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settembre 14, 2009


Bel film, Videocracy. Magari avrà più successo di quel che ci si può aspettare. Un successo che vuol dire un po' di pubblico, perché effettivamente son tanti quelli che non amano un determinato stato di cose, ma – ahimè – non abbastanza, a meno che il nostro simpatico presidente non abbia alterato anche i risultati delle elezioni (cosa di cui non ci si dovrebbe stupire più di tanto, visto che ha accusato gli avversari di averlo fatto, e da venditore qual è, è solito applicare alcune tecniche più che collaudate, quali quelle del Noi? Voi!; Accusa il concorrente di quel che stai facendo tu, etc. etc.); ma un successo che a poco o niente porterà, disciolto come sarà nella struttura un po' troppo confusa del film, che se in principio vorrebbe prendere 3 figure chiave e concentrarsi su quelle, dando anche conto di come la vive l'italiano medio, si perde alla lunga un po', tralasciando nessi e congiunzioni, per un quadro globale che resta una sequenza di aneddoti, quello sì, terrificanti ed annichilenti.
È il caso dello sguardo fisso e paciocco del porcellino bianco Lele Mora, che mostra orgoglioso i filmati di svastiche ed altri orrori detenuti sul suo portentoso cellulare, perché – che lo si sappia in giro – lui è fieramente mussoliniano; è il caso dello spot femminil-canoro Meno male che silvio c'è, o le sue foto biancovestito + camicia di seta blu con le becche in villa; è il caso di Fabrizio Corona che conta fogli da 500 euro sul letto e dice che bisogna entrare in politica, prendere il potere e farsi i cazzi propri (a quando una candidatura nel PDL?); è il caso di corpi femminili buttati a manciate ad agitarsi sotto l'occhio della telecamera, sia un provino o uno studio televisivo dove a culi si assommano culi, a tette, tette, e via così all'infinito, a colorar le nostre vite e darci tante belle cose da guardare. Corpi maschili che maschiamente troneggiano a bordo piscina, esibiti perché hanno (avranno, potrebbero avere, hanno avuto?) un qualche talento. Briatore che gira con gli occhialini azzurrati per il suo locale mentre si sceglie la fortunata da mandare per uno stage di una settimana al sultanato (rete 4); ancora Corona che ci mostra il cazzo imbarzottito sotto la doccia e ci dice che lui è il Robin Hood moderno, che ruba ai ricchi per tener per sé; il nostro presidente che sorride e che dice che il 50% del suo tempo lui lo dedica a migliorare le condizioni dell'Italia: siam proprio dei poveracci, dei poveracci che fanno le foto alle celebrità, e son contenti di partecipar dei loro successi.
In sintesi, come qualcun altro ha detto, un horror piuttosto che un documentario.
Dà noia allo stomaco.
Ed è pure antecedente agli scandali sessuali del sultanato, ai favori sessuali in cambio di candidature politiche, ai festini col ruffiano che porta donne & coca, alla strategia d'autunno - per quanto venga denigrata così tanto, c'è molto dell'URSS modello staliniano nel Sistema-Berlusconi, dai nemici della rivoluzione in giù, passando dal culto della personalità (ancora una volta il modello accusa qualcun altro di quel che stai facendo tu) - con l'epurazione delle persone non gradite a mezzo campagna diffamatoria (è toccato a Boffo, anche come avvertimento alle alte sfere di Santa Madre Chiesa - o con me, o niente più finanziamenti & favori; al momento tocca a Fini, in vista d'un repulisti per meglio accorpare nell'azienda quel che resta).
Chissà, sennò.

http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/spettacoli_e_cultura/cinema/venezia/videocracy-successo/videocracy-successo/videocracy-successo.html

2 commenti:

JuriMochi ha detto...

...e di qualche altro poveraccio che aspira solo ad andare in tv, rinunciando, per raggiungere il suo scopo, a dignità, amor proprio e.....

Lypsak ha detto...

Ho una mossa di corpo, ohiohi.

O è il TG5, o la trippa con la cavolella.

Ma propenderei per la prima ipotesi.