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marzo 07, 2007

Lost - Nulla accade per caso™

Lost non è la saga di tutto ciò che perdiamo, e che si trova, per dirla con l’Ariosto, sulla luna, insieme al senno d’Orlando che difatti poi piglia e ci va per ritrovarlo – colpa d’Angelica, d’altra parte la fica è sempre la fica, anche Cinquecento anni fa. No: il mondo moderno è del tutto alieno da queste finezze, e quindi Lost è un altro telefilm sui morti ammazzati, ma con mistero. Questa la trama:


In pratica c’è un volo da Sidney a Los Angeles che si schianta su un’isola tropicale apparentemente deserta, e ci sono quarantotto sopravvissuti. Per una complessa convergenza di magnetismi e/o incredibile quanto ridicolissima botta di culo, restano vivi solo quelli che hanno avuto od hanno problemi col proprio padre. L’odio fortifica, si sa. Comunque sia, i quarantotto deficienti, si trovano subito ad affrontare problemi di sopravvivenza, primo fra tutti il cercare di scoprire i misteri del luogo, che poteva certo essere un paradiso terrestre in cui fornicare a piacimento e bere latte di cocco facendo surf coi pezzi d’ala dell’aereo rimasti, e invece si rivela un posto gravido di mystero e pericolosità. Pensate un po’. Questi alcuni dei pittoreschi personaggi: il carismatico Jack, medico e leader del gruppo; Locke, un esperto di caccia e anche di filosofia, dato che conia il motto del telefilm “Nulla accade per caso” (avrei detto “questo è il migliore dei mondi possibili”); Kate, una criminale in cerca di redenzione; Sayid, un ex soldato della milizia irachena (ahahahaha); Sawyer, un truffatore; Claire, una ragazza madre che partorirà nell’isola; Hurley, un ragazzo sovrappeso legato ai numeri (ahahahah); Charlie, un musicista tossicodipendente; Jin e Sun, marito e moglie coreani perché si deve sempre tutelare le minoranze; Michael e Walt, padre e figlio estranei tra loro a causa di un passato divorzio. Niente ragionieri, impiegati o commesse di negozio. Inoltre ci sono Danielle, una donna presente sull’isola prima del disastro aereo (cazzo ci faceva?); gli Altri, una misteriosa comunità presente sull’isola prima del disastro aereo, e che potremmo anche definire – magari a torto, so una sega io – gli “abitanti” dell’isola. Insomma, un po’ la storia degli Indiani e di Colombo che Benigni racconta in Non ci resta che piangere.
A questi poveri idioti gli ci vuole tutta una serie per aprire una botola che hanno trovato, sepolta nel terreno. All’interno (e siamo quindi alla seconda serie, il cui primo episodio si potrebbe anche intitolare, per quel che ne so, “Piede di porco”) ci scoprono un bel laboratorio di ricerca della DHARMA-Initiative, una società di loschi individui che, sull’isola, effettua esperimenti sull’elettromagnetismo. E hai detto il nucleare o la bio-genetica. Solo che, invece di trovarci Galvani che fa esperimenti con le rane e le calamite (o quel che cazzo faceva, insomma), loro ci trovano l’ambiguo Desmond – no quello di Take Five – il cui compito è quello di inserire una sequenza numerica nel computer ogni 108 minuti, altrimenti, secondo quanto dice lo stesso ambiguo Desmond, il mondo finirà (ahahahah). Ma Desmond fugge. Vorrei veder voi se v’avessero aperto la botola sotto la quale siete rinchiusi da un sacco di tempo a pigiar bottoni sul tastierino numerico d’un Amiga-3000. E Desmond fuggirà proprio nel momento in cui il computer si rompe. Ancora una volta, una complessa convergenza di magnetismi e/o incredibile quanto ridicolissima botta di culo, ha avuto la meglio. Comunque sia, l’ex-miliziano iracheno Sayid si rivela anche un abilissimo teNNico di Amiga-3000 (nonostante il suo esercito avesse in dotazione il C=128), e lo ripara in scioltezza. Il mondo è salvo. In seguito, tra varie peripezie e complicatissime quanto pleonastiche sequenze di numeri, si incontrano i personaggi nuovi (assolutamente non messi lì collo spvto per ravvivare un po' la serie, come quando a Genitori in Blue Jeans - brrr... - ci zepparono DiCaprio bambino), anch’essi scampati al disastro aereo (non li abbiamo mai visti prima perché si trovavano nella sezione di coda del velivolo, e quindi anche gli altri non li avevano notati, pensate un po’ a quanto può esser lungo un aereo) e fino ad ora misteriosamente riparati in altre parti dell'isola. Anche loro hanno o hanno avuto problemi col proprio padre, e tra questi si segnala Mr.Eko un bizzarro personaggio che sa fare enormi e sonorissimi rutti. Uno può pensare, a questo punto: e stai a vedere che magari erano loro gli Altri, e come dei deficienti si son ammazzati a vicenda e fatti la guerra su chi c’era prima su quella cazzo di isola e invece… no, però: non eran loro gli Altri, anche perché poco dopo, tutti insieme, ne catturano uno, che ha il tribalissimo/esoticissimo nome di Henry Gale. Henry Gale lavora al catasto, ha tre figli e una moglie che comincia a sformarsi per la menopausa. È il cognato dell’amministratore delegato della DHARMA Iniziative, per cui lavorano tutti quelli che i superstiti chiamavano gli Altri. Non ha problemi col proprio padre, né li ha avuti. Tutto ciò lo confessa sotto tortura (lo percuotono con la tastiera dell’Amiga-3000, minacciandogli orrendi accadimenti anali per mezzo del joystick), al pari della vicenda di cui è stato vittima Mike, costretto dagli Altri a rapire tre persone per scambiarle col figlio, a suo tempo rapito da loro per ispregio. In cambio del servigio, a Mike gli Altri donano una barca a remi per fuggire dall’isola. Nel frattempo Desmond torna (pieno di punture di insetti e morsi di altre bestie), e rivela che bisogna premere il bottone della botola per evitare che il campo magnetico dell’isola diventi troppo intenso, che a lui ora gli pare che lo sia perché c’ha i peli tutti ritti. Un tecnico lo si giudica dalle sue competenze. Locke però non preme il bottone (solo lui sapeva come pigiare un bottone) e Desmond per ripicca resetta il sistema, pigiando il pulsantino bianco quadrato che è accanto alle porte dei due joystick. La scena finale ci mostra Mike che rema in mare aperto, e (dopo la sigla, in appendice) due portoghesi (ahahahah) che fanno ricerche, rilevando un’anomala attività elettromagnetica segnalata sul loro MSX. Quindi chiamano Penelope, la fidanzata di Desmond, e lei gli dice che sa un cazzo lei perché Desmond è una vita che non lo vede, se n’è andato una sera con la scusa di comprare tre baguette e poi non è più tornato il merdone, se sapessi dov’è andrei a caàrgli in capo mentre dorme. Quindi riattacca, allarmata.


WOW! Che succederà, poi? La DHARMA-Initiative fallirà riciclandosy come industria di cosmetici con sede operativa in Cina e manodopera illegale? Locke si rivelerà pro-nEpote del famoso filosofo? Jin e Sun (chi è la donna?) si riappacificheranno? Mr.Eko rivelerà il perché del suo nome? Il musicista tossico avrà problemi alla dogana degli Altri, come sarebbe anche giusto? 

4 commenti:

Grisson ha detto...

Sei un mago sto morendo dalle Risa Sei un eroe

Adie

utente anonimo ha detto...

VOGLIO VEDERE LOOOOOOOOOOSSSST!!!!!!!!


comunque a me mi garbava tanto "Una mamma per amica"...


...e DOSONCRIC!

ciofo ha detto...


ancora non ho capito: ma 'sti telefilm li odìì e li skify o non te ne perdi uno? >-)


cmq preferivo il Daiquiri al Dingo.

Paperogonfio ha detto...

No, in realtà sono lo sceneggiatore, e anche adesso sto scrivendo dal mio studio sul sunset boulevard, Santa Monica. Mentre l'oceano si stende immenso & placido sotto le mie immense & placide finestre, do vita a una puntata, ora di Sex and the city, ora del dr. House, ora di Desperate Housewives. Esattamente così come si leggono qui. Poi, passano sotto la mannaja della produzione esecutiva; gli tolgono quelle che a loro giudizio (fottuti incompetenti abbronzati pieni di brillantina e mercedes kompressor!) sono le più dissonanti asperrità, e le mettono in commercio. Così funzionano, secondo loro, turbando al punto giusto le coscienze dei benpensanti e scandalizzando quanto basta i poveri teledipendenti. Secondo me funzionerebbero più così, e per protesta mi rifiuto di guardarne anche una sola puntata.


Paperega è il mio nome d'arte. Guarda nei tytoli di coda di ciascuno di essi. Vedrai c'è.


Dimenticavo, ma di nome fai Car per caso?

ahahahahahaahahaahahahaaha

(un vero sceneggiatore à la page è spiritoso)