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dicembre 19, 2003

Una volta, Gioacchino Rossini disse a uno che gli rompeva le scatole inviandogli il suo ultimo lavoro sinfonico (o operistico, o qualunque cosa fosse; non me lo ricordo di preciso, ma penso proprio non conti granché): “nella sua opera v’è molto di bello e molto di nuovo. Ma ciò che è bello non è nuovo, e ciò che è nuovo non è bello”. Grande Gioacchino Rossini - altro che Verdi, tiè! Ebbene, ma la cosa si potrebbe applicare bene, penso, anche ai film di Pieraccioni: ci sarà sempre lui che risulterà simpaticissimo, tenerissimo, scanzonato, intelligente, interessante, e la modella bona di turno (scoperta, in tutti i sensi, molto probabilmente: così va il mondo!) si innamorerà di lui, che la fa taaanto ridere, perché è così giocosamente imbranato. Nel mezzo, fior fiori di gag (?) a pioggia. E si badi: non contento di tirarne fuori uno l’anno (!), il galuppo s’è messo pure a scrivere. Ma un libro, egli, prima di diventare “pieraccioni” l’aveva mai letto? E dopo?

1 commento:

utente anonimo ha detto...

Parole sante, Rossini!

E a proposito di Pieraccioni, aggiungo solo che nei "laureati" fa passare come sua la trovata delle papere e su dove queste vanno d'inverno, quando il lago ghiaccia. E nessuno ha notato nulla! (non dico tanto la gente, che magari non è tenuta a sapere dell'esistenza di Salinger, ma quelli che dovrebbero recensire il film) Vi rendete conto??? (tra l'altro, ne ghiaccia parecchi di laghi, in Italia, sì...)