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febbraio 27, 2013

Contro il logorìo della vita moderna, per tacer dell'amarezze. O: amaro, amaro scotch (no whisky)

Mi son comprato tre confezioni di caffè di Starbucks.
In Italia non si trovano, quindi son ricorso al web, e poiché era alquanto complesso anche da lì, son finito su e-bay. E li ho acquistati da un privato cittadino della ridente Toledo, Ohio (su quanto possa esser esser ridente un posto come l'Ohio in generale, e la città di Toledo in particolare, non saprei esattamente - sicuramente, comunque, ci sarà più da ridere rispetto a qui, fra gli anatemi di Grillo e le cazzate del tizio di plastica e gli occhi da rettile, però anziano).
Comunque sia, ho preso una busta di French Vanilla, una di Cinnamon Roast, una di Breakfast Blend, pagando il tutto, più o meno, considerando anche le spese di spedizione - quanto sa di sale, la spedizione da Toledo, Ohio! - l'equivalente di un rene sul mercato nero. 
Trascorso il ragionevol lasso di tempo di prammatica, è alfin giunto il pacco, pacco ch'io ho felicemente aperto bramoso & tosto, nel mentre che sprizzavo gioja ed inconsuetissimo (amméttolo) ammòr pel prossimo mio, senza nemmeno dar troppo peso alla Postina Agra (Agra è 'l cognome, di nome fa Pinella) che mi stava esagendo (?) la curiosa somma di 10,22€ tutti maledetti e subito, metta qui - no lì, qui - tutti in contanti al centesimino esatto non vorrà mica che le faccia pure il resto, caro il mio testa-a-pynolo: no: io, mentre mi frugavo, c'avevo da annusare meraviglioso aroma di caffè dappertutto (dolci nostalgie di pancakes, cinnamon roll, penaut butter 'n grapefruit jelly bagels, via così), vai te a considerar la singolarità del caso.
Si potrà, noterà il lettore (quale lettore?) accorto (accorto?), annusar così forte odore di caffè quando un tizio da Toledo, Ohio, ti spedisce in busta chiusa tre confezioni sigillate e sottovuoto di caffè di Starbucks?
Ebbravo lettore accorto: licenzio la Pinella e il suo conquibus testé esatto, tiro fuori le tre confezioni e le ammiro e li riannuso, felice. Oh, meraviglia: dentro alla busta trovasi pur una tavoletta di cioccolato Hershey, gentil omaggio del tizio di Toledo, Ohio, e una bustina da mescolare all'acqua per farla diventar viola e zuccherosa (Hawaian Punch, rigorosamente Fat free), forse qualche tipicissimo troiajo originario della nazion capace di dare i Natali al Ku Klux Klan ed a John Steinbeck, non so se rendo.
Il misterioso intruglio fa certo parte del primo dei due termini di cui sopra (ascrivibile alla voce Il Male), però che gentili, a Toledo, Ohio, penso, mentre spersi e sparsi nella busta comincio a notare polvere di caffè, sul fondo, sui pacchetti, sullo scotch. Quale scotch, che c'entra lo scotch? Quello con scritto "Poste Italiane" poi, che dovrebbe rappresentarmi in una busta chiusa e sigillata da un tizio di Toledo, nell'Ohio? E perché uno dei pacchetti ce l'ha pure su un fianco, una bella striscia di scotch, con scritto bene in evidenza "Poste Italiane"? 
Vabbe' che siamo ovunque - popol molesto & rio - ma per tradizione siam soliti esportar la mafia, gli spaghetti, i mandolini, mica lo scotch delle Poste Italiane.
E perché lo stesso pacchetto è squarciato sullo stesso fianco e perde caffè, lo stesso caffè che - nevvero - trovo dentro la busta? Curioso: non è più nemmeno sotto vuoto, questo, ma senti te poi che odorino di caffè si spande tutt'intorno, ah benìno, oioi.
D'improvviso (son tardo, lo so), l'amaVa verità: Ispezione Doganale. Un trincetto, un impiegato coglione, un sospetto: vuoi vedere che questo tizio dal nome curioso (sig. Papero Gonfio, residente a Castrone Val di Minchio, provincia di Frullone) utilizza un corriere di Toledo, Ohio, per farsi spedire droga purissima e pensa di farci fessi a tutti quanti col vecchio trucco del caffè? Ah, ma ora ci son io, solerte iNspettor Doganale Badinassi Tapinio, anni quarantatré portati in collo, già sposato Noferi Attilio, che vedrai t'aggiusto io, caro al mio gamellone: a me i ferri del mestiere, disveliam tosto l'inghippo e incastriamo il mariuoletto. Toh, bada qui! Pigia! Oh, bada: è caffè davvero! Cospetto e cospettone! Ma pensa te, 'sto signor Gonfio, con noi I-taliani che siamo il popolo del Caffè Espresso più miglior del mondo e unico e solo vero e inimitabile e gli altri fanno tutti schifo e non capiscono un sedano a bersi gli sciacquoni; bada questo tizio, insomma che se lo fa spedire dalla Merica. Spetta, vai, glielo richiudo collo scotch, tanto che vòi capisca uno che si fa spedire dalla Merica il caffè. Toh, così: e se n'esce un po', pace, d'altra parte qui si poteva consumare una frode bell'ebbuona, ragion per cui ni ci metto anche le imposte doganali, abbia a paga' bene, il sig. Gonfio, per il suo caffè del cazzo.
Ecco. 
Caro, caro, caro il mio iNspettor Doganale Tapinassi Badilio: o tu m'ispezionassi un pochino una bella COPPOLA DI MINCHIE? 
Eh?
Ma ti pare il caso?
E l'aroma? E il sottovuoto? E la vostra collaccia e il vostro scotch?
Ma vaffanculo?
Eh?
Almeno una letterina di scuse, tipo caffè approvato & testato dallo stato italiano, nella persona di Dabinassi Topilio, iNspettor Doganale di provato rispetto, ci dispiace tanto & abbia pazienzona (e porti sei), ma questa è la prassi, sa, se non vuol cazzi vada un pochino a protestare dall'assessor Paglianti o anche al bàrre, così le fanno un bell'espresso acido e cortino, disarmante nella sua myseria livorosa, che poi vedrà che le torna l'orgoglio d'essere Italiano, e 'l futuro le arride, altro che stronzate americane, lei. Toh, si becchi anche questi cent'eury di rimborso, va', stronzone. Ci si faccia cento colazioni a base di briosce anziani e caffeini striminziti, da gastrite, tanto si sa che siamo un paese da gastrite, tutt'al più.
Cordiali saluti.
E invece nulla. E io son sempre lì (da ieri) col mio pacchetto di caffè in mano, a guardarlo & rimirarlo, pensando a come sa esser logorante, la vita moderna, per tacer dell'amarezze sue.

3 commenti:

Avviatura ha detto...

Bene, molto bene. Io invece ho commesso un reato aQQuistando® un FALSO da un sito cinese che produce COPIE di chitarre che artriménti costerebbero un fottìo e loro le rifanno parepàre (una sega).
Ordunque, l'originale dell'istromento (Gretsch White Falcon, come quella di Martin Gore dei Depeche Mode) costa un’orda barbarica d’euri (tremila e passa, còmpratici le patatine col resto, vai), mentre invece il clone (sinceramente DIVERSO, e non di poco), costava sulle dugensettanta. Una volta acquistato (il cinese guappo&gagarone, per aggirare le gabole del fisco loro, scrive sempre GIFT sulla bolla d’accompagnamento, o D.D.T., è uguale) . Una volta arrivata in Italia, l’istromento, come il 99% delle bojate acquistate da quel simpatico paesone che è la Cina, finisce nelle grinfie della Guardia di Finanza che deve verificare di cosa si tratta. Il funzionario ha arbitrariamente stabilito che dovevo pagare settant’euri in più per l’indulgenza plenaria, visto che trattavasi (da verbale) di chitarra Gretsc (o analfabeta, c’è anche scritto sullo strumento che si chiama Gretsch! Ma te mòrvido). Se avessi dovuto pagare REALMENTE la differenza di prezzo (se fosse stato davvero un clone e non un pezzo di compensato fatto col culo) avrei dovuto vende’ il rene di cui al punto 3 (sei). Naturalmente il case me l’hanno sfondato (riparato dammé), ma la chitarra è rimasta integra. Va da sé che l’ho rivenduta dopo un anno (un progetto di tribute band proprio dei Depeche andato a’ majali).
Quindi, in merito a quei fenomeni, altro che caffè. Ma poi, anco te, lo sanno tutti che l’Oàio c’è certe piantagioni di cocaina alte du’metri l’ho visto su Verissimo.

Avviatura ha detto...

E ànco se 'un c'entra una sega, sappi che mi don debitamente levato di 'ulo da Zuckercòso, com'avrei dovuto fare mill'anni fa. Ciao.

Avviatura ha detto...

don, ovviamente, è don Zauker.