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giugno 06, 2006

C'è un filone di gente che scrive benissimo forse, ma "difficilissimo". Così tanto da risultare a volte molto ostica, quasi non volesse farsi capire dai più, o chissà che altro (mi vengono in mente Bortolotto, Pestelli, il qui citato Cordero, la Bettarini, ecc.). Però, a volte, con un veicolo un po' elaborato, antiquato, di difficile utilizzo, ti spediscono qualche bel concetto. Da ricordarsi, pensando anche a quel che fa quel bel tomo di Baricco, ultimamente ("ultimamente"... non che prima facesse meglio - comunque sia, diciamo che l'ideale sta nel mezzo...)


[Ricapitolando i vissuti, direi che il mondo cattolico apra larghi spazi ai discorsi liberi e la griglia inibitoria sia struttura sommersa del metabolismo biopsichico: oltre ai pochi superstiti campioni d’ortodossie, la condividono reazionari, progressisti, eversori, bigotti atei, versipelle intenti alla carriera; a man salva l’adoperano santoni d’un sedicente spirito laico]. Nell’età degli stereotipi consumati in massa non c’è bisogno d’inquisitori, basta la noia, spegnitoio inesorabile. Spirano arie logofobe: i gesti prendono il posto dei concetti; l’Arcadia ha partorito gerghi farfallini; l’interessante non sta nel detto, semmai traspare dalla mimica. Stiamo regredendo all’astuzia degl’istinti.


(F. Cordero)

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