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ottobre 15, 2003

Ok, quest’oggi parliamo di DIRIGENTI. Allora, anzitutto: se ci fosse qualche dirigente che legge (tanto, avrete un cazzo da fare?) è pregato di andare a stroncarselo nel culo, lui e tutte quante le sue belle cose.
Ecco come funziona, di solito: un dirigente che è sopra di te (ah, gerarchia!), ti affibbia un compito. Un compito qualsiasi, non ha importanza adesso quale; ti dice: “fammi questo, consegnamelo entro domani” (già, oltretutto nessun dirigente ti dirà mai “fammelo avere entro quindici giorni o un mese”, di solito si parla sempre di domani, due giorni o al massimo quattro, e spesso la parola ENTRO è sostituita con DEADLINE). Nota, non ti dice nient’altro; è come se ti lasciasse la classica carta bianca. Tu, bene o male (nel mio caso male – ne faccio un’orgogliosa ragione di vita nel fare le cose male, dalla persona di merda quale sono), esegui e gli porti il tutto.
Adesso, lui/lei (fate un po’ voi) dirà:

no, questa cosa non va bene, così!

Basta. Tu ti chiedi: e allora come? E siccome poi aggiunge che puoi rifargliela avere entro altri due o tre giorni, magari ti chiedi pure come sia possibile che sia spuntata una nuova DEADLINE che come per miracolo va a sostituire/rimpiazzare quella vecchia, fino ad allora assoluto limite invalicabile oltre il quale si aprivano le desolanti porte dell’out of time.
Comunque, riesci a spillare a fatica qualche piccola indicazione, e ricominci.
Ti ripresenti, dopo quei giorni. Egli/Ella nota:

si, ok… io però lo farei così, così e così…

buono, pensi, ma non poteva dirlo prima? Segui i consigli, quindi, e riconsegni poi il tutto (ovviamente la minacciosa deadline è slittata di nuovo, senza apparenti tragedie).

No, però così non mi sembra granché… questo non va bene… devi aggiungere questo! E poi, togliere quest’altro? Forse, così…

altri simpatici suggerimenti. Però stavolta le date scottano magari (ti dice); c’è da muoversi.
Nel frattempo il/la dirigente, dal suo scranno dorato, continua a impartire ordini a tanti altri oltre a te. Qualcosa va bene, qualcosa va male, e tu sei sempre in quello che va male, perché dopo un’altra volta ti dice che preferisce “orientarsi su qualcosa di diverso”. O meglio, in quei casi NON te lo dice. Te lo fa dire. Con la scusa che è impegnato/a, le castagne dal fuoco gliele leva sempre qualcun altro. Forse DIRIGENTE è sinonimo di INETTO. O di qualcuno insomma che gioca al buon vecchio scarica-barile, e si diverte a criticare il lavoro altrui dopo che è stato fatto, assolutamente SENZA proporre idee e/o alternative. Ovvio.
Ma sinceramente, a te di tutto questo ti importa anche un cazzo: in fin dei conti il lavoro è solo un’attività che ti permette di portare a casa quei soldi necessari a mangiare, ecc ecc, quindi se fatto bene, apprezzato accettato o meno, la cosa ti tange fino a un certo punto. È bello solo notare che il/elle:

1) Si ammanta di responsabilità che finge soltanto di avere;
2) Parla un linguaggio incomprensibile ai più;
3) Vive in un mondo tutto suo, fatto solo di pretese verso gli altri e rivalità di lavoro;
4) Non fa un cazzo, perché tutti i suoi compiti li affibbia ad altri;
5) …Salvo poi criticarli quando questi glieli riportano come non erano scritti e svolti nella sua testa (c’erano?);
6) Si prende meriti che non ha, e lascia al prossimo i demeriti.
7) Fa cene di lavoro, prendendosi così profondamente sul serio.  

Yeah, tutto questo gente. È un dirigente. E la gente lo considera. Ed è pagato pure tanto.  

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