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dicembre 01, 2006

FORZA, ITALIA
Facce ride’…

Antefatto: Vasili Mitrokhin era un archivista del KGB, il famoso servizio segreto sovietico. Durante la sua attività raccolse e sottrasse molte schede segrete (ca. dal 1917 al 1984) dell’organizzazione, cercando di passare questi dati agli occidentali, in particolare agli Stati Uniti, i quali tuttavia non ritennero la persona credibile e giudicarono un falso il suo archivio (l’Archivio Mitrokhin, appunto), permettendo quindi l’arrivo del tutto, nel 1992, all’ambasciata britannica.
Attraverso la pubblicazione di questo archivio, (molti storici, oltre – come detto – agli USA, si sono posti il problema della credibilità dei documenti di Mitrokhin, considerando anche che non è possibile verificarne l’autenticità in Unione Sovietica) i paesi dell’occidente europeo, tra cui l’Italia, hanno scoperto che lo spionaggio sovietico si era addentrato fin nei gangli fondamentali dei loro Stati e che i partiti comunisti occidentali legati a Mosca avevano operato per favorire lo spionaggio in vista di una possibile guerra d’invasione sovietica.
Si è scoperto infatti che l’URSS non aveva mai dismesso i suoi piani di conquista dell'Occidente e che aveva mantenuto in vita un mastodontico apparato militare, pronto ad entrare in azione in qualsiasi momento. A questo scopo, diretto e finanziato dal KGB, aveva creato una rete di agenti, informatori, spie, per carpire segreti politici e militari all’Occidente.
Sulla base di questi documenti (perlopiù note manoscritte che l'ex archivista copiò da documenti segreti del KGB), il servizio segreto inglese mise insieme il Dossier Mitrokhin, consegnando al SISMI, il servizio segreto italiano, le schede che riguardavano direttamente l’Italia.
Il governo italiano, allora presieduto da D’Alema, presentò un disegno di legge per l’istituzione di una commissione d’inchiesta riguardante il Dossier Mitrokhin, il disegno decadde, ma venne ripreso e approvato nella legislatura successiva. La Commissione Mitrokhin. A tutt’oggi la commissione Mitrokhin è presieduta da Paolo Guzzanti – ovviamente di Forza Italia, nonché (ha il suo meritato inferno sulla terra) padre di Corrado e Sabina – e, avvalendosi dei soliti “cristallini” personaggi che gravitano intorno al centro destra (si ricordi Storace e il Lazio-Gate, tanto per rammentarne uno…), conduce brillanti indagini sull’odierno centro sinistra italico, con lo scopo primario di dimostrare che Prodi era l’uomo di riferimento del Kgb in Italia.
Oggi: le intercettazioni telefoniche pubblicate su CorSera e su Repubblica – siamo un popolo d’intercettatori – dimostrano ampiamente che Mario Scaramella, l’informatore della commissione (personcina tanto ammodo da esser coinvolto - l'aveva incontrato! - oggi nell’omicidio di Alexandr Livtinenko, la spia russa di cui tutti parlano e che pare avesse scottanti notizie, nonché al centro di oscuri traffici d’armi e maneggi varî) riferiva a Guzzanti su politici del centrosinistra in merito ai loro rapporti con l'ex Unione Sovietica e che Guzzanti ne parlava “al Capo”, cioè a Berlusconi in persona.
Per ogni dettaglio, a questo punto conviene citare l’articolo odierno di Repubblica. La cosa allucinante è che questa vicenda sta passando sotto silenzio.

“Nella lingua inglese, c’è un’efficace formula per definire il piano preparato nei segreti della “Commissione Mitrokhin” contro Romano Prodi. La formula è character assassination, la distruzione della reputazione, l’annientamento della sua credibilità, l’assassinio di una persona non nel suo corpo, ma nella sua identità morale, professionale, sociale. Il senatore Paolo Guzzanti è determinatissimo a trovare elementi che possano diventare, una volta pubblici, la tomba politica dell’antagonista di Silvio Berlusconi. Li chiede, li invoca, li pretende, dal suo consulente privilegiato Mario Scaramella e il “professore” non lesina al presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta occasioni, opportunità posticce, piani di aggressione privilegiati e subordinati. Prodi deve diventare l’uomo di fiducia del KGB in Italia. Potrebbe non bastare e, allora, il “professore” consiglia al senatore di autorizzare altre manovre. Nella Repubblica di San Marino si possono creare le condizioni per accusare Prodi di essere finanziato da Mosca attraverso la Cassa di Risparmio e, da qui, a Nomisma. La confezione di questi falsi documenti sarebbe dovuta finire sul tavolo del procuratore di Bologna. Se le testimonianze, raccolte dai transfughi del KGB in Europa, non dovessero essere sufficienti, il “professore” si dichiara disponibile a raccogliere direttamente a Mosca altri dossier del Kgb compromettenti.
Forte di una lettera del ministro degli Esteri Gianfranco Fini, dovrebbe però avere il placet del “Capo” per evitare problemi con Vladimir Putin. Infine, le COOP. Si potrebbe organizzare un’evidenza del loro legame con la criminalità organizzata. Una convergenza d'interessi che si consuma nell'indifferenza, tutta politica, delle “toghe rosse” della procura di Napoli. Un bel piano, alla vigilia delle elezioni.
Paolo Guzzanti mostra sempre grande entusiasmo per le fantasiose trovate del suo collaboratore. Il quale appare molto interessato a capire, anche per il suo futuro professionale, qual è la parte in commedia di Silvio Berlusconi. Guzzanti […] lo rassicura: “Annuiva gravemente... Ha voglia di giocare all’attacco”.
La storia delle trappole preparate dentro il Parlamento con i poteri speciali attribuiti a una commissione di inchiesta contro Romano Prodi, allora candidato premier, a soli tre mesi dalle elezioni, si può, in fondo, raccontare con due sole telefonate tra quelle intercettate per ordine della Procura di Napoli, oggi nel fascicolo trasmesso al pubblico ministero di Roma.
I fabbricanti della storia inventata li si può vedere all’opera […] il 28 gennaio del 2006:
Mario Scaramella: “Il segnale che io ho avuto è questo: non c'è un'informazione Prodi uguale agente Kgb, ma parliamo di “coltivazione”, contatti”.
Paolo Guzzanti: “Coltivazione è abbastanza, eh?!”.
Scaramella: “Per me, è moltissimo. È quello che mi viene detto. A questo punto, non pretendete una dichiarazione da chicchessia che dica “Prodi è un agente” […]
Il problema del senatore e del suo collaboratore è chiaro. Non possono accusare Romano Prodi di essere un agente e dunque ripiegano su una formula meno assertiva, ma più malignamente suggestiva. Romano Prodi è stato un uomo “coltivato” dal Kgb. Il problema dei due signori è di costruire un supporto di testimonianze che regga in pubblico, perché, come dice Guzzanti, “non è una lite tra giornali, qui si finisce poi in tribunale”. Tocca a Scaramella trovare il testimone chiave. Vladimir Bukovskij (intellettuale dissidente riparato a Londra […]) si è chiamato fuori con una considerazione che non fa una piega: “Se attacchiamo politici occidentali, quando non abbiamo documenti, poi perdiamo credibilità, anche quando invece abbiamo i documenti” […]
A questo punto, il “professore” propone come testimone chiave Oleg Gordievskij (ex colonnello del Kgb, riparato a Londra nel 1985, autore con Cristopher Andrew de “La Storia segreta del Kgb”). Ma c'è una difficoltà. Oleg non ne vuole sapere di mettere tra virgolette “Prodi agente del Kgb”, perché “questo non è accaduto”, dice. Scaramella però conviene che si può lavorare sul discorso di “coltivazione”.
Guzzanti gli spiega gli essenziali passaggi che deve documentare per la commissione. […]
Guzzanti: “Io voglio sapere se lui non smentirà mai di aver detto quello che ha detto. Punto! La “coltivazione”... il IV dipartimento... queste possono essere successive cose. Io devo poter dire: “Il signor O. G. (Oleg Gordievskij), parlando del signor R. P. (Romano Prodi) dice così. Punto!”.
Scaramella: “Io non sono in grado oggi di dire se lui è in grado di ripeterlo. Lo ha detto e lo conferma”.
Guzzanti: “A me mi basta che lui non smentisca di averlo detto!”.
Scaramella: “Quel che ci abbiamo è acquisito, Capo, senza possibilità di manipolazioni”.
Definiti i passaggi successivi del piano, Scaramella cerca di capire da Guzzanti, il suo “Capo”, qual è l'opinione del “Capo” di Guzzanti su quel che stanno cucinando. A chi pensare se non a Silvio Berlusconi? Proprio al presidente del Consiglio in carica in quel gennaio 2006, sembra far riferimento il senatore di Forza Italia quando informa il consulente di come sono andate le cose.
Scaramella: “Tu hai qualche dettaglio in più dell'incontro con il Capo?”.
Guzzanti: “la notizia ha avuto un forte impatto. Io quando vado da lui gli dico le cose a voce ma, contemporaneamente, gli metto sotto il naso un appunto scritto in cui ci sono le stesse cose che gli sto dicendo e nell’appunto scritto - che lui s’è letto e riletto sottolineando i punti salienti, scrivendo 1, 2, 3, come fa lui - ci sono le cose di cui abbiamo parlato come futuro… Annuiva gravemente, come uno che non solo è..., anzi, quando io ho detto: “Sai, il problema di questa faccenda è che, se noi andiamo a un processo, poi è una cosa in cui dobbiamo dimostrare ciò che diciamo", e lui, sorprendendomi un po’ – però ho capito che ha voglia di giocare all'attacco – ha detto: “Beh, un momento! Intanto però li costringiamo a difendersi”. Questa l’ho trovata una reazione estremamente positiva. E contemporaneamente io gli dico: “Guarda, ... ti porto il risultato e quindi (frase incomprensibile)”.


Personalmente mi fermo qui, rimandando alle intercettazioni complete (belle) e agli articoli riportati sui giornali in questione, che sanno sicuramente meglio affrontar la cosa. Quando mettevo I Complotti del Mortadella non andavo tanto lontano dal vero, evidentemente, io che non sono un cazzo. Ma quante belle cose, mette insieme questa Destra... Gente così si farebbe qualche scrupolo anche nel manomettere un risultato elettorale, nello spezzare la base della democrazia? Già, del DVD di Deaglio non se ne parla già più... e anche questa bella storia è destinata a finire sotto la sabbia, con un sacco di altre cose. Saranno lì, domani, a Roma, tutti belli festanti e con le bandiere e con tante belle parole infiammate da dire alla massa becera e rissosa, inguainata nel kit forzista appositamente messo a punto dal marketing di partito ed ivi venduto (maglietta/bandiera/tazza/cappellino/spilla/cos'altro?). E giù felicità per tutti. E meno tasse. Con qualche svenimento, così si confonde un po' le idee.

3 commenti:

loska ha detto...

perchè, secondo te Volontè uno scorreggione come quello dei presepi all'Ikea lo ha emesso così, per favore al popolo???


E cmq la cosa ridicola (e che la dice lunga...) è che Guzzanti, interrogato in merito alle intercettazioni (anzi, ai contenuti delle stesse) si è affrettato a contestare il metodo (ohhhh le intercettazioni! Mi sento violentato nella mia anima) e non a spiegare i contenuti...


tristezza...

beneselve ha detto...

Di tutte queste commissioni stile "verme della tenia "quella presieduta da Guzzanti è di certo la più... la più... non mi viene la parola giusta. La più... la più...

A no, ora che ci penso forse la commissione Antimafia è un pò più... un pò più...ah si. SPAVENTOSA

ciofo ha detto...


Mi son ricordato di questo fatto leggendo, e mi sono reso conto di essermene totalmente dimenticato nel poco tempo che e' passato.


E come fai? siamo sommersi di informazione merdosa, di scandali a un tot alla dozzina, di infamazioni e diffamazioni.


Non ci si fa piu', e loro se ne approfittano; altro che colpo di stato, sono stati infinitamente piu' furbi.