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dicembre 02, 2003

Vai lo volevi? RIECCOLO! Il Dottor Merda, e le sue curiose recensioni

Martina Stella, Io so recitare benissimo. Non parlo punto pratese, né ho una voce del cazzo, ed. Anna Valle, pag 10, ill., Europodi 31.
Sì, signori e signori (e anche un po’ signore, via)! Non è affatto vero che Martinastella non sa recitare! Ci voleva questo libro per ribadirlo? Non vi bastavano le innumerevoli prove, buona ultima quella di Augusto – il primo imperatore, prima (e unica, forse) fiction per la tv di produzione italiana, decente? Non vi bastava sentirla parlare con quella voce del cazzo, con spiccato accento pratese, e un tono da far rabbrividire i sassi? E poi, qualcuno ha dei dubbi anche sul fatto che sia bella? Non l’avete visto, anche e soprattutto lì, ancora, che espressione da ritardata che aveva? Con quel mento sfuggente, e quel tentativo di esser sexy che era sinceramente ridicolo? Non vi bastava? Ci voleva il libro per confutare tutte queste accuse? No? Ne volete uno anche su Anna Valle?

(Le foto le ha fatte Valentino Rossi, pare. Che era anche un modo per farlo stare un po’ zitto).

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Anna Valle, Anch’io recito proprio bene. E son pure una bellissima fica, ed. Martina Stella, pag. 11 ill., Europodi 32.
Ecco, per l’appunto. Qui le foto le ha fatte Fabrizio Frizzi, ma siccome poi c’era sempre dietro Valentino Rossi che sentenziava e salmodiava su tutto, pare che il popolare conduttore gli abbia messo l’ARNESE in mano e se ne sia andato impermalito, borbottando: “e allora falle te, visto che sei tanto bravo! Tanto io tifo per maxbiaggi!”. Comunque, anche Anna Valle è proprio brava, e quando urla poi, è veramente credibile. Menzione d’onore anche a lei per la voce da scema. Nel libro poi, è contenuta anche un inizio di autobiografia. La riportiamo: “Mi chiamo Anna Valle. Una volta sono stata Miss Italia. E voi no”.

(Pare che anche Martina Stella avesse inserito qualcosa del genere nel suo libro, ma che sia stato soppresso dal correttore di bozze, per i troppi errori d’ortografia)


Lorenzo Berti, Il mio gatto mi guarda spesso quando non ha niente di meglio da fare. Solitamente, né lui né io diciamo niente, ed. Herzog, pag. 165, eury 0,50. Il popolare (?) autore nano & pubalgico, ma amante delle meschinità (le proprie), ci regala questa sua opera prima, una raccolta di 14 racconti che Pippo Franco, nella sua erudita ed apprezzabilissima recensione su “Paragone – Letteratura” definisce come “la più grossa raccolta di cazzate che mai mente umana potesse concepire. È già tanto che non sbagli i congiuntivi, quel povero fesso”. Il titolo arguto, poi, non tragga in inganno: il corpus è veramente un cumulo di idiozie & seghe mentali, e non capisco perché io proprio io, il dottor Moses Merda, perda il mio prezioso tempo a parlarne. Sarà perché sono solo un frutto della sua debole ancorché ridicola fantasia? Sarà perché la casa editrice mi ha promesso un cospicuo assegno, pagabile in orsetti gommosi? Sarà perché io dondolo? Saranno gli occhi tuoi che brillano? Saranno mille brrrividi, brrrividiD’AMOR!

(Se volete, però, potete leggerli; a vostro rischio: il prezzo di copertina è praticamente nullo, ma il fatto è che è a chiederli in libreria non si trovano.Difatti, li ha comprati tutti l'autore stesso, personaggio macilento & maligno, e adesso li rivende a 2 euriny tondi ciascuno. Col ricavato pare abbia intenzione di trasferirsi a Capo Verdazzurro, andando così in culo al mondo e portando sei).

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