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giugno 09, 2009

EPIGONI D'OGNI PEGGIOR COSA, o anche:
CONTINUIAMO COSÌ, FACCIAMOCI DEL MALE

I.

Noemi Letizia vestita da star (in definitiva la Paris Hilton de noantri, dove noantri siamo i soliti rozzi provincialotti a bocca spalancata davanti a un dirigibile o a un qualunque baraccone delle meraviglie e lozioni miracolose, pronti ad importare e far nostro oltremodo degradandolo – se possibile, e questo insomma dimostra che è possibile anche far peggio di Paris Hilton e tutto ciò che questa rappresenta, tanto per dire – tutto ciò che di peggio si palesa nel mondo) più la famiglia parimenti griffata tutti insieme, da brava famiglia italiana coi Valori con la ‘V’ maiuscola, a votare con la scorta (chissà – piccola concessione alla demagogia: una scorta pagata da noi contribuenti?), sono l’ottimo specchio del nostro paese e della nostra situazione attuale, uno specchio sporco ma sempre pronto ad accusare gli altri di maggior sporcizia o chissà che (io? Voi, piuttosto!), e una situazione che potremmo senz’altro comprendere nell’ambito del motto del caro Ennio Flaiano, come "grave ma non seria".
Non è seria perché nessuno alla fine prende sul serio quell’uomo che fa il guitto con tutte le signore e regala collier da seimila euro a una misteriosa amica di famiglia che non ha ancora deciso se "fare la politica (con papi, ovvio) o la show-girl"; non è seria perché nessuno dà credito a quell’uomo che satireggiando utilizza mezzi di stato per invitare membri di altri governi, nani e ballerine ai suoi festini goderecci a bordo piscina poi gridando – e di fatto impedendo ogni divulgazione, per quanto può farlo (bontà del villaggio globale, una volta tanto!) – allo scandalo per l’intrusione nel privato da parte di qualche paparazzo importuno; non è seria perché nessuno crede davvero che sia quell’uomo l’unto dal Signore destinato a tirar fuori l’Italia e perché no l’Europa dalla crisi, il tutto a base di formule tipo “la crisi è tutta nel vostro atteggiamento”, “andate e spendete: solo così riparte l’economia”, e via discorrendo.
Non è seria perché – via, diciamocelo! – nessuno crede più davvero che i Comunisti di tutto il mondo uniti (quando mai, tra l'altro, sarebbero stati uniti?) cospirino contro di lui povero cristo, o che all’origine di ogni evento a lui indigesto (il conflitto di interessi, i numerosi processi, la corruzione di testimoni, perfino il divorzio dalla moglie), siano i complotti alimentati dall’odio e dall’invidia e dalla mancanza di amore di tutte le Sinistre.
Allo stesso tempo è grave perché quest’uomo, il quale ci ha sempre squadernato sotto gli occhi il proprio privato a più riprese (l’opuscolo fotografico del ’94 poi riproposto in versione aggiornata nel 2006 ne è solo l’esempio più eclatante, forse perché appunto programmatico di una – quale? – ideologia) facendosene forza scudo e vanto al pari del cerone e del trapianto di capelli (quale può esser la colpa di un fotografo impiccione, quindi? Aver proseguito sulla stessa falsariga?); quest’uomo, dicevamo, fra un frizzo e un lazzo, fra un cu-cu ad Angela Merkel e una guasconeria urlata a Mr. Obama, ha di fatto azzerato – nella pericolosa logica del partito-azienda prima, e del parlamento-azienda poi – il Potere Legislativo, governando con decreti legge ed approvazione a fiducia di una Camera ormai ridotta a Consiglio di Amministrazione, passando quindi a metter le mani sul Potere Esecutivo, accentrando tutto su di sé per interposte persone, col Presidente della Repubblica ormai sempre più solo, a far da saltuario grillo parlante inascoltato. Il prossimo passo, forse il più difficile, ma è per questo che la guerra viene così di lontano (almeno da Tangentopoli), sarà inserire sotto la propria grande ala nera, rendendolo autoreferenziale, anche il Potere Giudiziario, costituito al momento da magistrati assai importuni per l’attuazione di quel caro vecchio Piano di Rinascita Democratica (tra l’altro riproposto – e distribuito ai piani alti dell’azienda – in versione marcatamente Fininvest, in anni a noi più vicini che non il ’76) che segnò i suoi inizi nella scia di Licio Gelli e la P2.
Alla fine, fuochi d’artificio finali, con la modifica della costituzione (scritta dai Comunisti, macchiata da un antifascismo sinistrorso assolutamente da ricoprire – di azzurro magari, ché il nero è desueto e poi bisogna pure innovare) e l’uomo forte che s’insedia a capo di una nuova Repubblica, la Terza, e non ci sarà più bisogno di elezioni, discussioni, dibattiti: pensa a tutto lui, e si legifera s'esegue e s'autoassolve, amen.
Per gli altri ci saranno la televisione con le fiction e i reality, Bruno Vespa come programma politico, e in definitiva un immaginario collettivo (e una scuola) ad usum popoli, magari con colonna sonora di Apicella e tante belle e devote preghiere, per far felice Mamma Chiesa.

II.
In questo quadro, poco più poco meno (penso) una fotografia dei nostri chiari di luna, rimaneva in un angolo – soffusa, quasi un nulla – una piccola luce, una possibilità di dare un segno di vita: ci siamo ancora, siamo qui. E possiamo dire la nostra, almeno fino ad ora.
O almeno: ci poteva essere; ma se Noemi Letizia è lo specchio dei nostri tempi, va da sé che molti non l’abbian colta. Lo sdegno? Il menefreghismo? Chissà cos’altro; tutto ha fatto il resto.
C’è da chiedersi: chi avreste punito col vostro astensionismo? I politici, i quali non sono stati degnati della vostra attenzione e del vostro voto? Ci si sciacquano i santissimi: per un vostro astensionismo pien di sdegno, c’è una cisterna d’invasati, pronti a prostrarsi davanti al dio Silvione, che c’ha salvato dai carri armati sovietici e dalla faziosità inacidita e arida delle Sinistre. Gli altri italiani, che giustamente schifate e coi quali non v’immischiate? La cronica incapacità di strutturarsi come forza vera e propria della Sinistra (centro-sinistra, centro: quel che è), sempre pronta a dividersi in frazioni e frazioncine, come se ancora oggi si dovesse far dibattiti ad incipit "no cioè scusate compagni?"
Avete punito voi stessi: e Silvio - il quale d'altra parte ha pure voluto attendere a dopo le elezioni per render pubblica la notizia d'aver venduto Kakà al Real Madrid, per non sgualcire la sua immagine di vincente (a che punto siamo, poveri noi!) - ne è uscito rafforzato, strappando province e comuni, ribaltando (o essendo in procinto di ribaltare) situazioni consolidate, prendendosi l’intero (o quasi) Sud, indebolendosi forse di poco al Parlamento Europeo, ma a beneficio della Lega, con la quale ha già  (tempismo anche troppo sospetto) provveduto a stringere una salda intesa sul tema elettorale.
Perché? Davvero Franceschini, Di Pietro, Giuliana Sgrena, Sassoli, Topomoto e Autogatto, chiunque vogliate voi; davvero erano peggio che continuare a spianare la strada a questo ducetto mediatico in sedicesimo che strilla contro un qualche nemico (la sinistra disfattista, i fannulloni, gli intellettuali comunisti, i giornalisti di partito - un certo tipo di regime ha sempre bisogno di un nemico, di un uomo nero su cui assommare i peggior torti e le peggior depravazioni, sì da farne poi un tappeto sotto cui nasconder le magagne) ogni volta che una critica o un dissenso sono mossi; davvero è meglio arroccarsi nello sdegno – mi fanno tutti schifo, e quello non lo sopporto, e come si fa a votar quell’altro – e proseguir da spettatori a vedere i problemi veri di una nazione e di un tempo ricoperti e seppelliti da una valanga di gossip o notizie di colore quali gli abboccamenti amorosi del Presidente del Consiglio o del suo vice, tutti quanti difensori della famiglia (divorziati); o la sua memoria storica di personaggi del passato, come ad esempio la Thatcher, che – si badi – ai suoi tempi “era una gran bella gnocca”.
Lasciate passare, lasciate...
chissà che piano piano (nemmen troppo) non vi si ponga nemmeno più il problema, di votare.

Intanto si mette un po' più di bavaglio alla stampa: anche chiorbone (quello vero), mica ha fatto tutto in un giorno, eh!

1 commento:

Lypsak ha detto...

Mi si aggomitola lo stomaco, altroché.

A malincuore, ma Franceschini l'ho votato. Meglio lui di tanti altri. Ma quasi quasi se Fini correva da solo lo votavo. E con solo intendo proprio "solo".