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ottobre 29, 2003

…ma una delle cose più degradanti in assoluto, per quel riguarda un po’ tutto tanto per essere amabilmente vaghi, è la frequentazione del corso di inglese della prof.ssa Borghy. Riana Borghy, tanto per (invece) esser precisi, anche se, per la verità non mi ricordo proprio un cazzo di quei tempi: mi sembrano sempre così lontani, ogni volta che ci ripenso. Chissà perché. Comunque sia, era un corso di Lingua e Letteratura Inglese, e la simpaticona, qui, l’aveva intitolato “passaggi” e poi non so che altro; c’erano tutta una serie di parole senza senso alcuno, paroloni, locuzioni altisonanti, cose così insomma. Cazzo, non riesco proprio a ricordarmelo. Uno degli autori trattati era il Forster di A passage to India, e poi c’era un sacco di altra roba. Alla prima lezione si perse in un ridicolo panegirico di una serie di cose che non furono chiare praticamente a nessuno: il Flaneur, Baudelaire, una citazione di Virginia Woolf per cui una donna per vivere come si deve dovrebbe avere “500 ghinee l’anno e una stanza tutta per sé”, l’essere androgino, il travestitismo e l’inversione, la libreria delle donne che era l’unica libreria che non aveva scopo di lucro e presso cui avremmo potuto trovare i libri del corso (solo lì? Mah...), eccetera eccetera. Ricordo soprattutto come parlava: a cazzo, assolutamente. Mi faceva venire la pelle d’oca solo a sentirla, specie quando diceva la parola “PASSAGE”. Madonna.
Ci vide tutti piuttosto disorientati, alla fine della presentazione, e rincarò la dose parlando di una relazione che avremmo dovuto fare. Stavolta, si attorcigliò nella spiegazione: se uno frequentava il suo corso fino ad Aprile, 5 cartelle; se uno dava l’esame a giugno, 7; a ottobre, 10. Il tutto tenendo conto anche del lettorato, che scadeva non ricordo bene quando, e poiché la relazione doveva contenere anche una parte relativa a questo (che, si pensi un po’, era sulla Spoon River Anthology - altro che Forster!), le cose cambiavano un po’. Ne nacque un bel momento imbarazzante, con domande idiote da parte degli studenti che non capivano il meccanismo complicatissimo che questa donna aveva saputo concepire, e risposte che non facevano altro che intricare di più la matassa.
Ma cominciammo i corsi, e la prima lezione cominciò dov’era finita la presentazione: nel nulla più assoluto. Delle due ore in cui la signora parlò, penso che nessuno riuscì a capire una parola. Passaggi… ma che cazzo voleva dire? Vaneggiamenti continui e confusi di una vetero-femminista isterica. Così si sarebbe dovuto intitolare il corso, pensai. A un certo momento, nel bel mezzo di una sua lettura di A Passage to India – un passo in cui, secondo lei, Aziz dava chiarissima prova di essere finocchio, e tutto, si badi bene, perché a Mr. Fielding mancava un bottone sulla giacca o sulla camicia, e l’altro glielo toccava, facendoglielo notare – una ragazza si alzò e disse che non aveva ben capito il tutto… che, insomma, a lei sfuggiva qualche punto.
L’altra si fermò, si guardò intorno un po’ stranita e disse: “ah, ma scusate… scusate… voi non condividete la mia lettura di questo passo… ah, scusate… no, allora tutto quello che vi ho detto fino ad adesso non ha più senso, è del tutto sbagliato… eh, se non condividete la mia lettura…”
E poi ne nacque un dibattito, che si annacquò ancora nei suoi deliri, finché riprese a leggere di Aziz e Fielding e Adela, ficcandoci in mezzo il flaneur e l’omosessualità. E diceva di continuo “Passaggi”. Merda.
Io odio quando non capisco di cosa stiamo parlando, e dopo due lezioni decisi di piantare quel corso del cazzo. In culo alla Libreria delle Donne, senza scopo di lucro. Una ragazza che conoscevo, mi raccontò poi, andò al ricevimento, per provare a parlarci, e capire qualcosa di più. In sostanza lei disse che avrebbe fatto bene a frequentare, che quello era un corso facile, che poi l’esame sarebbe stato semplice, e un sacco di altre cose. Beh, almeno su quello aveva ragione: quelli che restarono, presero quasi tutti il massimo. Di cosa abbiano parlato, però, proprio non saprei.
Né m’interessa: a me era bastata la citazione di Virginia Woolf (del tutto gratuita & a sproposito, peraltro), per inquadrare facile la signora in questione: era una di quelle lesbiche (e fin lì – metto subito le mani avanti, per carità – nessun problema: assolutamente - giuro! - nessun pregiudizio o altro, mai; ognuno è solo se stesso, almeno finché non ci marcia su) che non volevano avere solo il DIRITTO all’omosessualità, bensì il DOVERE, esaltando solo e soltanto chi come loro era dalla parte della verità e del giusto, perché nella verità (per compensazione, magari, o che so io) ci son solo loro, mi pare ovvio, mica noi poveri stronzi dagli occhi chiusi e sordi al vero! 
Peccato casomai per Lee Master e la sua Antologia...


(NOTA IN MARGINE: Ehi, a proposito... se c'è qualcuno che è in possesso del programma di QUEL corso (lingua e lett. inglese - prof.ssa Borghy, anno ora non mi ricordo bene quale, univ. degli studi di Philenze - ma penso fosse il suo primo corso in assoluto) me lo faccia avere, per favore, vi prego, vi scongiuro & vi supplico con $entimento: adesso che è tutto finito, ed è finito da un po' a dire il vero, vorrei rivederlo, e vedere l'effetto che fa. Se ci rido ancora, o se magari capisco tutto e ciao. Mettetevi in contatto con me. Graziegraziegrazie.

P.S.: "Passage" a tutti voi)

4 commenti:

Diana ha detto...

Eheheh da allora mi sa che nelle università è cambiato proprio poco...i prof così girano sempre :) Passage da me :)

utente anonimo ha detto...

Leggo solo ora i tuoi commenti. Sei fortunato che la prof non ti abbia ancora querelato. Avrà pensato che sei un povero stronzo e avrebbe infatti ragione...

Paperogonfio ha detto...

Possibile, certo, sì, nella vita non si sa mai, del resto siamo qui per poco e alla fin fine si stava pure meglio quando si stava peggio... ma senti: non è che te (uomo/donna/capra/cercopiteco che tu possa essere) avresti il programma di quel corso?

Magari così, quando sarò in galera...

ciofo ha detto...

quanto al corso: tutto e' possibile, tutto e il contrario di tutto, ricordo abbastanza della sKuola per pensare che si, puo' essere.


Quanto al Povero Stronzo, ma perche' 'ste cose le scrivono sempre gli Utenti Anonymy?


mah.