Visite

settembre 19, 2006

I FIORI CI PARLANO
Ma spesso lo fanno a sproposito. Ecco perché li pestiamo senza pietà veruna.

Ahimè, amici (di chi? Miei no di certo - io non ho amici, e ne vô fiero): ancora una volta ci è d’uopo prender tristemente atto della cattiveria dell’uomo umano che, nel pieno delle sue facoltà mentali, decide di far prosperare una specie a discapito di un’altra, così, a suo capriccione & diletto, e spesso senza altro motivo che non l’arricchimento personale o l’affossamento altrui. A volte anche con venature di sadismo e perché no di ciliegio anticato modello rovere bruno ma in realtà è chiaramente vile truciolato con alte percentuali di resine anche nocive specie quando fate i ceci bolliti o qualcosa che sprigiona vapore e/o calore, però le ante dice son particolarmente rifinite anche tramite le seghe (ahahah), il tutto a dite un po’ quanto, eh, dite un po’? Dite, dite, su (stronzoni), no vai si fa che dico io: a soli 3.800 eurini e poi vvvvvvvvai di mutuo!
Insomma, poiché ormai ho perso il filo, si fa che si taglia corto e si dice che oggi ci occupiamo del:

Croco Fischione
Il Croco Fischione è fiore – ahimè (in realtà: meglio lui che io) – ormai soltanto mytologico. L’ultima coltivazione di Crochi Fischioni si trovava in Lupiano di Traversétolo (prov. non pervenuta) saranno due o tre giorni. Guarda: forse quattro, a esagerare. L’aveva piantata, proprio personalmente lui, il cav. Serrando Mantegava (severamente bandita ogni rima ingiurïosa), con l’ausilio di due o trecento schiav-dipendenti negr-dicolore, ben sapendo della tragica rarità, ormai, di questo prezioso fiore. Poi un bieco temporale, il caso, la sfortuna. Forse anche la volontà umana (rivendere il terreno, sgombro d’ogni ingombro, all’architetto Scoppia gli ha reso tipo la Fiesta – cioè tre volte tanto: ahahah!). Comunque sia: la coltivazione (l’ultima, l'unica) è andata distrutta. Devastata, spianata. Dove c’era un bel caNpo di Crochi Fischioni, adesso c’è un immane deposito di merda, esattamente come prima che sorgesse – altrove – Cavasagra di Vedelago (HD). Il progresso non si ferma.
E del Croco Fischione ci resta soltanto il messaggio, che ineluttabilmente ci chiama e dydatticamente ci esorta:
FIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
Il che equivale a dire, come ormai avrete certo capito:
Stronziiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
In realtà, a voler esser precisini, un teNpo il Croco Fischione era fiore assai più amichevole; in seguito, vista la mala parata e il destino infausto che la vita (crvdele) andava riservandogli è andato vieppiù cambiando l’umore e il modo di rapportarsi nei confonti dell’umano, diventando quindi Fischione e lasciando il passo ad un ümor assai più tetro, velato di lati oscuri e giramenti di cazzo così veloci da fare invidia a Giulio Verne e al suo spettabil parentado.
Ma adesso, con tutto (quale? il mondo è di chi vince, si ricordi) il rispetto dovuto al Croco Fischione, la domanda che tutti si pongono è: cosa spunterà dalla magica mystura di merda, resti di Croco Fischione e di due o tre schiav-dipendenti negr-dicolore tragicamente ivi tvmvlati perché dice facesse bene all’hvmvs del terreno (e perché, diciamolo, avevan pretese syndacali del tutto fuori luogo nonché esosissime)? Riuscirà l’architetto Scoppia - degno successore di C.E. Jeanneret, che saprete un cazzaccio voi chi è, anche se ve lo chiamavo col nome di LeCorbusier - a bissare il successo planetario (?) di Cavasagra di Vedelago? Il mondo finalmente accetterà l’apollineo assioma del geniale (in realtà: testadicazzo) architetto, modulato su un adagio che potrebbe agilmente riassumersi con:
“costruiamo sulla merda! Non c’è rimasto altro”.


Enfin (eh?): la mitologia si occupa del Croco, seppur quand'ancora non era fischione. Era il fiore sacro a Jemmalì-Katanga, la dea venerata a giorni alterni - magicamente gli stessi della Pulizia Strade delle zone 1-3 - dai Trofî, ricco e grande popolo dedito al culto delle scommesse e dell'abigeato fraudolento, dea di non si sa ben cosa, a volte ci sono questi casi di successo immeritato anche nel pantheon delle divinità che volete farci tutto il mondo è PALESE (?). La casistica delle occorrenze del fiore in quIstione è del resto confermata dalle mitologie scandinava e slava, nelle quali il Croco è il fiore sacro a ANANISKA-BUNTA e ZHORKO, le rispettive "traduzioni" di Jemmalì-Katanga, solo più cattiva e vendicativa la prima (mitologia slava), e dotata di martello (mitologia scandinava - tutte le divinità scandinave hanno un martello, o comunque qualcosa da fabbrî), la seconda.

Nessun commento: