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novembre 17, 2003

“…ad approfondire e cementare il nostro feeling artistico-intellettuale, stamane, verso mezzogiorno, ho fatto visita a K. T. Lui mi ha mostrato i suoi lavori, tra cui la magnifica Femme au cul soufflée, incredibile installazione a tecnica mista, realizzata in marzapane, corde, e pelo acrilico su struttura in legno. Rappresenta ovviamente una donna – paradigma del consumismo gonfiato, gonfiato come il suo derrière – sperduta in un sinistro bosco peloso, chiaramente il bosco della sua coscienza. In sottofondo si sente il rumore di pioggia battente, evidente simbolo di un inquinamento irreversibile, fuori e dentro di lei, ovvio.
Io, per calcare ancor di più la mano sulla semantica dei suoi contenuti, gli ho suggerito di farle indossare una maglietta (che, dopo alcuni minuti di ferventi disquisizioni tecniche, abbiamo stabilito da realizzarsi in tessuto di poliammide, così anche per citare Christo) con su scritto: «I bambini Statunitensi sono i più grassi d’Europa», per aggiungere alla frenesia del consumismo anche la più bieca stupidità che sempre lo accompagna.
Lui, per parte sua, ha voluto a tutti costi dare un’occhiata ai miei versi, e si è detto estasiato in particolare dal mio componimento n. 21, n. 21, e dal terzo, freghi su pagina bianca, realizzati l’uno esclusivamente con virgole e punteggiatura in genere; l’altro composto di freghi di (apparente) mano di bambino più lettere qua è là. Io all’inizio non volevo che li vedesse, ma ho ceduto di fronte alla sua insistenza. Li ha trovati geniali, anche se alla fin fine non ci siamo capiti appieno sui contenuti che io volevo esprimere attraverso le mie opere: io calcavo la mano più sul loro essere relitti che questa barbara civiltà moderna lascia, nel suo travolgere tutto e tutti, e sulla misera condizione delle persone che in essa vivono; lui ci ha visto maggiormente la protesta e la libera rivendicazione di un approccio non ragionato e razionale, ma inconscio e libero alla conoscenza. Beh, tutto sommato può andare anche così.
Purtroppo però, siamo fuori dal giro, e nessuno ci capisce. La provincia, si sa, è terra morta per le innovazioni. E spesso anche la metropoli. Non sono pronti a comprenderci, ci siamo detti, bevendo e fumandoci un sigaro. Poi, lui si è bruciato la camicia. Io, potevo non fare altrettanto? Poi abbiamo scopato.” 

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