La Destra solitamente governa per lo spazio di una legislatura completa, entro la quale compie danni considerevoli ed amplifica la sperequazione della ricchezza a favor (immancabilmente) di se stessa; allarga la forbice sociale a beneficio delle classi alte, demarca ulteriormente confini, consolida rendite di posizione proprie e di consorterie amiche; intraprende politiche fiscali tese a smantellare ogni assistenzialismo e stato sociale; comincia guerre e (dice) mette in sicurezza lo Stato contro la piccola criminalità.
Sull'onda del malcontento che s'accumula e fa seguito a tutto ciò, dopo regolari elezioni il testimone passa alla Sinistra, la quale forte del suo successi per protesta, solitamente non fa nulla, resta immobile e non governa per lo spazio di una legislatura completa, trovandosi (immancabilmente) divisa e indebolita da questioni intestine sul primato interno, incapace di proporre un Nuovo e nemmeno tanto buona a negare il già posto in essere, ché tanto a fondo s'è già radicato nel frattempo.
Il governo cade, fra dibattiti e immobilismo, l'opposizione esterna a fare il suo lavoro e quella interna a puntare continuamente il dito contro se stessi.
Torna quindi la Destra, richiamata al potere dal malcontento e dall'incapacità manifesta di quegli altri, tanto sono tutti uguali, destra o sinistra alla fine chi lo prende in culo siam noialtri e è tutto un magna-magna, dice il popolo bue mentre va (se va) al voto e ridà corpo all'alternanza.
A quel punto la Destra si lamenta di quello che han lasciato gli altri - conti, disordini, odio sociale, eccetera - e il giochino all'ingrasso ricomincia. Così all'infinito, più o meno.
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