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marzo 08, 2007

Sex and the city™

Allora: da oggi ho un altro sogno, dopo quello di vestirmi da Paperèga e intrattenere il pubblico di nani a Eurodisney colle fialette puzzolenti, mentre Biancaneve e Alice lì accanto si chiedono e questo chi è?
In questo nuovo sogno ci sono io (anche vestito da Paperèga può andare), un bell’UZI SMG e il cast al completo di Sex and the city
, scrittrice compresa e fonico-cameramen-tecnico-delle-luci esclusi – si sa, non è colpa loro, obbediscono solo a degli ordini, fan quello che gli dicono di fare, tutti abbiamo un mutuo da pagare, eccetera eccetera.
Cos’è
Sex and the city? È un adorabile (sì: un par di coglioni) serial chik-lit style (dal romanzo di Candace Bushnell, chick-lit orridamente pura) che si concentra sulla vita sentimentale e sessuale di quattro amiche, tra i 35 e i 40 anni – quell’età in cui, per com’è la vita oggi, se una vuole essere ancora senza uomo PUÒ anche diventar terribilmente PATETICA. Carrie Bradshaw e le sue tre amiche Miranda, Charlotte e Samantha percorrono sullo sfondo della mutevole Manhattan la loro vita da single sessualmente attive, professioniste di un certo livello (per gente di un certo livello. Ah, la tauromachia!
) alla volta del nuovo millennio. Il telefilm è diventato famoso per le scene ambientate in bar chic, ristoranti lussuosi o clubs esclusivi, per l’importanza affidata alla moda e per la rottura di molti tabù sul sesso.
Ecco, per me ce ne sarebbe già abbastanza per parlare d’altro. Ma siamo uomini (o anche baNbini): facciamoci coraggio.

Anzitutto, la protagonista è Sarah Jessica Parker. Sarah Jessica Parker è un mostro, un orribile mostro. Sul serio, ho visto poche donne più brutte e sgraziate di lei. Nemmeno Judy Davis. In una realtà vera, non se la tromberebbe neanche il cane. E invece. E invece qui redige la sua rubrica per il New York Star,
"Sex and the City", con la quale ci ammorba di importantissime riflessioni sulle relazioni sentimentali, sui vibratori, sull’analisi del sesso a tre, sull’amore gay, che bisogna sempre nominare e tirar fuori perché fa così tendenza e modernità che non ne avete idea. Se poi avete anche un amico gay, son dieci-quindici punti in più. Venti-venticinque se è gay e di diversa etnia. Amante dei locali chic e della bella gente, la mostruosa Carrie (lo sguardo di Satana), con quella bazza secca col brufolo-neo da strega e quella faccia oscenamente lunga, è sempre alla spasmodica ricerca dell’indumento più idoneo per ogni occasione, in particolare riguardo alle scarpe, di cui possiede circa cento paia. Ha pure il vizio (molestissimo) del fumo. Insomma: carne da macello. Vive nell’Upper East Side e lavora da casa col suo laptop, poverina; il tutto finché le pubblicano pure i suoi ridicolissimi articoli in un libro di successo e le offrono un impiego da Vogue. Io, per me, la manderei in catena di montaggio a misurar le foglie d’insalata per McDonald’s, che è un impiego onesto e più adeguato, ma ahimè probabilmente il personaggio ne avrebbe risentito e quindi hanno pensato di farla donna-single-metropolitana-di-successo. E donna sessualmente attiva, soprattutto: giacché amando o credendo di amare Mr. Big - su cui ogni commento è superfluo - nel corso degli episodi intreccia tutta una serie di relazioni intricate, stucchevoli, da copertina: dall’artista sommo che la porta a vivere a Parigi all’intellettuale bohémien, fino al broker finanziario e al magnate di ‘stocazzo. Ha un amico gay che fa l’agente di talenti (dieci-quindici punti in più per lei).
Tra le amiche si annoverano Miranda, che è l’inevitabile donna-in-carriera-antiromantica-che-ha-problemi-con-gli-uomini, con i quali è acida e cinica, e che poi si appoggia (per pulizie, consigli di vita, accudimento del figlio) alla domestica ucraina, perché bisogna sempre tvtelare le minoranze. Dice insopportabili cazzate rimasticate tipo
se non sono sposati sono gay, o rovinati dal divorzio o del pianeta degli infrequentabili. Stucchevoli imbecillità per minorate dice anche l’altra amica, Charlotte, che invece è la ragazzotta di campagna tradizionalista ma anche lei di successo, giacché è gallerista d’arte a Manhattan (che stupendo paese che è l’America!); saprà superare le sue inibizioni e tabù sessuali (eccheppalle) solo col principe azzurro, che brama e attende ardentemente. Lei dice cose tipo: ho letto che se non fai sesso per un anno puoi ridiventare vergine, e tutti noi poi dovremmo ridere felici. Infine c’è la plastïona finale, Samantha, che è la meno giovane del gruppo e lavora nelle pubbliche relazioni. Ecco: mancava quella nelle pubbliche relazioni; ora il bastimento è carico per partire (e andare in culo). Seduttrice e libertina, glamour e estroversa (garaglò), evita ad ogni costo un coinvolgimento emotivo nei suoi appuntamenti sessuali con uomini sempre diversi, adorando approcciarsi con giovani avvenenti, specie in occasione di feste esclusive (ommioddio). Chiaramente, vive in un costoso loft
. Nel corso delle stagioni si nota che dietro all’apparente immunità all’amore, Samantha cela un lato tenero e vulnerabile. Speriamo muoja.
La domanda è: si poteva far peggio del
diario di Bridget Jones? Sì che si poteva: col secondo diario di Bridget Jones. E poi? E poi con
Sex and the city, ovvio. E la domanda diventa: SIETE MILANESÎ? GUARDATE SEX AND THE CITY!


Questa è una puntata, comunque. Poi, altre sei serie di stronzate:
Le quattro troie anziane – come al solito con un sacco di tempo libero e vestite un sacco trendy – desiderose di soddisfare i propri turbinosi partner anche con la raffinata arte del massaggio tantrico, si recano da una qualche santona newyorkese, molto più anziana e vizza di loro. Questa sta in un qualche esclusivo loft costruito interamente in legno di betulla verniciato trasparente, con incensi che bruciano qua e là. Le fa sedere su una spartana panca Zen, e mostra loro l’arte di cui è maestra sul marito, un vecchietto pelato e cadente nel fisico, nudo a bào e sdraiato sull’immancabile tatami. Mentre LO MANEGGIA, la matrona spiega che questo massaggio, oltre che veicolo di meraviglioso relax, è anche fonte d’inesauribile piacere sugli uomini, cosa che tra l’altro anche loro posson agilmente vedere – dice – guardando la systola dell’ottuagenario, che si sta drizzando neanche c’avesse vent’anni. MANEGGIATO, il vecchio emette gemiti di piacere sempre più frequenti, come in trance, finché fa quello che un vulcano deve fare, cioè Eiaculare-a-spruzzo. Una delle quattro amiche si pulisce la fronte e una guancia, dove le è arrivato uno schizzo. Della cosa, ridono tutte e quattro come delle deficienti, e poi se ne vanno a casa. Un'altra epica avventura a sfondo sessuale-isterico, per loro. Ne escono arricchite, disinibite e più glamour; altri tabù che crollano. Sarah-Jessica Parker è il solito mostro. 
Bell’episodio.

3 commenti:

Grisson ha detto...

Ma credo che le sceneggiature e la storie dei Film porno sianno piu' avvincenti di Sex and The city...

Pveri PamPini che devono crescere vedendo kueste cose invecIe che sentire crescere nel loro didietr emmmh dentro di loro il verbo del Cristo.

Ame

Adie

GiacominoLosi ha detto...

applausi

di gente intorno a te

ciofo ha detto...

non ho mai visto una singola puntata, ma leggendo mi pareva di vederle tutte!! :-)))))


ah gia', ho riso dall'inizio alla fine :-D


W PAPEREGA!!! >-)