Ancora novità librarie. Due. Belle.
GIORGIONE GIOTTO, Bollette dell’Enel scoppiano nel freezer, Edizioni Con la voce che sa d’asfalto caldo, € 11,20 Anno Domini 1541. Carlo V, l’ultimo vero imperatore europeo, monarca assoluto di una Spagna al culmine della sua potenza, a capo di un regno su cui mai tramonta il sole, si ferma ad Alghero, con la sua flotta di 40 galere sulla via – via di guerra! – verso Algeri. Ospitato in pompa magna, strafesteggiato dalla popolazione vociante, pronuncia all’indirizzo della massa di popolani accorsi a reclamarlo la famosa frase “Estade Todos Caballeros”, sì da poter tornare tosto a coltivar le proprie privatissime esigenze e toglierseli di torno felici.
La storiella è certamente più edificante e vi consentirebbe magari di edurre quel che vi resta dei vostri lobi destri e sinistri, dopo anni e anni di televisionato duro; tuttavia la interrompiamo qui, che ci saremmo anche rotti i coglioni, e la convertiamo verso quel che ci interessa. E dunque: uno, dos, très… TODOS POETAS!
Sì amici, da oggi anche voi siete un po’ poeti! Se esce un libro di poesie come questo, lo siamo tutti! Si scrive andando a capo un po’ a caso, statuendo d’arbitrio che la punteggiatura è inutile e si buttan giù di quelle profonde contemplazioni banali sul senso dell’essere ed esistere che poi si tira fuori i "maestri americani". O se li si lasciasse un po' in pace, i maestri americani? Comunque, il risultato sarà, per dire:
Z. è tornato
è morto
ma si era sbagliato
era solo la voglia
che era passata
io faccio quel che posso –
la farfalle si stancan
del volo –
ma succede a tutti
prima
o poi.
Sentilì! O anche:
La strada
un serpente meccanico di luci
e gomme
e frenate e frecce
marciamo sempre
ci proviamo
ma la vita è più forte
vince lei
sempre
e non vuole neanche il CID
Oioi, sarò bravo? Oppure:
un gatto
caca felice
per strada
sia quella
la felicità?
Sì, se non la pesto però è meglio
Via, qui mi fermo sennò non smetto più. Vedete come son poeta, anch’io? Su dai, siatelo anche voi, poeti!
La storiella è certamente più edificante e vi consentirebbe magari di edurre quel che vi resta dei vostri lobi destri e sinistri, dopo anni e anni di televisionato duro; tuttavia la interrompiamo qui, che ci saremmo anche rotti i coglioni, e la convertiamo verso quel che ci interessa. E dunque: uno, dos, très… TODOS POETAS!
Sì amici, da oggi anche voi siete un po’ poeti! Se esce un libro di poesie come questo, lo siamo tutti! Si scrive andando a capo un po’ a caso, statuendo d’arbitrio che la punteggiatura è inutile e si buttan giù di quelle profonde contemplazioni banali sul senso dell’essere ed esistere che poi si tira fuori i "maestri americani". O se li si lasciasse un po' in pace, i maestri americani? Comunque, il risultato sarà, per dire:
Z. è tornato
è morto
ma si era sbagliato
era solo la voglia
che era passata
io faccio quel che posso –
la farfalle si stancan
del volo –
ma succede a tutti
prima
o poi.
Sentilì! O anche:
La strada
un serpente meccanico di luci
e gomme
e frenate e frecce
marciamo sempre
ci proviamo
ma la vita è più forte
vince lei
sempre
e non vuole neanche il CID
Oioi, sarò bravo? Oppure:
un gatto
caca felice
per strada
sia quella
la felicità?
Sì, se non la pesto però è meglio
Via, qui mi fermo sennò non smetto più. Vedete come son poeta, anch’io? Su dai, siatelo anche voi, poeti!
TRACIA FEZZICONI, Ditta di Sollevamenti, ed. Lìmamelo, vai!, € 7,99
Il capolavoro assoluto dell’autrice di Otturazioni, e Iodosan Gola (scritti quando le sue difficili condizioni economiche le imponevano di lavorare come assistente di sedia e giudice di carie presso il locale – locale rispetto a dove? – studio odontoiatrico "Atahualpa", del dottor Protesi, detto il Peone per il suo modo di vestire & suonar lo zufolo ai pazienti sotto anestesia), racconta la dolorosa vicenda di Mauro, dal momento in cui decide di cambiar lavoro, aprendo una nuova ditta, al momento in cui viene effettivamente ingaggiato da un capriccioso e beffardo miliardario, in spregio alla ragione sociale (“DiPerno Mauro – Ditta di Sollevamenti”) letta da questi sul nuovo furgone di Mauro, nel traffico, un pomeriggio mentre tornava da una riunione del Rotary. Il misterioso personaggio, che resta sempre nell’ombra, lo ingaggia per un bizzarro lavoro: recarsi tutti i giorni nella sua villa in collina, e sollevare e poi ripoggiare col traspallet o col muletto o anche a mano un imballaggio ogni giorno diverso, nello stesso punto, all’infinito. A fine giornata, Mauro viene regolarmente pagato, dal fido servo Ràgade, povero storpio dalle origini orientali nonché dall’aria minacciosa, affezionato oltremodo al suo padrone. Di lì a pochi giorni, preso dalla curiosità, Mauro prende a indagare incautamente riguardo al contenuto di quei misteriosi carichi che deve continuamente alzare e abbassare; ogni volta l’imballaggio rivela sconcertanti segreti: si può trattare di un carico di pietre, messe lì a spregio, di spugne gonfie d’acqua&aromî, di cilicî sottratti al negozio d’arredi sacri, di blocchi di cemento grezzo&inutile. Senza nessuna apparente logica. Disperato, Mauro medita e s’arrovella, ignaro del fatto che il misterioso individuo, grazie a un complesso sistema di telecamere a gettone lo sta osservando, sollazzandosi nella sua perfidia, da un’altra stanza. Nel contempo, Lotaringia, moglie di origini austriache di Mauro, trascurata dal marito, la cui mente vacilla ogni giorno di più, medita di tornarsene in Turingia, inconsapevole del fatto che la Turingia è una regione tedesca e non austriaca, e che è soltanto lei ad esser convinta d’avere origini nordiche, giacché in realtà è di Teramo e aveva soltanto due genitori un po’ stronzi.
Il tutto va avanti finché i gettoni per le telecamere finiscono, Ragade viene ucciso per la rabbia e Mauro muore schiacciato dal suo Traspallet Grande Alzata, causa un tragico errore nel carico del materiale del giorno, proprio quando il misterioso miliardario non può vederlo. Il funesto destino di morte dei DiPerno coinvolge del resto anche Lotaringia, che durante il trasloco-fuga messo in piedi di nascosto, scivola su un calzino e cade a testa in giù in uno scatolone di biancheria, soffocando implacabilmente fra le Liabel.
In vita resta solo il misterioso miliardario, a dimostrazione del fatto che chi ha i soldi vince sempre. E spesso è pure bello e magari ce l'ha anche lunghissimo.
Un romanzo sulla perversione umana, una lucida analisi sui rapporti fra classi, un alto esercizio di stile che ha fatto esclamare alla critica di tutto il mondo, all’unanimità: “è meglio PippoFranco!”.
Il capolavoro assoluto dell’autrice di Otturazioni, e Iodosan Gola (scritti quando le sue difficili condizioni economiche le imponevano di lavorare come assistente di sedia e giudice di carie presso il locale – locale rispetto a dove? – studio odontoiatrico "Atahualpa", del dottor Protesi, detto il Peone per il suo modo di vestire & suonar lo zufolo ai pazienti sotto anestesia), racconta la dolorosa vicenda di Mauro, dal momento in cui decide di cambiar lavoro, aprendo una nuova ditta, al momento in cui viene effettivamente ingaggiato da un capriccioso e beffardo miliardario, in spregio alla ragione sociale (“DiPerno Mauro – Ditta di Sollevamenti”) letta da questi sul nuovo furgone di Mauro, nel traffico, un pomeriggio mentre tornava da una riunione del Rotary. Il misterioso personaggio, che resta sempre nell’ombra, lo ingaggia per un bizzarro lavoro: recarsi tutti i giorni nella sua villa in collina, e sollevare e poi ripoggiare col traspallet o col muletto o anche a mano un imballaggio ogni giorno diverso, nello stesso punto, all’infinito. A fine giornata, Mauro viene regolarmente pagato, dal fido servo Ràgade, povero storpio dalle origini orientali nonché dall’aria minacciosa, affezionato oltremodo al suo padrone. Di lì a pochi giorni, preso dalla curiosità, Mauro prende a indagare incautamente riguardo al contenuto di quei misteriosi carichi che deve continuamente alzare e abbassare; ogni volta l’imballaggio rivela sconcertanti segreti: si può trattare di un carico di pietre, messe lì a spregio, di spugne gonfie d’acqua&aromî, di cilicî sottratti al negozio d’arredi sacri, di blocchi di cemento grezzo&inutile. Senza nessuna apparente logica. Disperato, Mauro medita e s’arrovella, ignaro del fatto che il misterioso individuo, grazie a un complesso sistema di telecamere a gettone lo sta osservando, sollazzandosi nella sua perfidia, da un’altra stanza. Nel contempo, Lotaringia, moglie di origini austriache di Mauro, trascurata dal marito, la cui mente vacilla ogni giorno di più, medita di tornarsene in Turingia, inconsapevole del fatto che la Turingia è una regione tedesca e non austriaca, e che è soltanto lei ad esser convinta d’avere origini nordiche, giacché in realtà è di Teramo e aveva soltanto due genitori un po’ stronzi.
Il tutto va avanti finché i gettoni per le telecamere finiscono, Ragade viene ucciso per la rabbia e Mauro muore schiacciato dal suo Traspallet Grande Alzata, causa un tragico errore nel carico del materiale del giorno, proprio quando il misterioso miliardario non può vederlo. Il funesto destino di morte dei DiPerno coinvolge del resto anche Lotaringia, che durante il trasloco-fuga messo in piedi di nascosto, scivola su un calzino e cade a testa in giù in uno scatolone di biancheria, soffocando implacabilmente fra le Liabel.
In vita resta solo il misterioso miliardario, a dimostrazione del fatto che chi ha i soldi vince sempre. E spesso è pure bello e magari ce l'ha anche lunghissimo.
Un romanzo sulla perversione umana, una lucida analisi sui rapporti fra classi, un alto esercizio di stile che ha fatto esclamare alla critica di tutto il mondo, all’unanimità: “è meglio PippoFranco!”.
4 commenti:
Novembre
che bel mese novembre
pieno di foglie
come la vita
Aspetto l'ispirazione
come il treno
alla stazione
della vita
Il capolavoro:
Spremi d'ampolle il svgo
d'alvo parto merto scorno
te fiso il vago mirto intorno
fratto d'aschi geri sfrinzi
centre aspipi gozzi prapèn
tafratto usgrufi ampillo
rapezzo và, và
cazzieri impischi
mascàrpon
A memoria.
e io.
rido.
ergo bum!
o toh!!
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