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marzo 25, 2010

...ok, diciamo che, come ha notato l'esymio ing. Candyman III, ero tranquillo come un gatto sull'autostrada.
Ho comunque fatto la mia porca figura, bubando però atrocemente la lettura e stando seduto su una percentuale assai modesta della parte del corpo che solitamente si usa per sedersi, vale a dire il culo.
Poi però cioccolatini a go-go, spuntati come dal nulla. E vinsanto. Viva l'autorità comunale, gentile & cerimoniosa, e piena di prosopopee, tanto per far cytazioni e omaggi a chi è stato nominato during the evening.
Io seduto su un divano, un'ottomana, vai un po' a sapere. Sotto un orologio enorme, mentre la relatrice della serata era presa in ostaggio da un bruto con velleità letterarie. Foto alle pareti e travi al soffitto; tutto molto rustico ed elegante, e sempre io che - m'ha detto mia mamma: o che non ti sei nemmeno messo un po' elegante?; Come no, mi son anche messo la giacca! - facevo la ruota versicolore, tipo un pavone andato a male, mentre firmavo gïoyosamente dedyche, a caso & a cazzo.
Cosa ancor più notevole, non ho detto nemmeno una parolaccia. Dico una. E per un gatto su un'autostrada è tutt'altro che un traguardo scontato, o da far passare sottotraccia.
Poiché son stato bravo, ora mi regalo Up, in dvd.
Son drago.

marzo 24, 2010

Quest'oggi ho la presentazione del libro.
Che cosa esattamente rende la vita moderna così diversa, così attraente? Davvero non penserete mica che lo sia?, un'altra raccolta di racconti.
Ore 18, presso la Saletta degli Incontri dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Pistoia.
La cosa buona in tutto questo è che, per un motivo o per un altro (in realtà, soltanto per uno, si sa) non ho avuto ancora modo di farmene un'idea, pensarci minimamente, vivere la situazione in anticipo. La cosa meno buona è che sarà quindi in tutto e per tutto una cosa del tutto improvvisata, senza niente di ragionato. Il che equivale a dire che riuscirà non dico sicuramente male, ma quantomeno povera. Ma tant'è: mi rendo conto che non sarà poi questa gran cosa, senza dubbio, e che nella vita c'è di peggio e c'è di meglio, assai; il fatto è che odio dover parlare davanti a tanta gente – tanto più se la gente che ho davanti è gente che per un motivo o un altro conosco già – e credo proprio che mi sentirò particolarmente ridicolo.
Per tutta una serie di casi e fortune, ho trovato una persona che verrà a parlare del libro, nientemeno che una docente universitaria – cattedra di Letteratura Italiana all'Università di Firenze – e a questo fatto mi aggrappo e dietro questo mi riparo (prof.ssa Adele Dei: la ringrazio).
Preferirei comunque esser di là dalla cattedra. Penso proprio che mi vergognerò e tirerò un sospiro di sollievo quando sarò da qualche altra parte.
Mi sembra di esibirmi e io - l'ho già detto? - odio anche solo l'idea di dovermi esibire.
Ho pure avuto, come già per l'altro, un articolo su un quotidiano locale (“Il Tirreno” adesso; “La Nazione” per No, non so un cazzo...); e anche di quello mi vergogno. Mi spiego: non me ne frega niente di quel che penserà la gente al riguardo, ma mi sento a disagio.
Quasi come parlare di fronte a tanta (tanta?) gente.
Quasi come – ogni volta – dover scrivere velocemente e di nascosto, poche righe con l'animo furtivo e le antenne dritte, quasi battendo sui tasti più piano, per farmi notar meno, mentre sono a lavoro e ho pochi minuti – salvo chiudo, riapro, scrivo altre due parole, poi risalvo... – magari sparsi tra un'ora e altre due.
Come adesso.
È una cazzo di fatica, andate sicuri.

marzo 23, 2010

UN MILIONE DI ANNI FAAA, O FORSE DUEEEEEEEEE

Straordinaria performance del Partito dell'Ammòre, che riunisce in piazza un milione di persone (li ha contati personalmente Gasparri con l'aiuto di Verdini) e manifesta a favore del medesimo, per promuovere la multiforme germinazione di idee nuove e sostenere le facoltà critiche dell'individuo. Poi, bandierine per tutti, risate e ultimo dell'anno in anticipo, sulle note di eeeeee meu amigo charlie brown. Chiusura con un meraviglioso & sentito giuramento. La folla in delirio.
Ebbene sì, cari sostenitori dell'Ammòre con la 'A' maiuscola: la manifestazione, contrariamente a quanto auspicato – e, cosa ancor più grave, improvvidamente dichiarato – dai seminatori di odio delle sinistre, è perfettamente riuscita. Quando il nostro amato Presidente è comparso sul palco per il consueto ispiratissimo discorso per render giustizia a questa tanto bistrattata Istituzione (l'Ammòre, diciamo), sotto di lui è stato tutto un immediato ammantarsi di quelle bandierine bianco-azzurre con su scritto “Con te”, che da sole basterebbero a far capire di che natura sia l'ispirazione che ci muove, e da che parte la popolazione sia schierata in modo compatto. Basta coi magistrati di sinistra! Volete (e il Presidente ha retoricamente posto alla piazza la domanda, che ha risposto in maniera più che significativa) Voi forse che il maligno Vi spii fin dentro le Vostre case? Volete che al potere vada chi vuole soltanto aumentare le tasse? Volete esser parte Voi di quel giustizialismo feroce ed estremo che chi semina odio promuove ed incoraggia, con metodi barbari e rancorosi?
Noi siamo il partito dell'Ammòre! Guardate anche la Gelmini, per la quale sono stati fatti partire dallo scherzoso Ministro La Russa applausi per favorirne il parto: credete Voi che sarebbe incinta, non fossimo noialtri il partito dell'Ammòre? Guardate la bontà che fuoriesce dagli occhi del Ministro Bondi, la sagacia che dardeggia nel Ministro Brunetta, la devozione cieca alla causa del Ministro Alfano: come si può non capire che siamo in una nuova epoca, fatta di menti coraggiose ed appassionate, pronte a dar tutto per difendere gli interessi dei cittadini contro le crudeltà delle sinistre?
E poi via con un po' di musica, subito prima di un altro paio di giusti anatemi contro i PM e tutti coloro che vogliono privare i cittadini del diritto di scelta al voto, solo per mere questioni di forma. Ma noi siamo il partito della Sostanza, oltre che – naturalmente - dell'Ammòre.
E siamo ancora una volta pappa e ciccia con la Chiesa (povere stelle... hanno tanto bisogno di soldi, per le loro scuole private e per i loro vizi: vi par che noi che siamo il Partito dell'Ammòre, gli si possan negare?), che proprio oggi indica chiaramente di votare per chi è contro l'aborto, contro il divorzio, contro la terra che gira intorno al sole.
Certo, meglio andare a troie, magari minorenni, magari a due a due.

Di solito manifesta un'opposizione, per magari ottener qualcosa, pur piccola e limitata che possa essere, o protestare per qualcos'altro, a torto o a ragione.
Se a manifestare è chi il potere già lo detiene e quindi - almeno in linea teorica - può far tutto o quasi (magari nel rispetto della costituzione), si ha una parata e non una manifestazione, e alla fin dei conti ci dev'essere qualcosa che non torna.

Un governo che manifesta ad esclusivo sostegno & promozione di se stesso, senza un motivo ben preciso se non quello di autoreferenziarsi e promuovere ed incoraggiare un movimento plebiscitario-popolare e demagogico teso solo a crear consenso e mettere in piedi una facciata dietro al quale non c'è nulla se non il loro prosperare e perpetuarsi, non è in definitiva un governo di cui ci si può fidare. Andando indietro nel passato, i precedenti son piuttosto sinistri.

marzo 19, 2010

ELETTRICISTI & VEGETARIANI, CITOFONARE INTERNO 9

Ora, poiché tra i miei mille e mille compiti rientra certo quello della piena (quanto illusoria, si sa, ma la vita per molti è solo inconsapevolmente amaVa) soddisfazione del cliente, stamani ero lì pronto e pugnace ad ascoltare comprendere e genuflettermi dinnanzi alle lamentele del cliente di turno, come se ciò cambiasse qualcosa sulla vita in generale e sulla nostra in particolare. Il cliente di turno era una scuola franco-canadese, alloggiata all'hotel Fungo Inaspettato di Norma Fucigna (DG)

Ah, l'arte di ascoltare, vezzeggiare, conquistare il cliente. Un cliente. Un nuovo cliente. Nuovi mercati, nuove relazioni commerciali, nuovi soldi.
A me non me ne frega proprio un cazzo, non so a voi.
Né ci ho nessuna particolare arte. La mia filosofia di vita è: vadano tutti a fare in culo. Ok, è una filosofia di vita un po' minimal, sì; ma, per altro verso, non avendo io mai sostenuto di essere il Mahatma Gandhi ci si può anche stare. Quindi, qualora a qualcuno non quagliasse, vada pure in culo, che io resto qui a far allitterazioni con la lettera q, alla faccia sua.
E vadano tutti in culo anche questi, motivo per cui mi presento all'hotel in attesa che scendano a far colazione, in balda rappresentanza dell'Agenzia Torma Potente sul Molo Attiguo, di Forletico Limegno (PP). Arrivano alla spicciolata i ragazzi, indi vengo introdotto alla presenza di nr. 1 professore, alto al garrese mt. 1,35 per una larghezza che sull'addome raggiunge soave parvenza di giottesca armonia, il tutto per un'impressione d'insieme che – certo favorita da un incarnato bronzeo e macchie della pelle nemmeno si vivesse tra i ghepardi – ricorda simpaticamente una provola affumicata, e per inciso quanto può essere simpatica, una provola affumicata?
Attacca con la sua lunga lista: è il peggior hotel che abbia mai visto, la cena di jer sera era rivoltante, nessuno dei suoi allievi ha toccato nulla, è una pessima sistemazione, è tutto orrendo, anche la colazione è povera. Ci spostiamo poi sul caso singolo, il suo (è altruista, lui): la sua camera era fredda; ha dovuto dormire col giubbotto sulla faccia perché nella stanza era presente un forte odore di insetticida, non c'è acqua calda in bagno, e il medesimo si allaga se fai la doccia.
Più che tutto c'è un filo elettrico scoperto, proprio dove arriva l'acqua quando uno fa la doccia.
Questa, e si fa ancor più torvo – da affumicata, la provola si brucia – non è affatto una bella cosa. Non è uno scherzo, non mi sta raccontando barzellette e non è affatto divertente: se deve morire in un merdoso hotel italiano in cui tutto è merda, lui insomma, proprio proprio non ne vuol sapere. Piuttosto si prende la coperta e dormirà nella piazza antistante l'albergo. E ora, noialtri si faccia un po' quel che ci pare, perché lui fa le foto e le mette su internet, così che tutto il mondo possa vedere che razza di schifo è questo hotel e nessuno ci venga mai più. E non gli si dica che tutti gli hotel qui sono così, perché lui in Italia ci veniva da quando era piccolo così (ecco perché è cresciuto così poco! Bastava lo dicesse subito. Comunque sia: errare humanum est, etc. etc. etc.). Di più: quando tornerà in patria - sempre che non sia morto nel frattempo nel merdoso hotel italiano di cui sopra - dirà ai Consigli di tutte le scuole di bandire e boicottare questo hotel, ché in virtù di non so bene quale connessione mistico-potente-trinitaria, quel che dice lui è fondamentale per le gite di tutte le altre scuole della nazione.
Poi torna via. Io resto con l'autista, che nel frattempo si è aggiunto alla conversazione.
Mi guarda. Io guardo lui. Lui dice che è tutto a posto, che questo tizio è un po' esagerato di suo. Nel frattempo ricevo un paio di telefonate dall'agenzia corrispondente. Lui anche. Io ascolto la tizia incazzatissima al telefono (la sera prima, il medesimo ha mandato per e-mail una lamentela lunga così anche a lei) e dico poco o nulla. Lui fa lo stesso, e poi mi rivela che più che altro la sera prima lo staff dell'hotel non ha tenuto conto del fatto che ci sono cinque vegetariani più un tizio assolutamente intollerante alle noci. Tipo se mangia una noce muore, o si trasforma lui stesso in un noce americano, ora non ho capito bene ma vedrai più la prima della seconda. Interrogo l'hotel al proposito. Lo staff risponde che non erano stati avvisati prima, ma che comunque saputolo, jer sera, hanno provveduto subito a proporre alternative:
“Abbiamo chiesto se volevano magari delle uova, una mozzarella, ma nulla... uova no, latticini nemmeno. Alla fine ci siamo accordati per un'insalata e delle patate”
Sono vegani, rispondo, non semplicemente vegetariani. Il Direttore ne conviene, con un po' di meraviglia che diventa meno meraviglia quando aggiungo che questi tizi non mangiano niente che venga dagli animali (quindi né le uova né i latticini, per dire), poi ripete esattamente la stessa frase di prima. Perché molta gente per dare enfasi deve ripetere le stesse parole due o più volte? È una questione di sinapsi difettose? Ho sentito, non sono mica sordo, è successo questo questo e questo, mica c'è bisogno che me le ripeta, l'hai detto due minuti fa, sarà la stessa zuppa, checcazzo.
Allora cosa gli possono fare, mi chiedono. Carote, porri, cicoria, cavolo strascicato, montagne di bietola, due erbette così vi fanno anche un belato e son contenti; tutto quel che vi pare insomma chi cazzo è che ha un albergo, io o voi? E scordatevi le noci, che sennò poi c'è un pax in meno nel gruppo ci sta che i familiari abbian da ridire.
Poi passo alla fase 2. Vado dai ragazzi assiepati fuori e faccio:
“Who's vegetarian?”
Alzano la mano in quattro - magari gli altri due son già spirati fra i tormenti perché hanno sbagliato il pollo lesso della sera prima per un fine trito di odori, roba da alta cucina, poi son morti una volta scoperto l'inghippo. Comunque sia. La prima è una lungagnona col reggiseno rosa mezzo fuori. Tu, tesoro? Con quelle tette? Ma non ci si crede, dai. Vegetariana. Sì. Poi due tizi molto cool, con una maglia dei Ramones sotto a una camicia aperta, sui quali non ho nulla da dire, per carità, solo che se mangiassi anch'io solo verdura sarei ancor di più segaligno e questi invece son gonfi come tacchini.  Cazzo. Stasera niente patate e insalata, faccio. Loro sorridono, uno mi dà il cinque. Non la donna, peccato.
Racconto poi quel che mi ha riferito – poteva dirlo a voi direttamente, mi chiedo? – l'uomo cacio-cavallo di prima, e dall'hotel sostengon subito che il filo che mr. Auricchio ha preso per un cavo elettrico è il cordoncino del campanello nella doccia. Roba di legge, sai. So. Ma non credo che si possa mai esser tanto stupidi, però ormai ci siamo, facciamo un salto nella camera del tizio. Si va. Io l'autista e un facchino. Il professore è lì fra i ragazzi, in attesa del loro pullman (che tra l'altro non arriverà, essendo l'autista con me). Passiamo loro davanti con nonchalance, ed arriviamo alla camera. Entriamo: c'è il cordoncino della doccia, un qualche tipo d'asciugamano sopra lo scarico della doccia (il che spiega anche perché magari si sia allagata la doccia. Ogni volta mi chiedo: ma dov'è la connessione fra andare in gita e fare usi originali degli asciugamani degli alberghi?) e un filo elettrico che parte fissato con una vite dall'angolo sinistro in basso della finestra (in alluminio anodizzato, quello stesso materiale per finestre il cui inventore Woody Allen s'immaginava frustato all'inferno in Harry a pezzi) ed entra nel muro due centimetri più sotto. Un filo verde e giallo. La terra.
“yeah, yeah. Look at this bullshit!”
Ecco, è arrivato anche Cacioppo. Chi cazzo gliel'ha detto che venivamo qui? Indica il filo e dice che è pericolossisimo oltreché – naturalmente – illegale. Cerco di spiegare che è la messa a terra d'impianto, e che tutte le finestre ce l'hanno e che dubito, pur non essendo “such an electrician”, che si possa prendere la scossa dalla Terra. Lui risponde che lui è “an electrician” (è professore d'elettricità, mi chiedo?), e che sa per certo si prenda la scossa da un filo di Terra. Poi aggiunge, indicando lo spazio sotto la doccia:
“go, go there and I'm turning on the water... let's try!”
Ok, a questo punto giudico che la cosa mi stia sfuggendo un po' di mano. Non entro sotto la doccia, ma solo perché lo decido io, e poi da lì devo andare in ufficio. L'autista per parte sua dice che devono partire, quindi se ne vanno, col tizio che borbotta fra sé parole di cui intendo solo quelle che hanno come radice o nucleo fuck, fucking e shit.
Io torno alla reception, e lì vengo intrattenuto su cosa hanno fatto dalla sera prima tutti quanti. ("erano pure tutti ubriachi!" - bravi ragazzi, così si fa! E dopo, tutti chiusi in una stanza per un bell'orgione, penso io). Il guaio, nel mondo del turismo, è che si parla veramente assai più del necessario. Come nella vita in generale. Riesco a sganciarmi e vado alla macchina. Il morituro professore mi guarda mentre entro nella mia scassatissima carretta. Magari sarà il primo caso di morte violenta per scossa da filo di messa a terra nella doccia (leggeremo il giornale, domani), però intanto io devo tornare in ufficio e riportare quanto accaduto all'agenzia Torma Potente sul Molo Attiguo, scrivendo una bella e-mail per calmare gli animi.
Appunto, questa. Son agente di viaggio.
Tralascio solo di pormi domande retoriche del tipo perché cazzo tutti parlavano in inglese se erano una scuola franco-canadese?
Mai contribuire a complicare un discorso di per sé già complicato, nel mondo del turismo. Come nella vita in generale.

marzo 03, 2010

LE YNANI AVVENTURE LAVORATIVE DI TVBJNGXYA©

A Tvbjngxya©, durante un'altra giornata da uccider nel solito modo e bene o male in corso di morte, MotorinoChieditore© domanda quanti anni abbia. Tvbjngxya© ne ha trentaquattro (in realtà va già per i trentacinque, ma queste son sottigliàggini), e questa informazione è ciò che viene da questi asserito mediante la sua risposta. MotorinoChieditore© dice:
“Sul serio? Di già? Porco cane, ricordo che quando ti ho conosciuto ne avevi ventotto!”
Tvbjngxya© si sorprende a pensare a quanto a volte un concetto sottinteso valga più di mille parole. E a quanto, il medesimo, può essere anche amaro.
Ma solo lui lo capisce; sarebbe certo inutile ribattere qualcosa.
Qualsiasi cosa.
Basta che ne muoia un altro, di giorni. La depressione, com'è venuta, se ne andrà.