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novembre 26, 2003

Toh vai, beccatevi un altro po’ di DOTTOR MERDA…
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Herzog, Saul Bellow, ed. Carogna Fradicia, pag. 406, Eurini 17,50.

Con questo sorprendente romanzo epistolare & non (?), la casa editrice Carogna Fradicia di Concordia sulla Mazza (GTD), fa il suo esordio nello stronzissimo mondo delle lettere e dell’editoria. Stanco di essere solo un personaggio di carta, che scrive su commissione e per volere di un modesto scribacchino rispondente al nome di Saul Bellow, il dottor Moses Herzog prende la penna di sua spontanea volontà e scrive. Questo l’antefatto in quarta di copertina. Ma – ahimè! – Moses Herzog (che condivide con me il nome, pensate un po’: dottor Moses Merda, grazie!) è effettivamente un personaggio di carta, e anche mettendo accanto al libro omonimo una penna e una bella risma di a4 pulita, non succederà nulla. Tuttavia, ciò non ha fermato la dott.ssa Fradicia (titolare della casa editrice in questione, naturalmente), la quale ha messo in vendita 406 pagine bianche, perché questo – è evidente – era il volere di Moses Herzog che, chiaramente potendo, ha scelto di non scrivere nulla, per farsi beffe dei suoi contemporanei e posteri, oltreché del suo ex-creatore Saul Bellow. Così almeno ha spiegato lei in tribunale, dopodiché è sparita misteriosamente sotto la scrivania del giudice.  

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Maurizio Seymandi, La mia vita con Heidegger, prefaz. di Mauro Di Francesco, ed. Laterza – collana di filosofila, eury 13,30.

Il noto studioso ripercorre la propria carriera accademica, tra convegni, esami e seminari. Tra i suoi allievi, racconta, brilla un “ometto piccolo di statura, ma con due occhietti vispi e attenti, che si sgranavano come due fari allorquando viveva in sé l’esperienza del click spitzeriano”. Si parla chiaramente di Maurino Di Francesco, che contraccambia la stima con una prefazione d’autore (“Maurizio Seymandi ha tutti i capelli gialli gialli. Non biondi, badate... GIALLI!”; o anche “…gran chiavatore, peccato sia quasi albino”). Pare però che il DJ “SUPER-SUPERSMASHHH!!!”, di superclassifica show, ci sia rimasto alquanto male nel non vedersi né citare, né affidare almeno una postfazione. Così adesso non gli parla più. Ricuciremo lo strappo? Per il resto il libro fa veramente cacare, e a niente vale il farselo scrivere per certi tratti dalla sorella, tirando in ballo per questo la storia Friedrich – Elizabeth Forster-Nietszche (già di per sé ridicola e esempio di fraintendimenti ficali di prim'ordine). Maurizio Seymandi resta un’osceno fauno di mezz’età, buono solo a pettinarsi i capelli gialli allo specchio. E la sorella, uguale. 


Leonardo Pieraccioni, A un passo dal cuore, ed. Maurizio Nichetti associati (sì, ma a sto cazzo), pag.177 ril., Eurucci 11,90 (ma perché cazzo ci dev’essere sempre la virgola?)

Ecco, voi penserete che stia scherzando, e invece no; e non è nemmeno il primo. E la casa editrice gli ha fatto pure un sito, chiamato “Scrittori in corso – una finestra sul mondo degli scrittori Italiani e delle loro opere”. E così ne dice:
I racconti di A un passo dal cuore sono le storie tenere e surreali di gente normale normale, che fa l'amore col sottofondo di Frizzi e passa le serate "tra una cortina di fumo e l'altra, in 'sti bar all'americana anche se sono a Scandicci". Bozzetti di vite un po' commoventi e un po' ridicole che Pieraccioni sa rendere con quella stessa leggerezza e poesia della voce fuoricampo dei suoi film.”


Alé. Ovvai. Giornata rovinata. Ma andate in culo... 

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