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marzo 01, 2007

VIAGGIO NEI PIÙ GROSSI TELEFILM DI SUCCESSO, TANTO NON NE VEDO MAI UNO NÉ NE HO LA MINIMA INTENZIONE, CI MANCHEREBBE ALTRO. SICCHÉ INVENTO, VI VÔ IN CULO E PORTO SEI

Il Dottor House™

Contrariamente a quanto si può pensare, il Dottor House non è uno che si è laureato – poniamo – in Biologia Evoluzionistica del Territorio e poi ha trovato lavoro da Tecnocasa e ora campa con le percentuali dello zero cinque meno la ritenuta del due sul quattro che prendono loro su ogni casa che gli vendi e se superi le tre case al mese ti danno pure un fisso periodico di 300 euri secchi e ci stai pure largo beninteso ogni spesa di macchina telefono e varie è roba assolutamente tua; no, il Dottor House è un dottore vero e proprio. E lavora – ma di questo non son sicuro – al pronto soccorso di Peccioli, in provincia di Pisa. Qui ne succedono di cotte e di crvde, giacché il Dottor House risolve casi spinosi, solo quelli spinosi. Ma poiché, come Lex Luthor di Superman, è circondato da deficienti assoluti, anche una ragade diventa un caso spinoso. E quindi lui lo risolve. Il Dottor House c’ha una lavagnetta luminosa, su cui mette le radiografie e ogni tanto ci scrive pure sopra col pennarello cancellabile; poi pensa, rimugina e riflette e alla fine, dopo aver assunto espressioni intense di varia guisa e gradazione, trova la soluzione. Il Dottor House zoppica, e c’ha pure il bastone: è solo una distorsione alla caviglia, potrebbe guarirsi quando vuole, ma in realtà preferisce di no, poiché l’incedere lento e malfermo gli dà un tono assai più ieratico e maestoso. Con quello è arrivato a conquistare le intimità financo posteriori di Troïa
, la sua collaboratrice più stretta (al secolo Pinochi Maristella, di anni quarantatre, OSA di prima categoria col riporto di due, diplomata all’ospedale di Muscolo con una tesi sulla Verga); con quello mantiene una certa autorità su Lecchino, (Nestolino Angelomaria, anch’egli di anni quarantatre, ma più pelato e nerd), il subalterno di corsia che vorrebbe rubargli il posto e che per adesso si limita a spiare gli abboccamenti amorosi di House&Troione, nonché su Nero-Fumo, l’aiutante discriminato dal colore della pelle che però fa tanta tendenza mettere. Quindi: perché cambiare abitudini? Quando gli sembra di star meglio, quando l’ematoma si sta riassorbendo, ci si tira sopra un foratino, così non corre il rischio di scordarsi di zoppicare.
Questa la sinossi dell’ultima puntata, così come mi è stato riferito dall’avv. Bruschi per bocca del suo più stretto collaboratore nonché consociato nello studio “PizzaNew Studio Associato”, il Puffo Avvocato.

Il protagonista stavolta non è House, ma un povero peones di nome Emiliano Guitierrez, detto dagli amici Manolito, per la sua strabiliante velocità di mano nell’arte del raspone. Attraverso la sua straziante storia vengono celebrate le virtù del nostro eroico dottore.
Manolito conosce Esmeralda, una bella ragazza di origini ebraiche, rotta alla lussuria come la Semiramide di dantesca memoria (Inf V, vv.30-43). Eccitatissimo, il peones, finalmente solo con Esmeralda in macchina, vuole fare roba. Lei lo spoglia ma alla vista del suo sbaraccatàvoli comincia a piangere, e impaurita lo allontana. Essendo di origini ebraiche, aveva frequentato soltanto randelli circoncisi: un syfone come quello di Manolito non lo aveva mai visto ed era stata vinta dalla paura. Manolito la trattiene, è troppo vicino alla meta: "aspetta non aver paura", le dice, "se ti fa paura rimedio". Con il cervello fritto dagli ormoni – l’altro suo soprannome pare fosse Cranio – prende il suo temperino e si taglia la fimosi, praticandosi una circoncisione. Il momento è drammatico. Il sangue scorre sui pantaloni, Esmeralda fugge urlando, e a Manolito tornano in mente le parole di sua madre: "quando hai bisogno ricordati che al mondo esiste una sola persona in grado di aiutarti, House". Quindi il demente va in clinica. Prima che House lo possa visitare passano minuti, ore, forse giorni. Manolito prova a spiegare ai medici la situazione, ma non parla inglese e l'équipe medica non lo capisce. Il Lecchino, dopo un’attenta visita, diagnostica una rara forma di sifìlide perniciosa; il nero invece si arrende subito, e torna ai suoi compiti primarî, tipo far le pulizie. Finalmente House lo visita, rimanendo però perplesso. Si ritira nel proprio studio, riempie la lavagna di parole incomprensibili, poi si illumina. Ma House è un uomo di una sensibilità straordinaria, e quindi chiama Manolito nella sua stanza, in privato. Questi entra; House lo guarda, e poi urlando: "ti sei tagliato il cappuccio del pisello!" apre la porta, entra nel corridojo e ancora esclama: "chiamate un chirurgo plastico, Manolito non è malato s'è solo tagliato il cappuccio della natta!"
Poi, tornando a rivolgersi a lui: "Manolito come la vuoi la sfumatura, alta o bassa?”
Ancora una volta House ha risolto un caso difficile.
 

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