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novembre 21, 2005

VII.
Siamo alla resa dei conti. Questa mattina, foglio bianco e penna alla mano, ho messo su carta gli ultimi nomi possibili. Dopo aver scartato tutto il resto, mi era rimasta questa idea, almeno per il logo che avrebbe dovuto esser visibile sulle insegne della mia futura catena di negozi: un visone stilizzato (da realizzare il progetto, eventualmente poteva anche andar bene un castoro, animale assai giocoso quando non già è arrabbiato per fatti suoi d’altra parte ci sta anche, mica si può essere sempre allegri – esclusi invece il bue muschiato, troppo bolso, e il celacantide, troppo estinto), con accanto qualcosa che definisca la specializzazione del singolo negozio. Ecco allora “il Visone Merdoso”; “il Visone Barbuto”; “il Visone Che Dà La Scossa”, ecc ecc. (da decidere se l’animaletto disegnato avrebbe dovuto portare i segni del nome anche nell’immagine). Avevo anche già pensato di contattare qualche zotico imbrattatele che mi debba quantomeno la fama, quando… PEM! L’illuminazione! È o non è un (o più) negozio di scherzi di carnevale? E allora sull’insegna scriverò Alimentari Marina. La gente entrerà, per comprare il pane azzimo, o un barattolo di capperi d’Antiochia, o due etti di prosciutto di Mangusta tagliato fine e… SCHERZONE!!! Rideremo tantissimo, e poi, da lì a comprarmi qualcosa, il passo sarà certo breve. E ogni negozio avrà un nome diverso: quello di barbe finte si chiamerà Latteria da Mauro, quello di scherzi generici Fotografia Marraccini, e via così. Mio dio, son proprio un genio. Compiacimento, a profusione
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