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novembre 12, 2009

PERIODI FELICI, REMIND #1

Di me che esco da lezione col mio zaino. La voce nel microfono, quel che ho sentito, le file lunghe dei banchi unici dell’aula magna, l’atmosfera generale. Scendo le scale; tutto piuttosto sporco, e fogli appuntati con le puntine alle pareti rivestite di legno (“vendo D.J. Grout, Storia della musica in occidente, usato, ottime condizioni”; “Affittasi camera per ragazza zona santa reparata”). C’è poca gente. Fuori è buio; torno - mentre chiedo che ore sono a un tizio - verso la stazione, sapendo che entrerò alla Feltrinelli.
Ormai so dove si trovano tutti i reparti, l'ordine delle singole case editrici; la gente potrebbe chiedere a me (“Storia? primo piano, subito a destra!”; “Fenoglio mi pare sia nella Einaudi… dritto, poi destra per i Tascabili; sinistra e poi subito di fronte se lo cerchi nei Coralli”): scendo le scale; piano di sotto - musica, cinema, fumetti.
Le ultime uscite delle nuove edizioni di Schultz. Peanuts, per stare anche meglio, a dispetto di tutto. A quattro a quattro, libretti piccoli, Baldini & Castoldi; escono senza una cadenza precisata. Pago e proseguo per la stazione, con l’aria fredda e la gente che mi passa accanto. Lo zaino in spalla e il sacchetto di plastica in mano. Tra poco lo butterò via, e infilerò il contenuto nello zaino.
Il treno è affollato, solita e squallida luce al neon. Lo percorro verso la testa, cercando di non incontrar lo sguardo di gente che posso conoscere, perché voglio sedermi da solo, per continuare a leggere La Certosa di Parma.
Sì... qualche tempo prima – ero al primo anno, e tornavo con un ragazzo con cui condividevo un corso – stavo leggendo per conto mio, incurante del fatto che lui fosse accanto e non leggesse. Il Rosso e il Nero - sempre Stendhal, ma in una pessima edizione, molto anni ’70 (forse davvero anni '70), carta rugosa e caratteri minuscoli. Chiudo il libro quando siamo vicini all’arrivo. Ho finito. Lui mi guarda e mi fa: “chi è l’assassino?”
Cazzo dici, penso io. È Il Rosso e il Nero, mica Agatha Christie (p
er questo poi cerco di non incrociare sguardi che non voglio).
Oggi lui lavora in TV, io sono un bischero qualunque.

1 commento:

Lypsak ha detto...

Questo è un caso per P.M.I.!

(che non sta per Pubblico Ministero Italiano, ovviamente)