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maggio 30, 2007

Pensavate, o voi merde, che i Record-di-Palestra™ fôsser stati trônchi dal Maligno o altro curiosissimo accidente, tipo l’afasia o la sodomia di chi tal righe usualmente verga tristo & miserello? No, niente di tutto ciò: solo un banalissimo svenimento in bagno, con conseguente perdita di coscienza e, provenienza cesso – ov’egli stava con le nvde terga assiso, nell’atto di regolare i conti con un pugnacissimo quanto notturno Cagotto-Da-Ciliegie™ (ah, qual finezza d’eloquio et esposizione di concetti! O chi mi sono, il barone Vivant Denon?) – sbattimento forte della geva ‘nsulla majolica del bidet, con relativo risveglio accanto all’acqua che scorre, aperta chissà come nel deliquio. Ma ciò non può, non può fermare – e in ciò la gïoia è tutta vostra, mia no di sicuro, che se ci rimanevo poteva esser anche meglio – i RECORD DI PALESTRA™. Sì, un po’ tipo il Togna-Due®, uno che faceva il cameriere al Keller, che una sera dell’ultimo dell’anno era lì che serviva poi svenì di botto e cadde fra i tavoli. Allora lo portarôn di là, nella cucina, e tempo mezz’ora riera lì che serviva ai tavoli, alacre e urlante per la gioja, salutato da un applauso isterico follemente dionisiaco. Insomma via, oggi:

PESTICIDA®
Pesticida® è tozzo, c’ha i capelli radi sul davanti ma un po’ lunghi dietro, mossi a ricciolo. Un po’ tipo Salman Rushdie, di cui ha anche l’espressione cattiva (ma meno cattiva, comunque). C’avrà quaranta, cinquant’anni. È Pesticida® perché quando lo vedi – sia la sua complessione fisica compatta e monoblocco, siano i capelli radi e un po’ unti, sia un po’ il cazzo che vi pare – uno non può esimersi dal dirsi: “Toh, ecco Pesticida!”, o anche “Badalì, alla grazia di Pesticida”, e via dicendo.
Pesticida® da uno a dieci puzza sette, sette virgola cinque, e il fatto di indossare insistentemente un pajo di pantaloncini a tre quarti non lo slancia né lo ajuta in alcun modo. Pesticida®, poi, pare sempre sudato, anche quando non sta facendo assolutamente un cazzo e magari sta disteso sul divano. Forse è un supereroe, che combatte il male coi liquami prodotti dal suo corpo; ma noi non lo sapremo mai, ché in fondo in fondo Pesticida® è bravo & quïeto, e nulla chiede e nulla vuole, e resta lì, tozzo e fermo e duro come un granchio in una fessura di uno scoglio, con l'acqua salsa che gli sbatte addosso ora sì ed ora no. C'ha anche l'espressione fissa. Non si muove di lato, però.

TACKLEBERRY®
Se avete la stessa espressione ebete di Eugene Tackleberry (David Graf) mentre guarda il culo dell’agente Kirkland (Katleen Turner) in Scuola di Polizia; se avete gli stessi denti e gli stessi occhi e pure lo stesso ovale del viso; se tutto ciò si assomma & inquadra entro la vostra personcina, diciamo che può non essere pienamente utile alla vostra bisogna l’ostentar vezzosi un pajo d’occhiali a goccia con le lenti azzurrate, molto anni ’80 e un po’ anche alla Leone di Lernia, a voler esser capziosi.
E ciò perché: 1) mentre alzi pesi o muovi il cvlo, non par bello né sta bene averci gli occhiali da sole, ancorché azzurrati e ancorché abbiano (essi) la doppia funzione vista-sole; 2) puoi ricordare ancor di più Tackelberry, magari proprio mentre è al poligono di tiro e fa esercitazione con qualche enorme pistola fuori dotazione & ordinanza col ghigno in faccia. Se, poi, quando ridi pari ancora di più lui, la soluzione può essere: ma sei Tackleberry (David Graf)? E – nel caso – perché vai in palestra in Italia? Perché nessuno ti chiede l’autografo? E perché dopo Scuola di Polizia non t’hanno fatto fare nessun altro film?
Comunque sia, a voler essere onesti, Tackleberry® non ha altre prerogative: non puzza, non è molesto, non insidia il muliebre consesso poppe-cul-mostrante. Solamente, è uguale a Eugene Tackleberry (David Graf), il quale tutto sommato – altro che Mahoney! – era il personaggio migliore di Scuola di Polizia. Indi, a Tackleberry® va tutto il nostro appoggio & ammirazione. O anche no.

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