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aprile 10, 2005

Gli altri posti sembrano chiusi e piccoli, ma non una zattera. Su una zattera ti senti libero alla grande e tranquillo e felice.

“…E infine scivolavamo nel fiume a farci una nuotata, per ritrovare le forze e rinfrescarci un po’; poi ci sedevamo sul fondo sabbioso dove l’acqua arrivava al ginocchio e guardavamo arrivare l’alba. Non un suono, da nessuna parte, tutto perfettamente immobile, proprio come se tutto il mondo stesse dormendo, forse ogni tanto solo il gracidio delle rane toro. La prima cosa che vedevi, guardando la superficie dell’acqua, era una specie di linea opaca, che erano i boschi dall’altro lato, e nient’altro; poi un punto più chiaro nel cielo, sempre più chiaro, che si allargava; poi a una certa distanza il fiume cominciava a schiarire e non era più nero, ma grigio; potevi vedere scorrere punti più scuri, sempre più lontani, chiatte commerciali o cose così, e lunghe strisce nere, ovvero le zattere; certe volte sentivi scricchiolare un remo; oppure voci confuse, perché era così immobile che arrivavano anche i suoni più lontani; e dai e dai potevi vedere una striscia sull’acqua e sapevi dall’aspetto della scia che c’era un ramo sommerso in una corrente e la scia sembrava così proprio perché la corrente ci finiva contro; e vedevi la nebbia incresparsi sull’acqua, e a est si faceva rosso, così come il fiume, e lontano dall’altra parte del fiume scorgevi una baita al limitare del bosco, e forse era un deposito del legname e vicino cataste impilate così larghe che ci passava un cane attraverso, e poi da laggiù saliva una piacevole brezza che ti faceva vento, bella fresca e dolce d’odore, grazie al legno e ai fiori; ma certe volte per niente, perché magari avevano lasciato del pesce morto in giro, un luccio, che diventa parecchio rancido, ed ecco che era giorno pieno, e tutto rideva alla luce del sole, e come cantavano gli uccellini!”  

“Quando sono arrivato lì era tutto tranquillo come la domenica, caldo e soleggiato: i braccianti erano nei campi; e nell’aria c’era quel vago ronzare di insetti e mosconi che mette tanta solitudine come se tutti sono morti e sepolti; e se soffia una bava di vento e fa tremare le foglie, ti rende malinconico, perché ti sembra il sospiro di uno spirito – uno spirito morto da chissà quanto tempo – e pensi sempre che vuole parlare con te. In generale ti viene voglia di essere morto anche te, e chi s’è visto s’è visto.”

“Che testa aveva quel ragazzo! Se avevo la testa di Tom Sawyer, non facevo a cambio per diventare duca o secondo su un battello o clown in un circo o qualsiasi cosa mi viene in mente.”  


Voglio dire… vi rendete conto? Cosa sarà mai, il talento...

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