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dicembre 05, 2005

XX.
Agghiacciante. Ho scoperto il motivo per cui il mio accendino, punta di diamante dei miei scherzi, è bandito in così tanti paesi. O meglio, la questione è solo un’ipotesi avanzata in un libro, a titolo Giorni Felici – Fu sempre così? Tensioni sotterranee e oscurità nel serial «Happy Days». L’autore è Glenn Peter Strömberg, perito in elettronica (nel 1991 – prese una grossa scossa, che iddio l’abbia in gloria, da un traliccio dell’alta tensione). Ovviamente, io lo leggo in una traduzione, giacché l’originale (indisponibile nella pur vastissima biblioteca di famiglia) era in Bapi, dialetto-variante del Finnico. Tuttavia l’ipotesi è, a mio avviso, assai ben fondata, e ne do quindi conto di seguito.
Sappiamo che la fiamma del MAP è del tutto innocua, a meno che uno non abbia i capelli rossi. Di più, la scheda accompagnatoria non dice. Ma pare che ci sia proprio il MAP all’origine della sparizione di Ralph Malph (Donnie Most) e Ricky Cunningham (Ron Howard) dalla seconda serie di Happy Days. Questa la vicenda:
Il buon Ralph Malph, in una pausa delle riprese del primo episodio della seconda serie, stava mostrando a Fonzie (Henry Winkler), alcuni degli scherzi che avrebbe tirato fuori in una puntata successiva (pare in quella di Halloween, ma la cosa non è del tutto certa), ai danni di Alfred (Al Molinaro). Tra questi l’accendino in questione. Presa una sigaretta fra le labbra, Ralph incita così il compagno ad accendergliela, con l’accendino che lui stesso gli passa. Il risultato è catastrofico: in pochi secondi il malcapitato è oberato dalle fiamme, che gli divorano ESCLUSIVAMENTE i capelli. Si noti che a tutt’oggi egli è perfettamente calvo, ma solo sul davanti. Ricoverato, nei minuti successivi l’incidente, in ospedale, vede cancellato il suo personaggio dalla serie. Si adduce un improbabilissimo, visto il carattere del personaggio, arruolamento nei Marines, con interminabili missioni in Europa, nell’ambito della Guerra Fredda e del Maccartismo imperante. D’altra parte, impossibile era rappresentare un teenager calvo.
Ma fin qui la cosa non uscirebbe dall’ambito della tragica fatalità. Sennonché Joanie (Erin Moran) aveva assistito all’incidente. Dapprima con animo sinceramente contrito (come Fonzie d’altro canto, duramente provato dal tutto – pare non avesse capito che era stato solo un difetto di produzione in quel maledetto aggeggio, e si era così attribuito la colpa piena dell’incidente, tipo per aver schiacciato troppo forte l’accendino), assistette Ralph nel trasferimento all’ospedale; poi dentro di lei si fece strada un’idea subdola e crudele: eliminare il fratello, allo stesso modo. No, non quello vero, della vita reale (Erin Moran è notoriamente figlia unica): quello del serial, del cui successo e spazio Joanie era fortissimamente gelosa. Ella aveva oscuramente intuito che ciò che era accaduto a Ralph andasse messo in relazione con i suoi capelli rossi, e alla prima occasione accorse ad accendere la sigaretta di Ron Howard, in una pausa di registrazione. Il risultato fu lo stesso, con le fiamme impazzite a devastargli i capelli. E notate, sia detto per inciso, che anch’egli è perfettamente calvo, sul davanti, a tutt’oggi. Ricoverato nello stesso ospedale di Ralph, ebbe del pari cancellato il suo personaggio. Anche in questo caso, stessa scusa: arruolamento nei Marines, e spedizioni in Europa.
E non a caso Joanie è al centro della seconda serie, (peraltro di peggior riuscita della prima, è indubbio).

Per tutto questo, migliaia di quegli accendini, che sarebbero sicuramente entrati di prepotenza nella moda del periodo, se solo Ralph avesse potuto fare quello scherzo ad Alfred Del Vecchio, rimasero invenduti, giù nel magazzino della produzione.
Ma il danno era troppo grande, a livello economico… ed ecco perché passati un po’ di anni, li ritroviamo in commercio, con in più quel talloncino di avviso riguardo ai capelli rossi. La cosa mi mette un po’ in imbarazzo, nonostante le rassicurazioni degli ambienti televisivi hollywoodiani, che bollarono il libro di Strömberg, al suo apparire, come un’inezia di cui non tenere nemmeno conto. Pare anzi che il produttore esecutivo della seconda serie di Happy Days ne abbia una catasta, a casa, e li usi in sostituzione di una zampa del suo tavolino ottocentesco del soggiorno, dopo che la sua muta di castori domestici del Canada ha rosicchiato il manoscritto originale (e la zampa di cui sopra, a dirla tutta). Particolare curioso, Erin Moran invece, nella sua tenuta del New England, li usa come attizzatori per il caminetto e zeppe in genere.
Il produttore della seconda serie di Happy Days ed Erin Moran sono stati (in)felicemente spostati per nove anni e tre mesi, ed hanno divorziato l’anno scorso.
Di quei libri, in commercio, sembra non se ne trovino più.

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