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dicembre 29, 2006

dicembre 21, 2006

...e dunque, il SS. Natale s’approssima et avvicina, quest’anno come gli altri; e dunque noi, al mysericordioso e pio orfanotrofio delle Suore Lupine “San Lupone III o IV d’Antiochia”, abbiamo pensato, fra un pignoramento coatto a nostro favore e un fallimento pylotato a nostro beneficio (a seguito com’è d’uopo delle multiformi e meritevolissime attività che da spesso ci caratterizzano: strozzinaggio, vsvra, taglieggiamento, minaccia all’arma bianca – ultima acquisizione, l’Ovattificio Fortunato sas, di Franelle di Ceppaduro (TT), per un patrimonio totale gestito di 11.000.000 €, più tre mute di cani pipy requisite e svariati arsenali di batterî) di passarlo con la Cultura.
Voi, ad esempio, la sapete LA CULTURA? Quella con la C maiuscola, che parla pure in quella lingua da manfruïti, lì, che prima ce n’erano due poi una è sparita deo gratias sennò vai a sapere te il casino lì sì che non ci si capiva una sega, dico il Francese e il Provenzale. Eh? Voi lo sapete il Francese, e la cultura? E magari pure allo stesso tempo? Ma che volete saperci, voi. Ebbene, la nostra Suor Lupònia Badessa Devotissima LI SA! Tutti e due. E allora via che vi regala questa piccola gemma di saggezza, direttamente da quel pelaticcio d’incerta salute che dice fosse coso lì, il Baudelaire:

Il me semble que je serais toujors bien là où je ne suis pas
Mi sembra che starò sempre bene là dove non sono

Bella, eh? Peccato che non c’entri un cazzaccio nulla col Natale, o col clima di festa che si respira anche presso i nostri baNbini, primi fra tutti il Lupotràni e il Lupésci, regolarmente stangati da Suor Lupòta per la loro eccessiva esuberanza in classe, oltreché ignoranza piena et assoluta dell’aoristo. Ma c'entra assai con le vostre spiacevolissime ancorché insipïde vitarelle desideranti come se si fosse tutti di quei gobbi mantrugioni del Leopardi. Inoltre, se si ammette questa, si potrà senz’altro riportare anche quest’altra, del pari del tutto fuori luogo e a sproposito. E in più, di Suor Lupènchi, novizia assegnata all’Economato&LavaggioDenaroSporco:

A me, l’economia è quella scienza che mi dà parecchia noia 
À moi, l’économie c’est la science que plus m’emmèrde

Ma adesso basta, temp’è di cessar co’ convenevoli, e campo lassar alla festa e alla letizia (e anche un poco all'aggiotaggio), affinché vi riempiano il cuore e anche un poco il naso, e possa magicamente lo spyrito del momento farvi trovare un graziosissimo alberino natalizio marrone sagomato a forma d’intestino crasso (*) sul vostro pianerottolo, proprio come è capitato a Suor Lupanària, che dipoi s'è scoperto essere crvdo e rio scherzo del focomelico Lupùgi, stanco d'angherie e soprusy su di lui regolarmente perpetrati da noi pie suorine ma non solo, in classe e non. AME. E BUON NATALE E ANCHE UN PO' BEFANA.




(*) s'indovini un po' cos'era in verità? A forma d'intestyno? Ma era uno stronzolo, cary miei, né più né meno. Lo dico pe’ tardî in comprendonio e mestî d’intelletto, giacché a Natale è d'uopo esser più buoni e svelar tutti gli arcanî

dicembre 19, 2006

VERBALE DI AVVENUTO SYNISTRO DI TIPO MODERATO O LIEVE, CON ASSENZA TOTALE O PARZIALE DI FERITI E/O NÜOCIMENTO A TERZI INTERESSATI O SOLO CHE PASSAVAN DI LÌ PER CASO

Transitavasi prudentemente sulla Strada Statale 11, denominata altresì “Campobasso in fiore” anche se si trova a Sfruconate sul Caspio (MM), alle ore serali delle dieci e tre quarti/nove e cinquanta precise il suddetto (non l’abbiamo suddetto, facciamo che si corregge ora, quiddicendolo: il soggetto del presente verbale è il sig. Papero Gonfio) conducente, conducente (non è una ripetizione; il primo è un nome, il secondo un participio presente) lugubremente ancorché con la diligenza del buon padre di famiglia una IUNDAI MATIX colore blu carabiniere, et recante a bordo un pupazzo giallo paperiforme, piuttosto gonfio, sul pianale della bauliera, et in virtù di ciò abitualmente quanto liberamente rotolante da destra a manca et da manca a destra e qualche volta pure da su in giù, fino a cadere sul sedile di dietro e perdersi tragicamente fra i tappetini. Punto. Era l'ora. Il suddetto conducente, sig. Papero Gonfio, di anni 43 portati col riporto, incensurato tranne che per un dito rotto mentre giocava a pallone entrando sur un botrione squallido a fargli male e invece s’è fatto male lui, segno del Varano ascendente Galleggiante-per-Sciacquoni, impiegato al Catasto con la mansione di Castoro-Accatastatore-in-Seconda, alla curva posta al km. 7, curva detta “curva di Fuscellone” o anche “il Siri”, a seconda se a parlare sono le famiglie Fuscellone o Siri, in prossimità del luogo ora descritto residenti et in fierissima quanto interminabil guerra di vicinato fra loro; alla curva in questione, insomma, il suddetto sig. Gonfio notava un insolito comportamento nella di lui (in realtà presa a nolo e strozzo dal concessionario “Bonaventura da Bagnoregio – Nostalgia del Medioevo srl”) vettura, la quale pervicacemente cominciava ad uscir di corsia, muovendosi come mobilissime fronde mosse da tramontana assassyna e prendendo una direzione tutta sua rispetto alla “Campobasso in fiore”. Nell’altro senso di marcia transitavasi: nessuno, se non dopo cinque/dieci minuti dal Fatto.
All’imprevista quanto improvvisa situazione, il sig. Gonfio reagiva controsterzando al fine di riportare il veicolo a più miti consigli, e nel contempo nella corsia ad esso destinata da chi a suo tempo progettò la carreggiata in questione (trattavasi dell’architetto Zomba PierFrustone, nativo di Campobasso e tytolare truffaldino dello Studio Tecnico a carattere Comunale Mediante Tangenti “S.T.C.M.T. Odori di Campobasso”). Al che, la vettura a sua volta reagiva attraversando impazzita la corsia a lei destinata, affrontando la curva susseguente con un atteggiamento borioso ed eccessivo, in tutto e per tutto non consono all’andamento placido e bujo della statale, infilandosi inevitabilmente nel fosso delimitante lo spazio fra la carreggiata e il ciglio in erba, terra e sassi varî, accomodandosi dolcemente o rovesciandosi questo non è chiaro vista la contemporanea assenza di terzi di cui poco sopra si è riportato. Il sig. Gonfio ricorda precisamente che avendo egli escalamato: “via, bisogna che esca di qui alla svelta”, trovavasi dipoi ad agir di conseguenza, uscendo quindi dall’abitacolo ma dalla parte opposta a quella consueta, e trovando ad attenderlo un pulmino di hippies dalla dubbia moralità e dalla sessualità presumibilmente confusa, dal quale (pulmino) dopo affacciavasi un’infante di circa anni sei, la quale (infante) così apostrofava il padre appena sceso a constatare il danno ed eventualmente dare il suo aiuto a chicchessia lo richiedesse: “ma è viva, babbo?”
Posto il triangolo d’ordinanza e scacciati i portamerda, il sig. Gonfio si è messo tranquillamente seduto in zona ad attendere i soccorsi, prontamente giunti nella persona di me, capitano LoDicevo Carmelo, anni 38 portati bene eccetto qualche brizzolaggio ribelle sulle tempie, e di quella del collega, agente Debora LuigiMaria, 38 anni anch’egli ma portati indubitabilmente peggio e dotato altresì di apparato riproduttivo di minor efficacia nonché dimensioni rispetto al mio.
Alla domanda “che ci fa lei qui non faccia tanto lo spiritoso”, rivolta al sig. Gonfio dal collega, questi (il sig. Gonfio) rispondeva: “sa se passa di qui il 28 barrato?”, guadagnandosi così l’immediato traducimento, no traduzione; nemmeno, tradimento – l’immediato diritto ad esser tradotto nella più vicina Regia Questura, dove veniva interrogato senza però rivelare alcunché sulla scomparsa del conducente della mysteriosa vettura rovesciata colà presente. Solo dopo l’intervento del tytolare del concessionario “Bonaventura da Bagnoregio – Vieni, ti ce lo pigio a spregio srl” di cui sopra, si è constatata l’identità perfetta, solo con qualche livido in più (parimenti mysterioso e assolutamente inspegabile), tra il sig. Gonfio davanti a noi presente al momento, e il conducente della vettura, ahimè ormai irreversibilmente posta da noi sotto sequestro per accertamenti e già di per conto suo preda degli Sciacalli, i quali l'avevano depredata in ispecie del papero giallo piuttosto gonfio di cui al punto precedente (quale?), che quindi può definirsi "scomparso". 
È stata comunque disposta la mysura di carcerazione preventiva per il sig. Papero Gonfio non si sa mai potesse tornare utile o comunque giusta, nella contemporanea attesa che la macchina sia rivenduta abusivamente da noi sul mercato nero turco, in previsione di un significativo contributo allo svecchiamento degli arredi del presente ufficio, oberato di Commodore-128 e occhialini da pilota di Sidecar residuati dalla Guerra di Libia.


L’Agente della Regia Questura “MALLIO”
Debora LuigiMaria, presente
 al fatto e alla stesura del presente verbale mediante Olivetti O-134, in data 04.12.06 (il fatto, non il verbale, che invece è del giorno dopo, avendo ormai passato la mezzanotte)

dicembre 14, 2006

“e quindi è andata così, sai… sì, insomma: c’era l’annuncio e io ho risposto e adesso sono l’Addetto alla Programmazione e Conduzione di Robot Manipolatori. Sembra una ditta seria”
“però! Bene, no?”
“Già, e ho avuto fortuna che cercavano ancora. Prima di me avevano visto uno che proveniva dal Settore Salotti, e l’hanno scartato. D’altra parte, le esigenze dell’azienda erano altre. Certo, bisogna anche averci qualcosa di barbonissimo in testa, per dire a una ditta che cerca un Addetto ai Robot Manipolatori che si proviene dal Settore Salotti. È un darsi la zappa sui piedi da soli, figa. Fortunatamente per me, dico. Fare il Sampling non era più una cosa che mi interessava… e poi qui ho pure la partita IVA”
“come me, allora... ma sai che anch’io ho cambiato?”
“No! Davvero?”
“sì, adesso sono al Queue Busting, al Carrefour della rotonda, qui a Limìto di Pioltello… mi va più che bene per il momento. E poi il background di là è veramente forte. Ed ho pure qualche idea, già”
Queue Busting? E i Dominî .eu?”
“I Dominî .eu, cosa?”
“non vendevi Dominî .eu, fino a poco tempo fa?”
“ah-ah… e chi ci pensa più, ai Dominî .eu? bisogna aggiornarsi, nella vita! Quello conta...”

dicembre 04, 2006

Forse, irretiti dalla civile, acuta e costruttiva manifestazione di piazza S. Giovanni di sabato – quella dello slogan più cretino, ai vincitori in palio il manuale “Fvggo al Fysco”  e una stretta di mano del Capo – non siete ancora a conoscenza del fatto che a Cernusco sul Liména (prov. di Mantegazzo, una bella cittadina del cazzo) c’è un bel corso su

L’evoluzione di forme e concept del PACKAGING
Per promuovere, vendere e innovare il prodotto

Che si avvale della collaborazione di gente quale
Gepy Sachet (Italian Institute of Packaging, o anche III – sì, tipo Lupin: Istituto Italiano Imballaggio)
Roger Botti (FutureBrand Ciuino & Associati)
Pedrito Soro Zomar (Ringo Boys PremiumBrands)
Claudio Testa-Braghi e Fabia Fabris (gruppo GPT & Associati, fra cui Pico de' Paperis)
Teodoro Alfredo Crittadello (RBA-PDA Design Pan European Brand Design Association e altre sigle in libertà)

Ne potete fare a meno? Questi alcuni tra i temi trattati:

• La creatività e l’innovazione del packaging come risposta ai nuovi comportamenti di consumo
• La progettazione di un packaging coerente con il posizionamento del prodotto, il marketing-mix e i canali distributivi
• Gli strumenti innovativi di comunicazione del packaging: know-how e VITAMINA C
• La valorizzazione delle caratteristiche intrinseche del prodotto attraverso il packaging
• Il ruolo del packaging per garantire la riconoscibilità del brand nei progetti di ampliamento della gamma
• La sicurezza dell’imballaggio a tutela del consumatore
• Pvppe o cvlo?

E questo il target:

• Responsabile Marketing Strategico
• Packaging Manager
• Brand Manager
• Product Manager
• Responsabile Logistica Distributiva
• Bucaniere Malato
• Pescatore di Frodo
• Paperèga Senior

Particìpia, NUMEROSO! I profili a più alto potenziale accederanno direttamente ai Quadri di Forza Italia, AN e Lega (a scendere).
Inviando il
coupon (quale?) si usufruisce di uno sconto speciale del 5% sulla quota d’iscrizione (offerta non cumulabile con altri sconti o prodotti, tipo il corso sul Recruiting in Assessment Selettivo - 5 mesi, solo per capire di cosa tratta: 3.500 eurini - o il Masters of the Universe per diventare il nemico-numero-uno di Skeletor soppiantando He-Man - 7 mesi, 4.000 euro più l'armatura a Vs. carico). La quota d'iscrizione è più bassa se non si è mai stati comunisti.

dicembre 01, 2006

FORZA, ITALIA
Facce ride’…

Antefatto: Vasili Mitrokhin era un archivista del KGB, il famoso servizio segreto sovietico. Durante la sua attività raccolse e sottrasse molte schede segrete (ca. dal 1917 al 1984) dell’organizzazione, cercando di passare questi dati agli occidentali, in particolare agli Stati Uniti, i quali tuttavia non ritennero la persona credibile e giudicarono un falso il suo archivio (l’Archivio Mitrokhin, appunto), permettendo quindi l’arrivo del tutto, nel 1992, all’ambasciata britannica.
Attraverso la pubblicazione di questo archivio, (molti storici, oltre – come detto – agli USA, si sono posti il problema della credibilità dei documenti di Mitrokhin, considerando anche che non è possibile verificarne l’autenticità in Unione Sovietica) i paesi dell’occidente europeo, tra cui l’Italia, hanno scoperto che lo spionaggio sovietico si era addentrato fin nei gangli fondamentali dei loro Stati e che i partiti comunisti occidentali legati a Mosca avevano operato per favorire lo spionaggio in vista di una possibile guerra d’invasione sovietica.
Si è scoperto infatti che l’URSS non aveva mai dismesso i suoi piani di conquista dell'Occidente e che aveva mantenuto in vita un mastodontico apparato militare, pronto ad entrare in azione in qualsiasi momento. A questo scopo, diretto e finanziato dal KGB, aveva creato una rete di agenti, informatori, spie, per carpire segreti politici e militari all’Occidente.
Sulla base di questi documenti (perlopiù note manoscritte che l'ex archivista copiò da documenti segreti del KGB), il servizio segreto inglese mise insieme il Dossier Mitrokhin, consegnando al SISMI, il servizio segreto italiano, le schede che riguardavano direttamente l’Italia.
Il governo italiano, allora presieduto da D’Alema, presentò un disegno di legge per l’istituzione di una commissione d’inchiesta riguardante il Dossier Mitrokhin, il disegno decadde, ma venne ripreso e approvato nella legislatura successiva. La Commissione Mitrokhin. A tutt’oggi la commissione Mitrokhin è presieduta da Paolo Guzzanti – ovviamente di Forza Italia, nonché (ha il suo meritato inferno sulla terra) padre di Corrado e Sabina – e, avvalendosi dei soliti “cristallini” personaggi che gravitano intorno al centro destra (si ricordi Storace e il Lazio-Gate, tanto per rammentarne uno…), conduce brillanti indagini sull’odierno centro sinistra italico, con lo scopo primario di dimostrare che Prodi era l’uomo di riferimento del Kgb in Italia.
Oggi: le intercettazioni telefoniche pubblicate su CorSera e su Repubblica – siamo un popolo d’intercettatori – dimostrano ampiamente che Mario Scaramella, l’informatore della commissione (personcina tanto ammodo da esser coinvolto - l'aveva incontrato! - oggi nell’omicidio di Alexandr Livtinenko, la spia russa di cui tutti parlano e che pare avesse scottanti notizie, nonché al centro di oscuri traffici d’armi e maneggi varî) riferiva a Guzzanti su politici del centrosinistra in merito ai loro rapporti con l'ex Unione Sovietica e che Guzzanti ne parlava “al Capo”, cioè a Berlusconi in persona.
Per ogni dettaglio, a questo punto conviene citare l’articolo odierno di Repubblica. La cosa allucinante è che questa vicenda sta passando sotto silenzio.

“Nella lingua inglese, c’è un’efficace formula per definire il piano preparato nei segreti della “Commissione Mitrokhin” contro Romano Prodi. La formula è character assassination, la distruzione della reputazione, l’annientamento della sua credibilità, l’assassinio di una persona non nel suo corpo, ma nella sua identità morale, professionale, sociale. Il senatore Paolo Guzzanti è determinatissimo a trovare elementi che possano diventare, una volta pubblici, la tomba politica dell’antagonista di Silvio Berlusconi. Li chiede, li invoca, li pretende, dal suo consulente privilegiato Mario Scaramella e il “professore” non lesina al presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta occasioni, opportunità posticce, piani di aggressione privilegiati e subordinati. Prodi deve diventare l’uomo di fiducia del KGB in Italia. Potrebbe non bastare e, allora, il “professore” consiglia al senatore di autorizzare altre manovre. Nella Repubblica di San Marino si possono creare le condizioni per accusare Prodi di essere finanziato da Mosca attraverso la Cassa di Risparmio e, da qui, a Nomisma. La confezione di questi falsi documenti sarebbe dovuta finire sul tavolo del procuratore di Bologna. Se le testimonianze, raccolte dai transfughi del KGB in Europa, non dovessero essere sufficienti, il “professore” si dichiara disponibile a raccogliere direttamente a Mosca altri dossier del Kgb compromettenti.
Forte di una lettera del ministro degli Esteri Gianfranco Fini, dovrebbe però avere il placet del “Capo” per evitare problemi con Vladimir Putin. Infine, le COOP. Si potrebbe organizzare un’evidenza del loro legame con la criminalità organizzata. Una convergenza d'interessi che si consuma nell'indifferenza, tutta politica, delle “toghe rosse” della procura di Napoli. Un bel piano, alla vigilia delle elezioni.
Paolo Guzzanti mostra sempre grande entusiasmo per le fantasiose trovate del suo collaboratore. Il quale appare molto interessato a capire, anche per il suo futuro professionale, qual è la parte in commedia di Silvio Berlusconi. Guzzanti […] lo rassicura: “Annuiva gravemente... Ha voglia di giocare all’attacco”.
La storia delle trappole preparate dentro il Parlamento con i poteri speciali attribuiti a una commissione di inchiesta contro Romano Prodi, allora candidato premier, a soli tre mesi dalle elezioni, si può, in fondo, raccontare con due sole telefonate tra quelle intercettate per ordine della Procura di Napoli, oggi nel fascicolo trasmesso al pubblico ministero di Roma.
I fabbricanti della storia inventata li si può vedere all’opera […] il 28 gennaio del 2006:
Mario Scaramella: “Il segnale che io ho avuto è questo: non c'è un'informazione Prodi uguale agente Kgb, ma parliamo di “coltivazione”, contatti”.
Paolo Guzzanti: “Coltivazione è abbastanza, eh?!”.
Scaramella: “Per me, è moltissimo. È quello che mi viene detto. A questo punto, non pretendete una dichiarazione da chicchessia che dica “Prodi è un agente” […]
Il problema del senatore e del suo collaboratore è chiaro. Non possono accusare Romano Prodi di essere un agente e dunque ripiegano su una formula meno assertiva, ma più malignamente suggestiva. Romano Prodi è stato un uomo “coltivato” dal Kgb. Il problema dei due signori è di costruire un supporto di testimonianze che regga in pubblico, perché, come dice Guzzanti, “non è una lite tra giornali, qui si finisce poi in tribunale”. Tocca a Scaramella trovare il testimone chiave. Vladimir Bukovskij (intellettuale dissidente riparato a Londra […]) si è chiamato fuori con una considerazione che non fa una piega: “Se attacchiamo politici occidentali, quando non abbiamo documenti, poi perdiamo credibilità, anche quando invece abbiamo i documenti” […]
A questo punto, il “professore” propone come testimone chiave Oleg Gordievskij (ex colonnello del Kgb, riparato a Londra nel 1985, autore con Cristopher Andrew de “La Storia segreta del Kgb”). Ma c'è una difficoltà. Oleg non ne vuole sapere di mettere tra virgolette “Prodi agente del Kgb”, perché “questo non è accaduto”, dice. Scaramella però conviene che si può lavorare sul discorso di “coltivazione”.
Guzzanti gli spiega gli essenziali passaggi che deve documentare per la commissione. […]
Guzzanti: “Io voglio sapere se lui non smentirà mai di aver detto quello che ha detto. Punto! La “coltivazione”... il IV dipartimento... queste possono essere successive cose. Io devo poter dire: “Il signor O. G. (Oleg Gordievskij), parlando del signor R. P. (Romano Prodi) dice così. Punto!”.
Scaramella: “Io non sono in grado oggi di dire se lui è in grado di ripeterlo. Lo ha detto e lo conferma”.
Guzzanti: “A me mi basta che lui non smentisca di averlo detto!”.
Scaramella: “Quel che ci abbiamo è acquisito, Capo, senza possibilità di manipolazioni”.
Definiti i passaggi successivi del piano, Scaramella cerca di capire da Guzzanti, il suo “Capo”, qual è l'opinione del “Capo” di Guzzanti su quel che stanno cucinando. A chi pensare se non a Silvio Berlusconi? Proprio al presidente del Consiglio in carica in quel gennaio 2006, sembra far riferimento il senatore di Forza Italia quando informa il consulente di come sono andate le cose.
Scaramella: “Tu hai qualche dettaglio in più dell'incontro con il Capo?”.
Guzzanti: “la notizia ha avuto un forte impatto. Io quando vado da lui gli dico le cose a voce ma, contemporaneamente, gli metto sotto il naso un appunto scritto in cui ci sono le stesse cose che gli sto dicendo e nell’appunto scritto - che lui s’è letto e riletto sottolineando i punti salienti, scrivendo 1, 2, 3, come fa lui - ci sono le cose di cui abbiamo parlato come futuro… Annuiva gravemente, come uno che non solo è..., anzi, quando io ho detto: “Sai, il problema di questa faccenda è che, se noi andiamo a un processo, poi è una cosa in cui dobbiamo dimostrare ciò che diciamo", e lui, sorprendendomi un po’ – però ho capito che ha voglia di giocare all'attacco – ha detto: “Beh, un momento! Intanto però li costringiamo a difendersi”. Questa l’ho trovata una reazione estremamente positiva. E contemporaneamente io gli dico: “Guarda, ... ti porto il risultato e quindi (frase incomprensibile)”.


Personalmente mi fermo qui, rimandando alle intercettazioni complete (belle) e agli articoli riportati sui giornali in questione, che sanno sicuramente meglio affrontar la cosa. Quando mettevo I Complotti del Mortadella non andavo tanto lontano dal vero, evidentemente, io che non sono un cazzo. Ma quante belle cose, mette insieme questa Destra... Gente così si farebbe qualche scrupolo anche nel manomettere un risultato elettorale, nello spezzare la base della democrazia? Già, del DVD di Deaglio non se ne parla già più... e anche questa bella storia è destinata a finire sotto la sabbia, con un sacco di altre cose. Saranno lì, domani, a Roma, tutti belli festanti e con le bandiere e con tante belle parole infiammate da dire alla massa becera e rissosa, inguainata nel kit forzista appositamente messo a punto dal marketing di partito ed ivi venduto (maglietta/bandiera/tazza/cappellino/spilla/cos'altro?). E giù felicità per tutti. E meno tasse. Con qualche svenimento, così si confonde un po' le idee.