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agosto 29, 2006

MODERATE DICHIARAZIONI DELL’EX-PREMIER SILVIO BERLUSCONI A RIMINI: "NO AD UN'ITALIA PLURIETNICA"
Sì, all’insegna del progressismo, del buonsenso e del relativismo illuminista: così la rentrée del cavaliere nella vita politica, dopo tutte le cazzate in Sardegna con paggi, nani, ballerine e cotillons: queste sì che son cose serie, pareva pensare, mentre si girava di spalle e orgogliosamente s’indicava il testone novellamente tricodotato, urlando “e ha funzionato benissimo!”


“Secondo noi l’Italia deve essere cattolica e degli Italiani. La sinistra pensa invece a un’Italia plurietnica”. Così Silvio Berlusconi parlando al Meeting di Rimini, rientro in politica dell’ex-premier dopo la lunga vacanza in Sardegna.
Entusiasmo in sala, specie quando ha aggiunto che è allo studio pure un piano per la riconquista del Santo Sepolcro, assolutamente da strappare dalle mani insanguinate dei cani infedeli seguaci di Maometto, nonché notoriamente figli di una civiltà inferiore.
Il Cavaliere era stato accolto al grido di “Silvio, Silvio”, e gli uomini del servizio di sicurezza avevano faticato non poco per cercare di contenere l’entusiasmo della folla. Al suo ingresso l’euforia era tale che è anche caduta una transenna di uno dei laghetti del cortile della Fiera: alcune persone sono finite in acqua. L’ingresso di Berlusconi è stato salutato anche da trombe e cori da stadio, nonché dall’immancabile “Chi non salta comunista è!”. E dal tormentone dei mondiali di calcio in Germania: “po-po-poooo”.
Perché questa è la coscienza politica di questo popolo di merda.
Al popolo ciellino (!), simpatica gente capitanata da Formigoni (!), ha detto di essere “condannato a continuare e ad andare avanti anche per un fatto di orgoglio e storia personale. La metà del Paese mi detesta, l’altra metà mi sostiene e forse mi ama”. Poi, (è più forte di lui, abbiate pazienza: dove va, c’ha l’aneddoto all’uopo – non per autocitarsi, ma cfr. il qui presente giov. 2 marzo 2006; casomai domani si presentasse a casa vostra, vi direbbe che era amico del nonno) sollecitando l’applauso, ha aggiunto: “Cercai Don Giussani nel ‘93, per averlo accanto nelle decisioni di scendere in politica e ho tentato di averlo sempre accanto. Ricordo con commozione gli ultimi incontri e ho ancora i brividi ripensandoci. Lui mi disse che il destino mi aveva fatto diventare l’uomo della provvidenza”.
Proprio le stesse parole che il buon Pio XII usò per definire quella sagoma del Benito Mussolini buonanima, dopo che insieme avevano stipulato quell’equo e giusto trattato passato alla storia col nome di Patti Lateranensi.
Dulcis in fundo, sfruttando una battuta sui capelli per spiegare uno dei passaggi del suo discorso, dopo essere stato incalzato dal moderatore Oscar Giannino, Berlusconi si è alzato dalla sedia, si è girato di spalle ed ha mostrato con orgoglio il risultato del suo trapianto di capelli. La cosa ha provocato una vera e propria ovazione in platea.
Perché questa, e non altra, è la coscienza politica di questo popolo di merda.

2 commenti:

solaria ha detto...

ma questo maiale non mòre mai???

vai a vedere la fiore il 9?

ciofo ha detto...


E un'deve mori' lui, ma tutti quelli che lo vanno a vedere e lo osannano (magari a pagamento ma questa e' un'altra cosa) e invece che nel laghetto fossero caduti in un rigurgitante pozzo nero di un lebbrosario di Calcutta poi casualmente e repentinamente sigillato (dai soliti comunisti ovvio) ci avrebbe guadagnato non solo l'Italia ma l'umanita' stessa, rimovendo un branco di anelli arrugginiti e scollegati dalla lunga catena dell'umana evoluzione!