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dicembre 07, 2003

Modello di racconto triste

Questa è la storia di un orchestrale. Suona nei Berliner Philarmoniker. È Primo Triangolo, con obbligo di percussioni a suono indeterminato. È la sera della prima della “Death in Venice” di Benjamin Britten. Siamo nel 1973, 13 Luglio, all’Olympicteather di Monaco di Baviera. Thomas Strinkler-Haben Kermasse (questo il nome dell’orchestrale) si sta dirigendo al teatro, per l’esecuzione dell'opera del musicista inglese. Sta percorrendo le agili strade tedesche, vanto della nazione, quando sente un rumore strano venire dal retrotreno della sua vettura, una vecchia Aston Martin dei primi anni ’70. In garage, lo Strinkler-Haben Kermasse ha anche una BMW nuova fiammante, si noti, ma quel giorno l’ha prestata al cognato, tale Gorge W. Bohme – di anni 37, impiegato nella cupa ma efficientissima burocrazia teutonica – pensando certo anche alle più alte possibilità di parcheggio che una piccola Aston Martin può avere, nei pressi di un teatro presumibilmente affollato come sarà certo quello di Monaco in una serata del genere. Ah, la Aston Martin è di proprietà della moglie, Elizabeth Biberbach, negli Strinkler-Haben Kermasse, appunto. Lo Strinkler-Haben Kermasse accosta e scende. Con profondo rammarico nota che ha appena forato la gomma posteriore destra. Nessuno passa su quella strada, almeno per il momento, ma il severo codice stradale tedesco gli impone comunque di segnalare con precisione il guasto, avvisando così gli altri utenti della strada del pericolo incombente: un triangolo, guardacaso. Un triangolo posto esattamente a cinque metri dall’autoveicolo in sosta forzata.
Con in testa cupi pensieri malauguranti nei confronti del Bohme, e maledicendo altresì la propria dabbenaggine per il fatto di avergli prestato la macchina, Egli apre la bauliera della vettura, alla ricerca del triangolo d’ordinanza. E un profondo raccapriccio si impadronisce di lui, nel momento in cui constata che il triangolo NON C’È!
Brividi di panico scorrono lungo la schiena dello Strinkler-Haben Kermasse, giusto sotto il suo smoking nero con tanto di papillon dello stesso esatto colore: non c’è neppure la ruota, in bauliera! A questo punto la situazione è chiara: fermare un altro utente che transiti sulla carreggiata e farsi accompagnare, dietro la promessa di lauto compenso monetario, presso il teatro in questione. Il direttore (Herr Philip Bartoldy-Hojdonk, di chiara fama mondiale) sarà già furibondo, per il ritardo del suo Primo Triangolista.
Solo, un quesito morale si pone: non essendoci neppure il triangolo, in quella Aston Martin di proprietà muliebre e consortale al tempo stesso, è il caso di abbandonare tutto così, sfidando dunque l’aspro e severo codice stradale germanico? E in alternativa, cosa fare? Vessato da tutte queste preoccupazioni, lo Strinkler-Haben Kermasse comincia a secernere evidenti e al tempo stesso noiose gocce sudorifere, almeno finché un’idea lo soccorre. 
Lui ha un triangolo, con sé. Eccome se ce l’ha!
Dopo, sopraggiunge un automezzo.
Sollievo.
Arrivato al teatro, lo Strinkler-Haben Kermasse è costretto ad ammettere che non ha con sé lo Strumento. La sfuriata del Bartoldy-Hojdonk è inimmaginabile, al proposito: espulso dall’orchestra per indegnità (il Bartoldy-Hojdonk trova da ridire, al proposito, anche sul papillon dello Strinkler-Haben Kermasse, assai poco inamidato), il Nostro torna mestamente a casa. In taxi, chiaro.
Quivi, si darà furiosamente a suonare per quattro giorni di seguito il triangolo e tutte le altre percussioni che ha nel proprio studio, pronunciando ogni 19 ore le parole “metacarpo” e “tempesta di acrilico”. Alternativamente, ora l’una, ora l’altra. Arrivato al quarto giorno di simile follia, per sbaglio urta con la testa (ovviamente, suonava con ogni estremità del proprio corpo, in modo del tutto scoordinato e sguaiato, ma certo di questo lui non poteva rendersi conto) il bordo di un tamburo, in lamiera; si ferisce e di lì a poco muore dissanguato, sempre suonando con foga. Pare smettendo però di dire le sopraccitate parole.
I funerali dello Strikler-Haben Kermasse si tengono il giorno successivo, in forma strettamente privata. Non viene invitato il Bartoldy-Hojdonk, così come la cameriera che avrebbe dovuto prendersi cura del suo smoking e relativo papillon.
Pare che da quel giorno il Bohme giri in BMW.

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