AMEDEO MINGHI, S(u)on Tronfio e Supponente: s(u)on Amedeo Minghi e ne vo fiero, Ed. 3S-SorrentoSiSquaglia, € 28,50.
In 514 pagine (molte delle quali però bianche), e un dvd (l’edizione deluxe contiene anche una ciocca di capelli – i mitici capelli-spaghetto grigio-bianco-biondi, che tanto fanno impazzire le fans – e un pezzo di naso), il noto cantante-guru-poeta si racconta al pubblico, mettendosi schiettamente a nudo nella sua interezza: dalla cura manicale per gli abiti scuri, con la ricerca ossessiva di un look ieratico, da santone degradato ma pur sempre misterioso, a quella per i capelli (schiariti e scientemente indeboliti da frequenti lavaggi con una mistura di varechina e croste di pane – rimedio, racconta l’autore, pervenutogli “in forma di atavico retaggio infuso dalla gloriosa stirpe dei Minghi, originata dal tris-tris-trisavolo Mingo Minghi, anche lui cantante, oltreché sciamano e uomo della medicina della tribù Los Mingos, accampata nella zona del Gringos – l’odierna Spinaceto – molti, molti secoli or sono”); dal feeling professional-artistico con Mietta (“sì, in quanto mora-mora-mora, e pure carnosa, Mietta c’ha proprio un vaginone mostruoso!”), alla sua dimensione più poetica, con la creazione di canzoni-poesie dai titoli fortemente evocativi e vibranti quali “Canzoni”, “Serenata”, “Pangrattato”, "Notte bella", "Cazzo mencio", “Vita Mia”, “Storie”, “Sciacquone”, “Suoni”, “Sgommata”, “Nenè”, “Cocò”, “Cicì”, “Cuccù”, e “Peppè”. Il tutto senza dimenticare ovviamente l'attenzione estrema per l'ormai notissimo atteggiamento, ostentatamente tronfio & supponente, nonché pieno di sprezzo anche nel modo di cantare e di darsi al prossimo, così tanto per fare.
All’esegesi del Minghi-pensiero, in particolare, è dedicata un’ampia sezione del libro, costruita anche attraverso il contributo di prestigiose personalità del mondo della musica e della letteratura. Notevoli, in questo caso, gli interventi di Karlheinz Stockhauseun e Edoardo Sanguineti (le pagine bianche di cui si diceva in apertura). Non trascurabile infine anche l’auto-commento, con l’autore stesso che chiosa (aiutandosi anche con dei disegnini, ché il Minghi è artista versatile e proteiforme) gli immortali versi delle sue creazioni artistiche, quali ad esempio questi, tratti da “Serenata”:
“sciocco mare si ricorda lui, / e i sogni passano. / In fondo all’acqua / nella quale son chiamato anch’io, / e vagamente mi muoverei, / forse ti sfiorerei; / scese a dirmi che non ci sei… / ma dimmelo tu… / tiririii tiririri tiri tiririiiiii / tirititiri-tiiiiii” (finemente parafrasati con "Aò, avevo sognato li cani che m'inzeguiveno, a Ostia, e m'ero svegliato tutto sudato. Me bruciava anche er culo. Allora me so' messo a penza: vòi vede' che me l'hanno rimesso ar culo, 'sti stronzi? Boh, è uguale. Forza Romaaaaaa!", e giù un bel disegnino di Totti & Montella).
Chiude il tutto un’esaustiva galleria fotografica, con l’artista ripreso al pianoforte (ma di culo e al bujo, sicché può essere chiunque), alla manopola del volume, mentre s’ingoia un bel piatto di rigatoni con la pajata, in costume da Sigillo Notarile, inseguito dai cani, sciolti da un fan per la troppa ammirazione in lui suscitata dal Nostro.
Nel complesso un volume veramente notevole, costantemente permeato d'un bel fondo di boriosa alterigia, che non può certo mancare nella vostre (rispettabilissime) biblioteche di merda. Quindi, è proprio il caso di dire:
Compràtelo? Còmpratelo!
1 commento:
"Ecco stoppensando a té, Nenè, Nenè...". Bene, questa è la canzone dell'autista del pulma della SITA per Colle (quello dei barbari) e mentre pensa ar budello di su' madre, pigia il segnalatore acustico (oltre a pigiare la mitica cubista del Maroccone, Masciambruno Zuleika) o classòn: infatti il suono "Nenè, Nenè" (sì, anche la virgola) è quello dei clàsso nòvi dei pulmi nòvi, cioè son nòvi tutteddue, no quelli vecchi che fanno "Nènineninè". Lautore (il Maestro, sì, alimentare, di questo bel pajo di coglioni) ha cuindi colg colst preso questo momento tòpico (e anche alla signiorina Zuleika) e lo ha riportato nell'àlbume "Volano le pagine", quelle bianche lasciate da cuegli ignioranti di critici musicali che quando uscì 'sto capolavoro gli diedero anche 2/10 (Faremusica, ora divento serio, m'incazzo e ancheanche, se vesta favadimerda modello bruttissimacopiadiPanellaBattistiChiocchiostiantassi è un musicista, io sono Schriebin). Bona. Dé.
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