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luglio 08, 2009


QUALCHE PERLA DI SAGGEZZA SPARSA, PER PASSARE IL TEMPO (ANCORCHÉ QUESTO PASSI ANCHE DA SOLO, SPESSO MUOVENDO CON SÉ NOTEVOLI SCORIE)

Per quanto lontano tu possa provare ad andare, poi tornerai sempre sulla stessa strada, la tua. Qualora non ti ci sentissi a tuo agio, son cazzi tuoi. Mica è tua perché te la sei scelta, eh?

Gli sforzi servono e il lavoro paga: vero, ma poi c'è sempre chi ti tira giù. Gli basta un attimo: s'aggrappa ai tuoi pantaloni e il tuo volo è già finito. A volte ti sei solo illuso, di star volando.

Dal peccato originale che la chiesa ci vuole giocoforza attribuire, penso che ci mondiamo lentamente già ogni giorno, avendo a che fare quantomeno con i propri superiori a lavoro e/o con un sacco di persone spiacevoli. Senza contare che io a Gesù magari gli avrei dato retta, fosse stato per me (che me ne poteva fregare, a me, di Barabba?).

Vorrei che molto di quel che è successo non fosse successo affatto. D'altra parte, vorrei anche che molto di quel che è successo fosse successo proprio così, più o meno. Dove si ferma l'ago della bilancia?

Lavorare è un po' come continuare ad andare a scuola, tutti i giorni, (almeno) otto ore al giorno. Solo che in questo caso il tuo professore ne sa molto meno di te, ed è molto più odioso. Ed è anche convinto di farti un favore, e ti chiede cose che giovano solo a lui, e che per te non hanno un senso.

Te la aspettavi così, la tua vita?, è una domanda che nessun uomo/donna dovrebbe aver la cattiveria di fare, a nessun altro uomo/donna.

La tua vita la vorresti diversa, il mondo lo vorresti diverso, il passato lo vorresti cambiare, tante cose le vorresti migliori o più abbondanti. E passiamo dunque la maggior parte del tempo a lamentarci e a desiderare qualcos'altro. Non è una cosa assurda, la vita?

Un tempo ero persona assai più brillante, magari anche più piacevole, creativa ed originale: forse è vero, o è il mondo intorno a me che è peggiorato? Perché io escludo sia migliorato, però non si sa mai.

Che posso farci, io? (filosofia di vita in voga nel VI sec. a.C. presso antiche quanto misteriose società pre-sumere - massima peraltro di dubbia efficacia, dal momento che tali società sono, a torto o a ragione, completamente estinte)

Mi guardo vivere e penso che se c'è un nesso fra tutto quello che ho fatto e faccio, esperisco ed ho provato, farò e proverò, io proprio non lo so trovare.

Beh, vi aspettavate forse qualcos'altro?
(frase che presumibilmente uno potrà udire dopo il trapasso)

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