Michele Serra, L’amaca, su Repubblica:
Votare No è conservatore: questo è il succo della campagna del Sì, ma soprattutto è il succo di almeno dieci anni di propaganda del centrodestra, formidabile nell’accreditare come riformatore, o addirittura rivoluzionario, lo spirito antistatale e antieuropeo della piccola borghesia sediziosa (soprattutto del Nord) politicamente rappresentata dall’asse Forza Italia-Lega.
Sono riusciti a spacciare per “moderne” alcune delle caratteristiche più decrepite del nostro popolo: il provincialismo gretto, il fastidio per le regole, la fronda fiscale, la diffidenza per la cultura, l’avidità (verghiana, ottocentesca) per il denaro. E, di conseguenza, a far passare per parruccone e conservatore chiunque si opponesse al trionfo di quel vecchiume travestito da “rivoluzione”. Ma al confronto di riformatori di questa tempra, così eccellentemente rappresentati da Roberto Calderoli, i padri cositituenti mi fanno l’effetto della Beat Generation. Una ventata di futuro. Voterò No per loro e per noi, che non meritiamo di vivere secondo regole decise da due o tre Calderoli in una baita prealpina. Sicuramente perlinata.
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