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agosto 05, 2008


IN VISTA DELL'USCITA DELL'ATTESISSIMO (DA CHI?) ROMANZO (ROMANZO?) SULLA VITA DI MICHELE (QUELLO CHE ASSAGGIAVA IL GLENN GRANT), A TYTOLO PERCHÉ IL MONDO PUÒ FARE A MENO DI SUPERMAN (E ANCHE - INVERO - DI GIANFRANCO D'ANGELO) L'AUTORE PAPERO-GONFIO-CADUTO-NELLE-ORTICHE È STATO INTERVISTATO DAL QUOTIDIANO “LA NAZIONE”, CRONACA DI TOPEKA PAGINA DELLA CULTURA, MENTRE MANGIAVA (LUI, NO IL QUOTIDIANO) UNA PIZZA VERAMENTE ANZIANA AL CAFFÈ “GUARDINGO”, STANDO COMUNQUE BENE ATTENDO A CIÒ CHE ACCADEVA DIETRO DI LUI. A FINE INTERVISTA, FOTO DI RITO E SCAMBIO DI DONI. BACIO ALL'ANELLO VESCOVILE ET OMAGGIO DIVOTISSIMO MA SCHIVO AL POTERE DELLA CARTA STAMPATA, CON SALAMELECCHI E SALTO DELLA QUAGLIA DI CECCOBEPPIANA MEMORIA. TOH, SI LEGGA: 

Oh! Fa piacere incontrare qualcuno che fermenta al di fuori delle solite compagnie di giro, specie se nell'incontro in person si svapora il cliché dell'indispettito-dal-mondo propagato nelle pagine dei suoi racconti ed emerge invece l'indole curiosa di chi non vuol collocarsi né nella nicchia né nel mainstream. Diciamo che Lorenzo Berti, nella foto, (Pistoia, 1975), s'è fatto da solo. Lo scrittore, almeno: quello che ha pubblicato da poco il saporito debutto (arditamente) titolato No, non so un cazzo di marketing research – e quanto ne so è già più di quel che me ne frega (pp. 274, 13 euro, un papero in copertina a ricordare che la realtà seriosa di certi maestri di vita è ben più puerile di quanto vorrebbero suggerirci), osservatorio feroce e burlesco sulle inconcludenze e sul ridicolo involontario del (precario) mondo del lavoro, che può contenere tracce di Stefano Benni, pensieri e parole da blog (e infatti le idee si prolungano su http:www.//paperogonfio.splinder.com), derive e invenzioni assimilabili al “divin Federico Maria Sardelli” sulle colonne del Vernacoliere, sfuriate à la Céline in ordine sparso, sapori della farsa sublime dei fratelli Coen, minutaglie di Carver, mozziconi di Vonnegut. Dopo le peripezie consuete, il libro approda dal piccolo editore bolognese Giraldi: “con un titolo così mica potevo sottoporlo a Laterza”, osserva lui, scopertosi lettore all'università (lettere a Firenze con una tesi sull'Alfieri, dopo un diploma all'Alberghiero) e scrittore dopo la laurea. “Sono partito da zero – spiega Lorenzo – e forse è stata una fortuna, visto che non ero inquinato da chi alle superiori raccontava la natura matrigna di Leopardi o la Provvidenza di Manzoni, in modo da non farti toccare più un libro in vita tua”. Dunque la scrittura gli vien naturale, tanto che a partire dal 2001 comincia a raccogliere un nutrito corpus di racconti, oggi confluiti nel libro del papero di cui sopra e in una seconda raccolta, di imminente pubblicazione sempre per Giraldi, intitolata Che cosa esattamente rende la vita moderna così diversa, così attraente? Davvero, non penserete mica che lo sia?. Con onestà di autocritica: “c'è un po' di farraginoso, nella scrittura tutta. Ma insomma, se scrivono Baricco, Faletti, la Mazzantini, eccetera...”. Epperò alla domanda “per chi è questo libro?”, in definitiva, Lorenzo non risponde. Ci proviamo noialtri: non è per chi lavora da imprenditore nel ramo dell'outsorcing per il customer care; di sicuro garberà a chi non ha la più pallida idea di cosa sia (o a cosa serva) l'outsorcing per il customer care. Il lettore ha sempre ragione, e a questo autore abbiamo subito voluto bene; forse perché ha sollevato un interrogativo fondamentale (“Si può dire cazzo in un'intervista? Se non si può, l'intervista è da considerarsi nulla”) e rimarcato la diffusione capillare del volume negli esercizi commerciali d'Italia: “Ci sta che ce l'abbiano anche i norcini, i rivenditori di pongo e il mi' cugino ingegner del ferro e della biada. Dice lo venda a metà prezzo, péi dettagli fate voi”.


a seguire: foto di rito. L'autore (bellaphya),vestito d'una fusciacca assai più larga e di dubbissimo gusto quanto a colore e giustacuore, colto con arguzia & beffarditudine dopo aver manomesso i contatori del gas dei signori Ircani Marmugi e Battilio, a seguito scoperta relativo portello gas aperto (foto PUGI-ANSIA)


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