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giugno 22, 2009

IL TEMPO, FERMO, RESTA SOLO IN FOTO
Dicevamo, no? Dicevamo che io lavoro nel settore turismo. Turismo di gruppo, quello coi pullman, le guide con l'ombrellino e i pasti fissati in hotel e i ristoranti turistici.

Per favore, uccidetemi.
È tutto così entusiasmante, stimolante ed avvincente che se ci penso mi vengono i brividi. Poi magari vomito, anche, o mi caco addosso.
Il discorso è questo: questa roba mi deve piacere e mi deve interessare. Sennò ci convivi male. Ecco, io vivo e ci convivo malissimo: stilo i programmi per simpatici torpedoni di stranieri o italiani in visita in posti differenti rispetto a quelli dove risiedono. Prenoto hotel, fisso guide, pullman, escursioni di tutto un po'. E li rivendo, inserendo un ricarico a persona che per chi sta sopra di me è sempre troppo poco. Capirai, lui si becca proprio quello. Spesso, senza far nulla o capire come ha fatto a farlo, ma se lo becca, eccome, quindi ne vuol mungere il più possibile.
Mi scontro con i problemi più assurdi, cose a cui reagire con frasi tipo ma che cazzo me ne frega a me?, m'importa una ricca sega, e via così sarebbe la cosa più naturale e ovvia: l'accompagnatore del gruppo X dice che la colazione non è abbastanza ricca; due clienti del gruppo Y si lamentano perché hanno trovato un asciugamano sporco; i pasti non sono abbondanti (una volta ho litigato perché pretendevano 100gr di pasta a testa, pesata); le stanze non sono sufficientemente spaziose; il personale non è gentile. E via così nell'aleatorio & discutibile, tanto per scassare il cazzo. Tu dovresti intervenire e fare... cosa? Questo non l'ho ancora capito, ma vedrai è perché io son scioperato.
Un hotel può anche chiamarti a sera, sul cellulare (è importante che nel settore turismo tu non abbia una vita tua – ciò in nome di questa presunta sacralità missionaria della cosa in sé), perché non riesce a far accettare al cliente straniero il fatto che in Italia si mangia quasi sempre la pasta. O una guida turistica, perché non è riuscita a far capire all'autista del gruppo dove si devono trovare il giorno dopo.
Nel mondo del turismo son tutti particolarmente servili, e il cliente ha sempre ragione. Non ho mai capito perché, ma se anche il cliente chiede un iguana su una pietra calda in camera, in ottobre, tu gli devi far trovare un iguana su una bella pietra calda, in camera, in ottobre. La vita non funzionerebbe così, ma tant'è; marciare, e zitti. Al suo interno poi, il mondo del turismo è fortemente gerarchico, e chi sta sotto teme più della morte o del male fisico le sfuriate (qui le chiamano cicchetti) di chi sta sopra, seppure chi sta sopra ha meno istruzione, anni intelligenza o quel che vi pare, rispetto a te. È un sistema che si fonda sulla paura e sulla piccineria. Tipo il lavoro in genere, sì, solo magari un po' più accentuato & meschino. Di solito il lavoro va a folate, e quando non ce n'è chi sta sopra di te si sente in obbligo di trattarti ancora peggio, perché magari (anche lui non lo sa, eh? Ma un capro espiatorio va sempre trovato, e generalmente è fondamentale che sia qualcun altro) è colpa tua.
È bello il mondo del turismo, sì.
Ti toglie molto, e non ti dà un cazzo. Come il resto del lavoro, che di solito fai per qualcun altro, che di solito vale assai meno di te. Per vivere, si dice.
E per vivere, questo pretende che tu gli dia la tua vita, e gliene sia pure grato.
Bel sistema, sì!

1 commento:

Lypsak ha detto...

Cito il commento precedente che qui ti lasciai.