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dicembre 23, 2008

C'ho sempre messo tanto ad addormentarmi. E quando resto lì, nel buio, magari stanco, magari in attesa di un sonno che non arriva, penso. Sento che penso, e non lo faccio di proposito, e anzi forse è proprio per questo che non mi addormento. Alla fine il sonno arriva, ogni volta, ma in quel tempo che lo precede non riesco a smettere di pensare. Un pensare continuo e battente come la pioggia, un pensare che va in mille direzioni – da un filo più o meno logico ne nascono altri due; dai due, dieci: e il punto x da cui sei tuo malgrado partito si ritrova ad essere un punto y qualunque, lontanissimo e magari correlato al primo solo in virtù di chissà quale associazione di idee che ormai ti sei perso, lì da solo, nel buio.
Quando capita, è come se mi sentissi veramente migliore e più ricco come persona, ed ogni idea mi pare buona. Non che lo sia veramente, no; perché è davvero qualsiasi idea che pare buona. E quindi non è possibile che lo sia, è chiaro. Chissà: forse se mi alzassi e la scrivessi – me lo dico ogni volta – il giorno dopo uno potrebbe lavorarci. E lavorare su qualcosa di scritto, è senz'altro un'altra cosa dal ripensarci in seguito, con la luce del sole che ti fa vedere in trasparenza quel che ti resta di ciò che hai pensato invece di addormentarsi subito, come spegnere un interruttore (a me sembra impossibile, ma tanti ci riescono). Solitamente la luce del sole è impietosa (veritiera?), e tutte quante mi appaiono per quel che sono: stronzate, come questa. Come un po' buona parte della mia vita, che è come se si svolgesse – e questa più che una stronzata è un dato di fatto – ineffabilmente legata, beffarda, a una scelta che ho fatto molti anni fa, e che continua a condizionare tutto quanto. E forse non è nemmeno giusto. Non è giusto che andasse così ma, a conti fatti, ad alcune cose ho rinunciato io, più o meno consapevolmente (non che vedessi altre vie, al momento; né pensavo che il tutto prendesse, in seguito, sinistre dimensioni circolari), ed è giusto – penso – che la vita ti punisca, anche.
Che altro dire? Mi resta il pensare nel buio, alla fine. Non mi porta da nessuna parte, né credo sian pensieri molto profondi o colti, no. Ma mi resta solo quello.
E una moglie, bella, che vorrei essere in grado di ascoltare meglio, mentre respira e dorme, nel buio, (son cose che si dovrebbe essere in grado di apprezzare, queste...) per dirmi che qualche anello che non teneva c'era, alla fin fine. E io ci son passato, e di là ho trovato lei.
Questo, alla faccia della vita, delle punizioni e della resistenza delle cose.

7 commenti:

utente anonimo ha detto...

Ciao papero amicone mio, forse senza rendertene conto hai avuto dalla vita più di quanto ho avuto io che apparentemente ho tutto con relativamente poco sforzo.

Apparentemente perchè mi manca terribilmente quel che avevo di più caro: i miei amiconi! Sacrificati in nome di chissà quale regola (del cazzo) mai scritta per avere un futuro che a pensarci ora (dal futuro appunto) è merda vera!

Come vorrei poter percorrere a ritroso i miei anni, riconoscere alle persone vere tutto ciò che si meritano ed andare in culo alle persone che hanno troppe facce per essere vere!

Forse sarei ancora in tempo a farlo se non fossi troppo coglione!

Staremo a vedere!

Tu continua ad essere te stesso, sempre, comunque e malgrado tutto! Alla fine sarai te ad essere premiato dalla vita!

Scusami per lo sfogo caro papero amicone mio!

Paperogonfio ha detto...

Caro il mio Taddèo,

gli amaVi sfoghi son sempre i benvenuti, specie se fatti a taVda notte davanti a un bicchierino di Rosolio tèpido o in macchina con un filino di riscaldamento mentre in sottofondo la Pausini zufola qualcosa di tenero come “stringimelo, ammòre” o anche “vieni su, cantiam alacri alacri alla madonnina del curvone”.

Postulato ciò – e notato che al momento non è notte, né tampoco Pausini c'infonde letizia & gaudio col riscaldamento che, discreto, soffia dal crvscotto – tenderei pvrtuttavia, caro il mio Anatresio, a metterla costantemente in diffida degli amiconi™, che solitamente son gente infìda e pronta a venderla al miglior offerente per qualche quisquilia: pensi al povero Mairo Bregola, venduto sottobanco agli assiri durante una villeggiatura di piacere per esclusivo capriccio & dilettone di quelli che fino a pochi minuti prima egli (tapino) si figurava come suoi amiconi™ sommi; o pensi – su pensi – all'indomito Airom Pastacaldi, morto strozzato dai suoi baffini™, poiché gli amiconi™ per vyl scomessa l'avean obbligato a farseli allungare fino al gozzo. E qui mi fermo sol per civil decenza, ma l'elenco potrebbe proseguire: si figuri, caro il mio Papègo, che proprio jer sera (in realtà no, ci penso ora giacché vi son forzato) mi figuravo che io vorrei continuamente poter tornare a ritroso diciam d'un buon trentatré annetti buoni, o poco più, e tornare quindi a sonàr pacioso le trombe in cielo, ché almeno allora sapevo anche la musica e magari pure l'algebra. Lei LA SA, l'algebra, caro il mio Tarcisio? E gli amiconi che dice d'aver perso, la sapranno, loro, l'algebra? Certo, mi rendo conto che ciò non c'entra nulla, ma se voleva una risposta costruttiva, perché s'è rivolto a me e no a Antonella Boralevi? Ahahahaha oioi deh, Antonella Boralevi... ahahahahah

in ogni caso, posto che lei sia maschio, le voglio adesso elargire una massima degna d'un Confucio, o perché no, d'un Gerryscotti-prima-della-cura (quale cura? Ma quella per Diventar Bolsi™, che è sempre buona norma fare), ad arrecarle quindo conforto & schiarire il futuro, che men le sarà greve (ma a chi non è greve il futuro, per tacer del presente? Io giusto l'altro giorno – pensi – pensavo di farmi una bella tegamata di zerri al pesto; poi me la feci e il giorno dopo stetti tutto il tempo male, con le battaglie del povero zio Itle che mi rivivevan nella pancia): meglio perder gli amiconi che la verginità anale

Oh, d'altro canto, c'è a chi ni piace, in ogni modo. Il mondo è bello (o fa schifo) perché è vario. Scelga lei, caro il mio Topèsio, da che parte stare.


In ogni caso, a margine di tutto ciò, che spero possa esserle utile, la vita sappia che alla fine darà a tutti lo stesso premio: un beneamato cazz no cioè volevo dire una bella tromba per chiamare i cavalieri dell'Apocalisse, Bri-co e Pin-go (cinesi, entrambi).

Chi non la saprà suonare, vedrete che fine farà

(Giovanni, 23, II, 129)

AME

Lypsak ha detto...

Ehhhh, letta questa entusiasmante e afYnata risposta non posso far altro che uscire quatta quatta (ma che vorrà dire soldiolosà) dal mio scrupoloso silenzio e dire la mia, cosa riassumibile peraltro in poci semplici punti chiari come il sole di stamani for dalla finestra alle sette (che di capodanno è un orario che non dovrebbe esistere MAI), ovvero lattiginoso, pioviscoloso e celato dietro un paravento di nembicumulicirrotici:


1) L'amiconi™ son tali solo finché non te lo barbano nel baugigi, e ahimé alcuni tendono a farlo dimolto spesso.

2) Però alla fine ci si fa il callo e uno non s'aspetta più niente, così non può rimaner deluso.

3) Finché uno non ci sbatte il muso le cose non le sa né le capisce.

4) a volte nemmen dopo.

5) Siamo sempre in tempo a far qualcosa per quel che ci fa girare i coglioni, tranne che in punto di morte perché ci sta sia un po' difficilino e si stia strettini coi tempi.

6) Posto che anche a me attende una vita di stenti e privazioni™ (ma anche no, eh? tipo) modello post-laurea-cazzona-che-serve-solo-a-una-non-meglio-identificata-soddisfazione-personale-e-comunque-tanto-mi-sto-scordando-tutto-manco-la-soddisfazione-di-sentirmi-un'intellettualoide-snobbina, che non c'è di peggio, diciamocelo, posto questo dicevo direi che Le sono vicina, ma che nel mio cuore non alberga la disperazione (almeno dalle 16.30 alle 22 i giorni feriali, poi il resto dipende dalle mance) né l'oscuro manto del dubbio atavico "sarò mica la negazione di me stessa?" e altre pippate. Finché s'ha i denti, come si dice, giù di morsi... e Lei, con licenza parlando, di dentoni ne ha, NE HA! E quindi qualora lei li usasse sarebero mamme che piangono.

63) (ne ho tralasciati forse altri 58, ma mi son rimasti impigliati nell'anno passato) Però una tagliatina di tanto in tanto corrobora la salute, nevvero? Quando arriva il buio, ricordate sempre che non esiste oscurità che possa resistere all'azione dissipante di una sana e corretta alimentazione a base di usciate al fegato e triccheballacche. Metodo garantito.


Cazzate a parte, ma a Pistoia che c'è di piatto tipyco?

utente anonimo ha detto...

I confetti del Corsini! A pistoja si mangia solo confetti. E ci s'ha tutti il diabete... però sentissi bòni...


Muflone sloggone

Paperogonfio ha detto...

Oltre a ciò, a Pistoia c'è il Carcerato, specialità servita alla trattoria "Maurilio & Gianclem Ravazzoni eroi d'Etiopia", e che (mi si passi la syntassi) si prepara nei seguenti passi:

1) si pigliano due o trecento papere, scegliendole fra le più altezzose della paperaja, e se ne faccia l'uso che più ne merta loro (giusta mercede della lor vita gravida di boria)

2) si utilizzino tutte le lor rigaglie et interiora, assieme a quelle di una decina di polli (bestie stupide quanto si può, indi per cui meritevoli di tal trattamento), una manciatina di prezzemolo, pinoli a caso e una bella manata di pangrattato, che non serve a nulla ma fa taaanto volume

3) si stampi il tutto, dopo averci sbattuto furiosi du' ova di quaglia e inserito il composto (voi lo mangereste un coso di cui si parla nei termini di "composto"? Io no, ma se a voi vi garba) a tempereture stigee nel forno del vicino (il carcerato è piatto che effonde mortali avelli, ragion per cui meglio sempre aver un Vicino Tardo™ cui violar la magione) per circa du'ore/settimane

4) si porga il tutto a' commensali, fieri del proprio operato (voi, no i commensali), sporzionando tosto la polt ilcomp iltroi il fine manicaretto uscito da' vostri lombi aVtistici & dal vostro amor cvlinario

5) si moja a piacere, ma gioiosi per aver esperito ancor una volta le meraviglie della local cocina genuina et sana.


NB Il piatto esiste davvero. Solo, senza pinoli.

Alla prima occasione, ci si va (dove?).

O lì, o un bel brodino di Genetta (tipico animale pystoriensibus; gli altri sono il Basilisco e la Rana Stiappona)

ameya ha detto...

mi mhai fatto sorridere, complessivamente

Lypsak ha detto...

Stando così le cose, non vedo l'ora di venire a DEgustare le specialità locali, che mi sembrano alquanto crudeli (con la dieta la prima, con el papere la seconda), proprio come si confà a genticcia del mio stampo, ohibò!