ha tutte le risposte? Fate un po' voi...); l'artista è il padrone assoluto delle proprie regole, il creatore del suo mondo. Fa per sé e poi per tutti - o quantomeno chi ha occhio, orecchio, cuore, voglia.
E pazienza se riproduce quello che vede: l'occhio umano fa sempre e comunque prima una scelta, poi passa a tradurre questa scelta nel linguaggio che più gli è congeniale (sia un film, un quadro, un trattato filosofico, una melodia o una poesia).
Il nostro attimo, oggi, è quello delle escort, dei soldi sopra tutto, del successo. Ed è lì fermo, nessuno lo smuove, un incantesimo alla rovescia, un Hopper con una gran bella gastrite. Questo, noi vediamo. E come è vero che sei quello che mangi, nessuna meraviglia se la bellezza s'è rintantata (peggio: degradata e trasmutata nel concetto di bella gente, esteti da due soldi che sfoggiano le loro miserie come fossero gran pregi, e hanno pure la pretesa di convincerti).

Certo, in tutto questo fa eccezione Clint Eastwood, un tizio che - sospetto - te ci vai con un foglio di carta e lui ti ci tira fuori un origami, gli porti un pomodoro e una foglia di basilico e ti ci fa un sugo da sogno, gli dici una parola e lui te la trasforma in marmo.

gennaio 13, 2011

SE È VERO CHE LA BELLEZZA NON SI CONSERVA, MA SI CREA; COSA CI FACCIO TUTTI I GIORNI QUI?

Tutte le mattine che c'è la nebbia mi vien da pensare, e il mio umore vira regolarmente su tonalità a mezzo fra il meditativo e l'amaro.
Altro che il mare: è la nebbia che ispira al mediocre pensieri profondi (Flaubert rivisitato). Certo io son mediocre forte, se è vero che pensavo fondamentalmente tre cose:
a) quanto è buffa la parola fuco (ahahahahahaha oioi, rido ancora mentre la scrivo - il massimo sarebbe un'ode del Parini su un fuco. Ahahaahahahah, oioi, veramente troppo!);
b) che razza di cancro in metastasi della moderna società capitalistico-occidentale siano i finanziamenti e i pagamenti a rate, e cosa da tutto questo discenda;
c) con che tono di voce dire al telefono ma vergognati pezzente, al mio ex-vicino di casa che mi deve 87,50€ per la vuotatura fossa biologica e se n'è andato dopo essersi attaccato direttamente al tubo dell'acqua svellendo il contatore piombato (perché il suo padrone di casa aveva deciso che era in qualche modo controproducente pagare le bollette - ok, so che oggigiorno, in nome di non so quale modernità o efficientisimo, non si dice più bollette bensì fatture, ma - come dire... - m'importa una sega; per dirla col Trissino: io sono un uomo del Rinascimento); aver preso la corrente al cantiere lì accanto mediante un cavo volante tra casa (sua) e il generatore (loro); aver ricevuto la visita dei carabinieri perché la piantasse con questa storia e tra l'altro lasciasse l'abitazione; aver avuto la faccia tosta di chiedermi se per l'ultima notte prima della sua dilazionatissima uscita di scena - mi piacerebbe dire dal mondo - poteva attaccarsi alla mia luce scale, sa, giusto per avere una luce quest'ultima notte, penso a tutto io, attacco un morsetto all'avvitatura per la lampada e domattina presto rimetto tutto a posto; è già fissato il camion dei traslochi tra l'altro. Sì, ma quanto me li rende quei soldi (immane testa-di-cazzo)?, pensavo io. Domattina, disse l'orrido ciccione dai capelli unti, e se non ci troviamo glieli lascio nella cassetta della posta, e rimetto a posto l'applique. Il giorno dopo se n'era già andato, e la luce era senza applique. Nella cassetta della posta, il vuoto. La sera, idem. La luce è ancora senza applique. Che te la sei fregata, stupido? Cazzo ci fai, con un'applique in vetro senza base? Ma sei veramente una cosa vergognosa! Ma io ho il tuo numero, sappilo, ciccione di merda così simile a un fuco (ahahahaha) che di sicuro farai i finanziamenti per comprarti il cellulare high-tech o lo schermo piatto che così ti pare d'esser magro anche a te. Vaffanculo...

Vincenzo io ti ammazzerò;
sei troppo stupido per vivere
.
Vincenzo io ti ammazzerò,
sei troppo ladro per amare.


Poi il viaggio è finito. E anche la nebbia, s'era parecchio diradata.

gennaio 10, 2011


TYTOLO: GATTI (NERI) INCOMBENTI SULLA SPALLA, o: UNA BELLA MATTINATA

Ovviamente il modem non c'era verso di installarlo. I driver per MacOsX, frutto di una ricerca infinita e aleatoria andavano bene, eran proprio loro (e quanto è cool dire MacOsX - pare che uno nel suo pigiare tasti a caso segua davvero una logica), e aperto lo zip che li conteneva sul Mac veniva fuori un file .pck (e porto sei) da cui, se lanciato, s'ingenerava una graditissima schermata che annunciava l'imminente installazione del driver Alcatel Manta Speed Touch Usb e ci stai largo. Cliccate su avanti (merde).
Voi, che avreste fatto?
Quindi, mentre ero ancora lì che mi dicevo: "GÏOITE!", tanto per rinverdire i ricordi di un tizio che conoscevo non fosse che poi è morto schiantato così come nulla fosse - ah, le umane & vane pompe! (sissì, però meglio lui che io) - sullo schermo giungeva la lieta et immancabile novella: "impossibile installare la periferica. Mancante l'indice 17".
Sola opzione, un "ok" da cliccare. Una volta fatto, a ribadire il tutto, il sistema aggiungeva: "questa periferica non può essere installata su questo computer".
E io ero ancora alla t di "GÏOITE!".
Comunque fosse, giacché son pugnace, mi son connesso col 56k e di corsa (si fa per dire) ho navigato su google alla ricerca di cosa mai potesse essere quest'indice 17 che era così tetragono a me e soprattutto in relazione a questo driver.
I nemici possono nascondersi ovunque, specie oggigiorno.
Come ci si può agevolmente immaginare, venivano fuori link a forum e ancora forum, in cui si gente disquisiva sul fatto che l'indice 17 era tetragono anche a loro (il bello dell'informatica: non ti senti mai solo, nelle grane. Solitamente non ci fai neanche un cazzo - ma insomma, il consorzio sociale innanzitutto!) e diceva cose del tipo: "cosa cacchio è l'indice 17?"; "non posso installare il modem... aiutooo", "puttanaccia troia, ti pareva?", e via così.
Certo, anche le soluzioni al problema erano presenti; si possono riassumere così: "rassegnati, vatti a comprare un modem più recente".
C'era anche un tizio che era riuscito, editando il file .pck alla (suppongo) guisa marziana nonché alla zitta (certe cose, nell'informatica, vanno necessariamente fatte alla zitta) a superare il problema relativo all'indice 17, portanto quindi a termine l'installazione; peccato che però poi - diceva il medesimo - il modem non si connettesse. Considerando che un modem questo dovrebbe fare, non mi pareva un gran raggiungimento, o comunque sia qualcosa di cui vantarsi in un forum davanti a gente che aveva nick tipo efestione, deception69, cicciobombasex, e via così. Specie se tu ti chiami Topesio44 e come immagine hai un Lupin che patisce, insomma.
Ripongo dunque il modem ed abbasso le orecchie, in settimana ne andrò a comprare uno. O quello o un mazzolo, ora vedremo.
(A me i mac peraltro son sempre stati anche sul culo).
Quindi, secondo tempo. La macchina, il tubicino e l'innaffiatojo (questa va a finire bene, me lo sento)
La macchina è anziana e per i prossimi mesi ha intenzione di STARE® lì, tetragona anch'essa a qualsivoglia idea di moto verso luogo per cui è stata concepita. Indi per cui non c'è ragione di lasciare un serbatojo pieno del liquido che serve a porre in essere quel concetto di base che giustifica in sé l'esistenza di tale apparecchio di cui sopra (in cui di cui sopra può esser riferito sia al veicolo che al concetto - questa è sintassi d'alta scuola, cari voialtri, ma che cazzo ne volete sapere voi?). Questo, considerando anche (l'indotto) valore di mercato che questo liquido scuro ha nell'oggigiorno, cioè cazzo no, scusate, voglio dire, eh? (cosa?).
Apro il serbatojo e infilo il tubicino, il quale sembra scorrere collaborativo. Scorro finché mi par che vada, poi aspiro.
Metto giù.
Niente.
Ri-aspiro. Stavolta sento tipo l'odore come se si avvicinasse una sciagura.
Metto giù.
Niente.
Terzo tentativo, aspiro più forte.
Penso: vai una bella boccata! Aperitivo!
Niente.
Chiudo il serbatojo, invocando in malo modo San Renitenzio e San Cosplei.
Sbatacchio con inconcludente vigore l'innaffiatojo (lo faccio solo per ingenerare un po' di virilità, a mascherar la sconfitta su tutta la linea), riprendo tutta la mia robetta e vado a far la spesa.
Ovviamente, c'avevo con me due buoni sconto gelosamente custoditi (scadenza: oggi) da consegnare alle casse.
Me ne sarò ricordato?

gennaio 07, 2011


Regola Numero Uno.
Vai in ufficio quando non c'è nessuno, così puoi non fare un cazzo tutto il giorno, e prendi le ferie quando ci sono gli altri, così questi faranno il lavoro al posto tuo(*).
Corollario alla Regola Numero Uno:
Bearsi quindi dell'imprevista sensazione di felicità che proditoriamente prende la bocca dello stomaco la sera prima, in luogo della dolorosa consapevolezza per la spiacevole et inevitabile costante che vi germoglia invece al solito - domattina vado a lavoro, sono felice, trallallero-trallallà; me ne starò lì, mi gingillerò tutto il giorno, campi sterminati di possibilità davanti a me, tutto il web da dragare e tanto, tanto caffè gratis.
Per tacer del senso di onnipotenza e autostima che ne nasce. Non sto facendo un cazzo da ben 8 minuti e sono comunque pagato dall'azienda. Sono un dio, sono potentissimo, la Forza è grande in me (ma, per un corollario di natura illustrata alla Regola Numero Uno, cfr. Dilbert, Adam Scott)
Controindicazioni alla Regola Numero Uno:
La reazione dell'establishment ad essa regola si dà nella misura in cui il o la tytolare – comunque sia, il superiore – constatando effettivamente come non ci sia un cazzo da fare, si sente, in modo svpremo, quasi mystico, in dovere di romperti i coglioni in qualsivoglia modo & maniera, ad esempio telefonandoti di continuo ponendo domande inconcludenti & manifestamente irritanti in merito a questioni evidentemente posticipabili, o marginali, o minori, o comunque sia meramente cavillose e gratuite, se non fuori luogo. Non aiuta in questo senso l'abbondanza di canali comunicativi odierni, per cui al più tradizionale mezzo telefonico possono ancor più agevolmente sostituirsi veicoli quali e-mail, skype, etc.
Nei casi di maggiori problemi personali (del tytolare, intendo) può anche darsi il caso che questi rinunci al suo/suoi giorno/i di ferie per presentarsi a sorpresa in ufficio, o comunque lasci artatamente in sospeso la sua presenza per tenere il sottoposto sulle spine, conduendo poi un agguato con arrivo di soppiatto e porta spalancata.
A quel punto, nel sottoposto, il senso di benessere della sera prima si tramuta improvvisamente in acidità di stomaco e bile, e la frustrazione montante continua vieppiù a salire, perché a quel punto deve far finta di lavorare senza aver nulla da fare, la cosa peggiore che può capitargli dopo un conflitto nucleare. Se anche questo triste stratagemma salta per manifesta impossibilità (voglio dire, se veramente non c'è modo di far niente), egli deve dar relazione a lui/lei, intavolando conversazioni di qualsivoglia natura ma comunque sia moleste.
Certo, a pensarci, il sottoposto potrebbe anche provar pena per questa persona, ma è giusto lo spazio di un attimo: piuttosto velocemente prevale la rabbia.
È anzi molto probabile che il sentimento di pena non si presenti neppure.


_______
(Note alla Regola Numero Uno)
(*) ringrazio l'amico (**) Enio Gambacciani per la formulazione compiuta ed articolata di simile concetto.
(**) amico: non avendo - come più volte trasparentemente ribadito - l'estensore della presente opera (?), amici, e ciò in grazia della sua natura diffidente, scontrosa, nonché livorosa in sommo grado, trattasi ovviamente di amico immaginario, col quale peraltro litiga comunque in continuazione, anche per questioni di poco o nessun conto.

gennaio 04, 2011


Segno inequivocabile dei tempi che cambiano, che le nuove generazioni hanno sì di più, ma - per così dire - anche di meno:
"mettimi la traccia 17, zio!"
Lo zio esegue.
"Chi è questo?"
(Seraficamente) "lady gaga"
"Ah, ecco..."

Poi arrivi a lavoro e chi è al comando tuona: facciamo (ovverosia fai) questo, inviamo questa mail, concludiamo questo accordo: non possiamo perdere questo guadagno!
E tu pensi che non ci sono parole, o quantomeno parole meno grette di queste.

Poco prima (prima cioè di accompagnare all'aeroporto i nipoti, destinazione URODISNY
®, posto nel quale il più piccolo tra l'altro ripone la speranza spasmodica di vedere Scooby-Doo, in ciò che potremmo definire il proemio ad una sicura tragoedia di infantili disillusioni), ti siedi in Banca ad ascoltare i discorsi di un ragazzotto vestito a festa in merito a Fondi Pensionistici Complementari a medio, breve e lungo termine; rendite monetarie, obbligazionarie e azionarie, sempre - ma era ovvio! - a basso rischio. Spese accensione pratica, tassi d'interesse nominale maturato; disdette (nessuna possibilità) e anticipi (casi estremi). Il tutto condotto come sempre in questi campi - nessuna certezza di non esser raggirato (e nessuna certezza che il tizio che ti sta di fronte ci capisca qualcosa più di te).
E tu pensi no non sta succedendo a me, questo non è vero, non è possibile, cazzo. Io sono qui, e accanto a me siede la speculazione sul capitale, la droga del nuovo milllennio, il nulla, le bolle, il risparmiatore che reinveste, i fondi azionari, il tasso nominale, l'interesse passivo maturato, e Brivido Terrore & Raccapriccio - l'orrore! L'immondo demonio! Il lato oscuro!
Non sta succedendo a me, no, no, no...


Insomma, Lady Gaga non è certo il peggio, ma - ammettiamolo - aiuta. E se loro, già prima di arrivare a tutto quanto sopra (avrei potuto continuare) hanno già attivi, senza riparo né limiti, simili canali dannosi/molesti, che ne deriva?
La risposta è: non lo so.
(Sarà morto, Lubrano?).
Credo (forse) nel facile motto più stimoli, più spazzatura, più difficoltà.
A una generazione di disadattati, che al massimo avevano, e con più moderazione, il raggio gamma di Matzinger Zetto (bontà sua) e il castello di Greyskul (ahahah, già s'annunciava la barbarie), si succede una generazione di disadattati complusivi, in definitiva più problematici ma più inseriti.
O di geni, però (sempre) in fuga.