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dicembre 02, 2009

CONSIDERAZIONI SPARSE (DETTATE DALL'APPREZZAMENTO DEL SILENZIO E DELLA TRANQUILLITÀ - OVVERO: GODI FINCHÉ PUOI, DISSE LA CICALA)

Vorrei esser nato americano solo per dire che ero connazionale di Carver e John Steinbeck.

A proposito di Steinbeck, credo che Furore sia uno dei libri più belli che siano mai stati scritti.

Quando dico che i più grandi scrittori di oggi sono scrittori americani, non intendo dire in senso assoluto. Semplicemente, gli Stati Uniti sono per il XX secolo quello che la Francia è stata per il XIX. E la comprensione del proprio tempo è maggiore, più profonda e completa presso un individuo che vive esattamente nella realtà che – appunto – tale tempo rappresenta.
Essere qualcosa come il centro del mondo, per tutta una serie di motivi, porta con sé tutta una serie di conseguenze e situazioni, non ultimo un maggior numero di idee contraddizioni e forze centrifughe, che è dire anche di istinti e vitalità, siano essi contro o inseriti.
Il Novecento è stato la luce che all'alba si rifletteva sulle skyline; è l'energia che veniva prodotta (oggi: importata – ma poco cambia, da questo punto di vista) e sprecata; è tutta quella congerie di persone che si rende massa in nome del progresso; la Società che esiste per perpetuarsi in un moto continuo assolutamente fine a se stesso, destinato a degenerarla – cosa che sta appunto avvenendo per il XXI secolo e che ci porta a notare come tutto sia valido ancora allo stesso modo, ma con in più il fascino dell'essere in piena decadenza, un ombelico del mondo che ormai è ventre molle, vendutosi ai terzi e ai quarti perché ormai son solo i soldi ciò che fa forza. Ma spesso è nella decadenza che molte cose luccicano di più, e l'arte non tiene certo dietro al predominio economico.
Questo è il mondo dell'oggi e dell'immediato ieri: e chi meglio di uno scrittore americano, che quel mondo concretamente vive nel quotidiano, può comprenderlo e illustrarcelo? Flaubert sta all'Ottocento occidentale come Cormac McCarthy sta al Novecento, occidentale e non.
Perché tutto il mondo è paese ormai, e gli stipendi irragionevolmente gonfiati di altisonanti top-manager contribuiscono a far sì che dall'altra parte del mondo un poveraccio qualunque indirettamente aderisca ad un'organizzazione terroristica e cerchi di far saltare qualcun altro. Viva la globalizzazione. 

Mi sono accorto che nel pezzo qui sopra, ci sono due indirette citazioni cinematografiche. Si pensi, alle volte, la vita. 

Mastella & co.: Il fatto che ancora oggi il trasformismo sia un costume così diffuso e "scontato", a livello politico, dà la piena misura di quanto poco questo paese si sia evoluto rispetto ai suoi esordi repubblicani. Chi tra noi ricorda Agostino DePretis?

La cronaca nera è la storia del popolo, che se ne bea e si crede pure umano e interessato. Molti ci speculano sopra. 

Secondo uno studio condotto nell'anno 2008 a Strasburgo dall'Istituto Europeo per la Statistica, il 90% delle persone che posseggono un SUV sono stronzi senza perdono, e come tali si meriterebbero d'esser trattati. 

Sarebbe necessario che Giovanni Verga fosse fatto leggere (anche forzatamente) al di fuori della scuola, che tanto in quegli anni i ragazzi non capiscono un cazzo. Quel che intuì riguardo al ciclo dei vinti vale quanto il pensiero dei classicamente più quotati filosofi europei del passato. Senza che questo sminusica i filosofi europei, beninteso.

Penso che appena mi sarà possibile farò un salto all'Università dove mi sono laureato; entrerò (se ancora sarà possibile – o tutto si è così squallidamente trasformato in scuola superiore da non poter nemmeno più entrare per via del controllo dei bidelli?); farò due passi, mi metterò un attimo appoggiato al banco della biblioteca e poi seduto in una sala di lettura.
Dubito però che potrò prenotarmi per il ricevimento affiggendo un foglio alla porta dell'ufficio del professore, scrivendoci “Bozzone” o “Giorgio Chinaglia” o “Pia Fisiotera” e rimaner lì per sghignazzare quando arrivano le solite appiccicone e leggono e non capiscono e si segnano sotto, scocciate perché non son le prime.
O che potrò guardar l'orario delle lezioni affisso in bacheca.
Forse si fa tutto tramite posta elettronica, oggi. O a lezione comunque il professore ti conosce per nome e ride e scherza con te, e poi segna sul registro quando ti ha interrogato.
Ma pace, dopotutto: prenderò un caffè alla macchinetta nell'atrio (sarà possibile solo con un badge?), e magari – se sarò pure sfortunato – ci incontrerò Batacchio, che ai suoi tempi era proprio un bel personaggino, sì. Ma no: anche lui sarà morto, vedrai.
Una buona notizia, o quantomeno: meglio lui che io. Lui e i suoi pantaloni di pelle...

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