CORRI IN LIBRERIA! (e spiaccicati magari sulla porta automatica, che s’apre lenta lenta) È arrivato nientedimeno che il nuovo, avvincente libro di GIORGIO FALETTI! E se non vi basta, è pure uscita la nuova fatica letteraria di SUSANNA TAMARO! Inoltre, di PAULO COELHO c’è pure l’Agenda Coelho, per prendere i vostri appuntamenti dal podologo o dal logopedista assieme al vostro scrittore preferito. Via su, cacciatevi le mani in tasca, bellini, E PAGATE! Una breve descrizione delle due opere:
G. FALETTI, Fuori dal niente di vero ch'io uccido, A Te Giorgio Bubba – Bubbamelo Editore Jim Mackenzie, di anni 43, segno del cordless ascendente sodomia, per metà indiano e l’altra metà autista della SITA, torna nella sua città immobile e frusta, dalle parti della riserva Navajo, in Navaja appunto. Lo scrittore (scusate il termine) sta in brianzolissimi posti tipo Caerano, Castello di Godego, o anche Pipone, ma s’ostina a ambientare le sue originalissime (?) vicende in Arizona, a New York, Montecarlo, perché fa più ganzo. E mette pure nomi originalissimi tipo appunto Mackenzie, come la fattoria di LupoAlberto. Prima c’era stato pure Maureen Martini, commissario di polizia a Roma e preparatore serale di cocktails omonimi giusto per arrotondar la paga presso il bar “Johnny Merda” di Concordia Littoriale, vicino Ostia Navigabile. Comunque sia, Jim Mackenzie, per metà gargoyle per l’altra presidente del consiglio, è costretto a confrontarsi, nell’immobilità della sua cittadina, con la persona da cui più è rifuggito per tutta la vita: se stesso (WOW!). Poi però, già che è lì, una misteriosa catena di omicidi inizia a sconvolgere la vita della piccola comunità: al mattino dopo, le vittime vengono trovate in macchina – morte, sennò non sarebbero vittime – col cambio barbaramente infilato su per il culo e dalla radio una canzone degli ZZ-Top a tutto volume. Il che porta Jim Mackenzie a un’acuta quanto amara riflessione: ma in America, le macchine non avevano il cambio automatico quasi tutte? Ci dovevo nascere proprio io, nella città più retrograda della nazione? E gli ZZ-Top, non eran fuorilegge o cancerogeni ora non mi ricordo bene? Il tutto finché, durante una notte buia e tempestosa (Faletti è originalone) il nostro eroe sente echeggiare uno sparo. Una porta sbatté e una nave pirata apparve all’orizzonte. E Jim si renderà conto che è impossibile negare la propria natura quando un passato scomodo e oscuro torna per esigere il suo tributo di sangue. E tanti saluti al cazzo.
S. TAMARO, Ascolta la mia voce (strozzata) e va’ via di qui. Sto cacando, edizioni Fischione Pernicioso
Cosa ne è stato della nipote di Olga, la nonna protagonista di Va’ dove ti porta il cuore? E chi cazzo se ne frega? È forse tornata da Parigi, insieme al Merendero e Zio Luigi, giungendo in tempo per riappacificarsi con la nonna, al ridente paesello di Riese Pio IX (provincia di Alacrullo, nell’operoso Nord-Est), al grido di “MIGUEL SON MI!”? O ha trovato solo la lunga lettera di diario con annessa lista della spesa a lei indirizzata? E se il destino le avesse riservato invece una terza ipotesi che esclude le precedenti, tipo entrar a far parte della Yakuza e succedere a Oreen Ishii uccisa da TheBride, o essere inseguita da uno sceriffo esaltato di nome Teasle pei boschi dello stato di Washington perché nella sua cittadina non ci vogliono i falliti del Vietnam? È davvero - ella - figlia di un principe turco, nonché pronEpote del feroce saladino di boccaccesca memoria, o è semplicemente il frutto dei maldestri lombi di Enio Rigillo, fruttivendolo incazzoso di Lamporecchio col vizio del tressette molesto e urlato? Qual è stata la sua storia? E, ancora una volta, chi cazzo se ne frega? Alla ricerca dei suoi segreti, la ragazza scava tra bauli, carte e quaderni ingialliti ricomponendo, pagina dopo pagina, i vari tasselli di un mosaico generazionale (sticazzi!), dando quindi il via ad un viaggio che la condurrà alle origini della propria inquietudine, tramutandosi anche in ricerca spirituale attraverso la Terra Santa (immancabili, il viaggio spirituale e la Terra Santa); il tutto mentre il romanzo si apre con la descrizione del tronco segato di un noce, immagine dello sradicamento, rappresentazione reale di un ideale “albero dei ricordi” (garaglò), immagini di una profondità e sentimento quantomeno toccanti (sì, come no! Volete le profondità? Travestitevi da sub e compratevi una vasca da bagno parecchio profonda, è meglio).
Una prosa intrisa di sentimenti forti e di dolorose riflessioni allo specchio, senza paura di quegli sguardi impietosi al male di vivere a cui Susanna Tamaro ci ha abituati, che uno spera ogni volta sia l’ultima, ma invece lei torna inesorabile, come la morte le tasse e i piccioni, o col librino scipito e melenso o col temino da studentessa scema, tipo questo: “La percezione della bellezza e dell’armonia apre alla gioia, eppure i nostri giorni sono sordi. L’uomo contemporaneo è affetto da grandi inquietudini spirituali e incline ad agghiaccianti fanatismi” – parrebbe un titolo da compitino in classe, eh? E invece è un libro (scusino il termine) scritto da lei, che pensa di chiuder anzi così: “il silenzio è morto e, scomparendo, ha trascinato con sé tutto ciò che costituisce il fondamento dell’essere umano”. O piglia!
G. FALETTI, Fuori dal niente di vero ch'io uccido, A Te Giorgio Bubba – Bubbamelo Editore Jim Mackenzie, di anni 43, segno del cordless ascendente sodomia, per metà indiano e l’altra metà autista della SITA, torna nella sua città immobile e frusta, dalle parti della riserva Navajo, in Navaja appunto. Lo scrittore (scusate il termine) sta in brianzolissimi posti tipo Caerano, Castello di Godego, o anche Pipone, ma s’ostina a ambientare le sue originalissime (?) vicende in Arizona, a New York, Montecarlo, perché fa più ganzo. E mette pure nomi originalissimi tipo appunto Mackenzie, come la fattoria di LupoAlberto. Prima c’era stato pure Maureen Martini, commissario di polizia a Roma e preparatore serale di cocktails omonimi giusto per arrotondar la paga presso il bar “Johnny Merda” di Concordia Littoriale, vicino Ostia Navigabile. Comunque sia, Jim Mackenzie, per metà gargoyle per l’altra presidente del consiglio, è costretto a confrontarsi, nell’immobilità della sua cittadina, con la persona da cui più è rifuggito per tutta la vita: se stesso (WOW!). Poi però, già che è lì, una misteriosa catena di omicidi inizia a sconvolgere la vita della piccola comunità: al mattino dopo, le vittime vengono trovate in macchina – morte, sennò non sarebbero vittime – col cambio barbaramente infilato su per il culo e dalla radio una canzone degli ZZ-Top a tutto volume. Il che porta Jim Mackenzie a un’acuta quanto amara riflessione: ma in America, le macchine non avevano il cambio automatico quasi tutte? Ci dovevo nascere proprio io, nella città più retrograda della nazione? E gli ZZ-Top, non eran fuorilegge o cancerogeni ora non mi ricordo bene? Il tutto finché, durante una notte buia e tempestosa (Faletti è originalone) il nostro eroe sente echeggiare uno sparo. Una porta sbatté e una nave pirata apparve all’orizzonte. E Jim si renderà conto che è impossibile negare la propria natura quando un passato scomodo e oscuro torna per esigere il suo tributo di sangue. E tanti saluti al cazzo.
S. TAMARO, Ascolta la mia voce (strozzata) e va’ via di qui. Sto cacando, edizioni Fischione Pernicioso
Cosa ne è stato della nipote di Olga, la nonna protagonista di Va’ dove ti porta il cuore? E chi cazzo se ne frega? È forse tornata da Parigi, insieme al Merendero e Zio Luigi, giungendo in tempo per riappacificarsi con la nonna, al ridente paesello di Riese Pio IX (provincia di Alacrullo, nell’operoso Nord-Est), al grido di “MIGUEL SON MI!”? O ha trovato solo la lunga lettera di diario con annessa lista della spesa a lei indirizzata? E se il destino le avesse riservato invece una terza ipotesi che esclude le precedenti, tipo entrar a far parte della Yakuza e succedere a Oreen Ishii uccisa da TheBride, o essere inseguita da uno sceriffo esaltato di nome Teasle pei boschi dello stato di Washington perché nella sua cittadina non ci vogliono i falliti del Vietnam? È davvero - ella - figlia di un principe turco, nonché pronEpote del feroce saladino di boccaccesca memoria, o è semplicemente il frutto dei maldestri lombi di Enio Rigillo, fruttivendolo incazzoso di Lamporecchio col vizio del tressette molesto e urlato? Qual è stata la sua storia? E, ancora una volta, chi cazzo se ne frega? Alla ricerca dei suoi segreti, la ragazza scava tra bauli, carte e quaderni ingialliti ricomponendo, pagina dopo pagina, i vari tasselli di un mosaico generazionale (sticazzi!), dando quindi il via ad un viaggio che la condurrà alle origini della propria inquietudine, tramutandosi anche in ricerca spirituale attraverso la Terra Santa (immancabili, il viaggio spirituale e la Terra Santa); il tutto mentre il romanzo si apre con la descrizione del tronco segato di un noce, immagine dello sradicamento, rappresentazione reale di un ideale “albero dei ricordi” (garaglò), immagini di una profondità e sentimento quantomeno toccanti (sì, come no! Volete le profondità? Travestitevi da sub e compratevi una vasca da bagno parecchio profonda, è meglio).
Una prosa intrisa di sentimenti forti e di dolorose riflessioni allo specchio, senza paura di quegli sguardi impietosi al male di vivere a cui Susanna Tamaro ci ha abituati, che uno spera ogni volta sia l’ultima, ma invece lei torna inesorabile, come la morte le tasse e i piccioni, o col librino scipito e melenso o col temino da studentessa scema, tipo questo: “La percezione della bellezza e dell’armonia apre alla gioia, eppure i nostri giorni sono sordi. L’uomo contemporaneo è affetto da grandi inquietudini spirituali e incline ad agghiaccianti fanatismi” – parrebbe un titolo da compitino in classe, eh? E invece è un libro (scusino il termine) scritto da lei, che pensa di chiuder anzi così: “il silenzio è morto e, scomparendo, ha trascinato con sé tutto ciò che costituisce il fondamento dell’essere umano”. O piglia!
CORRI IN LIBRERIA, STOLTO! EDUCITI CO' NOSTRI PIÙ GRANDI SCRITTORI!
9 commenti:
ne abbiamo da leggere in questo week end!
Faletti non è tra i miei preferiti.."Niente di vero tranne gli occhi" mi ha lasciato l'amaro in bocca...comunque interessante stesura e scelta...
ma la ferltrinelli già m'ha visto troppo ultimamente ...u.U
mmmmaaaaaaaaaaa!!!!!!!!
tipico verso dell'elefante marino contrariato perché gli è stata accidentalmente stiacciata la coda da un varano che passava di lì per caso (e anche un po' per vedere se trovava qualche ovino, ma poiché gli elefanti marini l'ova un le fanno gli è andata male... in più ha anche fatto inalberare l'elefante marino che poi si chiama BRUTO e è pure un po' frustone, quindi ora gli caa la befana).
noooooo la tamaro noooooo
Il blog pare essere a posto ora, ci ho pure aggiunto un postino (post piccino, no quello che suona sempre due volte, iiihhhhhh le risa!!!! ora basta ridere.) nuovo.
Ciao Cavpazyo delle Ande, salutami fuffy, piNpy e tiNty, ma anche un po' giNgy, vah!
Eh eh. Sei un mito.
corriamo in libreria... ;)
Stacci bene!
Altainfedeltà
Paulo Coelho? Sì, me l'arriòrdo, era quello che s'era fatto la plastica per somigliare a Peter Gabriel. O era Giorgyo Faletti? Diobòno, solo per questo sarebbe da fvstigarli eMtrambi con gatto a nove code intinto in una mistura sale-vanadio-ravdipinolo-ricatti per poi usarli come ingrediente inutile nelle torte dell'amorevole Nonna Gino.
Che a vole' esse' gentili, fanno veramente l'onco, allora anche Baricco è uno scrittore. Baricco? Gòrgle, gaglò, garaglò, triglò, scusate tutti, non lo farò mai più.
Su, biNbini, ora basta cultura. Un po' di canSoncine per biNbini:
"Sono le tagliatelle di Nonna Gino
son fatte con l'uranio
son piene d'energia
se te mangi una non smetti più
e inizi a lampeggiare con luce rossa e blv"
Ah, le torti (prulare di torto) che mi faceva nonna Gino, le care torti guano-segatura-vanadio-ricatti...
sisisisi! corriamo in libreria!!!
Ma per picchiare qualcuno, uno a caso, non importa, che poi diamo la colpa al "silenzio che e' morto" e che ci ha portato via l'animadelimortacci sua e al massimo ci danno gli arresti domiciliari ma vuoi mettere la pubblicita', minimo si finisce da Mauriziko Costanzo o a Casa vianello poi vediamo!
day day che ci si diverte!!
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