...per chiuderla qui, cito da Curzio Maltese, La Repubblica di ieri, riguardo quel tizio che negli anni Novanta faceva il profeta dell'anti-tecnologia, e sfasciava computer, salvo poi - poco più di dieci anni dopo - diventare il blogger più cliccato della rete:
"L'ordine del capo è di far passare soltanto la stampa estera. Scelta interessante da parte di un giramondo che in tanti anni non ha mai imparato uno straccio di lingua straniera.
Grillo apprezza soltanto la stampa che non è in grado di leggere. Un vantaggio, nel suo caso, perché i giornalisti stranieri, da Le Monde, a Figaro, da Guardian alla Faz, ne hanno scritto come di un guitto populista, l'ennesimo fenomeno da baraccone della politica all'italiana.
[...]
Lo spettacolo non è il palco, il guru che abbraccia e benedice i suoi discepoli e poi sale a fare l'ultimo tonitruante show del genere solo contro tutti. Lo spettacolo è la piazza.
Le piazze sono di solito migliori o peggiori dei partiti, movimenti o sindacati che le convocano. In questo caso, ha invece l'aria di esser perfettamente uguale. Uno specchio fedele, una fotografia mossa dell'Italia che voterà 5 stelle. [...] Slogan di destra e di estrema sinistra. Se c'è una novità nel popolo di Grillo, addirittura l'annuncio di una rivoluzione politica italiana e forse mondiale, io non l'ho trovata. Sembra a prima vista la solita Italia in buona fede, che ama le semplificazioni, le teorie del complotto e i venditori di sogni, ingovernabile e contenta di esserlo, tenuta insieme dal risentimento. Se chiedi a cinquanta persone perché voteranno Grillo, quarantotto ti rispondono perché gli altri fanno schifo, rubano e sono tutti uguali, destra e sinistra. Uno parla di inceneritori e un altro di precariato giovanile e salario garantito. È chiaro che il programma non se l'è letto nessuno. Com'è del resto per tutti gli altri partiti.
Grillo si fa attendere come una rock star e quando è il suo turno non delude. Un animale da spettacolo come pochi. La campagna elettorale è stata la tournée capolavoro di una vita. Ha usato la piazza e Internet, ma soprattutto la televisione, dov'è nato. Meglio di chiunque altro nella storia, da far impallidire d'invidia Silvio Berlusconi che per quanto padrone qualche volta ha dovuto rispondere, accettare regole e domande. Grillo mai. Compare soltanto in comizio, senza contraddittorio, come e quando vuole [...]. Non deve mai rispondere di quello che ha detto, ma neppure affannarsi a smentire, come il povero Berlusca: è colpa dei giornalisti. Però a vederlo in mezzo a quest'avventura, unico punto di riferimento di una folla così indistinta, così individualista, Grillo fa un po' tenerezza. Che ne sarà di lui dopo questo travolgente successo? Fra sei mesi, un anno?".
(grassetto non d'autore)
(grassetto non d'autore)
Sarà che, a me, la piazza piena fa un certo che a prescindere.
Sarà che l'estremismo, la volontà di trovare a tutti i costi un nemico, aggregandosi solo in base a (contro) quello, con relative assolute certezze indubitabili mi hanno fatto sempre l'effetto di una trappola da evitare, e pure piuttosto veloce.
Sarà che, di un iniziale movimento che protestava e gridava allo scandalo, indignato (giustamente) per privilegi inettitudini e sprechi si è voluto fare (anche, all'italiana) un ricettacolo tipico di scontenti furbetti e (soprattutto) un'alternativa politica che di fatto non c'è e non ha senso che ci sia.
Io, semplicemente, non credo che questa sia la via. Credo anche che sia una china piuttosto pericolosa, e la folla che applaude il maxi schermo col leader maximo che compie l'"Impresa sullo Stretto" mi fa rabbrividire, e un po' mi ricorda Mao, un po' George Orwell.
Quello che mi fa più rabbia, è che avremmo dovuto esser vaccinati, a tutto questo, ormai.
E invece ci ricaschiamo, puntuali. Si cambiano un po' dosi ed ingredienti, ma sempre della stessa torta si tratta.
Quando finalmente la sforneremo potrà esser troppo tardi...
E anche stavolta sarà difficile ricostruire.
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